Gian Paolo Barbieri, il sublime interprete dello stile

 

Gian Paolo Barbieri nasce a Milano nel 1938. La sua passione per la fotografia sorge prestissimo, in concomitanza con quella per il cinema: delle dive del grande schermo ammira la luminosità, la bellezza perfettamente incastonata entro un sapiente gioco di luci ed ombre, l’ allure d’incanto. Quando parte alla volta di Roma, sempre più attratto dalla settima arte, è appena esplosa La dolce vita e gli viene offerta l’ occasione di immortalare aspiranti attori in cerca di gloria: autodidatta, Barbieri dimostrerà un talento innato come fotografo di moda, settore pressochè rudimentale in un’ Italia carente di fashion magazine veri e propri. ” A quei tempi non c’erano giornali di moda – commenterà – ma solo piccole riviste con cartamodelli. ” Vola dunque a Parigi dove viene ‘arruolato’ come assistente di Tom Kublin – fotografo di Harper’s Bazaar – ma il suo apprendistato, bruscamente interrotto dalla morte di quest’ ultimo, dura lo spazio di 20 giorni. Nonostante la brevità del suo incarico, la grande passione di Gian Paolo Barbieri ha ormai spiegato le ali incanalandosi nella fotografia di moda a titolo definitivo: torna a Milano dove nel 1963 ha l’ opportunità di pubblicare alcuni scatti in un numero di Novità, periodico femminile che due anni più tardi diventerà Vogue Italia. Sarà proprio Barbieri a scattare la prima foto di copertina del nuovo magazine: ha così inizio un sodalizio con la Condé Nast che coinvolge anche  l’edizione americana e quella francese di Vogue, per le quali il fashion photographer milanese realizzerà svariati shooting. Negli anni ’60, quando il ruolo del fashion editor è pressochè inesistente, Barbieri stesso si occupa della riuscita del servizio.  Suoi sono la scelta del setting, del make up, dell’ hairstyle, degli accessori e dei bijoux che avrebbero indossato le modelle: un’ operazione per cui non esita, a volte, ad attingere dalla propria creatività sfrenata tramutando in orecchini, ad esempio, un paio di palline da ping-pong rivestite di madreperla. Nel 1964, Barbieri apre a Milano il suo primo studio fotografico e la sua attività diviene sempre più quotata: con la nascita del prét-à-porter, il suo rapporto professionale con i designers si infittisce progressivamente. Conosce Walter Albini e ridefinisce l’ intesa che si viene a creare tra stilista e fotografo, evidenziando l’ importanza del tradurre per immagini uno stile, una personalità, un look che lascino idealmente trapelare il mondo creativo e gli obiettivi del couturier. Quando incontra Valentino mette il concetto ulteriormente a punto, lanciando un tipo di campagna pubblicitaria innovativa che si fa interprete, in toto, delle cifre stilistiche delle varie collezioni, esprimendone lo spirito ed incarnandone l’ideale femminile. Risale al 1968 il primo riconoscimento al suo straordinario talento: Barbieri viene decretato miglior fotografo italiano dal Premio Biancamano. La sua ascesa, nel tempo, è inarrestabile: lavora con le più carismatiche modelle e  dive dell’ epoca come Veruschka, Isa Stoppi, Benedetta Barzini, Mirella Petteni – con la quale scatta la prima, memorabile  advertisng campaing per Valentino tra le dune di un fittizio deserto di semolino – Audrey Hepburn, Penelope Tree e poi ancora Pat Cleveland, Jerry Hall, Sophia Loren, Monica Bellucci, solo per citare alcuni nomi. Nel 1978, Stern lo include tra i 14 migliori fotografi internazionali. Il suo stile sofisticato, estroso, sensuale, risalta per la raffinatezza in alcun modo declinata in ‘distacco’. Barbieri ritrae ed enfatizza una bellezza elegante ma ‘raggiungibile’, in pose naturali, mai contemplata con soggezione bensì ispirando un coinvolgimento emotivo. Con le modelle instaura un rapporto amichevole di mutua complicità: Isa Stoppi dirà che ha contribuito a renderla icona, della Bellucci evidenzia tutta la carnale sensualità celebrandola nel calendario 200o di GQ. Tra i designer più rinomati per cui realizza importanti advertising campaign citiamo  Armani, Dolce & Gabbana, Ferrè, Versace, Pomellato, Zanotti. Negli anni ’90 si dedica alla fotografia di viaggio, immortalando le bellezze naturali ed etnografiche disseminate per il pianeta: i suoi scatti verranno esposti in una mostra, curata da David Bailey, al Victoria & Albert Museum di Londra ed al Kunstforum di Vienna. Oggi, considerato uno degli esponenti più autorevoli della fashion photography, Gian Paolo Barbieri resta un sommo punto di riferimento per moltissimi fotografi delle nuove generazioni. Memorabile un suo recente shooting per Vogue Italia Unique del 2013, in cui ritrae una serie di abiti Valentino Haute Couture: rari capolavori di squisitezza sartoriale declinati in un tripudio di pizzo e tulle immortalati nella preziosa cornice di un palazzo storico, ricco di stucchi dorati e dalle porte immacolate. Un’ eleganza senza tempo, tradotta in sofisticate immagini che ne evidenziano la poesia sublime.

 

 

 

 

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