Roberto Cavalli dedica a Firenze la sua nuova ‘it bag’

 

“Florence”: non poteva scegliere nome più appropriato, Roberto Cavalli, per la sua ultima it bag che è un inno all’artigianalità, alla pregiata tradizione della lavorazione della pelletteria fiorentina, al retrogusto passionale e coinvolgente che si respira nelle botteghe artigiane della città attraversata dall’ Arno. Cavalli, da sempre innamorato dei suoi luoghi e della maestria sfoggiata dai lavoranti degli antichi mestieri, ha trovato in essi una fonte di ispirazione decisiva, tradotta immediatamente nella creazione della Florence Bag. Il culto della lavorazione della pelle, l’ ideazione di modalità d’avanguardia nel trattarla, rifinirla, decorarla sono da sempre leit motiv identificativi della Maison, così come l’attenzione ai dettagli: spetta a un prezioso lucchetto dorato lavorato a squame, infatti, incarnare quel tocco di glamour aggiuntivo che risalta elegantemente nel look d’ insieme di questa borsa dalla pelle morbida ma ben strutturata, resistente grazie alla lavorazione ‘a costola’, che non richiede rinforzi. Declinata in due dimensioni – medium e large – la Florence Bag si porta a mano, grazie a due manici accuratamente rifiniti, o a tracolla. Ogni particolare viene curato con la massima meticolosità: non a caso, le borse sono controllate singolarmente testando la qualità del pellame, le cuciture interne ed esterne e la fodera, realizzata in soffice microfibra. E i materiali? Il nuovo must have di Roberto Cavalli è disponibile in vitello liscio con inserti e profili in pitone, vitello liscio opaco con ‘costole’ fluo, contrastanti, virello merinos in cuoio resistente, e in coccodrillo. La Florence Bag si candida ad essere nuovo simbolo di lusso e glamour a livello internazionale: non è un caso, che la sua campagna pubblicitaria mostri una splendida e sofisticata Naomi Campbell nel ruolo di protagonista. E se la donna Cavalli viene descritta, dal designer stesso, come una creatura decisa, positiva, libera, il cui miglior accessorio è rappresentato dalla propria personalità, è un dato di fatto che lo stile raffinatamente esclusivo, ma disinvolto al tempo stesso, della Florence Bag collimi perfettamente con queste caratteristiche, rendendosi ideale complemento del suo look e imprescindibile detail del suo outfit da giorno.

Buon venerdì.

Glitter People

 

 

” Gli zoccoli (sarebbero da bandire, n.d.r.). La femminilità ha i suoi suoni, e il ticchettio dei tacchi è uno di quelli. Se senti il rumore dei sabot, puoi anche pensare che dietro l’ angolo ci sia un cavallo. E non è bello.”

Christian Louboutin

 

Buon giovedì.

Rocking Fornarina

 

“Street couture”: così è stato definito lo stile di Fornarina, la celebre azienda marchigiana fondata nel 1947, a Civitanova Marche, da Gianfranco Fornari. Calzature, ma non solo: Fornarina è ben presto evoluta in un brand a tutto tondo che include abbigliamento e accessori. Attualmente, con Lino (figlio di Gianfranco) al ‘timone’ aziendale, la  svolta verso uno street style ‘di classe’ e di alta qualità ha assunto connotati ben precisi e definitivi: dire Fornarina è dire innovazione, creazione di un glamour coloratissimo e malizioso che della femminilità ha sempre fatto la sua bandiera, con audacia e senso dell’ humour. Le scarpe del brand si declinano in disparate versioni: sandali, stivali, sabot, sneakers, rendendo lo sfizio un atout essenziale ed imprescindibile delle sue creazioni. Oggi, un volume fotografico – Rocking Fornarina – omaggia i dieci anni di street couture dell’ azienda marchigiana grazie a foto inedite scattate da Francesco Musati e Caterina Aimone, che per più di venti anni hanno immortalato costantemente le campagne pubblicitarie aziendali – chi non ricorda gli scatti di una Lindsay Lohan, nelle vesti di testimonial, più splendente e radiosa che mai ? – contribuendo a forgiare l’ immagine e lo stile visivo  del brand, associandolo ad un mood sensualmente malizioso ma non privo di grinta e di spavalderia. Il libro, pubblicato da Damiani Editore, raccoglie anche una serie di ritratti di celebrities che hanno legato il loro volto, la loro immagine, il loro gusto a Fornarina, come Martina Stella e, appunto, Lindsay Lohan. Un’ occasione in più per penetrare l’allure sexy e autoironica, ma sempre rigorosamente urbana, che costituisce il connotato principalmente associato all” identità del brand.

Buon mercoledì.

 

Fornarina: dalla campagna pubblicitaria Autunno-Inverno 2012-13

Katoucha: glamour e mistero

KATOUCHA NIANE 2016biancoKatoucha Niane nasce a Conakry, in Guinea, nel 1960. Figlia dello storico ed autore teatrale Djibril Tasmir Niane, sperimenta probabilmente il più grande trauma della sua vita quando a 9 anni, invitata da sua madre ad accompagnarla al cinema, si ritrova invece nella stanza di una casa sconosciuta dove le viene praticata l’ infibulazione: una tragica esperienza che racconterà nella sua autobiografia ‘Dans ma chair’, pubblicata nel 2007 dalla casa editrice Michel Dafon. Ancora bambina, vive l’esperienza dell’esilio a causa di problemi sorti tra suo padre e il Presidente del suo Paese, Sekou Toure; vive in Mali da uno zio finchè, a 12 anni, le sarà possibile riunirsi alla famiglia in Senegal, a Dakar. Cinque anni più tardi, rimasta incinta, si sposa, ma decide subito dopo di emigrare in Francia: nella Parigi degli anni 80, il suo fisico longilineo e filiforme e la sua innata eleganza le garantiscono immediatamente una carriera da modella presso i couturier più prestigiosi  della Ville Lumière. Katoucha diviene una delle mannequin preferite da Thierry Mugler, Paco Rabanne e Christian Lacroix, ma è con Yves Saint-Laurent che scatta la scintilla: il leggendario designer rimane talmente affascinato dalla sua allure e dalla sua bellezza che la elegge subito a sua musa, rendendola protagonista di un incalcolable numero di défilè. Katoucha è la prima modella di colore, africana, a calcare le passerelle parigine. Nel 1994 abbandona i fashion show e presenta la sua prima collezione all’ Espace Cardin di Parigi, ma ritorna a sfilare nel 1998 in occasione di una retrospettiva di Yves Saint- Laurent organizzata allo Stadio di Francia. Intanto, diventa un’ attivista nella lotta contro l’ infibulazione e  fonda la KPLCEKatousha pour la lutte contre l’excision – svolgendo un’ importante opera di informazione e cercando di abbattere gli schemi tradizionali e culturali che portano, ancora oggi,  a sottoporre le bambine africane a questa indescrivibile pratica.  Nel 2005, Katousha si mette in gioco anche come presentatrice televisiva con il programma Next top model France. Soltanto tre anni dopo, la tragedia: è il 1 febbraio quando la top torna da una festa, a notte fonda, nel barcone sulla Senna dove vive. Da qual momento, sparisce nel nulla. Di lei viene solo ritrovata la borsetta, completamente asciutta, a un lato della porta della sua casa fluttuante. Il suo corpo senza vita verrà ripescato nella Senna quasi un mese dopo, il 28 febbraio: Katousha ha 47 anni e 3 figli. La sua morte rimane tuttora avvolta nel mistero, anche se ufficialmente la probabilità dell’ incidente si è rivelata la più prossima alla realtà. Non mancano però altre ipotesi, tra cui quella dell’ omicidio -forse, in rappresaglia alla sua lotta contro le mutilazioni genitali femminili- tuttora mai avvalorata. Una fitta coltre di nebbia si sparge a tutt’oggi intorno alla scomparsa di una delle più affascinanti top model degli anni ’80, che Yves Saint-Laurent associò a un’eleganza sofisticata e sublimamente glamourous: lato saliente, ma non unico, della personalità ricca di sfaccettature di una donna che, tra moda e impegno nel sociale, realizzò la sua vita a tutto tondo.

 

 

Buon martedì.

MDNA presenta le MDolls

 

E mentre l’attesa per l’evento clou del MDNA Tour – la tappa allo Yankee Stadium di New York, il 6 e l’8 settembre – cresce spasmodicamente, vale certamente la pena di rimarcare l’attenzione su un dettaglio che VALIUM aveva (ahimè) distrattamente trascurato: in concomitanza con le tappe italiane del tour di Lady Ciccone, infatti, non è mancato uno sfizioso omaggio alla Regina del Pop. La milanese ABC Atelier Mannequins,celebrando la versatilità e le svariate trasformazioni nel look di ‘Madge’, ha avuto la splendida idea di allestire un’ esposizione di 22 bambole, le MDolls, fedelissime riproduzioni della star, che ripropongono singolarmente i  periodi della sua carriera professionale caratterizzati dalle metamorfosi di stile e concettuali che l’hanno, da sempre, accompagnata. ‘MDolls-a celebration of Madonna style’ ha esposto bambole che riproducono, tra le altre,  la Madonna degli esordi -capelli cotonati, crocifissi  e jeans lacerati – la sexy star in seni ‘conici’ foderati nella guèpière di Jean Paul Gaultier, passando per il platinatissimo periodo di Vogue fino alla più recenti, sofisticate mises che non lesinano di strizzare l’occhio al fetish. Le MDolls , create da Magia 2000 – dietro il cui nome si cela il duo artistico formato da Gianni Grossi e Mario Paglino – contano su autori e produttori di prestigio ed esperienza: il duo realizza bambole in edizione unica da oltre 13 anni in collaborazione con  Mattel, ed ha già provveduto a donare una MDoll a Madonna in persona durante uno show TV girato a Londra. Allestita in Corso Como 5, a Milano, ‘MDolls-a celebration of Madonna style’ ha visto anche la collaborazione della designer emergente Florina Ivascu che ha partecipato con 5 modelli inediti appositamente creati per far rivivere le varie fasi estetico-musicali di Lady Ciccone. La mostra ha inoltre contato sull’apporto del fan e collezionista Mario John, che ha esposto ritratti della popstar scattati in 5 anni  – dal 2004 al 2009 – durante i suoi concerti in giro per il mondo. Un evento, quello di corso Como, concluso il 27 giugno scorso, ma più che mai degno di nota nel panorama sempre più vasto e cospicuo della diffusione delle celebrity dolls: ormai, veri e propri oggetti di culto e da collezione.

Buon inizio settimana.

 

Sexy glamour per le Mary Jane di Dsquared2

 

Colour blocking, fluo…Tacco 11 a spillo, punta affilata che slancia il piede e, last but not least, un cinturino che cinge sensualmente la caviglia: queste Mary Jane firmate Dsquared2 rappresentano un meraviglioso sunto di tutti i più incisivi trend di stagione. In vernice, sfoggiano uno dei bicolori più celebrati dell’estate – il tangerine e il rosa – e non mancano di proporsi in chiave sexy, traducendo i caratteri più marcati della Mary Jane in versione glamour e ultrafemminile. Il bicolore declinato in tinte fluo, in particolare, rappresenta una ‘chicca’ da non sottovalutare, così come la serie di piccoli triangoli intagliati sulla tomaia che compongono un elegante motivo decorativo. Il tacco sembra appositamente creato per slanciare la gamba, dettaglio clou per la creazione di un’allure charmante che sarebbe piaciuta a una diva d’antan. E nell’ anno del cinquantesimo anniversario della scomparsa di Marilyn, il concetto rientra alla perfezione nell’ intento, eleggendo le  splendide Mary Jane di Dan e Dean Caten dei must have assoluti di questa torrida fine estate.

Buona domenica.

Caffè e bomboloni caldi

 

Inizio mattina rappresentato da un classico: dopo notti d’estate infuocate, ore piccole, pub e locali à go go con il sottofondo buio e nero del mare notturno, tranquillo, in lontananza, la colazione sulla spiaggia.Quei profumi della notte che nell’afa si dilatano, sembrano amplificati, si espandono a dismisura come in un contemporaneo trip allucinogeno che affina i sensi e la percezione. Ed è cosi che l’aroma dolciastro della marijuana  fluttua nell’aria leggera e densa dell’estate mescolandosi ai profumi dei fiori e del latte di cocco, all’odore di salsedine e alla tattilità umida, impregnata di mare, della spiaggia di notte: un paradiso olfattivo puro, distillato, che il buio accentua ed esalta. Notti lunghe e vissute  tra avventura e meraviglia, con il caldo che stimola i sensi e quel nero orizzonte del mare che sembra trasportare alla deriva di un mondo sconosciuto, misterioso, fiabesco e illimitato che ci parla attraverso il viavai delle onde. L’alba è spettacolarmente intensa, in colori che evolvono dall’indaco di un cielo già schiarito, in un progressivo dégradé di azzurro. Per niente al mondo andrebbe persa: lasciarsi avvolgere dalle sue sfumature  è immergersi in un’atmosfera metafisica, archetipa, di una suggestività unica. Il flusso degli odori contnua inarrestabile, mai interrotto…e da un chiosco sulla spiaggia, arriva intenso il profumo della crema calda, di frittura, di granelli zuccherati in abbondanza.  La deliziosa fragranza dei bomboloni che esplodono di crema soffice è quell’ esperienza olfattiva che stimola a fermarsi, a posizionarsi fronte mare al bancone del chiosco  ordinando subito la prima colazione: bomboloni fritti, , latte e caffè come degno coronamento di una nottata che ha sancito il trionfo dei sensi. Ora, nell’ intento di indulgere nell’ennesimo ‘peccato capitale’, vizieremo la gola addentando bomboloni appena sfornati alternandoli a pigri sorsi di caffè, mentre il sonno impasta già la nostra essenza,

E prima che il sole inizi a brillare alto nel cielo, ci lasciamo alle spalle un cielo denso di straordinarie sfumature intenzionati a vivere, nel progressivo splendore del giorno, la nostra personale notte.

Felice weekend.

I 50 anni del Papagayo: Bon Anniversaire!

 

Era il 1956, e il film ‘Et Dieu crea la femme’ di Roger Vadim lancia il boom di Saint-Tropez : Brigitte Bardot, nuova icona internazionale protagonista della pellicola, fa molto di più: a Saint-Tropez, lei, sceglie di viverci e diverrà celebre in tutto il mondo la sua Madrague, la villa ‘con i piedi nell’acqua’. In origine semplice villaggio di pescatori della Costa Azzurra, Saint-Tropez possiede angoli incantevoli, unendo un centro storico di stampo tipicamente provenzale ad ampie spiagge e a un porticciolo che, di anno in anno, verrà costantemente riempendosi di yacht di proprietà della crème del Jet Set internazionale. Saint-Tropez e BB, Saint-Tropez e decine di turisti provenienti da ogni dove per ammirare gli scenari e le location in cui sono ambientate le disavventure di Juliette. E’ in quel periodo che François-Joseph ed Edouard Malortigue hanno la geniale intuizione di acquistare un terreno in cui, nel 1962, affonderà le fondamenta il ‘Papagayo’, club e locale ‘notturno, ma in realtà aperto a tutte le ore, requisito per cui verrà eletto ‘luogo d’incontro’ per eccellenza del villaggio della Costa Azzurra. Il Papagayo è innovativo, splendido: sulla sua pista si alternano tutte le future star della canzone francese e presto viene aggiunta una VIP room frequentata, tra gli altri, dalle personalità più di spicco della Nouvelle Vague. La terrazza, offre una vista da favola sul porto e sui tetti ricoperti a coppi del pittoresco centro storico. Frangy Malortigue, che i tropeziennes chiamano ‘le chinois‘ per il kimono e la lunga pipa che esibisce, ha fatto centro: il Papagayo è già mitico, rinomato a livello internazionale. Il club in cui trascorrere, tassativamente, la notte a Saint Tropez.

 

 

Negli anni ’70 Eddie Barclay, François Sagan, Johnny Halliday, Picasso sono suoi avventori abituali. Oggi, 50 anni dopo, il Papagayo è sempre nelle mani della famiglia Malortigue ed è ormai un’istituzione, un locale storico che all’ insegna della ‘festa’ tout court ha visto nascere tanti amori, creato notti folli, fomentato matrimoni e divorzi. Una clientela eclettica, il divertimento come imperativo assoluto, il suo quid in più  è proporsi come luogo d’incontro full time per i suoi fan, una seconda casa in cui tutto può diventare possibile. Un club leggendario tra i cui habituè troviamo oggi i nomi di Puff Daddy, Paris Hilton, Rhianna, Pamela Anderson tra innumerevoli, ulteriori  celebrities. Un locale al top la cui fama e il cui appeal charmant nessuna concorrenza è mai riuscita a scalfire, grazie a uno stile chic ma décontracté. La parola d’ordine è -ieri come oggi –‘festa’ elevata all’ennesima potenza. Una filosofia di vita racchiusa in un concetto che è tutto un programma d’intenti: ‘Etre ou pairaitre, pourquoi choisir?’

Vive la fete!

 

Foto 1 tratta dalla pagina Facebook di Le Papagayo.

Foto 2: BB balla in mambo in ‘Et Dieu crea la femme’

Miu Miu e le slippers regali

La geniale Miuccia Prada non poteva non pensare a noi anche in quei momenti in cui, provate da vertiginosi tacchi 13 e con gli alluci doloranti,compressi in splendide décolletè dalla punta affilata, torniamo a casa e il nostro primo gesto è quello di sfilarci le scarpe cercando disperatamente di infilare i piedi in qualcosa di comodo: dal prossimo autunno, Miu Miu ci viene incontro donando alle nosre estremità in  versione ‘home sweet home’ una serie di slippers di tutto rispetto. L’eclettica designer ha usato infatti materiali quali il raso, il velluto, la vernice, impreziosendoli di una lavorazione artigianale ai massimi livelli: applicazioni arabescate sulla tomaia, accurate rifiniture e un elegante tacco da 2 cm adornato di strass gioiello. I colori vanno dai più classici quali il nero e il beige, ai più vivaci e modaioli come il turchese, il rosa cipria il rosa shocking. I modelli riprendono dettami di squisita eleganza: potremmo trovarci alla corte di Marie Antoinette e calzare le regali slippers Miu Miu all’ interno della maestosa Versailles in perfetta sintonia con i gusti estrosi e di alta qualità dell’ ultima Regina di Francia. Più semplicemente, le indosseremo chez nous ma attenzione, non manca la bella novità: vanitose e perfettamente consapevoli del loro fascino, le slippers di Miuccia Prada ci chiedono di uscire, di essere mostrate, di fessere trattate da scarpine eleganti vere e proprie. Il supremo must del prossimo autunno, dunque, sarà uscire in pantofole: e che pantofole!

Buon giovedì.

La fantasia va al potere in technicolor

 

Rhianna, Lady Gaga, Kate Perry, Nicky Minaj….Chi?

Esempio storico di iconica classe, era solo il 1971 quando Marisa Berenson sfoggiava una parrucca in puro afro style completamente in technicolor. Gli anni della Swinging London avevano rivoluzionato in toto il look e, riprendendo un mitico slogan dalle derivazioni parigine del fenomeno, più fortemente ribelli e politicizzate in virtù di un ’68 che avrebbe stravolto l’Europa, ‘La fantasia al potere‘ diventava un diktat versatile e pronto a declinarsi – con la stessa importanza – negli ambiti più disparati, lo stile e il look tra essi. La moda, assumendo ora una forte valenza identitaria e incarnando la libertà di espressione, sfidava la capacità creativa di ognuno, perdeva quei connotati di ‘futilità’ che stereotipi ormai stantii la volevano equiparata solo alla frivolezza. Con i primi movimenti giovanili e la rottura di ogni precedente schema preconcetto, lo stile diventava personale, eccentrico, un riflesso della propria fantasia e dell’abilità di sapersi distaccare, anche visivamente, da un mondo rimesso completamente in discussione. In questo contesto, la parrucca multicolore indossata da Marisa Berenson si rende emblematico simbolo di ‘rottura’, caricata ancor più dal personaggio: un pedigree aristocratico, nipote della grande Elsa Schiaparelli, una famiglia dell’alta borghesia americana, Marisa anticipa un nuovo trend con sicurezza e disinvoltura. Avrebbe mai immaginato che, quasi mezzo secolo più tardi, il capello colorato sarebbe diventato uno dei più gettonati must di celebrities e ragazze comuni? Forse no; ma tra tanti rosa confetto, bluette elettrici, rosso fuoco e altre infinite opzioni, noi continuiamo a preferire l’afro’ in technicolor di Marisa: un trend precursore dalle radici ben salde in anni che hanno segnato una definitiva evoluzione sociale e di costumi, dove la fantasia regnava indisturbata e indifessa. D’altronde,  ‘Sotto il pavè, la spiaggia’ non era forse un altro dei magnifici slogan ‘concettuali’ che ci ha lasciato in eredità uno dei periodi più in fermento del secolo scorso?

Buon mercoledì

 

Photo by Berry Berenson per Vogue USA