Il backstage FW 2016/17 di Gareth Pugh: tra dark ladies e Victory Rolls

In passerella hanno calamitato gli sguardi del parterre in toto: rétro, iperglam e audaci, il beauty look e l’ hairstyle della sfilata FW 2016 di Gareth Pugh non passano certo inosservati. Merito del duo costituito da Val Garland – storica makeup artist per MAC Cosmetics – e Malcolm Edwards, senior hairstylist per L’ Oréal: due nomi, la garanzia di un alto tasso di iconicità. Immaginate una Joan Crawford nelle vesti di amante di Hannibal Lecter e centrerete immediatamente il mood ispirativo di Val Garland. Il focus di questo incredibile make up è sulle labbra, tirate a lucido ed enfatizzate da più strati di Lipglass in ton sur ton. La nuance di base, un rosso mattone intenso, sottolinea la allure da Old Hollywood Diva accompagnandosi a un incarnato effetto glow: per ottenerlo, la Garland si è avvalsa di Studio Waterweight Foundation e di un contouring realizzato con Studio QuickTrick Lipstick (entrambi firmati MAC). Ma se si pensa a Joan Crawford, non si possono tralasciare le sue celebri sopracciglia foltissime e scure. La loro replica ha richiesto una spazzolata a base di colla teatrale che ha donato contemporaneità alla rivisitazione. Per finire con un tocco unconventional in perfetto Pugh style, Val Garland è ricorsa ad uno stratagemma magistrale: una tranche di calza in nylon tesa tra naso e zigomi e ben fissata dietro le orecchie. Il risultato? Un volto perfettamente levigato, quasi artificiale, simile a quello di un manichino Forties.

L’hairstyle di Malcolm Edwards è un inno ai Victory Rolls: pensando a una dark lady in affari, Edwards la circonda di mistero. Non puoi immaginare cosa contiene la sua ventiquattrore – chissà? Forse droga, magari banconote – ma ciò che è evidente, in compenso, è il suo straordinario look rétro. Edwards ha spruzzato ampie dosi di lacca L’ Oréal Studio Pro Boost It Volume Extra Strong su tutte le lunghezze, suddividendo poi la chioma in due grandi ciocche che ha strutturato a mò di torchon tubolari dalla forma ad U. Issati sul capo e sporgenti sulla fronte, i due rolls sono stati infine fissati con Lock it Fixing Hairspray (sempre di L’Oréal).

bianco

Tra sirene e surfiste: le suggestioni marine di I’m Isola Marras

 

Surfista, sirena, o ancora – visto che siamo in tema di Olimpiadi – campionessa di nuoto sincronizzato: quel che certo, è che la musa del beauty look SS 2016 di I’m Isola Marras elegge l’acqua a suo ambiente naturale. Michele Magnani, Global Senior Artist per MAC Cosmetics, ha pensato a un make up personalizzato, giocato sul wet look e focalizzato sul colore che vede lo sguardo protagonista. Il mare e la luminosità estiva sono i principali elementi di ispirazione: la Sardegna con il suo turchese all over, il sole che brilla sulla pelle, le nuance di una natura rigogliosa vanno a comporre un puzzle carico di suggestioni. Lo ritroviamo nelle palpebre sature di colore delle modelle, rivestite di cromie pop che traducono la triade primaria del blu, giallo e rosso nella palette acrilica e rigorosamente waterproof della linea Pro. Magnani ha optato per una differenziazione in base alla tonalità della chioma destinando il giallo limone alle castane, il blu ciano alle brune e, alle bionde, un vivace rosso corallo: il risultato è strepitoso, di potente impatto, esaltato dall’ effetto glow della pelle del volto. Per ottenerlo, il make up artist ha utilizzato il nuovo fondotinta Studio Waterweight mixandolo ad Eye Gloss in nuance Lightly Taupe e ad un Gloss Clear ad alto tasso di lucentezza.

 

 

 

L’ hairstyle replica il wet look d’ insieme in un raccolto che sembra appena uscito dall’ acqua. L’ Art Director di Tony & Guy Italia Angelo Rosa Uliana si è ispirato alla surfista Betty Heldrich, realizzando un doppio updo “bagnato” adornato da decori in paillettes e stoffa che riproducono ancore, ippocampi e stelle marine.

Accuratissima anche la nail art vista in passerella, ideata da Antonio Sacripante per Morgan Taylor. L’ ibisco, fiore-simbolo delle Hawaii, è stato tratteggiato sul pollice e il mignolo della mano sinistra come a rimarcare il tipico saluto dei surfisti. Ad una base bianca si alterna il color acquamarina dello smalto Party Palace steso su mani e piedi: torna il motivo dell’ acqua, ma contraddistinto – per contrasto – da un finish decisamente opaco.

Tendenze hairstyle: per Jeremy Scott “Much is better”

 

 

Parola d’ ordine: esagerare. Enfatizzare al massimo il volume, giocare sull’ impatto, creare un look che mixa suggestioni anni ’50 e giocosità. Prendendo a modello l’ hairstyle ideato da Eugene Souleiman per il fashion show Spring/Summer 2016 di Jeremy Scott, un trionfo di teste cotonate da far invidia alle eroine del film Hairspray di John Waters: è proprio alle maxiacconciature esibite da Divine e Debbie Harry in questa pellicola cult che si è ispirato Souleiman, amalgamando il tutto ai beehive e agli hairlook “importanti” di music stars come i B-52s e le Supremes. Lunghezza che sfiora le spalle, scalatura ad hoc, colori decisi e senza vie di mezzo come il platino, il rame e il castano intenso, le chiome sfoggiate dalle modelle hanno calamitato l’ attenzione donando ad ogni mise un twist in più. “Less is better” è un motto non adottato – almeno non stavolta – dal Global Creative Director Wella, che sui volumi extra ha fondato il leitmotiv del suo hairstyle: i favolosi Fifties vengono rivisitati con piglio contemporaneo, giocando sul contrasto tra le radici scolpite in una massa vaporosa e le punte fluttuanti. Entrano in gioco reminescenze di “donne in carriera” e cotonature anni ’80 – un decennio che Scott ama in modo particolare – in stile Melanie Griffith, sottolineando il connubio molto glamour e vagamente (quanto splendidamente) trash che questo look esprime alla perfezione. Souleiman lo ha realizzato avvolgendo le radici in grossi bigodini dopo aver asciugato i capelli per garantire una tenuta ottimale. L’ effetto volume è stato ottenuto pettinando la chioma e suddividendola, successivamente, in tante piccole ciocche fissate sulla parte alta del capo. Per finire, uno step fondamentale: dosi massicce di Wella EIMI Stay Firm Hairspray hanno modellato lo styling rendendolo ancor più spettacolare.

La nuova treccia è “easy”

Gucci

La treccia, nelle sue svariate rivisitazioni, ribadisce il proprio status “di tendenza”. Le declinazioni più nuove del braid hairstyle prevedono trecce rigorosamente sottili, casual, in versione mono o multipla ma sempre d’effetto. Un apparente low profile mette al bando le strutture elaborate per favorire uno stile easy, dal sapore home-made e ricco di dettagli che rimandano all’ improvvisazione: ciuffi sparsi attorno al viso, forcine esibite con noncuranza, ciocche intrecciate che spiccano tra la capigliatura sciolta in puro mood décontracté. Denominatore comune, il tocco young che esalta ed enfatizza ogni acconciatura. L’ hairstylist Paul Hanlon ha creato per Gucci una treccia laterale che ben si accorda all’ allure geek-chic dei maxi occhiali da vista e alla vintage memorabilia che fanno da leimotiv all’ intera collezione Primavera/Estate. Nei toni del nude il make up firmato Path McGrath, sapientemente orchestrato attorno a un camouflage che si identifica con il concetto di freschezza e con il natural glow che emana dalla valorizzazione della propria unicità.

Louis Vuitton

Trecce in stile wild, vagamente rock, per Louis Vuitton che  – come Gucci – si affida al duo creativo formato da Paul Hanlon e Path McGrath. Ciocche sottilissime vengono intrecciate, fitte, in parte della chioma con assoluta casualità. L’ hairstyle è lungo e sciolto, le maxifrange si alternano ad una riga in mezzo dalle reminescenze hippy rievocate anche dal make up: sguardo da cerbiatta ed un mazzetto di fittizie ciglia delineate sulla palpebra inferiore con l’ eyeliner rappresentano il suo specialissimo trademark.

Desigual

L’ ispirazione è urban, per Desigual: irrompe in passerella lo streetstyle barcellonese con le sue giovanissime, travolgenti muse. Edward Lampley per Amika ha optato per una cascata di treccine afro enfatizzando un mood a metà tra il giocoso e  il cool. Free spirit metropolitani, cosmopolite ambasciatrici di una self- confidence tipicamente urbana, le modelle incarnano una disinvoltura profusa nei colori vibranti e nel “mix’n match” della collezione. L’ hairstyle dal retrogusto ethno-tribale accentua una allure indomita molto in linea con uno dei più attesi eventi della music scene: non stupirebbe “registrare” proprio da oggi, con l’ avvio del Coachella Festival, un tripudio di treccine tra le sue più irriducibili e scatenate avventrici.

Maison Margiela e il cosmico incanto di Ziggy Stardust

Dalla sua scomparsa non è passato neppure un mese e già si moltiplicano, in un numero sempre più elevato, le dediche e gli omaggi tributati a David Bowie. Ma un’ icona del calibro del Duca Bianco non ha certo tralasciato di ispirare il fashion world anche in passato: l’ estro camaleontico, lo stile “cosmico” e l’ eccentricità naturale che l’ hanno perennemente identificato sono stati rivisitati con frequenza, fonti inesauribili di spunti e costanti emblemi. Non è un caso che, sulle passerelle parigine, il beauty look Primavera/Estate di Maison Margela ideato da Path McGrath abbia suscitato immediate reminescenze dell’ intergalattico Ziggy Stardust. L’ allure diafana e al tempo stesso surreale di uno dei personaggi che hanno più marcatamente contrassegnato la Bowie-era sono state tradotte in un make up ricco di riferimenti space, futuribili bagliori argentati e divagazioni su un azzurro saturo alternati in un susseguirsi spettacolare: grafismi “stellari” hanno circondato l’occhio di silver, declinando in argento anche un tripudio multiforme e astratto di decori attorno alle palpebre. Massicce dosi di pigmento turchese stese in pennellate irregolari su tutto l’ arco sopraccigliare hanno valorizzato gli outfit di ispirazione Japan ricreando un visionario Geisha look.

Lo stravagante hairstyle di Eugene Souleiman ha fatto il resto: chiome scolpite in maxi beehives, frange bombate,  vistosi toupet a rievocare il tradizionale Shimada del Sol Levante si sono avvicendati con  incanto sublime, dando vita a uno scenografico mix di suggestività e fantasia nella sua quintessenza.

 

Chanel Métiers d’Art: una “parisienne” a Roma

Paris-Rome: un connubio tra moda, cinema e stile che ha fatto rivivere, grazie alla sfilata Chanel Métiers d’Art, uno squarcio di Ville Lumière magicamente calato nelle atmosfere oniriche del Teatro 5 di Cinecittà. Dove Federico Fellini girò – tanto per intenderci – buona parte dei suoi film. E come il “borgo” di Amarcord, caratteristico nella sua tipicità che il ricordo amplifica e rende universale, il quartiere parigino allestito come set del défilè ha riprodotto un intreccio di piazze e vie associate alla quintessenza della “francesità”: l’ arredo urbano in ferro battuto, i lampioni, i tavolinetti all’aperto di un café, le botteghe della floriste e della boulangerie, la locanda, il Garage de la Place – tutti in un bianco e nero di rigore, come in un film della Nouvelle Vague – hanno ricreato il mood parisien più fortemente radicato nell’ immaginario collettivo. In un angolo, l’ immancabile fermata del Métro. Stazione: Rome. E’ da lì che sono emerse, flessuose come giunchi, le jeunes filles di Karl Lagerfeld. Ma nel tributo che “Kaiser Karl” ha dedicato idealmente ad Anna Magnani e Jeanne Moreau, è lo stile di un’ ennesima musa a imporsi: Brigitte Bardot. Il beauty look e l’ hairstyle della sfilata lo sottolineano a chiare lettere, evidenziando uno smokey eyes denso di bagliori e un bedhead cotonato che inequivocabilmente ricordano l’ iconica diva. Non è un caso che la “parigina a Roma” di Chanel esibisca, ad ogni passo, una sensualità profusa. Il coat disinvoltamente appoggiato sulle spalle, i capelli lunghi e sciolti, l’ allure trasognata, le modelle sembrano di ritorno da una romantica soirée e avanzano sulle immaginarie strade a ciottoli con noncuranza. L’ hairstylist Sam McKnight ha suggestivamente rievocato il “lungo” iperfemminile e  un pizzico selvaggio di BB proponendo chiome con la partitura centrale, laterale e con frangetta che di una massiccia cotonatura sul retro fanno il proprio punto forza.  Il make up, ideato da Tom Pecheux, ha posto nello sguardo il suo punto focale: l’occhio è stato interamente contornato di ombretto iridescente e eyeliner, le ciglia hanno acquistato in volume e lunghezza grazie ad ampie dosi di mascara. Utilizzando Chanel Illusion d’ Ombre Long Wear Luminous Eye Shadow nella nuance Griffith Green – un verde smeraldo dai toni dark– e Velvet Long Wear Luminous Matte Eye Shadow, un ombretto in crema nel profondo grigio onice Fleur de Pierre, Pecheux ha sfumato un alone di colore sulle palpebre superiori e inferiori sottolineandole poi con Stylo Yeux Waterproof Eyeliner nella tonalità Noir Intense. Uno strato di mascara nero Le Volume de Chanel ha rifinito in modo ottimale il make up occhi, rendendolo al tempo stesso sexy e strong. Fard steso in un velo leggero e labbra “discrete”, nei toni del nude, hanno completato l’ opera. A donare ulterior vigore al beauty look, grandi cerchi dorati alle orecchie che hanno accentuato una allure fascinosamente sensuale.

 

 

 

 

 

 

Cristiano Burani: il Made in Italy incontra l’ “Electro Ghetto” look

Il Made in Italy adotta e rilancia lo stile Afro: è una miriade di treccine dal contemporaneo retrogusto tribale a definire uno degli hairstyle-leitmotiv della sfilata Primavera/Estate 2016 di Cristiano Burani, ricreando un look wild che apre il varco a un top trend delle prossime stagioni.  E se nei primissimi anni 80 l’ ispirazione si traduceva nell’ indimenticata pettinatura esibita da Bo Derek in 10, oggi sono le African-American girl dei ghetti metropolitani il punto di riferimento supremo. Non è un caso che l’ hairstylist Olivier Henry abbia battezzato Electro Ghetto questo look: tante ciocche “graficamente” suddivise ed intrecciate alla radice fino a prender forma in trecce sottili che ricadono sulle spalle. Per realizzarle, Henry si è avvalso di una dose massiccia di Fudge Matte Head Cream allo scopo di modellare il capello rendendolo “asciutto” e lucente in modo ottimale. Il risultato è uno straordinario mix di suggestioni etnico/urban che definisce una allure grintosa, ad alto tasso di estrosità, perfettamente in accordo con il mood scoppiettante e dégagé dell’ intera collezione.

 

I colori vibranti e le texture techno delle creazioni presentate in passerella sono stati enfatizzati da un beauty look ad hoc, che il make up artist Jabe ha ideato all’ insegna della luminosità: essenziale e nude, il trucco completa con raffinata eleganza ogni mise. Utilizzando prodotti Clinique, Jabe ha ricreato un incarnato etereo stendendo sul viso il fondotinta Even Better e amalgamandolo abilmente con il concealer Air Brush per donare al contorno occhi un delicato splendore. Lo sguardo è stato evidenziato con un impercettibile alone di All About Shadow Quad, eyeshadow dai toni evanescenti sfumato sino a sfiorare sopracciglia concepite come focus del look: folte e dalla linea naturale, sono state ispessite grazie al Just Browing Brush acquistando un tocco di marcata intensità. Sugli zigomi, Jabe ha steso un velo di Chubby Cheek blush in crema per ricreare un istantaneo effetto glowy in ton sur ton con le labbra addolcite dal Chubby Stick. La lucentezza è stata ulteriormente accentuata da “pennellate” di Smart Treatment Oil, olio levigante ed iper-idratante applicato sotto l’arcata sopraccigliare e sulla parte alta degli zigomi. A completare il look, una spolverata di cipria in polvere libera Blended Face Powder and Brush per fissare il make up e definire un prezioso effetto nature.

 

 

 

Givenchy e la “chola girl” vittoriana

 

La bellezza intesa come profonda emozione, un potente mix di suggestioni dark e sublimazione religiosa reinterpretato all’ insegna del mito della bad girl: nasce così la chola girl vittoriana di Riccardo Tisci, musa e somma ispirazione della collezione Autunno/Inverno Givenchy. Il beauty look e l’ hairstyle della sfilata non potevano che enfatizzarne i caratteri, dando vita a  un risultato di alta valenza estetica e concettuale. Prendendo spunto dal gioiello etnico, dai decori del volto ricorrenti in svariate religioni, Tisci ha operato una rivisitazione in chiave vittoriana immaginando di frantumare e ricomporre una manciata di bijoux d’epoca convertendoli in preziosi dettagli ornamentali. Ne è scaturito un make up oltremodo originale, che ha sovrapposto l’ ispirazione ancestrale alla contemporaneità underground del fenomeno delle gang: le chola girls messicane con il volto tempestato di piercing, anelli e strass hanno rappresentato un supremo punto di riferimento per la make up artist Path McGrath, che ha tradotto in un tripudio di perle e monili disseminati tra le narici del naso, attorno alla bocca, sotto gli occhi e sull’ intera superficie delle orecchie uno street style “latino”  suggestivamente di controtendenza. L’ hairstyle di Luigi Murenu ne ha esaltato i dettami in un gioco di ciocche sottili e tirabaci sulla fronte ad adornare i capelli lisci, rivestiti di gel, intrecciati in trecce basse avvolte su se stesse. Antico e moderno, sacro e profano, regale e tribale si sono così mirabilmente fusi in un look di straordinario impatto applauditissimo in passerella.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lo shag: un iconico ritorno

Givenchy

 

Era nell’ aria: il vortice di citazioni dal forte retrogusto Seventies dominanti nella bella stagione non poteva non coinvolgere l’ hairstyle. E così è stato. Accanto a beauty look che richiamano alle ciglia extralong di Twiggy ed a contemporanee versioni del cat eye riappare dunque, in grande stile, forse il più iconico ed emulato haircut epocale: lo shag. Ideato nel 1965 dall’ haistylist Paul McGregor, stravolse le geometrie del Sassooniano Bob a colpi di forbice: il risultato fu un haircut scalato che ha conosciuto, nel tempo,  corsi e ricorsi storici senza mai perdere il suo appeal. La prima ad adottare lo shag fu Jane Fonda, che lo rese mondialmente famoso in Klut (film che, peraltro, le valse l’ Oscar come migliore attrice). E’ il 1971 e la Fonda interpreta Bree Daniels, squillo di New York che sogna di diventare attrice, esibendo un taglio di capelli che un numero incalcolabile di donne chiederà al  proprio parrucchiere di replicare: nato dal concetto di destrutturazione della chioma, lo shag mira ad alleggerire la massa di capelli sfilando ciocche di svariate lunghezze su più strati, o layers, Cavallo di battaglia degli anni ’70, nel tempo venne diversificato in base al numero dei layers di base, alla lunghezza delle ciocche ed alle nuance utilizzate per donare luce e corposità al colore. Durante il boom del Glam rock lo shag fece furore: lo scelse nientemeno che David Bowie e poi, di seguito, venne adottato da Rod Stewart, Joan Jett e da tutta una serie di rockstar e heavy metal band senza distinzione di sesso. L’idea di “ribellione”, d’altronde, è insita nel taglio stesso: le ciocche scalate hanno come obiettivo primario un effetto di movimento, di calcolata scarmigliatezza. Ben precise sono anche le regole che lo modellano perfettamente sul contorno del viso, ed indubbia la sua capacità di valorizzare i riflessi di colore. Le passerelle della Primavera/Estate lo hanno riproposto copiosamente, glorificandone l’ allure sbarazzina ma non priva di sottile sofisticatezza: Marc Jacobs, Tom Ford, Givenchy, Saint Laurent e Anna Sui sono tra i top names che (seppur con le dovute differenze) hanno contribuito a renderlo nuovamente à la page. L’era delle lunghezze composte e lisce di piastra sembra dunque giunta ad uno stop, sostituita da sfilature rock e “rivoluzionarie”: dopotutto, se in una foto segnaletica rimasta fortemente impressa nell’ immaginario collettivo “Hanoi Jane” sfoggia l’iconico shag di ordinanza , non è forse un tutto dire?

 

 

Tom Ford

 

 

Saint Laurent

 

 

Marc Jacobs

 

 

Anna Sui

DKNY: treccia look, hip hop culture e urban style

 

Chi la dava per avviata ormai sulla via del tramonto, dovrà ricredersi: la treccia torna, più che mai protagonista, tra i trend più gettonati della Primavera Estate. Le passerelle newyorkesi l’ hanno promossa a pieni voti, proponendola in molteplici ed estrose versioni. Quella di DKNY è sicuramente d’ effetto: realizzata dall’ hairstylist Eugene Souleiman (creative director of care and styling per Wella Professionals), cita reminescenze della hip hop culture e dell’ urban style imperanti durante gli anni ’80 e ’90 nella Grande Mela e nasce come omaggio al melting pot metropolitano. Rimangono immediatamente impressi la riga a zigzag, la ciocca di capelli sulla fronte che modella un’ onda con il gel, le lunghe trecce laterali; danno vita a un look talmente caratterizzante da essere esibito, in sede di advertising campaign, da una Cara Delevingne altrettanto speciale. L’ intento di Souleiman di creare “qualcosa  di forte, con una personalità decisa e ben definita” si arricchisce di tocchi old school che si amalgano all’ idea iniziale in un’ inedita mistura. Come replicare, dunque, questo originale hairstyle? Ecco qualche dritta step by step:

 

 

Souleiman ha innanzitutto selezionato una vasta ciocca di capelli all’ altezza delle orecchie per raccoglierli in una bassa ponytail. Di seguito, si è sbizzarrito a creare un’ evidente riga a zig zag sulla sommità del capo utilizzando un pettine a denti fitti. Lo step successivo prevede la realizzazione di un’ altra coda di cavallo sulla nuca tramite le ciocche laterali al capo: i capelli si preparano con una spazzola a setole morbide in modo che risultino perfettamente ‘ a posto’, ordinati e superlisci. Una volta completata,  la ponytail viene vaporizzata per opacizzarne la texture. A questo punto entra in scena il Wella Professionals Sculpt Force Gel, steso con una spazzola per tinta sia alla radice che su tutta la lunghezza della chioma: è allora che l’ hairstylist modella con il gel la ciocca che va a posarsi ad onda sulla fronte.  Subito dopo, la coda sulla nuca viene diversificata in due varianti: ponytail o trecce basse e laterali. Infine, allo scopo di donare maggior compattezza al look, Souleiman ha passato sui capelli intrisi di gel un phon con diffusore. Il risultato finale, come attestano le foto, è davvero da plauso e tutto lascia presupporre che il treccia look del défilè DKNY regnerà sovrano per tutta l’ estate – e ben oltre.