I primi 60 anni dell’ iconico Rouge Dior

 

Nel 2013 ha compiuto 60 anni, ma non è mai stato così  vibrante e à la page: un iconico cult. Quando Monsieur Dior lo creò, a Parigi, al 30 di Avenue de Montaigne, dichiarò che ‘voleva vestire il sorriso delle donne. Nacque così Rouge Dior, una nuance di rosso carminio associata alla vita e alla femminiltà connotata dal numero 999. Dal lontano 1953, Rouge Dior si è arricchito di oltre 1500 sfumature. Oggi, la Maison celebra il suo anniversario rielaborandone la formula in un concentrato di colore puro e proponendolo in 32 nuance inedite che richiamano alla preziosità di pregiate stoffe. La campagna pubblicitaria legata ai 60 anni di Rouge Dior è completamente incentrata sul Rouge 999: negli scatti, realizzati a New York da Steven Meisel, una Natalie Portman in jeans,stiletto e Miss Dior al braccio coniuga la classe del rossetto ad un look sofisticatamente essenziale: la quintessenza dello chic. Le 32 nuove nuance dell’iconico lipstick sono distinte in quattro diverse categorie cromatiche, che Tyen – direttore creativo Dior – caratterizza con definizioni ad hoc: i “rossi eleganti”, i “beige voluttuosi”, i coralli  “all’ ombra del sole”, i rosa “impronta di felicità”. A partire da questo presupposto, vengono individuati quattro colori base che rappresentano i lead lipstick dell ‘ intera collezione: oltre al Rouge 999 abbiamo Grège 1947, un mix tra il grigio e il beige caratteristico della Maison, il corallo Trafalgar e Darling, un rosa vivace, La rinnovata formula del rossetto, composta di un estratto di criste marine che favorisce il rinnovamento cellulare, grazie alle sfere di acido ialuronico dona alla texture un finish levigante e vellutato. La collezione è corredata di matite per labbra in dodici nuance armonizzanti e di un pennello per labbra , per una stesura ottimale del lipstick. A completare la vastissima scelta di prodotti e sfumature, quattro nuovi smalti: i Dior Vernis. Ricchi di silicio, noto per le sue proprietà rinforzanti, si declinano nelle mesedime tonaltà-guida della gamma di rossetti includendo il cult 999, Grège 1947, Trafalgar e Darling. Una vera e propria festa per le labbra e per le unghie.

 

 

Milano Fashion Week: mi è piaciuto…Vol. 9

Torna l’ appuntamento del giovedì con la Milano Fashion Week: andiamo ad esplorare quali sono i quattro designer, e  i relativi outfit tratti dalle collezioni Primavera Estate 2014, che ho selezionato questa settimana.

 

FRANKIE MORELLO. Da una collezione essenziale, lineare, priva di orpelli  che si ispira – nei motivi figurativi – alle ceramiche Fornasetti e ai dipinti di Maurits Cornelis Escher, scelgo un outfit pratico e comodo che mette in evidenza la silhouette. La camicina con bustier sovrapposto in lamé rende il look prezioso: uno stile passepartout sia per il giorno, che per la sera.

 

KRIZIA. Avrei potuto scegliere un modello in stile animalier, zebrato e dalla lavorazione ad effetto quasi tridimensionale: peraltro, bellissimo. Invece sono stata attratta da questo total look turchese, che punta sulla stessa tonalità carica e vibrante anche per i cortissimi calzini velati e per le décolleté a punta stretta. L’abitino è vagamente in stile Sixties, glamourous ma funzionale. D’altronde di Krizia, sin dagli ann ’80, mi hanno sempre attratto i colori pieni, accesi, declinati in  outfit e accessori dal mood quasi ‘tecnico’, ‘sintetico’.

 

LES COPAINS. Una collezione che è un inno alla femminilità più squisita e seducentemente aggraziata quella di Les Copains, che alla maglieria suo trademark pluriennale affianca outfit eclettici ma sempre, rigorosamente, girly. A me è piaciuto in modo particolare questo insieme: pantaloni dalla linea asciutta e mediamente aderenti, cintura alta in pelle nera dall’ impatto strong, in stile obi giapponese, ed impalpabile blusa di seta, squadrata come un kimono. Un look dalle suggestioni orientali che aggiunge un twist di sensuale grinta al mood dell’ intera collezione.

 

MASSIMO REBECCHI. Un outfit che riassume il mood di una collezione sfaccettata e densa di accostamenti a contrasto sia nello stile, che nei materiali, in cui coté classico ed active wear si alternano mirabilmente e forme e volumi sono accuratamente orientati a un’ eleganza fatta di equilibri, ma sempre e comunque iperfemminile. Questo look, che sovrappone t-shirt di stampo pop, tailleurino in pizzi e intarsi ed una felpa in  floral print, è fresco e chic al tempo stesso ed il suo appeal viene accresciuto dalle décolletè bicolori, con cinturino, dal tocco vagamente rétro.

 

Lady Gaga è il nuovo volto di Versace

 

La notizia è ormai ufficiale: sarà Lady Gaga la protagonista della campagna pubblicitaria Versace per la Primavera/Estate 2014. L’ immagine diffusa anticipatamente dai social, uno degli scatti realizzati da Mert Alas e Marcus Piggott, mostra Lady Gaga in abito lilla, i lunghi capelli lisci e sciolti, raffinata e luminosa. E’ una Lady Gaga inedita, sensuale e sofisticata ma scevra di ogni stravaganza: la metamorfosi viene svelata da Donatella Versace, che ha dichiarato di aver voluto “catturare la vera bellezza dell’ artista con immagini eleganti e affascinanti” Un connubio professionale, quello tra il celeberrimo brand Made in Italy e la pop singer stelle a strisce, che ha inizio nel 2011, quando per il video di Edge of Glory Lady Gaga scelse un grintoso e provocante look tutto cuoio e borchie firmato Versace. Da quel momento, la collaborazione è evoluta in una solida amicizia sfociata persino in una dedica musicale, la canzone Donatella, con cui Lady Gaga omaggia la designer nel nuovo album Artpop. Questo forte legame, sottolineato anche dalla somiglianza che rende le due amiche – nella comune chioma lunghissima e platinata – quasi speculari, ha fatto sì che la scelta della cantante come testimonial della Maison nascesse spontaneamente, in modo del tutto naturale: “Sono così felice di lavorare con Versace alla sua nuova campagna”, ha dichiarato Lady Gaga. Anche Donatella Versace ha parlato in toni entusiasti della collaborazione, e ha così commentato il pluriennale rapporto che lega il brand alle più acclamate star internazionali: “Le celebrities hanno sempre fatto parte della storia di Versace. Credo si tratti di una silenziosa attrazione reciproca.” per poi proseguire  spiegando gli obettivi della campagna: ” Ho voluto che Lady Gaga mostrasse il suo lato sofisticato e glamour esaltando la sua eleganza e la sua pura bellezza, sicuramente un’ immagine inaspettata e inedita. E’ questo che la cliente Versace troverà affascinante.” Una campagna pubblicitaria che inizia sotto i migliori auspici, dunque, rinsaldati da un commento in cui la Versace, in un social network, definisce Lady Gaga “la vera, iconica donna Versace contemporanea.”

Absolute beginner: il ritorno di Patsy Kensit

 

Chi ha vissuto gli anni ’80 la ricorda, a malapena maggiorenne, già icona: i capelli lisci e biondissimi, la frangettona che evidenziava splendidi occhi di un azzurro puro, gli abitini monospalla o in lamè rigorosamente cortissimi e aderenti. Di Patsy Kensit, dalla mitica epoca che in Italia viene anche ricordata come “della Milano da bere”, si sono poi perse progressivamente le tracce. Almeno, nel nostro Paese: nel Regno Unito, invece, da oltre 20 anni l’ex lead singer degli Eight Wonder ha diversificato la sua carriera tra musica, cinema e TV senza mai intaccare il gradimento dei fan, a cui ora dedica un’autobiografia fresca di stampa: Absolute Beginner: my story, pubblicata ad Ottobre per i tipi di Sidgwick & Jackson. La sua vita narrata in 352 pagine – non ancora tradotte in italiano – in cui il glamour rappresenta solo una parte di un’esistenza a volte tormentata e densa di inquetudini, come la recente lotta contro il cancro che Patsy si è trovata a sostenere. Nata ad Hounslow nel 1968, Patricia Frances Jude Kensit frequenta set televisivi e cinematografici sin dalla più tenera età: esordisce con uno spot pubblicitario nel 1972 per poi entrare a far parte del cast de Il grande Gatsby (1974) e del film Lady Oscar (1979), dove recita nel ruolo della protagonista principale.  Il grande successo però arriva nel 1985: quando, come voce della band Eight Wonders, incide tre singoli, un album e una raccolta di successi. Celebre l’episodio della spallina scesa a scoprirle il seno durante l esibizione sanremese del gruppo nel 1987, che innalza la sua notorietà alle stelle. Con il cinema Patsy riallaccia il legame nell’86, affiancando David Bowie nel musical Absolute Beginners di Julien Temple, per poi interpretare, due anni dopo,  il ruolo di Lina nel film di produzione italiana dedicato a Don Bosco. Nel 1989, co-protagonista insieme a Mel Gibson di Arma letale 2, ottiene un’ immensa fama internazionale. Abbandonata definitivamente la musica incanala la sua carriera nel cinema, dove – tra gli anni ’90 e il 2000 – appare in  film quali Twenty-one (1991), Bella e accessibile (1992), Angeli e insetti (1995), Best (2000), The One and Only (2002), mai distribuito nelle sale. Passata alla TV, dal 2004 in poi la Kensit è protagonista di una lunga serie di soap operas britanniche, da Emmerdale a Holby City, e da quel momento la sua popolarità viene prevalentemente associata ai programmi del piccolo schermo. Più movimentata è la vita privata, dell’ ex ‘Ottava meraviglia’: i suoi quattro matrimoni con altrettanti musicisti hanno contribuito a mantenere saldo il legame con la music scene dalla quale si era allontanata. Nel 1988 Patsy impalma Dan Donovan dei Big Audio Dynamite, nel 1992 Jim Kerr dei Simple Minds dal quale ha un figlio, James, mentre nel 1999, in seguito al suo matrimonio con Liam Gallagher degli Oasis, nasce Lennon Frances. Le ultime nozze di Patsy risalgono al 2009, quando sposa il noto Dj inglese Jeremy Healy: ma la loro unione pare sia sfociata in separazione l’ anno successivo. Oggi, invariabilmente biondissima e very glamourous, la Kensit ripercorre nella sua autobiografia un percorso di vita denso – in parti uguali – di zone d’ombra e di potenti riflettori. La ‘bambolina’ bionda che cantava Stay with me sul palco sanremese con una voce quasi in falsetto è ormai cresciuta. Eppure, in Italia è a quell’ immagine che probabilmente  Patsy Kensit verrà perennemente associata: incantesimo di un decennio, come gli anni ’80, in cui anche l’ impossibile sembrava magicamente a portata di mano.

 

 

 

L’ accessorio che ci piace

 

Temperature calate a picco, pioggia, nevischio e neve sui monti decretano che l’ inverno è ormai arrivato. Possiamo ripristinare – o acquistare ex novo in pomeriggi di shopping sfrenato – tutti gli accessori “antifreddo” che tanto ci fanno amare la stagione più buia dell’anno: guanti, scialli e sciarpone, cappelli, stole, ankle boots o alti cuissardes rappresentano il paradiso terrestre per chi adora dare un tocco di personalità al proprio stile. Prende vita proprio da questo spunto, la scelta dell’ accessorio al top di questa settimana: lo firma Ermanno Scervino, ed è un soffice foulard di visone da annodare sotto il mento in puro stile anni ’50. Decisamente scenografico e di grande impatto, il caldissimo foulard di pelliccia rappresenta un degno sostituto del cappello con il valore aggiunto dell’ originalità. L’ eleganza non è un optional, per questo accessorio-leit motiv di una collezione in cui femminiltà, spiccata sartorialità e ricercatezza -sotto forma di modelli che accarezzano sensualmente il corpo e di materiali pregiati – incarnano una triade che coincide con la cifra stilistica di tutte le creazioni: declinato in bianco, grigio, nero, marrone e in leopardato, il foulard Scervino possiede la carta vincente dalla versatilità: multiuso, lo si può tramutare in un sofisticato collo di pelliccia o in una stola, altrettanto chic, da abbinare ai capispalla. Uno dei suoi maggiori atout è infatti quello di armonizzarsi perfettamente con i colori e con le stampe dell’ intera collezione, spaziando dall’off-white al leopardato con identica classe e raffinatezza. Già candidato a must have, non sarà difficile vederlo citato in dosi massiccie nelle prossime wish-list natalizie. Il tocco rétro che lo contraddistingue gli dona un ulteriore appeal: il che, ci fa indubbiamente tifare per lui con la più entusiasta convinzione.

 

 

 

 

Blugirl: Primavera Estate all’ insegna degli Swinging Sixties

 

Una collezione completamente all’ insegna del mood Swinging Sixties, quella proposta da Blugirl per la prossima Primavera/Estate. Minilunghezze, abitini a trapezio, pantaloni alla caviglia accompagnati da microtuniche smanicate in lucente shantung, insieme ad accessori come decolletè e ballerine dalla punta stretta e cappelli a tesa larga richiamano immediatamente icone come Twiggy, Julie Christie, la Mia Farrow con il suo bob cortissimo fresco di parrucchiere (non uno qualunque, bensì Vidal Sasson in persona) immergendoci nell’ atmosfera di film rutilanti e ‘dai colori esplosivi’ come Hollywood Party. La ragazza Blugirl indossa con disinvoltura il suo ‘ritorno al passato’, ostentando grazia ed eleganza. Distante ormai anni luce la valenza di ribellione assunta dai minidress, è lo stile a farla da padrone: la palette cromatica della collezione è interamente giostrata  sui colori sorbetto, sul cipria e sul beige dorato, sul bianco e sul blu, ma compare anche il silver a ricordarci vagamente – pur se edulcorato da fiorellini sovraimpressi –  una fashion-mania dell’ epoca come il trend Space-ag e.  I cappottini, i minitailleur contraddistinti dalla lavorazione a crochet e dai trafori donano un tocco ulteriore di ricercatezza, elevando la femminilità ad iconico mood. Ma anche ironia e leggerezza svolgono una parte importante nella collezione: le rinveniamo nella giocosità delle stampe a grandi fiori dal tratto quasi naif, declinate pressochè totalmente in colori accesi, così come in un outfit che rappresenta  una preziosa chicca; il minidress completamente bianco, abbottonato sul davanti e decorato con un fiocco blu che ricorda un ‘archetipo’ grembiulino di scuola dell’ epoca. A ribadire che ogni spunto del passato, con stile, può essere rielaborato e riletto attraverso elementi e valenze di pura contemporaneità.

 

 

 

 

 

 

 

Meadham Kirchhoff e il nuovo ondulato: tra David Bowie e stile elisabettiano

 

“Un’ audace Cappuccetto Rosso dalle influenze vittoriane”, così una recensione ha definito la collezione Primavera/Estate 2014 del lanciatissimo duo britannico Meadham Kirchhoff, king of extravaganza. Sotto le luci della ribalta per aver creato una capsule collection per Topshop in questi giorni in distribuzione, Meadham Kirchhoff ha dedicato alla prossima stagione calda creazioni all’ insegna della contaminazione di stili e materiali: abitini in seta arabescati e ornati di pizzo si affiancano ad ampie giacche in vernice o pitone, accessoriandosi di guanti metal effetto ‘rettile’, borse con motivi cartoon e occhiali di stampo punk/gothic. Solamente un dettaglio, in questo amalgama continuo, rimane invariato: le acconciature esibite dalle modelle in occasione del défilè durante la London Fashion Week. Colorazioni decise nei toni del platino e del ramato acceso e lunghe chiome suddivise in una mirade di ciocche a boccoli piatti sono gli elementi chiave dell’ originale hairstyle, creato da James Pacis per Bumble and Bumble. Questo look decisamente d’impatto ha trovato ispirazione da un mix tra lo stile elisabettiano del XVI secolo e il David Bowie di Ziggy Stardust. non tralasciando il flm Devils di Ken Russel per quanto riguarda le tonalità strong. Una moltitudine di fiocchi  completa il tutto, corredandolo di un tocco più che mai d’antan e ornamentale. Per realizzare la pettinatura, Pacis si è  servito di parrucche e toupet, enfatizzandone innanzitutto il colore: dopo aver trattato le ciocche con spray e lozione, i prodotti Bumble and Bumble sono stati utilizzati al fine di donare un finish ‘cenere’ al biondo e far virare leggermente al rosa il ramato ‘infuocato’. Dopodichè, intere bombolette di lacca hanno dato tono e corposità ai capelli, suddivisi in tre grandi sezioni fittamente acconciate a boccoli lunghi e piatti.  Un look da replicare se si vuol donare all’ ondulato un nuovo twist: quale miglior occasione degli imminenti party natalizi, per sperimentarlo?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Milano Fashion Week: mi è piaciuto…Vol. 8

Torna l’ appuntamento del giovedì con le sfilate milanesi delle collezioni Primavera/Estate 2014. Anche questa settimana, sono quattro i designer da me selezionati e quattro gli outfit, ognuno corrispondente ad un brand. Andiamo subito a scoprire le mie scelte! Cosa ne pensate?


 

Gabriele Colangelo. Adoro questo grigio perla che vira al silver nel look metal del capospalla. Il top, bianco e corto, presenta motivi decorativi  ispirati alla ceramica Raku, contraddistinta da flash irregolari di colore cangiante che creano particolarissmi effetti cromatici. I pantaloni, comodi e largotti ma dal taglio lineare, scoprendo la caviglia acquistano un tocco di femminilità in più: la collezione, all’ insegna di una sorta di minimalismo giapponese, include tutta una serie di riferimenti Japan evidenti, in questo look, soprattutto nei sandali infradito con alto platform che richiamano gli okobo calzati dalle giovani Maiko.


 

Marni. Da una collezione incentrata sull’ equilibrio di forme e volumi e che giostra frequentemente su contrasti armonici, questo lineare spolverino stretto in vita, volumizzato da una gonna ricca di ruches che gli fa assumere un forma ‘ad uovo’, mi intriga per il suo stile vagamente anni ’40 e per la femminilità spiccata, ma discreta e un po’ rétro, che riesce ad evocare nell’ insieme. La palette cromatica, costituta da nuance pastello e ‘polverose’, accosta un celeste chiarissimo al color cipria evitando la leziosità,  e dona un twist grintoso all’ outfit tramite la cintura in pelle nera che lo cinge alla vita. La visiera, leit motiv dell’ intera collezione, aggiunge al look un originale tocco sportswear.

 

Laura Biagiotti. “Il faut cultiver notre jardin”: Laura Biagiotti cita Voltaire donandone un’ interpretazione che si dirama in più direzioni. Il riferimento al tema principale della sua collezione, è il primo e il più evidente; un tripudio di fiori germoglia sugli abiti come in un immaginario giardino incantato, dove femminilità e colore rappresentano il trait-d-union di questo connubio con il risveglio della natura. Scelgo dunque la ricercata sofisticatezza di un evening dress da vera diva che al bianco, trademark stilistico di Laura Biagiotti, unisce la preziosità di una cascata di fiori di un rosa delicato cosparsi sull’ abito, sbocciando in un elegante collo ‘a corolla’. Stretto in vita da una candida cintura, l’ outfit si svasa nel fondo divenendo fluttuante ed estremamente scenografico.

 

Trussardi. Un nero grintoso, il taglio deciso di un abito strutturato come un blazer privo di maniche e reso sexy da un profondo spacco centrale. E’ questo l’ outfit che ho selezionato dalla collezione Trussardi, completamente rivolta a una donna sicura di sè, forte e avventurosa. Il motivo ispiratore di un road trip californiano ha indotto Gaia Trussardi ad inserire accessori orientati ad un look ‘pionera’, come questo cappello da cowboy e la borsa capiente e comoda. Al collo, un foulard di organza in stampa pitone (che ritroviamo costantemente in vari capi della collezione) vene trattenuto al collo da un anello su cui è sovraimpresso il logo del brand. La sensualità ‘senza fronzoli’ dell’ insieme si fa interprete di un nuovo tipo di femminiltà, indipendente e sfrontata…Ma sempre, e rigorosamente, con stile.