Milan Fashion Week: mi è piaciuto…Vol. 1

 

In occasione della presentazione delle collezioni Autunno/Inverno 2014/15, torna l’ appuntamento di VALIUM con la Milan Fashion Week. Ogni settimana posterò quattro outfit, tratti dalle collezioni di altrettanti designer, che mi hanno particolarmente colpito. Tutti i sabati, fino ad esaurimento proposte. Avanti dunque con i primi quattro: il seguito, alla prossima settimana!

 

 

GUCCI. Uno dei capi più iconici degli Swinging Sixties: il minicoat doppiopetto con collo alto e stretto in vita da un’alta cintura. E’ parte integrante e significativa del percorso a ritroso che compie Frida Giannini, presentando una collezione ispirata all’ epoca di cui Twiggy e Carnaby Street furono i simboli principali e virandola al bon ton. Una palette pastello di toni ‘polverosi’ come il celeste, l’ indaco, l’azzurro, il verde e il rosa accresce il proprio retrogusto chic accostandosi al classico beige ed esaltandosi negli abitini, nelle fluenti pellicce, nei minidress con plastron in pelle, o luccicante di cristalli, che potrebbe aver indossato Marianne Faithfull. Scevra da ogni indizio di ribellione, la Swinging London firmata Gucci esprime il suo coté bourgeois nel twist profondamente glamour dei dettagli, come gli occhiali importanti che ricordano Jackie O’ , le ruches o gli alti go-go boots con l’ iconico morsetto, ma anche nei capi in pelle e in pantaloni a sigaretta modellati su reminescenze più marcatamente Mods oriented.

 

 

ALBERTA FERRETTI. Il coat oversize, impreziosito da venature dorate che sembrano arabeschi e da una voluminosa collana di perle gold, ha i colori di un tramonto nel bosco ed è abbinato a calzini nella stessa nuance di verde di un rigoglioso fogliame: un look raffinato tratto da una collezione che opera una vera e propria fusione del corpo femminile con la natura. Una metamorfosi che muta in cappotti le cortecce degli alberi, profonde piume  sugli abiti e  posa foglie sugli orli divenendo l’ espressione stessa di una fauna e una flora incantate, di un mondo di fiaba che trasporta nello scenario idilliaco di magici boschi: con la ricercatezza tipica di Alberta Ferretti tonalità, materiali e motivi decorativi ne assumono i caratteri, replicandone le più sottili sfumature. Ad accentuarne le suggestioni, scintillanti paillettes, ricami e inserti in lamè: come a ribadire il legame tra una rara preziosità stilistica e la più rigenerante, esuberante fantasia.

 

 

FAUSTO PUGLISI. Un color block smorzato da toni tenui come il celeste, il lilla e dal nero per l’ abito a rombi e quadri extrasize di Fausto Puglisi, la cui collezione mixa efficacemente l’ arte pop ai costumi dei Ballets Russes di Djagilev ed alle ricerche sul colore di Malevic e Sonia Delaunay. E’ l’ immagine iconografica della Statua della Libertà a far capolino, costantemente in bianco e nero, sulle t-shirt e sugli abiti fortemente strutturati pervasi di grafismi e geometrie multicolor. Puglisi gioca con le forme e con i materiali ribaltando ogni regola, crea effetti sorprendenti, dà vita ad inedite rielaborazioni -come le miniskirt spettacolari che sembrano costruite su sagome di cartone – mescola pop culture e punk aggiungendo spille a balia, chiodo in pelle, borchie e zip. Ma non dimentica di affiancare agli anfibi femminilissime pump in colori bon bon evidenziando, una volta ancora, un universo stilistico ricco di sfaccettature.

 

 

FRANCESCO SCOGNAMIGLIO. Trasparenze (uno dei leit-motiv di stagione), grintosa miniskirt drappeggiata e total black à go go persino negli ankle boots, calzati su una sovrapposizione di collant e di calzini: è l’ outfit che ho scelto dalla collezione Scognamiglio, profusa di un quid di irresistibile sensualità. La palette cromatica decreta il trionfo del nero, alternandolo al fucsia e all’ arancio vibranti e al celeste baby, al grigio pietra e al burgundy. Opulenza e una decisa seduttività delineano il fil rouge attraverso il quale si snoda l’ intera collezione, che non manca di proporre versioni innovative di pelliccia tingendola di un arancio squillante o concentrandola nelle maniche imponenti dei capispalla.  Accattivante il dettaglio dei turtleneck in plastica, modellati sul petto e sul collo delle modelle quasi a creare l’ effetto di un corpo artificiale. L’ associazione di idee con la figura del classico manichino che adorna le vetrine è ironicamente inevitabile: nel rutilante mondo dei fashion show, l’ ultima frontiera dell’ immaginazione.

 

(To be continued…)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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