Tendenza caftano

Talitha e John Paul Getty Jr. (photo by Patrick Lichfield)

 

Di remotissime origini persiane, il caftano rimane uno dei capi più tradizionalmente legati ai Paesi del Medio Oriente e dell’ Africa mediterranea. Lungo fin quasi a coprire i piedi, la linea ampia ma dritta, la scollatura a V e le maniche scampanate ne esaltano, con le sue decorazioni arabescate, l’ eleganza dal forte retrogusto etnico. A renderlo fashion, negli anni ’50, una serie di articoli di Diana Vreeland che ne tesse le lodi su VOGUE dopo un suo viaggio in Marocco. Ma in Europa è Yves Saint-Laurent che ne riprende e rivisita lo stile in una serie di caftani declinati in versione hippy chic. L’ amica Talitha Getty è la sua più grande testimonial : il suo status di icona resta, a tutt’oggi, indissolubilmente legato ai preziosi caftani con cui viene fotografata da Patrick Lichfield a Marrakech e al look etno de luxe che la caratterizzerà a titolo perenne. Da allora in poi, tra hippy culture, jet set e mondo musicale il caftano si impone come must per eccellenza creando uno stilistico trait d’ union tra “figli dei fiori” e aristocrazia internazionale. L’ associazione ai nuovi dogmi culturali (o contro-culturali) è significativa: il caftano li riassume ed esprime in toto, tramutandosi nel capo status symbol di tutta un ‘epoca e una rivoluzione sociale. Oggi, ormai decretato un basic, il caftano viene costantemente riproposto nelle collezioni di svariati designer. Ricercato e prezioso, si emancipa dal beachwear tornando ad incarnare, di tutto diritto, un’ eleganza estrosa e décontracté: per ridar vita alla sofisticatezza anticonformista e ribelle della quale Talitha Getty fu tra le massime e più iconiche esponenti.

 

 

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