Buona Pasqua

 

I più cari, sentiti e sinceri auguri a tutti i lettori, agli aficionados, ai fan di VALIUM.

L’accessorio che ci piace

Alcune di voi  saranno ben felici di constatare che, con la bella stagione, il fluo continuerà a rallegrarci con la sua vivida presenza, tingendo con i suoi colori segnaletici molteplici abiti e accessori. Uno di questi casi coinvolge Delvaux, la pelletteria belga di lusso e di antichissimi natali (fu fondata a Bruxelles nel 1829) fornitrice della corte dei Reali del Belgio: prendendo spunto da una delle sue storiche borse, la Brilliant – presentata e lanciata nel 1958, all’ Expo di BruxellesDelvaux decide ora, infatti, di riproporla in una rinnovata versione, attualizzata al 2013 ma denotata dalle medesime caratteristiche di artigianalità ed altissima qualità della pelle, lavorata a mano negli atelier francesi e belgi del marchio. La Brilliant, da anni uno degli ‘oggetti del desiderio’ più ambiti da un numero incalcolabile di donne, oltre alla spiccata classe e femminilità evidenzia un’elegante linearità nella forma, atout che le vale l’appellativo di ‘borsa senzatempo’; la grande fibbia argentata frontale costituisce il suo unico ornamento. La nuova versione la vede moltiplicarsi in ben quattro dimensioni, ma il clou assoluto è costituito dal colore: Brillant Fluo, in pelle morbidissima, si presenta in accattivanti tonalità ‘al neon’ come il fucsia e il giallo, coniugando un tocco di ultramodernità con la prestigiosa tradizione artigianale che da sempre la connota. La Brilliant assume, dunque, un nuovo look meno formale e più disinvolto, esibendo nuance fluo di forte impatto che la rendono ancora più deliziosa candidandola al ruolo di imprescindibile must have, ad alto tasso di glamour, della primavera/estate dell’ anno in corso. Presentata a Londra al Dover Street Market, è acquistabile on line oltre che presso le boutiques del brand (a Milano, potete trovare Delvaux a 10 Corso Como).

Felice sabato.

Flash su una collezione: femminilità e bon ton secondo Zanini. La Primavera/Estate di Rochas

 

Non è casuale, il mio flash sulla collezione Primavera/Estate 2013 di Rochas proprio mentre iniziano le feste Pasquali: un periodo ideale per sfoggiare, tempo permettendo, gli outfit bon ton e dalle vaghe reminescenze anni ’50 ideati da Marco Zanini. Una collezione che nasce da uno stato d’animo, la sua: come spiega Zanini stesso, suo intento principale è stato quello di tradurre, in abiti, “quel self-control che hanno le donne quando usano la gentilezza e la calma come arma per esprimere il loro carattere.” . E nella ‘gentilezza’ risiede il concept delle sue creazioni, declinate in una serie di forme e tessuti che – in modi diversi – denotano classe e femminilità. Molto importante, a questo fine, è la scelta dei materiali: lo chiffon, il satin stretch, il broccato, la seta cloquè, il taffetas, il raso jacquard che, a seconda della loro consistenza, determinano differenti silhouette. Vediamo cosi utilizzare i più rigidi, voluminosi, malleabili come i broccati, il raso jacquard, il faille di seta,per abiti ‘importanti’ dalle ampie gonne, giacchini che lasciano scoperto l’ ombelico,  maxidress e mantelle dalla forma scampanata, mentre è affidato a materiali come il raso lucido e il satin stretch il compito di sottolineare outfit dalle linee aderenti al corpo. Anche le lunghezze, di conseguenza, si diversificano: mini, midi e maxi si alternano indifferentemente come a delineare, in ogni dettaglio, ognuna delle tante sfaccettature che compongono la donna – simbolo della collezione. Ma è il gioco di forme quasi danzanti, che alle più voluminose contrappone quelle attillate, a costituire uno dei motivi più accattivanti della collezione. Anche la palette cromatica gioca un suo ruolo essenziale: una grande profusione di bianco, grigio perla, rosa cipria viene affiancata da tonalità più decise come il ruggine, il nero, il violetto, il fucsia e il rosso ciliegia con ‘pennellate’ di oro e di blue navy, ma non mancano le stampe floreali a confermare una predilezione molto cara al designer. E’ sugli splendidi outfit dal sapore anni ’50 che scatta il nostro flash: costituiti da top aderente scollato ‘a cuore’ e gonna voluminosa, in fantasia floreale, dalla lunghezza midi, ripropongono lo stesso tipo di ampia gonna abbinandola ad un giacchino cortissimo con mezze maniche e abbottonatura frontale. Per entrambi i modelli, è la rigida consistenza del raso jaquard a valorizzarne le forme.   Tra gli accessori, spiccano le wresting shoes bianche che accompagnano ogni completo: rasoterra o a mezzo tacco, a metà polpaccio o al ginocchio, sono un leit motiv costante. Marco Zanini, con questa collezione, riesce ad evocare versatilmente femminilità e bon ton evitando ogni connotazione sdolcinata, esprimendone il romanticismo tramite una sapiente ricerca di volumi, forme e colori che creano il link ideale tra modernità e squisiti tocchi rétro.

Buon venerdì.

Valorizzare l’unghia con toni delicati: la nuova triade di smalti Dior


 

Se è vero che a un’orgia rutilante di colori, di tonalità in ogni possibile nuance, di gradazioni fluo e al neon come se piovesse  corrisponde – per reazione – un’ondata di delicato, chiccosissimo, elegante ‘sottotono’, si spiegano così le ragioni del nuovo trend che prevede, applicandole agli smalti, colorazioni chiarissime e appena accennate nei toni del rosa e del nude. L’unghia, rivestita da una patina mat di colore ‘naturale’, valorizza la sua originaria bellezza contrapponendosi alla miriade di toni sgargianti che accendono continuamente i riflettori su di lei. Rientra in questo recentissimo concept la triade di smalti che Dior, con la collezione Primavera/Estate 2013 Cherie Bow, propone:  Tutu 155, un rosa chiarissimo, quasi ‘latteo’; Rosy Bow 355,  un rosa appena più vivo, ma in una sfumatura pastello e molto ‘discreto’;  Gris Trianon 306, un grigio ‘smorzato’ e ‘polveroso’ che sembra dettare le nuove regole cromatiche dell’ eleganza. Tre colori, tre pennellate ‘non chiassose’, tre inedite espressioni del glamour: quelle che la Primavera 2013 ha lanciato con convinzione, ritagliando loro uno spazio di esclusiva unicità. Il rosa chiaro, il cipria, il nude appartengono, in parti uguali, a questo nuovo diktat che ha già assunto, a pieno titolo, i connotati di un trend con tutti i crismi. A voi piace? Tentar non nuoce: adottatelo e lo verificherete -è proprio il caso di dirlo – di prima mano!

Buon giovedì.

Glitter People

 

 

“Che cosa ci trovassero di tanto straordinario nel mio ombelico, ci ha pensato mia madre a svelarlo: ‘Piace perchè è un ombelico alla bolognese’.”

Raffaella Carrà

 

Buon mercoledì.

Vintage & Contemporary trends: l’ Optical

Ossie Clark

 

Il bianco e nero, le stampe geometriche e ‘ossessive’, le righe, il damier: quattro motivi che, circa mezzo secolo orsono, rientravano copiosamente nel fashion trend più in voga, quello dell’ Optical. Tutto cominciò quando, negli USA degli anni ’60, Larry Aldrich – un produttore oltre che collezionista di abiti – chiese al designer Julian Tomchin di creare una collezione ispirata all’ arte contemporanea facendo riferimento ad un preciso artista. La scelta di Tomchin cadde su Bridget Riley, appartenente al nucleo fondatore della cosiddetta Optical art: una neonata corrente artistica newyorchese che fissava i suoi principi sulla cancellazione del colore a favore del bianco e nero, e sulla riduzione del disegno a motivi e a forme geometriche. Ecco cosi, applicando questo concept alla moda, apparire geometrie in modalità continua e ripetitiva che negli abiti, squadrati e lineari, trovavano  lo strumento ideale per ricreare effetti e modulazioni di prospettiva. Il bianco e il nero rappresentavano a questo fine i colori ideali: il primo, la somma di tutti i colori; il secondo, colui che tutti i colori assorbe. Due tonalità agli antipodi, ma proprio in virtù di questo tanto efficacemente accostabili. In Europa, furono Pierre Cardin e André Courrèges i couturier che si ispirarono maggiormente al trend Optical, risentendo anche delle influenze che l’architettura, dall’ Op art, aveva assorbito. Tra i riferimenti cinematografici, due outfit all’ insegna dell’ alternanza di black & white sono rimasti memorabili: l’ abito indossato da Audrey Hepburn in My Fair Lady nell’ ippodromo di Ascot e quello indossato da Grace Kelly in La finestra sul cortile. Oggi, il trend Optical rivive in tutti i suoi fasti ed è riproposto ampiamente da un gran numero di designer: abiti, ma anche accessori – dalle scarpe, alle borse, ai cappelli- vengono completamente giocati su stampe a scacchiera, a righe, su fantasie ipnotiche e rigorosamente declinate in black & white. Louis Vuitton, Moschino, Ermanno Scervino, Aquilano Rimondi, Alexander Herchovitch, Balmain, Dries Van Noten, Acne, Chanel, Balmain, Jonathan Saunders e Issey Miyake sono solo alcuni dei designer – in ordine sparso – che hanno adottato per la Primavera/Estate 2013 motivi Optical in un richiamo continuo agli anni ’60. Dopo il boom dei colori fluo, delle nuance pastello e del color blocking delle estati scorse, dunque, prepariamoci a immergerci in un visionario bianco e nero  ispirato al passato, ma più che mai futuribile e vivo.

Buon martedì.

 

Louis Vuitton

Ermanno Scervino

Moschino

Chanel (che al black & white aggiunge un tocco di rosso)

Jimmy Choo in your rescue

 

Malinconiche, sfiduciate, depresse, piene di dubbi sul vostro sex appeal e sulle vostre femminili potenzialità, intrappolate in un tunnel di grigiore? La soluzione esiste, e non ha niente a che vedere  con la chimica nè con ‘strizzacervelli’ vari: provate a calzare queste dècolletè che Jimmy Choo ha incluso nella sua collezione Primavera/Estate e scommetto che il vostro mood cambierà nello spazio di un battito di ciglia. Punta affusolata, tacco vertiginoso e sottile, un design sensuale, rientrano pienamente in quel trend che prevede, per la bella stagione in arrivo, il trionfo della scarpa ‘pin up’ sexy e femminile. Niente plateau, linee flessuose che slanciano il piede, colori strong, metallici o pastello virati al bon bon, la nuova décolletè adotta motivi che richiamano alla seduttività più tipicamente anni ’50: classe, raffinatezza ma anche una buona dose di sex kitten appeal che vince su tutti e risolleva il morale! Jimmy Choo, esprimendo in tal senso la sua inventiva, è imbattibile e fenomenale.  Le sue décolletè sono in vernice, declinate in un brillante ma ‘maliardo’ colore viola, alte quel che basta da garantire il lieve ancheggio che fece replicare a Marilyn, interrogata sulla sua camminata provocante, “Ho imparato a camminare da piccola, e non ho mai preso lezioni in merito.”. E poi si sa, il tacco fa svettare, dà sicurezza, ci fa vedere il mondo da una prospettiva differente, costringendoci a uno stop con qualsiasi tipo di ‘sciatta deambulazione’ sostituendola con l’ eleganza, la femminilità, l’ armonia dei movimenti. Volete mettere, poi, cosa rappresenta quella punta affusolata che costringe lievememte il piede? La tendenza fetish è in agguato, e in fondo a noi va bene così. Le nostre Jimmy Choo ci avranno rimesso in pace con noi stesse e, soprattutto, stimolato a prendere le distanze da paure e insicurezze dall’ alto del loro tacco 15: non potremmo quindi che ringraziare il loro geniale creatore per essere venuto , come cantavano i Rolling Stones, in nostro ‘emotional rescue’.

Buon lunedì.

 

A Firenze nasce la Fondazione Ferragamo

Salvatore Ferragamo con Joan Crawford

 

Il 15 marzo 2013, a Firenze, è stata ufficialmente costituita la Fondazione Ferragamo. Fortemente voluta dalla famiglia del grande couturier, la Fondazione ha come obiettivi principali la promozione e valorizzazione del made in Italy con un’attenzione particolare all’artigianato e a tutte quelle realtà creative e culturali che, coinvolgendo la moda e il design, rientrano nella filosofia  e nella progettualità stilistica maggiormente pertinenti al brand fondato, nel 1928, da Salvatore Ferragamo.  A presiedere la Fondazione sarà Wanda Miletti Ferragamo, moglie di colui che – per i consensi riscossi a Hollywood e tra le star nostrane – si guadagnò l’appellativo di “Calzolaio delle stelle”. Molteplici sono le attività che l’ente ha in programma: promuovere e diffondere la conoscenza dell’ operato di Salvatore Ferragamo, della sua personalità e del suo talento artistico tramite la tutela e la valorizzazione del suo archivio storico rientrano tra le principali, a cui seguirà una costante e sistematica collaborazione con il Museo fondato a Firenze dalla Maison: verranno istituiti seminari, mostre, attività didattiche che possano offrire ai giovani importanti opportunità di formazione. Il tutto  all’ insegna dei valori che Ferragamo ha da sempre tramandato, come la passione per l’artigianalità, la ricerca, la creatività, l’ innovazione, la cultura, la dedizione al lavoro, la sperimentazione tecnologica. I corsi di formazione, i laboratori e i vari eventi culturali verranno organizzati in connubio con realtà pubbliche e private; speciali premi e borse di studio, inoltre,  costitueranno un valido aiuto per tutti quei giovani interessati alla creazione o allo sviluppo di progetti innovativi. Proprio i giovani, sono il target a cui si rivolge prioritariamente la Fondazione: “I giovani”, spiega Wanda Ferragamo, “rappresentano la parte propulsiva di ogni società, quella in grado di garantire continuità e futuro. Devono però avere la possibilità di dimostrare il loro valore e capacità.” Spetta dunque alle aziende, alle istituzioni fornir loro tale opportunità e quella di trasmettere alle giovani generazioni il proprio know-how sia tecnico, che morale: la forte volontà di perseguire obiettivi senza lasciarsi scoraggiare, nè bloccare, dagli ostacoli, superando le difficoltà tramite una grande fiducia in sè stessi e nelle proprie capacità. Un bagaglio perfettamente identificabile con quanto la vita stessa di Salvatore Ferragamo insegna, e testimonia, da sempre.

Buona domenica.

Tutte le sfumature di rosa di Ryan LO

 

E’ Primavera, il sole è tornato a splendere e diciamo la verità, una buona dose di ‘Think Pink’ si fa largo spontaneamente. Non poteva non attrarmi, in un simile contesto, questo tripudio di rosa declinato in ogni sua possibile nuance, applicato a creazioni che sembrano nuvole di zucchero filato e uscite da un sogno dai connotati di fiaba: mi riferisco alla  collezione Primavera/Estate 2013 di Ryan LO,  giovane designer (ha appena 22 anni) emergente nato a Hong Kong ma trasferitosi ben presto a Londra. Nella capitale del Regno Unito, LO ha studiato moda al London College of Fashion e, contemporaneamente, svolto uno stage presso Charles Anastase che gli ha permesso di affinare le proprie competenze. Il suo universo creativo ingloba un mix di fantasia, romanticismo e pop culture abbinandoli a una nozione quasi archetipa, nella sua quintessenza, della femminilità: LO impara a lavorare a maglia tramite dei tutorials di YouTube, e da quel momento la sua artigianalità diventa parte integrante -e fondamentale – del suo concetto di stile. Con una manualità impeccabile riesce a modellare qualsiasi materiale, esprimendo la sua sensibilità ‘massimalista’ tramite dosi massiccie di tulle e amalgamandole, tra fiocchi e orpelli, alle sue splendide creazioni fatte a maglia. Ryan LO è uno dei giovani designer invitati, grazie all’ iniziativa Fashion East dedicata ai talenti emergenti, a presentare la propria collezione alla London Fashion Week. Per la Primavera/Estate 2013, ispirandosi ad icone contemporanee quali le eroine cine-televisive Bridget Jones, Ally McBeal e Miranda Hobbes, crea abiti talmente femminili e deliziosi da ricordare dei prom dress anni ’60. L’ intera collezione ruota attorno ad un mood frou-frou evocato soprattutto dai materiali: LO opta per tessuti iridescenti, nuvole di tulle, broccati, stampe floreali, fantasie glitterate declinandoli in ogni sfumatura del rosa. In molti hanno rinvenuto, tra i suoi motivi ispiratori, riferimenti alle femme fatale di Wong Kar Wai e all’ esuberante inventiva di Christian Lacroix. Destinate alle ‘sognatrici’ del XXI secolo, le sue creazioni sorgono come reazione al minimalismo imperante e scelgono il rosa, delegandolo a potente terapia d’urto, per renderlo parte integrante del progetto stilistico. La ricercatezza  sartoriale e l’abile artigianalità di Ryan LO hanno già pienamente promosso il suo talento creativo, annoverandolo tra i designer più promettenti del panorama internazionale.

Felice weekend.

 

L’ accessorio che ci piace

 

La collezione Autunno/Inverno 2013/14 di Dolce & Gabbana è un eclatante inno alla femminilità: un omaggio alla donna tramutata in Principessa grazie a sontuosi abiti profusi di ricami, pizzi, paillettes e cristalli a pietre dure inseriti in un meticoloso processo di lavorazione di stoffe a mosaico e a intarsi. Un mélange dall’ innegabile sapore Barocco. Anche gli accessori non potevano eludere questo mood d’altri tempi che rinnova lo splendore di outfit e stoffe in un continuo connubio e scambio tra la più pura tradizione siciliana ed il presente. Per questo, oggi, l’accessorio che ci piace lo individuiamo proprio all’ interno della collezione creata da Domenico Dolce e Stefano Gabbana: gli occhiali in stile barocco evoluti dai modelli già presentati con la linea Sicilian Baroque della stagione fredda di un anno fa. Oggi, nuovi dettagli e un design accattivante uniscono le loro forze per impreziosirli ulteriormente. Mentre le precedenti creazioni erano caratterizzate da decorazioni identificabili in particolari – come tralci di rose dorate o rami di foglie finemente lavorati – la collezione eyewear di Dolce & Gabbana ispirata alla Sicilia Barocca sorprende ulteriormente in quanto a sofisticatezza, proponendo occhiali dalla montatura cat eye e dalle grandi lenti scure, completamente incorniciate da motivi dorati e in  rilievo. La differenza con i modelli  dello scorso Autunno/Inverno risiede, infatti, principalmente nella montaura, che circonda totalmente le lenti  con una cornice barocca che include sporadici ornamenti floreali. L’ ispirazione, ormai una costante, nasce dai merletti, dagli affreschi e dalle cornici più signiticativamente calati nel secolo XVII: l’amore di Stefano Gabbana e Domenico Dolce per la Sicilia, per le rifiniture bizantine e per il periodo storico forse più ‘ridondante’ della nostra storia è d’altronde ben noto, e questi occhiali ne costituiscono una splendida testimonianza. Parlando di ridondanza, gli occhiali da sole stile barocco sono stati ‘avvistati’, tanto per ribadire il concetto, abbinati a ricchi e maestosi orecchini chandelier o nello stile di impreziosite croci dalle dimensioni importanti. Ma anche se non siete particolarmente avvezze al Barocco, gli occhiali potrebbero fungere da elemento innovativo del vostro look creando inediti connubi: ci piacciono perchè la loro preziosità è, al tempo stesso, originalità e codice identificativo delle creazioni – oltre che  della filosofia – di un duo di designer che, dalla valorizzazione delle straordinarie bellezze artistiche della propria terra, ha sviscerato un particolarissimo stile, un incomparabile mood e una vena creativa che potremmo più appropriatamente definire come Arte. Con la A maiuscola.

Buon venerdì.