Rinnovamento

 

” Bisogna, quaggiù, che i fiori muoiano ed il loro profumo svanisca perché diventino frutto e nutrimento. Lassù, respireremo un fiore eterno. Ed il suo profumo ci nutrirà. Solo ciò che muore si riproduce. La fecondità è un perpetuo compromesso tra l’essere ed il nulla. L’eternità è sterile: dove i fiori non appassiscono, i semi sono inutili. L’inflessione unica della tua voce, la luce fuggitiva del tuo sguardo, la freschezza delle tue mani sulla mia fronte, l’ora eletta in cui la preghiera aveva il sapore del pane terreno spezzato dopo la rude fatica d’un giorno d’estate: questo, questo solo, ritroverò in Dio. Ma senza limiti, ed al di là del filtro avaro del momento e del luogo. Qui, ho vissuto solo di queste briciole, ho camminato solo alla luce rapida di questi lampi. Ma queste briciole saranno lassù un pane inesauribile, questi lampi un’alba senza tramonto. L’abitudine sarà scomparsa: tutto sarà stupefacente sorpresa. L’uniformità, la separazione — il triste destino dei granelli di sabbia tutti eguali e tutti solitari — non getteranno più la loro ombra: niente sarà simile a niente, e tutto sarà immerso nell’unità. La resurrezione sarà più vergine di una nascita; la certezza e l’imprevisto fioriranno insieme. «Amate quel che non potrà mai essere visto due volte». Tutto ciò che merita di essere contemplato non si lascia guardare impunemente due volte. Bisogna desiderare vederlo eternamente. L’inferno è ripetizione; il cielo, rinnovamento.”

Gustave Thibon, da “L’uomo maschera di Dio”

 

 

L’albero di Pasqua, una tradizione tra sacro e profano

 

Quella dell’ albero di Pasqua è una tradizione che, a poco a poco, dal Nord Europa si è diffusa in molti paesi del mondo. Pare che nasca in Svezia svariati secoli orsono: lì, il Påskris (questo il suo nome) è a tutt’oggi un must delle usanze pasquali. Si tratta di ramoscelli di betulla ornati di uova, ma soprattutto di piume variopinte che rimandano a diversi possibili significati. Tra le varie ipotesi, anticamente le piume avrebbero rappresentato le setole di una scopa che aveva il compito di “spazzare via” l’Inverno per lasciar spazio alla Primavera. Allo scopo di raffigurare quest’ ultima, venivano quindi aggiunte le uova (supremo emblema di rinascita) e decorazioni che inneggiavano alla nuova stagione. Secondo altri studi, i ramoscelli simboleggiavano le scope utilizzate dalle streghe e le piume il loro librarsi in volo. In epoca medievale, infatti, in Svezia ebbe inizio la tradizione delle “Påskkärringar”, le “streghette di Pasqua”: tuttora, durante la Settimana Santa, i bambini usano travestirsi da streghette o da stregoni e bussano di porta in porta donando alle famiglie dei disegni augurali. Oppure chiedono dolcetti, monete sonanti. Ciò si ricollega a una leggenda secondo la quale le streghe, il Giovedì Santo, salivano a cavalcioni delle loro scope e volavano nell’arcana località di Blåkulla per partecipare a un Sabba che terminava la domenica di Pasqua. Questa tradizione, ovviamente, affonda le radici in antiche credenze pagane. Ma le piume che adornano il Påskris hanno anche una valenza di matrice cristiana: l’albero di Pasqua, in sintesi, equivarrebbe all’ Ulivo benedetto della nostra Domenica delle Palme. Le piume, secondo alcuni, potrebbero simbolizzare le palme che vengono distribuite ai fedeli. Un’ ulteriore ricerca fa risalire le piume a un’usanza del 1600. A quell’ epoca, durante la Via Crucis del Venerdì Santo, gli svedesi solevano fustigarsi l’un l’altro con dei rami, o dei bastoni, in ricordo della flagellazione di Gesù.

 

 

La tradizione dell’ albero di Pasqua, nel Medioevo era diffusissima nei paesi del Nord Europa e dell’ Europa centrale – soprattutto in Austria e in Germania. Inizialmente le decorazioni (fiori, uova e così via) celebravano il risveglio e la rinascita primaverile, dopodichè il Cristianesimo sovrappose a questi simboli quelli della risurrezione di Gesù. L’ albero di Pasqua divenne “l’albero della Vita”, emblema di rigenerazione e redenzione citato persino nella Bibbia: “Il Signore Iddio fece germogliare l’albero della vita in mezzo al giardino”, si legge in un passo della Genesi. Oggi, la tradizione di decorare alberi, cespugli e ramoscelli è molto sentita nei paesi germanici e scandinavi, ma anche in Alsazia, Lorena e negli Stati Uniti. Va al tedesco Volker Kraft, tuttavia, il merito di aver realizzato il primo albero di Pasqua “contemporaneo”. Nel 1965, Kraft ebbe l’idea di addobbare un piccolo melo che aveva piantato in giardino. Per la gioia dei suoi bimbi, lo decorò con diciotto uova in plastica coloratissima. Quando l’albero cominciò a crescere, Kraft continuò puntualmente ad addobbarlo. Lui e i suoi familiari, di anno in anno, aggiunsero una media di 600 uova, utilizzando delle uova da cucina abilmente dipinte o rivestite di tessuto all’ uncinetto. Nel 2015, dai rami del melo pendevano ben 10.000 uova! L’albero di Pasqua dei Kraft era diventato una vera e propria attrazione della città di Saalfeld.

 

L’albero di Pasqua della famiglia Kraft, in Germania

Come fare per realizzare un albero di Pasqua? Esistono delle regole, una procedura ben precisa da seguire? La risposta è sì. In primis, dovrebbero essere utilizzati dei rami di melo (Kraft docet) oppure di pesco, ciliegio o betulla. Bisognerebbe preparare l’albero prima dell’ arrivo della Quaresima, cosicchè possa essere esibito per 40 giorni ed oltre. E’ tassativo, inoltre, considerare un dettaglio fondamentale. A differenza dell’ albero di Natale, quello di Pasqua non si addobba una tantum: ogni giorno va aggiunta una decorazione.

 

Una card con l’albero pasquale

Un albero di Pasqua decorato con piume

 

Foto: seconda immagine dell’ albero dei Kraft, dall’ alto verso il basso, di Kora27, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons

 

Le Frasi

 

“Mi chiedi perché compro riso e fiori? Compro il riso per vivere e i fiori per avere una ragione per cui vivere.”
(Confucio)

 

 

I suit monocromo di Sally LaPointe

 

Se con la Primavera in vista torna la voglia di colore, le collezioni di Sally LaPointe sono una vera e propria goduria per gli occhi. Da qualche stagione a questa parte, la vibrante palette cromatica della designer statunitense si declina in look rigorosamente monocromo. La collezione Primavera Estate e Resort 2023 sanciscono il trionfo di tonalità come il pesca, il tangerine, il fucsia, il giada, il verde acqua, il lime, il rosa, il celeste, il giallo e, ultimi ma non meno importanti, il bianco e il nero. Forme fluide o morbidamente avvolte attorno al corpo si coniugano con i più disparati materiali: dal satin all’organza, dal cupro al crêpe. Oggi ho scelto di focalizzare l’attenzione sui suit di Sally LaPointe. In puro monocolor, puntano su giacche comode e appena sagomate abbinandole a pantaloni a vita alta, ampi o vagamente a zampa. A impreziosire gli outfit, un tripudio di piume in ton sur ton che quando non “esplode” a cascata sulle maniche lo fa lungo le gambe dei pantaloni. Altri look esaltano la lucentezza del satin, oppure solcano il tessuto con una fitta plissettatura. Il risultato, in ogni caso, rimane invariato: glamour nella quintessenza combinato con un “arcobaleno” di seducenti cromie.

 

 

 

Il libro di fiabe

 

” Quando la mamma tira fuori l’ultimo pacchetto dalla cesta, capisco dalla forma che si tratta di un libro. Ma non è per me. Devono evidentemente aver deciso che questa volta mi tocca farne senza. E invece il pacchetto è proprio destinato a me e, quando lo prendo in mano, ho l’assoluta certezza che si tratti di un libro. Divento rossa di gioia e lancio quasi un grido nell’impazienza di farmi passare le forbici e tagliare i nastri. Strappo la carta con foga ed eccomi davanti agli occhi il più bel libro del mondo, un libro di fiabe. È quello che arrivo a capire dalla figura della copertina. Sento che tutti intorno al tavolo mi guardano. Sanno benissimo che questo è il mio più bel regalo, l’unico che mi rende davvero felice. “Che libro hai ricevuto?” chiede Daniel allungandosi verso di me. Lo apro e resto lì a fissare il frontespizio a bocca aperta. Non capisco una parola. “Fammi vedere!” dice, e legge: “Nouveaux contes de fées pour les petits enfants par Madame la Comtesse de Ségur.” Daniel chiude il libro e me lo restituisce. “È un libro di fiabe in francese”, commenta. “Avrai di che divertirti.” Ho preso lezioni di francese da Aline Laurell per sei mesi, ma sfogliando le pagine del libro mi rendo conto che non capisco niente. Ricevere un libro in francese è quasi peggio che non riceverne neanche uno. Faccio fatica trattenere le lacrime. Ma per fortuna mi cade l’occhio su una delle figure. La più incantevole principessina del mondo viaggia in una carrozza tirata da due struzzi e, a cavallo di uno dei due struzzi, c’è un paggetto in alta livrea con lo stemma ricamato e le piume sul cappello. La principessina ha le maniche a sbuffo e una sontuosa gorgiera. Gli struzzi hanno in testa alti pennacchi e le redini sono ornate di grosse catene d’oro. Non si può immaginare niente di più bello. Man mano che sfoglio, trovo un vero e proprio tesoro di illustrazioni, altere principesse, re maestosi, nobili cavalieri, fate raggianti, orribili streghe, meravigliosi castelli fatati. No, non è un libro per cui piangere, anche se è in francese. Per tutta la notte di Natale me ne sto sdraiata a guardare le figure, soprattutto la prima, con gli struzzi. Mi basta quella per passarci ore. Il giorno di Natale, dopo la messa di primo mattino, tiro fuori un dizionario di francese e mi lancio nella lettura. È difficile. L’ho studiato solo con il metodo Grönlund. (…) Il libro inizia così: Il y avait un roi. Cosa mai vorrà dire? Mi ci vuole quasi un’ora per arrivare a capire che va tradotto: “C’era una volta un re.” Ma le figure mi affascinano. Devo capire cosa rappresentano. Provo a indovinare, cerco nel dizionario e, riga per riga, vado avanti. E alla fine delle vacanze di Natale, quel meraviglioso libretto mi ha insegnato più francese di quanto ne avrei mai potuto imparare in tanti anni di metodo Aline Laurell e Grönlund. “

Selma Lagerlof, da “Il libro di Natale”

 

 

10 tipi di miele e le loro straordinarie virtù

 

E’ dolcissimo, ha una consistenza viscosa e il colore dell’ oro: del miele, VALIUM ha già parlato nella rubrica La colazione di oggi (rileggi l’articolo qui), ma dato che l’ Inverno è dietro l’angolo vale la pena di dire qualcosa in più sui suoi molti benefici. Per contrastare i malanni di stagione, infatti, il miele è un autentico toccasana. Svolge un’azione antibatterica, antinfiammatoria, emolliente, anticongestionante; è particolarmente efficace contro patologie da raffreddamento come la tosse, la faringite e il mal di gola. Il “nettare degli dei” (così lo chiamavano gli antichi popoli) si declina in innumerevoli tipologie: ad ognuna corrispondono delle caratteristiche, delle speciali doti. Scopriamole insieme esplorando dieci varietà. .

Miele di acacia. E’ detto “monofloreale”, perchè le api lo producono utilizzando unicamente il nettare dei fiori dell’acacia. Il suo colore è un giallo tenue, la consistenza è liquida, il sapore delicato e vagamente simile a quello della vaniglia. Il processo di cristallizzazione è pressochè assente, per cui rimane liquido a tempo indeterminato. Le sue proprietà: è un toccasana per le malattie delle vie respiratorie (raffreddore, muco in eccesso, mal di gola, tosse), ma si rivela anche un ottimo rimedio contro l’acidità gastrica.

 

 

Miele di castagno. Deriva dai fiori del castagno e sfoggia un color ambra scuro. Il sapore è aromatico, lievemente amarognolo. Non cristallizza o quasi, per cui rimane liquido molto a lungo. Le sue proprietà: allevia i malanni da raffreddamento e in particolare la tosse, in più favorisce la digestione, la circolazione del sangue ed è un antidoto contro la cistite. Grazie all’acido fenolico, di cui è ricco, combatte l’invecchiamento cellulare e può essere considerato un buon antiossidante naturale.

Miele di tiglio. Il suo colore è un giallo pallido, il sapore è inconfondibilmente aromatico. Cristallizza lentamente fino ad assumere un consistenza compatta. Le sue proprietà: ha un effetto diuretico, aiuta la digestione, svolge un’azione sedativa ed allevia i crampi mestruali.

 

 

Miele di Millefiori. Può essere beige chiaro oppure assumere una colorazione scura in base ai fiori di provenienza: è un polifloreale, poichè viene ricavato dal polline di diversi fiori. Il sapore e la cristallizzazione dipendono dalle specie floreali e dalla zona in cui le api hanno raccolto il nettare. Le sue proprietà: oltre a svolgere un’azione decongestionante per le vie aeree, è un buon depurante per il fegato e un ottimo diuretico. Al pari del magnesio, fissa il calcio nelle ossa.

 

 

Miele di eucalipto. Monofloreale, deriva esclusivamente dai fiori di eucalipto. Ha il colore dell’ ambra, un aroma intenso e un sapore fortemente aromatico. Cristallizza molto rapidamente. Le sue proprietà: contiene una gran quantità di flavonoidi, per cui è un efficace antiossidante. Contrasta le infiammazioni delle vie urinarie e dell’ apparato intestinale.

Miele di girasole. Il colore è un caratteristico giallo oro, il sapore è soave. Cristallizza velocemente. Le sue proprietà: è un valido rimedio contro le nevralgie e combatte il colesterolo LDL, altrimenti detto “colesterolo cattivo”.

 

 

Miele di lavanda. Il colore spazia dal giallo paglierino all’ ambra, ma si tramuta in un beige-bianco dopo la cristallizzazione (estremamente rapida). L’ odore e il sapore sono intensi, ricchi di accenti fruttati e floreali. Le sue proprietà: contrasta gli spasmi, è leggermente sedativo e favorisce il rilassamento.

Miele di corbezzolo. Considerato un miele pregiato, vanta un color ambra che muta in un nocciola scuro o in un ambra tenue una volta cristallizzato. Il gusto è particolarissimo, amaro, definito una sorta di miscela tra il sapore del caffè, del tabacco e del cacao. Il profumo è intenso. Le sue proprietà: è un ottimo antiasmatico, possiede potenti virtù antisettiche e diuretiche.

 

 

Miele di erica. Il suo colore, ambra scuro con venature rossicce, si tramuta in un marrone aranciato dopo la rapida cristallizzazione. Il profumo e il sapore sono intensi, vengono paragonati a note di caramello, zucchero cotto, curcuma, caramella mou, liquirizia e legno aromatico. Le sue proprietà: possiede straordinarie virtù antireumatiche, contrasta l’anemia ed è un valido ricostituente.

 

 

Miele di Tarassaco. Il colore è un ambra giallognolo che diventa un giallo o un crema dopo la cristallizzazione, molto rapida. Al termine di questo processo la sua consistenza è soffice, incredibilmente cremosa. L’odore è penetrante, il sapore delicato e intriso di accenti speziati. Le sue proprietà: svolge una potente azione depurante, è un buon diuretico e riequilibra le funzioni intestinali.

 

 

White Breakfast

 

Prima domenica di Gennaio, prima domenica del 2021. La colazione, oggi, si fa all’ insegna del total white: bianchi sono i bonbon, le ciambelline, le stelle ricoperte di glassa. E bianco è anche lo scenario in cui la colazione si svolge, tazze e piattini inclusi. Il perchè di questa tonalità va ricercato nel suo significato altamente simbolico. Somma di tutte le cromie dello spettro luminoso, il bianco è al tempo stesso assenza e compendio di colore. Rappresenta la fase vitale ai suoi albori, l’ essenzialità, la purezza e la purificazione, è il nuovo inizio per antonomasia. Perchè per ricominciare occorre far piazza pulita di ciò che c’era prima, liberarsi da ogni ingombro: il bianco incarna il pensiero lineare, il minimalismo, ma anche la levità assoluta. Va incontro al futuro senza timore, con fiducia, leggero e privo di zavorre. A chi gli contesta una vaga freddezza, potremmo controbattere che è puro e netto. Unite tutte le definizioni di cui sopra e addizionatele, ora,  ai segni distintivi del “winter wonderland”. Il risultato sarà un connubio di fascino, gusto e raffinatezza che dona un significato del tutto speciale al primo weekend dell’ anno.

 

 

 

 

 

Goldie Red 25, l’icona dei Rouge à Lèvres griffati Gucci

 

Parlare di rossetto in tempi di mascherina obbligatoria?…Certo. E anzi, puntualizzo: di un rossetto di un bel rosso saturo e squillante. Per esorcizzare, appunto, l’ incubo del Covid ed augurarci che termini al più presto. Il lipstick che ho scelto, naturalmente, è un’icona dei rouges à lèvres: il suo nome è Goldie Red 25 ed è griffato Gucci. Che sia la nuance preferita di Alessandro Michele non stupisce. Si tratta di un rosso vibrante, vivace, che emana glamour a piene mani. Il “25” e la stella a cui si accompagna designano, rispettivamente, il numero fortunato del direttore creativo di Gucci e uno dei simboli- leitmotiv della Maison, due dettagli che lo rendono già di per sè un must have. E poi, Goldie Red 25 è un concentrato di preziosità a partire dal tubetto oro che lo custodisce. Ispirato al glam della Old Hollywood, coniuga una allure sgargiante con un finish soffice, vellutato, sofisticatamente matte. Il suo colore puro, enfatizzato da una formula che mixa un tripudio di pigmenti e cere gelificanti, si avvale di punti di forza quali una lunga tenuta e delle spiccate proprietà idratanti. Come tutti i lipstick Gucci, inoltre, Goldie Red 25 sprigiona un delicato sentore di violetta e di essenza fruttata.

 

 

Ogni particolare è rifinito con estrema cura. Il rossetto “più rosso” di Gucci nasce all’ insegna dell’ estetica vintage, degli anni in cui il lipstick rappresentava un autentico emblema di raffinatezza. Doveva essere bello da vedere, ornamentale, una sorta di oggetto da collezione. Per descrivere un capolavoro simile è stata pensata una campagna ad hoc: a firmarla è il regista Max Siedentopf, che ha scelto di ritrarre dieci personaggi diversissimi tra loro ma accomunati dall’ utilizzo di Goldie Red 25. Il rosso vivo che sfoggiano sulle labbra fa pendant con elementi tinti nell’ identica nuance, sia che si tratti di telefoni che di mele, di bottiglie di ketchup o di tubetti di bolle di sapone. A fare da sottofondo musicale ai cortometraggi sono dei jingles briosi, che omaggiano con refrain vagamente rétro la scoppiettante shade del lipstick Gucci, mentre i protagonisti si differenziano per etnia ed età. Ogni personaggio rimanda ai valori di inclusività di cui il brand è portatore, alla dote dell’ unicità contrapposta a quella, irrealistica, della perfezione. E’ in nome di questo principio che i cosiddetti “difetti” si tramutano in dettagli che inneggiano a una bellezza irripetibile e non scalfiscono la sicurezza di sè. Goldie Red 25 viene indossato con audacia da tutti i protagonisti della campagna; la stessa audacia ostentata dalle donne con le labbra dipinte di rosso  rimaste impresse, sin dall’ infanzia, nell’ immaginario di Alessandro Michele.

 

 

 

 

 

 

 

Fenty Beauty Match Stix Shimmer: 5 nuove nuance per una luminosità senza fine

 

Ci avete fatto caso? La parola d’ordine del make up estivo è stata “luminosità”. Una luminosità che, nonostante Agosto sia agli sgoccioli, ha tutta l’ intenzione di non svanire. Ribadisce anzi il suo appeal e lo moltiplica, per accendere di bagliori le prime giornate plumbee della nuova stagione. L’ idea di continuare a brillare vi alletta? Sappiate che è sufficiente un solo prodotto: Match Stix Shimmer di Fenty Beauty. L’ iconico stick illuminante lanciato dal brand di Rihanna si arricchisce di ben cinque nuance inedite, promettendovi di far scintille e non solo metaforicamente. Sono tonalità magnetiche, iridescenti, che catturano la luce tramutandola in fascino puro. Fedele ai suoi imperativi -illuminare, scolpire, esaltare – Match Stix Shimmer si avvale di una texture ultraleggera e di un finish in crema e polvere amalgamate sapientemente: perchè va bene brillare, ma scongiurare l’effetto oleoso è tassativo. L’ eclettismo rappresenta un ulteriore punto di forza dello stick, che può “accendere” praticamente tutte le zone del viso. Potete stenderlo sugli zigomi, sulle palpebre, intorno agli occhi, persino sulle labbra. Il risultato? Luce, glam e colore coniugati in un mix da mozzare il fiato. Le cinque nuove shade di questo brillante alleato della nostra bellezza sono Champagne Heist (uno champagne scintillante), Cognac (un castano dorato), Pink Lemonade (un rosa sfavillante), Bordeaux Brat (uno sfolgorante color bacca) e Beach Bum (un pesca radioso). Ammirateli nelle foto qui di seguito.

 

 

Champagne Heist

Cognac

Pink Lemonade

Bordeaux Brat

Beach Bum