Chanel Cruise 2019, Lumière et Contraste: Le Vernis rievoca il fascino degli scenari estivi

 

Estate, due tendenze colore: la prima guarda a cromie pastello, tenui, fascinosamente eteree, la seconda a tonalità squillanti ai limiti del fluo. Anche le unghie seguono questi trend. La collezione make up Cruise 2019 di Chanel, Lumière et Contraste, include tre smalti che vantano una palette completamente ispirata ai fenomeni naturali; appartenenti all’iconica linea Le Vernis, portano nomi indicativi: 703 Afterglow rievoca gli ultimi bagliori del tramonto, 705 Open Air è un vero e proprio inno all’ aria aperta mentre 709 Purple Ray richiama suggestivamente il cielo del crepuscolo. Ancora una volta, dunque, così come avviene per gli abiti, la poesia degli scenari estivi funge da leitmotiv supremo e irresistibile.

 

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Il rarefatto rosa di Afterglow, virato vagamente al cipria, si alterna al celeste polvere di Open Air per poi esplorare, grazie a Purple Ray, una magnetica gradazione di lilla: un trio di cromie coniugate con le note qualità di Le Vernis de Chanel, smalto longwear che riveste l’unghia di una pellicola resistente, protettiva e dotata di un’ estrema lucentezza. I colori, effetto lacca, garantiscono una stesura omogenea che esalta la vividezza di ogni nuance.  Potete immaginare qualcosa di più incantevole da abbinare all’ abbronzatura?

 

 

 

 

Un’ alba d’estate

VIKTOR & ROLF RESORT

Colori pastello affiancati, mescolati, sfumati in un dégradé ipnotico; a renderli ancora più soavi, un tripudio di volant e ruche. Sono i colori di un’ alba d’estate: il rosa, il lilla, il celeste, il giallo, un delicato arancio, che tingono abiti impalpabili e deliziosamente femminili. Policromi come il cielo nel preciso istante in cui il sole sorge dal mare.

 

MARCO DE VINCENZO

 

ALBERTA FERRETTI

DIOR

 

BALMAIN

 

 

 

 

La magia immutabile della notte di San Giovanni

 

La notte di San Giovanni, tra il 23 e il 24 Giugno, è intrisa di simbologia esoterica e di magiche rivelazioni. Nella mia città – Fabriano – precede i festeggiamenti per il Santo Patrono (San Giovanni Battista, appunto), e forse anche per questo le ho sempre dedicato svariati post. Ma il profondo fascino che questa notte esercita, in ogni caso, rimane innegabile. Secoli orsono, la ricorrenza di San Giovanni fu fissata al 24 Giugno con il probabile scopo di sovrapporre le celebrazioni cattoliche in onore del Santo ai rituali pagani per il Solstizio d’Estate. Tradizioni comuni, credenze condivise da tutte le più antiche civiltà europee, hanno consacrato la notte di San Giovanni alle virtù propiziatorie e alla divinazione. Astrologicamente, l’ ingresso del sole nel segno del Cancro – segno d’acqua dominato dalla luna – sancisce l’ unione tra fuoco e acqua, tra maschile e femminile, tra luce e ombra: un connubio da cui non possono che scaturire energie benefiche, originate da una complementarietà che diviene principio vitale per eccellenza. Ripercorrere le usanze associate a questa notte fatata ci avvolge ogni volta in un turbinio di fascinazioni, perchè è proprio il loro incanto che contribuisce a rendere unico, caratteristico e del tutto suggestivo il nostro patrimonio ancestrale.

 

Gli antichi Celti usavano accendere grandi falò in cima alle colline e far rotolare ruote infuocate lungo i loro pendii. Il fuoco ha una valenza purificatrice e beneaugurante sin da tempi remotissimi: anche far transitare il bestiame tra due falò e scavalcare le fiamme saltando mentre si esprime un desiderio viene considerato di buon auspicio. Il fuoco, inoltre, ha la facoltà di allontanare le malattie e gli spiriti maligni. Non sorprende che la tradizione dei falò rimanga quindi una delle più diffuse in tutta Europa.

Si attribuiscono proprietà prodigiose alla rugiada, alla guazza che si stende sui prati, tanto che un’usanza vuole che una donna desiderosa di diventare madre si rotoli o si stenda, nuda, tra l’erba bagnata.

Ad alcune erbe sono attribuiti poteri incantati e vengono utilizzate con funzioni guaritrici, propiziatorie o per proteggersi dai malefici.

L’iperico – o erba di San Giovanni– è pianta “del  Solstizio” per eccellenza: anticamente, i viandanti erano soliti percorrere i loro tragitti nascondendone un mazzetto sotto la giacca per proteggersi dalle entità malefiche. Altre piante, invece, come la ruta, la verbena, il vischio, la lavanda, il timo, il finocchio, la piantaggine e l’artemisia, venivano bruciate nei falò del Solstizio per attirare buoni auspici.

Le erbe, insieme ai petali dei fiori (su tutti, quello della ginestra), costituiscono gli ingredienti fondamentali dell’ acqua di San Giovanni, una delle tradizioni più antiche sviluppatesi nel fabrianese: immerse in una bacinella piena d’acqua durante la notte, venivano utilizzate per lavarsi la mattina seguente ritenendo che rinvigorisse la pelle e l’ organismo.

Anche il noce, albero magico per le streghe che lo attorniavano appena calavano le tenebre del 23 giugno, ricopre un ruolo particolare: dalle noci raccolte nottetempo, infatti, si ricava il  Nocino, un liquore i cui eccipienti includono un mix di cannella, alcool, chiodi di garofano, acqua e zucchero.

Tra le pratiche divinatorie a cui maggiormente si ricorreva rientrano, nel territorio della “città della carta”, quella di predire il futuro tramite la forma assunta dal bianco di un uovo versato in un bicchiere e poi esposto alla rugiada notturna. In particolare, la “divinazione dell’uovo” dava indicazioni sul futuro sposo alle ragazze in età da marito.

 

 

 

Arriva “Aeroplane”, il nuovo singolo di Petite Meller

 

Il Solstizio d’Estate porta con sé una news esplosiva: Petite Meller (leggi qui l’articolo che VALIUM le ha dedicato nel 2016), la cantautrice, filosofa e compositrice osannata dal mondo della musica così come da quello della moda (che l’ha già eletta style icon), ha appena lanciato il suo nuovo singolo “Aeroplane”. Dopo “Baby Love”, sulle cui note ci siamo scatenati nel 2015, Petite torna a ravvivare la stagione calda con una melodia travolgente, ritmatissima, quanto mai irresistibile. Ancora una volta l’ ottimismo e la solarità predominano, dando vita a sonorità prepotentemente vibranti; il titolo del brano, poi, non avrebbe potuto essere più azzeccato: ascoltare “Aeroplane” è librarsi in volo sulle ali della musica, inebriarsi percorrendo l’ intero globo terrestre alla velocità della luce. “The way my body goes, high and low around the globe, the way my body goes, like an aeroplane coast to coast”, recita il refrain come in un canto tribale cadenzato dai tamburi che, in Nordafrica, fanno da sottofondo ai matrimoni, mentre accenti sfavillanti risaltano su un tappeto di note tropicali molto in linea con le suggestioni che hanno ispirato Petite. La popstar franco-israeliana, che vanta nel Curriculum studi di Filosofia alla Sorbona, ha infatti composto “Aeroplane” proprio durante un volo per Rio de Janeiro. “Ogni volta che volo a bassa quota, la musica mi riporta in alto. Quando sono a pezzi, alzo il volume e sento il mio corpo volare attraverso ogni paese, confine, spazio e tempo, sopra ogni cosa – fluttuando come un uccello, da una costa all’ altra.” racconta, e aggiunge: “Mi sento come se fossi un aereo che fa decollare le persone – questa è la mia missione.” Il ritmo di “Aeroplane”, in effetti, è un invito a prendere il volo, a saltare battendo le mani mentre impazza una musica che mixa lingue, luoghi e fascinazioni internazionali.

 

 

Il nuovo singolo di Petite Meller è uscito il 21 Giugno e rappresenta un “assaggio” della svolta sperimentata con l’ album che vedrà la luce nei prossimi mesi. Assisteremo a un’ evoluzione inedita delle sonorità giocose, già definite “nouveau jazzy pop”, che hanno conquistato i fan di Petite sin dagli esordi: basti pensare che “Lil Empire”, il suo album di debutto del 2016, ha collezionato oltre 50.000 streaming su tutte le piattaforme, mentre il singolo “Baby Love”, dedicato alle “Girls of Africa” che Boko Haram rapì in Nigeria, ha raggiunto immediatamente lo status di fenomeno globale. Nominata “The Best Push Artist” all’edizione 2017 dei MTV Europe Music Awards, Petite Meller si è affermata con il suo inconfondibile “social pop”, un connubio di ritmi unici e video “cinematografici” in cui omaggia Tarkovskij, Hitchcock e Antonioni tramite sequenze di uno spettacolare impatto visivo. Alcuni esempi? Le clip di “The Flute”, “Barbaric”, “Milk Bath”, “NYC Time” e “Backpack”, solo per citarne alcune. Il senso estetico, d’altronde, non manca a colei che viene regolarmente invitata in front row alle sfilate di Maison del calibro di Chanel, Giorgio Armani e Miu Miu: biondissima e con le tipiche guance ricoperte da un alone di blush rosa shocking, Petite è stata immortalata da guru della fotografia come Mario Testino, Jean-Baptiste Mondino, Ellen Von Unwerth, Valerie Phillips, ed è apparsa in prestigiosi magazine tra cui figurano Vogue USA, iD, Interview, NME, DAZED, Evening Standard, W, Time, Vanity Fair, Flaunt e Wonderland, oltre che moltissimi altri ancora.

“Aeroplane” (per ascoltarlo, clicca qui), prodotto dalla CDF Records, porta la firma di Petite Meller insieme a Malcolm McCarthy e Joakim Ahlund, già annoverato tra gli autori del singolo “Baby Love”.

 

Photo by Eliot Lee Hazel

 

 

Aqua

 

Ricordate il post che VALIUM ha dedicato al mare la settimana scorsa? (clicca qui per rivederlo) Bene: questo è un suo rimando. Ho voluto associare all’ “aqua” – “acqua” in latino – le creazioni che Giorgio Armani, per la sua collezione Primavera/Estate 2019, ha concepito come autentici richiami ad una superficie acquosa, fluida, cangiante di riflessi luminosi. Sono  creazioni fluttuanti e “liquide”, caratteristiche che materiali quali l’organza, le paillettes e il PVC esaltano mentre ci immergiamo magicamente negli abissi. Dalla collezione ho selezionato ouftit tinti di cromie che replicano le magnetiche suggestioni di quell’ universo: innumerevoli sfumature di blu e di ciano (azzurro, acquamarina, cobalto, turchese, fiordaliso) si alternano all’ indaco, fondendosi con accenti argentati quando, di nuovo a galla, rievocano distese acquee di volta in volta increspate dalle ruches, perfettamente satinate o scintillanti dei bagliori sprigionati dai lustrini. Ogni look sfoggia giochi di luce iridescenti fomentati dai tessuti hi-tech oppure si movimenta, impalpabile, grazie a ondeggianti veli in tulle:  è un oceano, quello di Giorgio Armani, che si apre sugli orizzonti della più raffinata sartorialità e di una potenza evocativa straordinaria.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Per visualizzare la collezione completa clicca qui

 

 

 

Franco Zeffirelli e il “mosaico” dell’esistenza

Franco Zeffirelli con Olivia Hussey durante le riprese di “Romeo e Giulietta” (1968)

Addio al Maestro Franco Zeffirelli, leggendario regista cinematografico, televisivo, teatrale (sue le messe in scena, tra l’altro, di innumerevoli opere liriche) oltre che scenografo, attore e sceneggiatore. Zeffirelli si è spento a Roma due giorni fa, ma i suoi funerali si terranno il 18 Giugno nella natia Firenze. Voglio ricordare il suo genio, la sua sensibilità, l’ intenso pathos che sprigionano i capolavori che ha diretto attraverso alcuni paragrafi tratti da “Autobiografia” (ed. Mondadori, 2006), il volume in cui, in prima persona, mette a nudo l’ anima e traccia il percorso di una straordinaria carriera. Un “grazie” dal profondo del cuore, Maestro Zeffirelli, per le vibranti emozioni che ha saputo donarci.

” Fu in quelle estati con la balia che scoprii il teatro. Strani personaggi, ben noti e amati da tutti, venivano a trovarci quasi ogni settimana. Si piazzavano attorno al fuoco la sera (…) a raccontare storie, storie fantastiche, tragiche, classiche, cui mescolavano fatti autentici e notizie del giorno. (…) Sapevano catturare la nostra immaginazione, il cuore batteva forte e gli occhi si riempivano di lacrime, ma poi si scoppiava a ridere con le storie comiche che chiudevano regolarmente quelle serate; per farci andare a letto rasserenati e senza il pericolo di fare brutti sogni. (…) Quando le estati finivano e si tornava a Firenze, portavo con me il ricordo delle magiche gesta di quei poveri girovaghi. Fu così che incominciai a popolare la mia fantasia con “teatrini” che fabbricavo con le mie stesse mani. “

” Il cinema ha sempre avuto un potere vulnerante su di me: ancor oggi rido e piango senza pudore, e credo appassionatamente a tutto quello che succede sullo schermo.”

” La vita è una rete di storie misteriosamente connesse fra loro. Tutto quello che succede, a pensarci bene, è la conseguenza di qualcos’altro, che poi dà frutti imprevisti e impensati. Quando oggi rivisito i miei diari degli anni andati, tutte quelle idee, tutti quei progetti ancora disordinati sembrano tessere di un mosaico che aspettavano di trovare il loro posto per “accadere”. Ho lavorato col mosaico quando studiavo all’ Accademia di Belle Arti, ed era sorprendente vedere come, alla fine, riuscivamo a formulare e a definire un’idea precisa con tutti quei frammenti colorati e disordinati; come il nostro cervello sapeva scegliere quelli che ci servivano. La vita è sempre colma di tessere sparse: elementi disuniti che hanno bisogno dell’ intervento preciso del nostro intelletto per organizzarsi. Ma la vita è anche seminata di svolte, di incontri all’apparenza senza un significato preciso, ma che poi hanno avuto il potere di dare una sterzata decisiva al corso della nostra esistenza. “

” Poco prima di incominciare le prove per “Romeo e Giulietta”, a maggio mi spostai dal mio caro quinto piano al centro di Roma a una bella villa in mezzo al verde, non lontano dall’ Appia Antica. Quando mi trasferii portai con me non solo zia Lide, Vige e tutto il mio circo, ma volli che venissero ad abitare con noi anche i protagonisti del film. Era una maniera un po’ inconsueta per preparare un film ma funzionò a meraviglia. Olivia (Hussey, ndr.) e Leonard (Whiting, ndr.) si sentirono subito in famiglia e provavano in giardino, Nino Rota componeva la musica in salotto, Robert Stephens e Natasha Perry studiavano le loro parti o nuotavano in piscina. Ogni tanto dovevo lasciare questo mondo di sogni per cercare gli esterni dove avrei girato il film, oppure controllare le costruzioni dei set a Cinecittà. Iniziammo le riprese il 29 giugno nella bella cittadina di Tuscania, poi ci spostammo a Pienza e a Gubbio (…) “

” Il dramma e la gioia della mia esistenza sono sempre stati di essere una persona capace di molteplici attività. Il che ha spesso creato problemi a chi vorrebbe a ogni costo catalogare ed etichettare il prossimo. Ma io, pirandellianamente, riuscivo a essere “uno, nessuno, centomila”. E anche con un certo successo. Potevo disegnare, dirigere, recitare, ed è sempre stato per me un piacere quasi perverso il saper fare tante cose, e riuscire a farle anche abbastanza bene, saltando dall’una all’altra. Ma questo ha avuto anche delle implicazioni negative sul complesso della mia carriera. “

” (…) come Shakespeare fa dire ad Amleto: “Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia”. E, alla fine, dobbiamo sempre tenere ben chiara davanti a noi la summa, la conclusione di tutto, come rivelò con semplici parole Madre Teresa: “La vita non è una corsa verso la morte. E’ la morte, invece, sorgente di vita. “

 

(Estratti da “Autobiografia” di Franco Zeffirelli, ed. Mondadori, 2006)

 

Photo: Emilio Lari (Q5371893) [Public domain], via Wikimedia Commons

 

 

 

Tendenze PE 2019 – Il long dress…50 anni dopo

CAROLINA HERRERA

Il 1969 festeggia il suo 50esimo: ci separa esattamente mezzo secolo dal Festival di Woodstock che, all’ insegna del motto “Peace & Love”, radunò un pubblico di 500.000 spettatori. Nel pieno dell’ era Hippie, anche la moda stravolse i cardini dello stile. Alle minigonne cominciarono a sostituirsi abiti lunghi, dagli orli rasoterra, ispirati allo stile gipsy o ai costumi tradizionali delle lande esotiche che si raggiungevano con il Magic Bus. Quegli stessi abiti oggi ritornano e diventano i protagonisti dell’ Estate: abbandonata definitivamente l’equazione “abito lungo=abito da sera”, il long dress ci accompagna 24 ore su 24 mettendo in atto, 50 anni dopo, la sua nuova rivoluzione. Le linee ricordano molto quelle del “Flower Power”, esaltano le ampiezze e di frequente sono impreziosite dalle maniche a sbuffo. I tessuti fluttuano ad ogni passo, plissé e drappeggi amplificano la loro vaporosità. A fare da leitmotiv è un mood romantico che, ora come ieri, si associa ad un profondo senso di libertà.

 

ROKSANDA

PHILOSOPHY DI LORENZO SERAFINI 

GUCCI

EMILIA WICKSTEAD

DIOR

ALBERTA FERRETTI

BRANDON MAXWELL

STELLA McCARTNEY

 

 

 

 

 

Orgasm: l’iconica make up collection di NARS risplende di nuovi, irresistibili bagliori

 

Orgasm, un nome che è tutto un programma. Non a caso, la nuance omonima griffata NARS è già diventata iconica: il voluttuoso mix tra il rosa e l’oro, suo trademark inconfondibile, viene declinato in nuove, “peccaminose” gradazioni nella Orgasm make up collection che il brand dedica alla stagione calda. Segni particolari? Lo splendore, un’ avvolgente brillantezza. Bagliori che esaltano cromie modulabili e seduttive al punto tale da catturare tutta la magia estiva. E’ proprio questo connubio di sensualità e luminosità a definire il mood inebriante, irresistibile, elettrizzante della collezione. Tre aggettivi che possono essere concentrati in un unico sostantivo: Orgasm.

 

 

La palette della linea cult di NARS in edizione “summertime” si chiama Endless Orgasm Palette e sfoggia sei shade che conquistano all’ istante. Orgasm Ecstasy (un beige delicato ricco di perle dorate), Deep Orgasm (un malva dal finish metal), Super Orgasm (un rosa iridato impreziosito da riflessi oro), Double Orgasm (un lilla/rosa iridato cosparso di riflessi argentati), Orgasm Fever (un rame cangiante) e la celebratissima Orgasm (un oro/rosa dal finish metal), densamente pigmentate, alternano un finish cremoso e satinato e possono essere stese indifferentemente sulle labbra, sulle palpebre, sulle guance e sugli zigomi.

 

 

 

L’ alto tasso di pigmenti in polvere finissima e micronizzata di Orgasm Blush garantisce un effetto vellutato, cromaticamente variegato grazie alla sua colorazione iper modulabile. Disponibile nella nuance universale Orgasm, il blush oversize di NARS fonde finish matte e luminoso in un vibrante mix.

 

 

Anche le labbra risplendono, combinando idratazione, colore e lucentezza alla massima potenza. Oil-Infused Lip Tint è un lipgloss che coniuga la sua texture oleosa (ma non grassa) con uno straordinario glamour. L’estratto di melogramo, insieme all’ olio di semi di lampone, potenziano le sue proprietà nutrienti e fanno sì che scivoli sulle labbra con estrema scorrevolezza. Oltre che nella tonalità Orgasm, potete trovarlo ora nelle nuance Disco Infernal (lilla), High Security (fucsia) e Primal Instinct (rosa).

 

 

La collezione include un lip balm in stick, Afterglow, che tinge le labbra di un velo di colore. Grazie al Monoi Hydrating Complex la morbidezza è assicurata, mentre gli antiossidanti contribuiscono a preservare la salute delle labbra. Alla shade Orgasm si sono affiancate, recentemente, cinque tonalità nuove di zecca: Hidden Pleasure (malva rosato), Tender Years (rosa), Bang Bang (corallo), Sex Symbol (lampone) e Clean Cut (trasparente), tenui ma molto “golose”.

 

 

 

Completa la linea Orgasm Liquid Highlighter, un illuminante da applicare con il contagocce. E non è un modo di dire: è sufficiente una singola goccia per donare alla pelle una luminosità mozzafiato, per levigarla e uniformarla grazie a un fluido leggero che accarezza il viso e lo fa brillare, letteralmente, di luce propria.

 

 

 

 

 

Il mare

 

L’ estate, il caldo…Il mare. Una distesa d’acqua immensa, sconfinata, che ispira stati d’animo indescrivibili a parole. Suggestioni intense al punto tale da risultare mistiche, sensazioni di profonda libertà. Un mood che solo il silenzio, forse, può esprimere appieno. Mi fermo qui: queste immagini inneggianti al turchese più incredibile si commentano da sè.

 

 

 

 

 

L’etereo fascino del lilla

CHRISTIAN COWAN

” È il lillà un arboscello antico,
ma più antico di lui
è il lillà del firmamento
sopra il colle, a sera. “

Emily Dickinson  (da “E’ il lillà un arboscello antico”, trad. di Mario Luzi)

La sua è una tonalità delicata, ma mai leziosa. Non è un caso che sia da sempre associato al femminile, alla spiritualità, a un misticismo intriso di accenti magici. Il lilla prende il nome dal fiore omonimo, e così il colore. O almeno, qualcuna delle sue nuance: sapevate che ne esistono ben 41? Emblema di saggezza e di inventiva, il lilla viene messo in relazione con la sfera dell’ immaginario, della fantasia, della creatività. Il suo etereo fascino, inoltre, lo incorona trait d’union ideale tra la Primavera e l’ Estate: quanto basta per ritrovarlo al top delle gradazioni più gettonate di stagione.

 

EMILIA WICKSTEAD

DELPOZO

 

GUCCI

BROGNANO