“Linee di confine”: Gasoldo esce con un singolo bomba contro la violenza sulle donne

 

“Un altro pestone non va via da sotto l’occhio/e le ferite dentro non le mascheri col trucco./La pioggia è di veleno sotto questo cielo muto/nessuno ha visto niente ed oggi è un altro giorno di lutto./Si raccontano favole nella realtà distorta/quel figlio di puttana non lo sa che giaci morta./Quattro colpi in canna dietro quella maledetta porta…” Inizia così il nuovo singolo di Gasoldo, “Linee di confine”, ed ascoltando questi versi, vi giuro, sono riuscita a trattenere a stento le lacrime. Il tema su cui è incentrato il brano è chiaro: la violenza nei confronti delle donne, un argomento di recente sviscerato anche in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne celebrata il 25 Novembre scorso. Le statistiche, in effetti, sono allarmanti. Nel nostro paese, una ricerca dell’ ISTAT ha evidenziato che il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni ha subito una violenza fisica o sessuale, e che ben il 62,7% degli stupri viene compiuto dal compagno di vita della vittima. In base a un report della Polizia Criminale, i  273 omicidi commessi tra il 1 Gennaio e il 20 Novembre 2022 includono 109 femminicidi. In ambito familiare o di coppia, nello stesso periodo, hanno trovato la morte 88 donne e 52 di esse sono state uccise dal proprio partner o da un uomo con cui avevano avuto una relazione. Le percentuali, purtroppo, sono in continua crescita: è un’ escalation di violenza che mette i brividi, a cui spesso si aggiunge l’abuso emotivo.

 

 

Gasoldo, che un anno fa ho incontrato in concomitanza dell’ uscita di “Io e te per sempre”, un singolo inneggiante all’amore in tutte le sue sfaccettature, esplora ora il lato oscuro della vita di coppia. E lo fa con la maestria che lo contraddistingue nel catturare le emozioni per tradurle in musica, nel creare atmosfere grondanti di pathos tramite un sapiente intreccio di note e versi in rima. A poco tempo di distanza dalla Giornata Internazionale per l’ eliminazione della violenza contro le donne, giorno in cui “Linee di confine” ha visto la luce, incontro il “poeta del rap” per approfondire le caratteristiche del suo nuovo brano e del video che lo accompagna.

Perchè la scelta del titolo “Linee di confine”?

Il titolo nasce a canzone finita ed è quello che rispecchiava di più tutto il testo nella sua essenza. Nella mia testa la linea di confine è quella che ci separa da qualcosa di “conosciuto”, ma ancora ignoto. Invece le linee di confine sono quelle che separano il rispetto, la gentilezza e i gesti d’amore dai soprusi, da un folle abuso, dall’arroganza, dalla cattiveria che sfocia rabbiosa e infligge dolore. Ci sono linee di confine che non si devono sorpassare perché si può finire in una terra di nessuno dove non esistono né leggi né regole, ma solo odio, tristezza e dolore.  Nel testo si capisce molto facilmente: “la realtà ti spara contro linee di confine” (che qualcuno in questo momento non può sorpassare)…”tutto quello che ho bisogno è toglierti quella corona di spine” (tutto quello che desidero ora è toglierti il dolore che stai provando ed alleviarlo). Però sai, io posso descrivere il mio intento ma è anche bello lasciare spazio ad un’ interpretazione personale. Perché è possibile che ognuno possa “sentire” il testo della canzone in maniera diversa ed è giusto che sia così.

Come nasce l’ispirazione al tema della violenza sulle donne?

C’era bisogno di farlo. C’è bisogno di parlare dell’argomento. Il brano è nel nostro grembo creativo da qualche tempo ed è sicuramente un mix di sensazioni, rabbia ed emozioni. È stato scritto velocemente e direttamente sulla magnifica base del mio socio producer Andrea Bonato (Bitinjuice). Il testo è venuto fuori quasi “naturalmente”, mentre scrivevo le rime sgorgavano con facilità straordinaria. È un testo molto musicale nonostante sia fortemente impegnato socialmente, perché in Italia (e non parliamo del resto del mondo, che è pure peggio) questo tema viene assolutamente snobbato. Si sta affrontando ma senza alcuna convinzione, quasi che non esistesse o sia esistito solo durante il lockdown. Ci si dimentica in fretta. Ma tutti sappiamo benissimo che non è così. Sappiamo benissimo, per esempio, che in Spagna delle violenze fra le mura domestiche se ne parla già da molto tempo ed è una vera piaga sociale. Sappiamo benissimo che la violenza in tutte le sue forme è vomitevole, aberrante, vigliacca. Figuriamoci la violenza sulle donne, le adolescenti o le bambine. Bisogna avere il coraggio di intervenire se si sentono delle grida disperate di aiuto. C’è bisogno di fare una telefonata e non di alzare il volume della TV per non sentirle. La TV e i suoi burattini che fanno finta di parlare del tema. Mi ha fatto molto piacere il commento in privato di Abby, che ti riporto perché rende molto bene l’idea del problema: “La canzone racchiude l’essenza e parla di più di tutti quelli che vanno in TV a dire stop alla violenza, grazie”. Cioè se ne parla qualche giorno prima, il giorno stesso, poi l’argomento si dimentica fino all’anno successivo, fino alla prossima vittima. Nella canzone ci sono molti messaggi, uno di questi è quello di non perdere la speranza. Non bisogna certo perdersi d’animo, e provare ogni giorno a realizzare i propri sogni finché ci siamo e finché c’è la forza per farlo. “Sognerò” fino all’ultimo respiro. Finché ci sarò sognerò e nessuno può né deve privarmi di questa libertà. Proviamoci nonostante le insidie, nonostante le difficoltà.

 

Gasoldo, al secolo Leopoldo Ulivieri

Dedichi questo brano a una donna in particolare, oltre che naturalmente a tutte le vittime di violenza e femminicidio? Esiste, tra i tanti, un caso che ti ha colpito in modo particolare?

Lo dedico a tutte le anime delle donne, delle adolescenti e delle bambine che hanno subito ingiustizie e violenze, a tutte quelle che hanno subito abusi e a tutte le loro famiglie, che devono convivere con questo dolore perpetuo. Io sono ancora sconvolto dal caso di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, figurati! Sparite nel nulla negli anni Ottanta…Troppi fatti di cronaca nera, è la violenza in generale che mi fa ribrezzo ed è quella che andrebbe sradicata dall’essere umano senza se e senza ma. Purtroppo la realtà è ben diversa e lo vediamo ogni giorno. La quotidianità è pregna d’odio, insulta, deride, ridicolizza, bullizza. Si cerca di non fare distinzione di sesso, ma alla fine credo che la maggioranza che subisce appartenga nettamente al sesso femminile. La mia dedica va a tutte queste anime.

Chi ha firmato la regia del video di “Linee di confine”?

La regia è curata da me in collaborazione con Charmante folie, che ha creato anche il bellissimo costume e la corona della Madonna che si vedono nel video. E’ stata sempre Charmante folie ad ideare la magnifica e significativa cover della traccia, di ispirazione vagamente lachapelliana. La Madonna che vediamo in copertina è stata realizzata da un artista spagnolo, Francisco Romero Zafra.

 

Il “Wall of Dolls” di Jo Squillo

Potresti dirci qualcosa sul “Wall of Dolls” immortalato nella clip?

Il muro delle bambole si trova a Milano, in via De Amicis. Wall of Dolls – il Muro delle Bambole è stato ideato da Jo Squillo quando nel 2013 ebbe l’idea di creare un’installazione da condividere con vari artisti e stilisti, ed è diventato nel tempo un simbolo contro il femminicidio e la violenza sulle donne. Grande idea! Oltre al muro delle bambole nel video si vede il ponte in Ortica, sempre a Milano, con il progetto Scarpette Rosse: scarpette rosse e targhe commemorative dedicate alle vittime di violenze durante il lockdown, un’ iniziativa curata dall’associazione Or.Me.

 

La cover di “Linee di confine”, che Charmante Folie ha realizzato avvalendosi dell’immagine di un’opera dell’artista spagnolo Francisco Romero Zafra

Cosa rappresenta la Madonna dal manto celeste che vediamo nelle ultime sequenze?

La Madonna della cover è una Madonna Addolorata, nel video invece il manto celeste rappresenta la spiritualità, la libertà, il cielo e l’aldilà, nonché l’annientamento del male ed il passaggio verso quella vita serena che non di è certo stata questa terrena. Simbologia. Misticismo. Paura dell’ignoto. Il passaggio dalle tribolazioni dell’esistenza verso il celeste cielo in cui tutte le anime sofferenti si spera possano finalmente trovare pace.

 

La Madonna dal manto celeste della clip

Il video si conclude mostrando un particolare gesto della mano: qual è il suo significato?

Il video inizia con il segnale di aiuto e finisce con lo stesso segno che tutti dovrebbero conoscere. È un messaggio semplice, che può salvare la vita e quindi magari evitare tutta la tribola del video e di questa canzone. È un segnale facile da ricordare, che ha salvato già molte donne dalla violenza domestica durante il lockdown. Grazie a questo gesto, in America una sedicenne è scampata a un rapimento. Si tratta di un SOS assolutamente utile ed è nostro dovere divulgarlo.

 

La richiesta gestuale di aiuto

“Linee di confine” su Spotify

 

 

Gasoldo presenta il video di “Io e te per sempre”(feat Erica Mengod), il suo singolo nuovo di zecca

 

Come vi avevo anticipato nella sua intervista (per rileggerla cliccate qui), sabato 13 Novembre è uscito il video di “Io e te per sempre”, il nuovo singolo di Gasoldo. Il pezzo – prodotto da Bitinjuice – è di per sè una bomba, ipnotico e trascinante, e ha il potere di suscitare un’ autentica miriade di emozioni. Si parla di amore, in particolare della fine di un amore, senza banalità nè melensaggini: in puro Gasoldo style, insomma. Il ritmo cangiante del brano e il flow di Leopoldo Ulivieri (nome all’ anagrafe del “poeta del rap”) si intrecciano in una melodia talmente magnetica da evocare stati d’animo molteplici e variegati: il dolore, la delusione (“Io e te per sempre è stata solo un’illusione…”), la ferita dell’ abbandono, ma al tempo stesso l’ ebbrezza, l’ estasi, il benessere che si accompagnano all’ amore inevitabilmente. Nel racconto della rottura di una relazione, nonostante possa sembrare un paradosso, la potenza dell’ amore irrompe in tutta la sua maestosità. Questa magia adrenalinica viene celebrata dal pezzo e la si percepisce a pelle, nota dopo nota, mentre forgia un’atmosfera altamente coinvolgente. A raccontarvi il video di “Io e te per sempre”, che si avvale dell’ art direction di Charmante Folie e del  contributo della sand artist russa Katerina Barsukova, sarà Gasoldo stesso. Lascio a lui la parola: ” In un’ estate pre-pre-pandemia ci trovavamo a San Pietroburgo e quasi per caso abbiamo deciso di visitare l’ Artmuza, situato sull’ isola Vasil’evskij. Per me suona più come “Artmusa”, ovvero “Artmuseo di Arte Contemporanea”, ma non è semplicemente un museo: i suoi spazi, infatti, ospitano i laboratori creativi di molti artisti. Quel giorno abbiamo visitato svariate mostre e verso l’ orario di chiusura, proprio mentre stavamo per andarcene, abbiamo incontrato Katerina Barsukova che con gentilezza, intelligenza e disponibilità ci ha aperto le porte del suo mondo incantato. E che mondo! Non avevo mai visto niente di simile…Da subito è scattata una scintilla. Stavamo già lavorando a “Io e te per sempre” ed ero continuamente in cerca di un’idea che rappresentasse l’ amore, così fragile ma al tempo stesso unico, fantastico e meraviglioso. Le opere di Katerina mi sono sembrate l’ideale: lei le plasma sulla sabbia e basta un soffio di vento per cancellarle, quindi devi fare tutto il possibile per “catturarle” prima che fuggano via per sempre. In amore il concetto è lo stesso. Dati i numerosi impegni di Katerina, le ho chiesto se potevamo utilizzare e mixare le sue creazioni: questo è il risultato. L’ ispirazione del video è nata proprio dalla magia di quell’ incontro, un incontro tra artisti in un luogo altrettanto magico! Nella vita non tutto capita per caso; anche se così fosse, bisognerebbe avere la consapevolezza del valore di certi incontri e saperne far tesoro. Il resto è nel montaggio e nella scelta minuziosa delle immagini. Volevo che riflettessero gli stati d’animo suscitati dalla musica e devo dire che lo fanno alla perfezione: i movimenti, i colori, le sfumature, l’ effetto patinato della sabbia e dei suoi granelli che si mischiano, vanno e vengono, spariscono, poi ritornano e danzano di continuo…sono eccezionali. La struttura del brano aiuta parecchio, e il cantato di Erica Mengod all’ inizio è epico! Tantevvero che c’è stato un momento in cui avremmo voluto intitolare il pezzo “Highlander”. Poi però abbiamo optato per “Io e te per sempre”, un titolo più significativo e d’ impatto!”

Non ho altro da aggiungere, cari lettori di VALIUM, se non un’ augurio: enjoy it!

 

“Io e te per sempre” su Spotify: https://open.spotify.com/album/4ZShOJ9IaLY807hAdB9E4d

 

“La massa ondeggiava”: l’ Estate arriva sulle note di “Disco Dreams”, re-edit della mitica hit della Contessa Pinina Garavaglia

” La massa ondeggiava, la pista brulicava…Un’ enorme forza propellente muoveva tutta quella gente”: un’ immagine d’ altri tempi? Forse, a causa dell’ incubo pandemia, ma che rimane ben impressa nella mente (oltre che nel cuore) “di chi c’era e di chi c’è ancora”. Cito la Contessa Pinina Garavaglia, e non a caso. I suoi fan avranno certamente riconosciuto le lyrics (o meglio, i versi) con cui ho aperto questo articolo: “Disco Dreams”, anche nota come “La massa ondeggiava”, è una leggendaria hit della Contessa e ha la capacità di catapultarti sul dancefloor sin dalle prime note. Oggi, l’ iconico e ritmatissimo brano ritorna grazie a Gasoldo, l’ eclettico producer di TempiNversi Records, che ha deciso di far vibrare l’Estate con il suo sound esplosivo. E’ un regalo a dir poco straordinario, quello che riceviamo da TempiNversi. Basti pensare che, uscito il 5 Giugno scorso, “Disco Dreams” ha già ottenuto un boom di ascolti sulle piattaforme (come YouTube e Spotify) che lo ospitano. Il tipico beat in stile ’90s del pezzo accende la voglia di ricominciare a vivere la notte,  di immergersi in un vortice di ebbrezza fino al sorgere del sole. E’ un desiderio che avvampa in chiunque, senza distinzioni: nei nostalgici, in chi l’ epoca d’oro dei club e della techno se la porta dentro, ma anche in tutti coloro che si imbattono per la prima volta nei versi che la Contessa declama su un travolgente sottofondo musicale. “Forever Young”, come recita Pinina Garavaglia nel brano “Magic Moments”: la Contessa Rock e il suo sound sono senza età e senza tempo, irresistibili sine die. Correvano gli anni Novanta quando “Disco Dreams” vide la luce sotto forma di poesia. Pinina Garavaglia la scrisse di getto dopo una serata allo storico Cellophane Club di Rimini, dove si era esibita come special guest, dedicandola all’ art director argentino Lucas Carrieri (tuttora attivo nel clubbing con i suoi stratosferici party organizzati in “templi” del calibro del “Peter Pan” e della “Villa delle Rose”).

 

 

Da allora, la Contessa iniziò a declamarla nel corso di tutte le sue performance fino a renderla mitica all’ After e all’ One Night Exogroove: “La massa ondeggiava, la pista brulicava”…la gente impazziva letteralmente mentre Pinina Garavaglia, sacerdotessa della notte, scandiva i suoi ipnotici versi in rima. Non è un caso che, nel tempo, “Disco Dreams” sia stata utilizzata dal dj Joe T Vannelli come live intro di raccolte quali “Exogroove Compilation” e “Exogroove volume due” con Francesco Zappalà, riscuotendo – va da sè – un successo smisurato. L’ immenso carisma della Contessa, il suo fascino e le sue doti di trascinatrice di folle tornano quindi ad essere protagonisti in questa Estate 2021. E non importa se la riapertura delle discoteche è ancora incerta, se dovremo limitarci a ballare “Disco Dreams” in giardino, in terrazza oppure in spiaggia, di fronte al mare: quei versi iniziali sono un potente mantra da scandire tutti insieme con gioia, a titolo beneaugurale. Potete star certi che il magnetismo sprigionato dalle liriche della Contessa Garavaglia, la loro magia, risulteranno di buon auspicio…così come erano di buon auspicio allora, durante l’ apogeo della nightlife, e come sempre lo saranno. Nonostante qualsiasi avversità.

 

 

 

Arriva “Aeroplane”, il nuovo singolo di Petite Meller

 

Il Solstizio d’Estate porta con sé una news esplosiva: Petite Meller (leggi qui l’articolo che VALIUM le ha dedicato nel 2016), la cantautrice, filosofa e compositrice osannata dal mondo della musica così come da quello della moda (che l’ha già eletta style icon), ha appena lanciato il suo nuovo singolo “Aeroplane”. Dopo “Baby Love”, sulle cui note ci siamo scatenati nel 2015, Petite torna a ravvivare la stagione calda con una melodia travolgente, ritmatissima, quanto mai irresistibile. Ancora una volta l’ ottimismo e la solarità predominano, dando vita a sonorità prepotentemente vibranti; il titolo del brano, poi, non avrebbe potuto essere più azzeccato: ascoltare “Aeroplane” è librarsi in volo sulle ali della musica, inebriarsi percorrendo l’ intero globo terrestre alla velocità della luce. “The way my body goes, high and low around the globe, the way my body goes, like an aeroplane coast to coast”, recita il refrain come in un canto tribale cadenzato dai tamburi che, in Nordafrica, fanno da sottofondo ai matrimoni, mentre accenti sfavillanti risaltano su un tappeto di note tropicali molto in linea con le suggestioni che hanno ispirato Petite. La popstar franco-israeliana, che vanta nel Curriculum studi di Filosofia alla Sorbona, ha infatti composto “Aeroplane” proprio durante un volo per Rio de Janeiro. “Ogni volta che volo a bassa quota, la musica mi riporta in alto. Quando sono a pezzi, alzo il volume e sento il mio corpo volare attraverso ogni paese, confine, spazio e tempo, sopra ogni cosa – fluttuando come un uccello, da una costa all’ altra.” racconta, e aggiunge: “Mi sento come se fossi un aereo che fa decollare le persone – questa è la mia missione.” Il ritmo di “Aeroplane”, in effetti, è un invito a prendere il volo, a saltare battendo le mani mentre impazza una musica che mixa lingue, luoghi e fascinazioni internazionali.

 

 

Il nuovo singolo di Petite Meller è uscito il 21 Giugno e rappresenta un “assaggio” della svolta sperimentata con l’ album che vedrà la luce nei prossimi mesi. Assisteremo a un’ evoluzione inedita delle sonorità giocose, già definite “nouveau jazzy pop”, che hanno conquistato i fan di Petite sin dagli esordi: basti pensare che “Lil Empire”, il suo album di debutto del 2016, ha collezionato oltre 50.000 streaming su tutte le piattaforme, mentre il singolo “Baby Love”, dedicato alle “Girls of Africa” che Boko Haram rapì in Nigeria, ha raggiunto immediatamente lo status di fenomeno globale. Nominata “The Best Push Artist” all’edizione 2017 dei MTV Europe Music Awards, Petite Meller si è affermata con il suo inconfondibile “social pop”, un connubio di ritmi unici e video “cinematografici” in cui omaggia Tarkovskij, Hitchcock e Antonioni tramite sequenze di uno spettacolare impatto visivo. Alcuni esempi? Le clip di “The Flute”, “Barbaric”, “Milk Bath”, “NYC Time” e “Backpack”, solo per citarne alcune. Il senso estetico, d’altronde, non manca a colei che viene regolarmente invitata in front row alle sfilate di Maison del calibro di Chanel, Giorgio Armani e Miu Miu: biondissima e con le tipiche guance ricoperte da un alone di blush rosa shocking, Petite è stata immortalata da guru della fotografia come Mario Testino, Jean-Baptiste Mondino, Ellen Von Unwerth, Valerie Phillips, ed è apparsa in prestigiosi magazine tra cui figurano Vogue USA, iD, Interview, NME, DAZED, Evening Standard, W, Time, Vanity Fair, Flaunt e Wonderland, oltre che moltissimi altri ancora.

“Aeroplane” (per ascoltarlo, clicca qui), prodotto dalla CDF Records, porta la firma di Petite Meller insieme a Malcolm McCarthy e Joakim Ahlund, già annoverato tra gli autori del singolo “Baby Love”.

 

Photo by Eliot Lee Hazel

 

 

Un sogno psichedelico ininterrotto: il ritorno dei Mazzy Star

 

Le loro melodie sognanti, ipnotiche, languidamente psichedeliche ci introducono in un mondo onirico da cui è difficile distaccarsi: è come se ci avvolgessero trasportandoci in un’ altra dimensione. Non è un caso che, a oltre trent’anni dalla loro fondazione, i Mazzy Star continuino imperterriti ad immergerci in atmosfere profondamente ammalianti. Oltre a un trademark stilistico è un’ essenza, l’ espressione più squisita di un mix ad alto tasso di suggestività e di emozioni: una musica che non si può che ascoltare con il cuore, assaporando l’ ampio flusso  di sensazioni che è in grado di evocare. Formatasi nel 1987 a Pasadena, la band unisce il talento del chitarrista David Roback e quello della cantautrice Hope Sandoval. Già nell’ album di debutto del duo, “She Hangs Brightly”, la vena dreamy emerge in un connubio di generi musicali e si tramuta in un imprinting inconfondibile. E’ il 1990, il grunge imperante ha riportato in vigore un sound all’ insegna dell’ autenticità, di sonorità “grezze” ma sgorgate direttamente dalle viscere. David Roback e Hope Sandoval declinano questa spontaneità nella sua versione più eterea, abbracciando trasognate melodie shoegaze: nei loro brani si snoda una fiaba moderna e intrisa d’ incanto, dove gli accenti folk si amalgano a suggestioni di matrice indie. Nel 1993 vede la luce l’ album “So Tonight that I Might See” e il singolo “Fade into You” scala le classifiche anche grazie a un video in slow motion, evanescente, che si fonde meravigliosamente con la musica. “Among my Swan” esce tre anni dopo, avvalendosi di un singolo in deciso stile dream pop come “Flowers in December”. Slide guitar e voce, abbinati occasionalmente all’ armonica, alla chitarra elettrica, al tamburello e al pianoforte, rimangono i basic del sound della band, che nel 1996 si scioglie per ricostituirsi solo nel 2011. Il successivo album dei Mazzy Star, autoprodotto,  porta il titolo di “Seasons of Your Day” e viene pubblicato di lì a un paio d’ anni.

 

La copertina dell’ EP “Still”

Dopo un lustro di silenzio, i Mazzy Star sono tornati e con l’ EP “Still” hanno firmato la colonna sonora più incantata della nostra estate. Tre brani slowcore si succedono fino all’ apoteosi finale, una versione “ascension” di “So Tonight That I Must See”: cupo, magnetico, ammaliante, il pezzo sprofonda in un’ autentica trance lisergica rievocando certe ballate dei Doors e dei Velvet Underground. Non c’è che dire…Se di psichedelia si tratta, siamo decisamente “addicted” al duo californiano.

 

 

 

Photo:

Dall’ alto, 1 e 4: Luz Gallardo via Flickr, CC BY-NC-ND 2.0

Foto n. 3 by Guillaume via Flickr, CC BY-NC-ND 2.0

 

 

L’ inconfondibile “French Touch” di Carla Bruni

 

Il suo nuovo album non uscirà che a Ottobre (precisamente il 6 e per l’ etichetta Verve Records/Barclay/Universal Music France), ma già ne assaporiamo il mood a piccole dosi: il “French touch” di Carla Bruni, d’altronde, è inconfondibile. E’ così che ha deciso di intitolare la sua quinta fatica discografica, una raccolta di hit anglofone prodotte dal mitico David Foster. Ultima anticipazione in ordine di tempo, “Miss You” dei Rolling Stones in un’ intensa Bruni‘s edition: la voce sussurrata, il ritmo cadenzato che alterna chitarre e percussioni danno vita a un mix talmente suggestivo che sembra fatto apposta per essere tradotto visivamente. Il risultato è un video che Jean-Baptiste Mondino dirige, con sublime maestria creativa, coniugando sequenze in un bianco e nero minimal ad un sapore vagamente esistenzialista.  A fare da protagonista Carla Bruni ed un suo “doppio”, il corpo inguainato in un bodysuit in total black, l’ allure di una Gréco contemporanea diluita in movenze ad alto tasso coreografico. Il volto velato che ricorda, per inciso, l’ artwork di copertina di un celebre album dei Rolling come “Goat’s Head Soup” .

 

Un fotogramma del video di “Miss You” by Jean-Baptiste Mondino

 

Le movenze della Bruni e del suo doppio si intrecciano in un pas de deux intrigante, di volta in volta flessuoso e evanescente, dando vita ad una “Miss You” raffinata e dai forti connotati iconici. Lo spirito “intimista” che pervade il brano è uno dei leitmotiv di “French Touch”: melodie sensuali ma ricche di calore, essenziali ma giocose, in bilico tra il romanticismo ed un sofisticato appeal. I brani a cui si ispirano sono frammenti di emozione rara, la soundtrack di un vissuto declinato in luoghi, in preziosi istanti o in specifiche persone. Carla Bruni non esita a definire ogni canzone un “coup de foudre” che scaturisce da un inarrestabile fluire evocativo. A rivelarlo è anche il sound “compatto” e potentemente armonioso del singolo-anteprima dell’ album, la cover di “Enjoy the silence”. La hit che i Depeche Mode sfornarono nel 1990 viene esaltata da una versione “nude” a base di chitarra, voce e piano e corredata da un video flou, sospeso, sottilmente onirico. Ricordi e sensazioni riaffiorano come da un cappello magico: forse è proprio questa, la più pura quintessenza del “French Touch” di Carlà.

 

La copertina di “French Touch”

 

 

Photo Carla Bruni via Stijn Vogels (“Carla Bruni: Quelqu’un m’a dit”) on Flickr CC BY-NC-SA-2.0

“Lust for Life”: Lana Del Rey e la gioia di vivere

 

Al via il countdown all’ uscita di Lust for Life, la nuova fatica discografica di Lana Del Rey. Come la stessa Lana ha annunciato su Twitter, l’ album uscirà il prossimo 21 Luglio dopo essere stato anticipato da una manciata di singoli tra cui Love, Coachella-Woodstock on my mind e Lust for life, dove duetta con The Weeknd su una melodia che è già tormentone. Ma anche riguardo ai temi trattati nel disco è disponibile qualche anteprima: Lust for life volgerà lo sguardo a 360° sulla società attuale, sulla politica, su un concetto di felicità più completo e consapevole. “La felicità è l’ obiettivo finale della vita. Penso che sia l’ unica cosa importante”, ha detto Lana a ELLE UK (n. di Giugno 2017) durante un’ intervista. Tracciando un link tra l’ indivuale e il sociale, l’ icona pop ha sottolineato l’ importanza di un adeguato background educativo-esistenziale per il raggiungimento del benessere interiore. Perchè se  la felicità non è associata a una ricetta standard, per favorirla esistono premesse e basi. Il titolo dell’ album, d’altronde, la dice lunga sul mood radioso recentemente abbracciato dalla “regina del sadcore”: Lust for Life come “gioia di vivere”, un senso della vita più corposo, l’ approdo ad una fase di superamento delle difficoltà esistenziali.

Il giro di boa coincide con un’ immersione a tutto tondo nella realtà che la circonda. Compresa, of course, l’ attuale situazione politica americana, uno dei leitmotiv del disco in uscita. Non è un caso che il sound di Lust for Life abbia una vaga impronta anni ’60: il caratteristico rétro style di Lana, stavolta, guarda all’ era della contestazione e si rifà a Joan Baez. Anche sul versante dei sentimenti le turbolenze sono ormai acqua passata. Dopo la fine della sua relazione con Barrie-James O’ Neill, frontman della band scozzese Kassidy, la fascinosa cantautrice dichiara di vivere uno stato di grazia. E, come confessa ancora a ELLE UK, una lezione di certo l’ ha imparata: quella per cui, anzichè con il frontman, “dovresti sempre uscire con il bassista”. Non ci resta che attendere il 21 Luglio – data in cui l’album verrà pubblicato su iTunes e Spotify – per lasciarci contagiare dalla nuova “gioia di vivere” di Lana Del Rey.

Photo, dall’ alto verso il basso:

  • by Jaguar Cars MENA [CC BY 2.0 (http://creativecommons.org/licenses/by/2.0)], via Wikimedia Commons
  • by Nicole Bentley via Elliott James on Flickr, “lana-del-rey-nicole-bentley-vogue-australia-02” , CC BY 2.0
  • via Themeplus on Flickr, CC BY-SA 2.0

“Double Roses”: in arrivo il nuovo album di Karen Elson

 

Mentre presta il volto alla campagna pubblicitaria “corale” Miu Miu PE 2017, Karen Elson si accinge ad affrontare una nuova tappa della propria carriera musicale: è fissata infatti ufficialmente al 7 Aprile l’ uscita di Double Roses, l’ album che, dopo circa 7 anni, darà un seguito al suo esordio su cd. Prosegue così un percorso scaturito da una passione innata della top model e cantante britannica, appena una teen quando iniziò a suonare la chitarra e a comporre (di nascosto) le prime canzoni. Classe ’79, nata a Oldham, per Karen Elson è stata però  la moda l’ elemento di svolta.  Dopo essere stata scoperta per le vie di Manchester, a soli 16 anni ha intrapreso una sfolgorante ascesa nel fashion world: slanciata, diafana, capelli rosso fuoco che sono ormai il suo trademark, la ragazzina che i coetanei soprannominavano “il fantasma che cammina” ha avuto la sua rivincita. Da allora Karen è apparsa nei magazine più autorevoli, ha posato per fotografi prestigiosi, ha sfilato in passerella per brand al top, ma l’ amore per la musica non l’ha mai abbandonata. Le prime esibizioni a New York con il gruppo “politically oriented” The Citizen Band e il matrimonio con Jack White, lead singer dei White Stripes, non hanno fatto altro che rinsaldare la sua inclinazione per l’arte dei suoni.

Il suo primo album – prodotto da Jack White – è uscito nel 2010 con il titolo di The Ghost Who Walks, “il fantasma che cammina”, ironico tributo a un soprannome che si è rivelato di buon auspicio.  Nei sette anni successivi a quel debutto, la Elson ha effettuato incursioni nella musica parallele all’ attività di modella: ha cantato Ashes to Ashes insieme a Michael Stipe al live in onore di David Bowie, ha duettato con Ren Hervieu in The train song, è apparsa tra gli interpreti della soundtrack del film Still Alice ed ha inciso svariate cover. La nuova fatica discografica Double Roses, che prende il nome da una poesia di Sam Shepard, si addentra nei recessi del cuore di Karen in un fluire di emozioni cadenzate da un country sound ipnotico e in versione avantgarde .

(Photo by Heidi Ross)

Registrato a Los Angeles,  il disco è prodotto da Jonathan Wilson e si avvale di una serie di collaboratori d’eccezione. Solo per citarne alcuni: Patrick Carney dei Black Keys, Pat Sansone dei Wilco, Father John Misty, Nate Wolcott dei Bright Eyes, Benmont Tench, Dhani Harrison e Paul Cartwright.  E’ Laura Marling, invece, a prendere parte al sognante singolo Distant Shore,  già disponibile per il download. Le rimanenti 9 tracce vedranno la luce il 7 Aprile via H.O.T. Records Ltd.

Per saperne di più:  http://www.karenelson.com/

Photo: Karen Elson at the Williamsburg Waterfront, Brooklyn, June 20, 2010 by Jason Persse from Brooklyn, USA (Karen Elson 5) [CC BY-SA 2.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0)], via Wikimedia Commons

Karen Elson x Anna Sui Fw 2010/11: photo by By Masaki-H (ANNASUI_333) [CC BY 2.0 (http://creativecommons.org/licenses/by/2.0)], via Wikimedia Commons

Femme: la lady in pink del pop

 

E’ sufficiente la sua apparizione per inondare il campo visivo di un tripudio di rosa, in una nuance confetto come quella dello zucchero filato e delle candy più golose: Femme, inglese di Rugby, classe 1989, non ha scelto il proprio nome – nè tantomeno il proprio colore – a caso. Il total pink che sfoggia è l’ emblema del suo sound immediato, più volte definito “zuccheroso”, che coniuga le sonorità elettroniche del pop avanguardista con testi diretti e strong. Ma non solo. Figurano gruppi anni ’80 tutti ‘al femminile’ come le Spice Girls nella formazione di questa singer post-moderna, neodiplomata in Arte e grande estimatrice della Pop Art: una passione confermata dal look che strizza l’occhio ad Edie Sedgwick, riprendendone dettagli come gli orecchini enormi e il make up a base di folte sopracciglia ed abbondante eyeliner. L’ avventura musicale di Laura Bettinson – il suo nome di battesimo – inizia nel 2008, con il nome di Dimbleby & Capper. E’ allora che viene notata dal produttore dei Radiohead Nigel Godrich, grazie al quale prende parte alla band Ultraista insieme al batterista Joey Waronker; ma è la dimensione solista quella più congeniale a Miss Bettinson, che torna alla carica in tal senso nel 2013 con lo pseudonimo Femme. Educated/Double Trouble, il suo primo singolo, esce nel luglio dello stesso anno  ed è subito boom. Riconoscimenti come la nomina di Artista della Settimana – attribuitole da Vogue – piovono a raffica, The Guardian la tiene d’occhio ed il suo pop in pink viene notato anche da Stella McCartney, che lo sceglie come soundtrack dei suoi fashion show. E’ il novembre 2013 quando Fever boy, superhit nel Regno Unito, in Spagna e negli USA, vede la luce: l’ ascesa inarrestabile della “pink lady” made in England viaggia ormai a pieno ritmo, accendendo i riflettori su un talento poliedrico. Femme, novella filmmaker, è infatti regista e produttrice dei suoi video e ne dà prova anche nel recentissimo High, uscito il 6 ottobre e già in vetta alle charts. Possiamo scommettere che il ciclone rosa del pop non tarderà molto ad attraversare la Manica giungendo fino al Bel Paese: intanto, la vulcanica Femme diluisce ulteriori stille di pink dichiarando la propria predilezione per interpreti rigorosamente femminili quali  Katy Perry, Nicki Minaj, Miley Cyrus e per gruppi all girls anni ’60 come le Chrystal e le Ronettes, predica la “sorellanza” tra le donne del music business ed esprime il suo entusiasmo per la prossima tournée americana insieme ad Elliphant e Charli XCX. Dalle Spice Girls ad una nuvola di zucchero a velo rosa il passo è breve: specialmente se viene sancito da un nome – Femme – che sembra un inno alla solidarietà femminile.

Un cheek to cheek a tutto jazz per Lady Gaga e Tony Bennett

 

Un primo incontro nel 2011 ad un Gala di New York li ha visti talmente in sintonia da cementare un feeling artistico-musicale sfociato in The Lady is a Tramp, duetto incluso nell’ album Duets II di Tony Bennett. Oggi, Lady Gaga e il notissimo crooner, duo (all’ apparenza) improbabile della scena swing/jazz della Grande Mela, unisce nuovamente le forze e si ricompone con un obiettivo importante: l’uscita di un disco completamente incentrato su classici standard jazz. Cheek to cheek – questo il titolo – uscirà il 23 settembre dopo una gestazione durata un anno abbondante che ha rafforzato, parallelamente, il rapporto di amicizia tra Bennett e l’ eccentrica regina del pop. ” Ho cantato musica jazz da quando ero bambina e volevo davvero dimostrare questo mio lato. Abbiamo fatto un album di standard jazz ma con un twist moderno”, ha dichiarato Lady Gaga al riguardo. Tony Bennett parla in termini entusiastici della collaborazione: “Produrre questo disco con Lady Gaga è stata un’ esperienza bellissima, lei è una cantante fantastica e spero che tutti i suoi fan abbracceranno questa musica e si lasceranno andare allo swing. ” L’ album, che verrà lanciato dal singolo Anything goes di Cole Porter, si avvale di una equipe di musicisti di prim’ordine: Gray Sargent, Mike Renzi, Marshall Wood e Harold Jones – membri del quartetto del crooner – parteciperanno in toto con l’ aggiunta del pianista Tom Lanier. Dal canto suo, Lady Germanotta ha trascinato in questa nuova avventura  il suo amico di vecchia data Brian Newman, trombettista jazz, che prende parte al disco insieme al suo quintetto. Guest stars dell’ operazione che si accinge a mettere in luce l’ ennesima sfaccettatura dell’ eclettica interprete di Art Pop, top names quali il sax tenore Joe Lovano e il flautista John Horn (scomparso di recente).  Abbracciando totalmente le sonorità jazz tanto care a Tony Bennett, Cheek to cheek non contiene neppure l’ ombra di accordi pop: il che fa presupporre, da parte di Lady Gaga,  la volontà di sperimentarsi in un nuovo percorso, il desiderio di lasciarsi (almeno momentaneamente) alle spalle mise “rutilanti” e ardite extravaganze per rinascere a nuova vita musicale. Che il recentissimo hairstyle afro l’ abbia incitata alla riscoperta di melodie più prettamente di derivazione “black”? Mentre elucubriamo sull’ amletico quesito, il singolo Anything goes – apripista dell’ album – è già ascoltabile su iTunes.