L’ arancio, il nero: un bicolor che rievoca immediatamente le suggestioni cromatiche associate al 31 Ottobre. Jean-Paul Gaultier ne propone una versione Haute Couture esaltando un tangerine vibrante, dai toni quasi fluo, che si accosta al nero in un gioco sopraffino di righe e materiali a contrasto. Geometrie e volumi vengono alternati e calibrati ricreando effetti sorprendenti, come l’ inaspettata bidimensionalità rivelata da una gonna a palloncino dagli orli tondeggianti. La cintura a fascia è alta e drappeggiata, la blusa in chiffon è adornata da un maxifiocco frontale che funge anche da trait d’union con le maniche svasate, effetto cape, decorate con inserti di merletti. I calzettoni, alti al ginocchio, si sbizzarriscono in una serie di stripes adottando un pattern tra i più cari all’ “enfant terrible” del Made in France. E’ la Bretagna il motivo ispiratore della collezione, una Bretagna di cui Gaultier rivisita la tipicità e lo stile tradizionale, terra di incredibili contrasti paesaggistici che unisce la maestosità delle montagne all’ incantevole suggestività del mare: un elemento in più che favorisce una libera interpretazione di questo look tracciando un link con le atmosfere halloweeniane. Nell’ antica Armorica, lingua di terra tra i due mari, i Celti bretoni fissarono la propria dimora lasciando numerose tracce nei toponimi delle proprie e delle limitrofe regioni. E alla radice dell’ orrorifica iconografia dell’ “All hallows eve” anglosassone non possiamo non ricollegare la festività di Samhain (da Sam+fuin, ovvero “fine dell’ estate”), che per i Celti coincideva con la prima luna crescente successiva all’ equinozio di Autunno e sanciva la definitiva supremazia del buio sulla luce. Una data chiave di transizione e di rinnovamento al tempo stesso varco, epilogo e inizio: Samhain rappresentava il primo giorno dell’ inverno e il Capodanno, un ciclo cosmico inaugurato da potenti forze esoteriche in cui defunti e le creature soprannaturali avevano libero accesso alla vita terrena. La notte di Samhain crollava ogni barriera tra il mondo visibile e invisibile, torce infuocate e zucche illuminate circondavano le case allo scopo di tener lontane le entità malefiche e di indicare la via agli spiriti dei propri cari, per i quali era imbandita la tavola e venivano cucinate speciali pietanze. L’ enorme carica di energia che pervadeva la terra nel momento in cui il sole si trova nel punto più basso del suo percorso favoriva i riti propiziatori celebrati dai Druidi. E se attraverso i secoli questo bagaglio di tradizioni, leggende e rituali è giunto a noi tradotto nelle sue accezioni più macabre – immancabilmente associato ad un bailamme di teschi, streghe e scheletri – non vanno dimenticate l’ originaria valenza e l’ intrinseca magia di una data che, in tempi ancestrali, ha posto l’ uomo a contatto con i misteri insondabili e i mutamenti del cosmo.