Sulle tracce del Principe Maurice – La prima Festa della Donna di Dubai e altri racconti

Il Principe Maurice con la “Maschera più Bella” del Carnevale di Venezia 2024

Da Natale al Carnevale, dal Carnevale alla Festa della Donna aspettando l’ Equinozio di Primavera. E poi, da Treviso a Milano, Deruta, Firenze, Venezia, Dubai, con tappe in Romagna e nelle Marche prima di salpare verso l’Asia Orientale…I racconti del Principe Maurice ci trasportano in un turbinio caleidoscopico di ricorrenze, luoghi, personaggi, e come sempre ci fanno sognare. Dopo qualche mese di latitanza da VALIUM dovuta ai suoi impegni innumerevoli, Maurice ritorna per renderci partecipi dei momenti più speciali della sua straordinaria vita. Che coincidono con un tripudio di eventi, certo, ma anche di riflessioni. Un esempio? Il Gran Ballo dell’ 8 Marzo al Burj Al Arab di Dubai ha segnato una tappa importante nella storia degli Emirati Arabi, dove per la prima volta è stata celebrata la Festa della Donna: in questa intervista, oltre a parlarci della sfarzosa serata a cui ha preso parte, il Principe discute della questione femminile, esprime la sua opinione sulla piaga dei femminicidi, porge il suo augurio alle donne, che vanno festeggiate tutto l’anno. E a proposito di donne, ce n’è una, iconica e “Divina”, che l’ ha stregato al punto tale da riapparire, molto probabilmente, nei suoi progetti futuri…Se volete saperne di più, leggete la conversazione qui di seguito e addentratevi nel magico percorso che conduce sulle tracce del Principe Maurice.

Ci siamo sentiti in occasione degli auguri di Natale, e vorrei partire dalle feste natalizie per fare un riepilogo degli eventi più rilevanti (la cernita è d’obbligo, dato che saranno incalcolabili) in cui hai avuto l’occasione di esibirti.

Partirei direttamente dalle feste, che ho passato in famiglia e in modo abbastanza tranquillo. Il 23 dicembre ho presentato il libro con cui celebro il trentennale di uno dei locali più importanti del Nord-est, l’Odissea di Treviso, che è ancora work in progress e spero sarà molto interessante così come lo è stato quello che ho dedicato ai 50 anni di attività dei Venerandi, la famiglia che ha fondato questo impero di discoteche. Nel nuovo libro si parlerà dei 30 anni di attività dell’Odissea Fun City, che Giannino Venerandi ha cominciato a gestire quando era appena ventitreenne. Devo dire che ha fatto un ottimo lavoro: non a caso è uno dei pochi club di quelle dimensioni ancora attivo in Italia, perché ha seguito le mode e soprattutto le ha anticipate. Il volume sarà ricco di fotografie: l’Odissea aveva ogni anno qualcosa di diverso, qualcosa in più. Il concetto della metamorfosi è stato sempre legato a doppio filo alla mia esperienza artistica, se ci pensi anche il Cocoricò cambiava gli scenari ogni stagione…Perciò questa iniziativa mi emoziona molto. Nel mondo dell’intrattenimento, più si dà e più si riceve: Giannino Venerandi non ha mai temuto di investire nelle scenografie, nelle innovazioni tecnologiche. La gente lo apprezza e torna nel suo locale. Prova ne è il fatto che da 30 anni siamo sempre in pista! La vigilia di Natale, invece, l’ho passata con Flavia e la nostra famiglia di amici in modo molto intimo e piacevolissimo. Il giorno dopo sono andato a pranzo da mia sorella, mentre la sera stessa mi sono esibito in un evento Memorabilia a Deruta: è stato stupendo ritrovare l’altra mia famiglia, quella del Memorabilia e dei fan che, fedelissimi, ci hanno seguito anche in trasferta per assistere a questo evento. A Capodanno sono tornato all’Odissea e all’Anima, dove era in programma un dinner show sfarzoso per festeggiare la fine dell’anno in tutte le sale del locale. Il 5 gennaio, avendo un’anima propensa al “coast-to-coast”, l’ho trascorso a Firenze con una performance all’ Insomnia di Antonio Velasquez. Il giorno dell’Epifania, infine, mi sono riposato dato che la notte precedente avevo svolazzato sulla scopa tutto il tempo.

 

Il trentennale dell’ Odissea Fun City di Treviso

Il Carnevale di Venezia ti ha visto, come sempre, nelle vesti di Gran Cerimoniere. Qual è stato lo spirito che ha animato l’edizione 2024 della kermesse?

Grazie al procedere dei lavori di sistemazione della pavimentazione di Piazza San Marco, è stato possibile allestire un palco più grande dove finalmente si sono potuti ripristinare spettacoli come il Concorso della Maschera più Bella e la presentazione delle Marie. Personalmente adoro gli appassionati del travestimento: creano dei costumi e delle maschere meravigliose, sono i protagonisti assoluti, lo zoccolo duro del Carnevale, che è fatto sì di numerosi spettacoli in tutta la città metropolitana e soprattutto all’Arsenale, come pure di uno spettacolare corteo acqueo in pre-apertura, ma è fatto soprattutto di questi straordinari personaggi che si muovono tra la piazza, le calli e i campi! Quest’anno il Carnevale era dedicato al 700esimo anniversario della morte di Marco Polo. Ma il grande esploratore veneziano è stato raccontato in modo inedito, e il direttore artistico Massimo Checchetto in questo si è rivelato geniale: il focus non era incentrato su “Il Milione”, bensì su ciò che il ragazzino Marco Polo ha immaginato quando lo zio gli ha detto che al suo ritorno in Cina l’avrebbe portato con lui. Sui sogni, cioè, che Marco Polo ha imbastito in base ai racconti di viaggio dello zio. È stata una visione anche un po’ fantasiosa, non priva di momenti che hanno celebrato il Marco Polo adulto, tornato dalla Cina con un’enorme ricchezza (soprattutto di esperienza). È stato bellissimo rivedere la piazza piena, miriadi di maschere…c’è stata un’affluenza di turisti e appassionati davvero notevole.

 

Il palco orientaleggiante di Piazza San Marco: i sogni di un Marco Polo ancora bambino sul suo futuro viaggio in Cina

Io, esibendomi prevalentemente in Piazza San Marco, sono stato esonerato dal vestire i consueti panni di Maestro di Cerimonie al Dinner Show Ufficiale organizzato al Casinò da Antonia Sautter. Ho partecipato soltanto a una serata, quella di Giovedì Grasso, su invito del sindaco. E’ stato molto bello assistere al Gala come special guest: mi sono complimentato con Antonia perché ha ideato una scenografia e una regia davvero speciali sul tema “La corte del Gran Khan”.

 

Durante il Gala delle Marie al Teatro La Fenice

L’ Associazione Internazionale del Carnevale di Venezia, della quale sei socio fondatore oltre che direttore artistico, quest’anno ha celebrato il suo 25esimo compleanno. Come lo avete festeggiato?

In un modo straordinariamente meraviglioso. La Presidente, Giovanna Barbiero Bonaventura, mi ha dato fiducia completa per cui ho curato la direzione artistica di quattro eventi, ma non solo: ho potuto anche partecipare, cosa che non succedeva da anni perché ero sempre impegnato al Dinner Show Ufficiale del Casinò. La prima serata di gala l’abbiamo organizzata al Palazzo Pisani di Santo Stefano, dove ha sede il Conservatorio “Benedetto Marcello”. L’intento era quello di celebrare coloro che hanno creato la colonna sonora dell’immaginario del Carnevale veneziano settecentesco, quindi ha avuto luogo un omaggio ai grandi musicisti veneziani dell’epoca: Vivaldi, Alessandro e Benedetto Marcello, Claudio Monteverdi e così via. Io ho interpretato proprio Antonio Vivaldi, soprannominato “il prete rosso”, indossando il mio iconico abito in total red con ruota di 15 metri di diametro nell’ atrio maestoso di quell’incredibile palazzo. Con trucco e parrucca ad hoc, mi sono tramutato in un enorme Vivaldi che accoglieva gli ospiti del ballo sulle note della sua opera sinfonica “L’estro armonico”, che era pure il titolo dell’evento. Per gli intrattenimenti musicali abbiamo ingaggiato gli allievi dei corsi avanzati del Conservatorio, i più preparati sul Barocco, ma la cosa più straordinaria è stata la partecipazione di Vittorio Grigolo, uno dei più grandi tenori  mondo.

 

Con il Maestro Vittorio Grigolo, celebre tenore, ospite d’onore dei festeggiamenti per il 25esimo anniversario dell’ Associazione Internazionale per il Carnevale di Venezia

Grigolo si è fatto promotore di una tesi importante, l’incoraggiamento dei giovani: i giovani vanno incoraggiati affinché studino e possano avere una carriera brillante come la sua. E poi ha cantato insieme a noi, in maniera festosa, giocosa, non ufficiale…Durante la serata abbiamo fatto una donazione al Conservatorio di modo che si possa proseguire con il suo restauro, e c’è stato anche un momento dedicato alla beneficienza alla Onlus “Prorett” per la ricerca sul morbo di Rett, una grave patologia neurologica. Questo primo evento, tra le varie animazioni, la bellezza degli allestimenti, l’eleganza della location, è stato senza dubbio il più bello del Carnevale! Si è svolto Venerdì Grasso, mentre il giorno dopo, come tutti gli anni, abbiamo organizzato il Corteo delle Nazioni in onore del Corpo Consolare di Venezia. Il corteo di gondole è saltato a causa del maltempo, ma lo spettacolo è stato eccezionale: quattro giovani talenti del Conservatorio si sono esibiti in un concerto di adattamenti per chitarra di arie famose. Vittorio Grigolo ha voluto partecipare e ha cantato assieme ad altri artisti il brindisi della Traviata, brindando ai 25 anni dell’Associazione alla presenza del corpo diplomatico e delle massime autorità cittadine…. A questo prestigioso evento è seguito un cocktail a Ca’ Sagredo, un hotel di lusso che ci ospita ogni anno.

 

Ancora uno scatto con il Maestro Vittorio Grigolo

La domenica sera, invece, nel portico antico e bellissimo della Scuola Grande di San Giovanni Evangelista (sede di una delle congregazioni più importanti di Venezia), abbiamo riprodotto l’ambasciata del Gran Khan illuminando lo scenario con centinaia di candele a LED. Questo luogo, dall’ atmosfera a metà tra il Medioevo e il Rinascimento, era proprio la location perfetta per una cena ravvivata da antiche danze dell’Impero Celeste, una delle quali beneaugurante per il Capodanno Cinese che è coinciso con la data dell’evento: si è esibita una ballerina dell’etnia Miao che indossava dei magnifici costumi antichi. In chiusura, abbiamo proposto un concerto di musica medievale per ricordare Marco Polo e l’Oriente del Gran Khan. È stata una festa meravigliosa…La cena nel portico si è svolta tra cuscini, coperte e pellicce in stile mongolo! La sera del Martedì Grasso siamo stati gli unici che hanno potuto organizzare una festa nel famosissimo Palazzo Pisani Moretta, splendidamente illuminato da lampadari con candele vere. Questa atmosfera così calda, così intima, così autentica, ci ha accompagnato per tutto il Carnevale.

 

Un video mozzafiato dell’ evento di Gala a Palazzo Pisani Moretta in occasione dei 25 anni dell’Associazione Internazionale per il Carnevale di Venezia

A proposito di esploratori come Marco Polo: in quali lande ti porterà il tuo Grand Tour?

Mi porterà in Medio Oriente, a Dubai, e alla fine dell’anno – credo e spero – in Azerbaijan e addirittura in Cina. Diciamo che il mio Grand Tour sta volgendo a Oriente! In Cina c’ero già stato, ma stavolta andrò a Pechino e nelle città più importanti a portare il saluto e le atmosfere del Carnevale di Venezia: c’è un gemellaggio in corso e una delegazione cinese è già venuta in Italia a fare dei meravigliosi spettacoli, anche pubblici.

Parallelamente al tuo ruolo “principesco” e sfarzoso di Maestro delle Cerimonie, hai sempre portato avanti quello di icona della nightlife, del “Teatro Notturno” che prende vita tra le luci stroboscopiche dei club. Che ci dici degli eventi che ti vedranno protagonista nel mondo della notte?

Stasera ci sarà il primo Memorabilia dell’anno al Cocoricò, in aprile ho in programma un Memorabilia a Bologna e una serata anni ’90 dedicata alla East Coast dei club in quel di Fabriano. I mesi di marzo e aprile, quindi, sono contrassegnati da eventi importanti. Per il resto, sarò a cadenza mensile al dinner show dell’Odissea.

 

Stasera, al Cocoricò di Riccione, il primo appuntamento dell’anno con il Memorabilia

Parliamo della Festa di Marzo per eccellenza, la Giornata Internazionale della Donna: so che l’hai festeggiata in modo molto speciale. Puoi raccontarci qualcosa in merito a questa iniziativa?

Specialissimo, direi: sono stato invitato dall’organizzazione del Gran Ballo dei Principi e delle Principesse, presieduta da Delia Grace Noble, a prendere parte a una trasferta voluta dai Reali di Dubai. L’evento si è tenuto nell’albergo più iconico e lussuoso del mondo, il Burj Al Arab Jumeirah, dove per la prima volta, in un paese con quelle tradizioni, è stata celebrata ufficialmente la Festa della Donna: un fatto molto importante. Il Gran Ballo è stato patrocinato dal Principe Alberto di Monaco, però senza un protocollo ufficiale per renderlo una festa il più possibile autentica, organizzata con il cuore. Io, da Maestro di Cerimonie casanoviano quale sono, vi rivelo che Casanova ha sostenuto di aver amato tutte le donne che ha avuto, anche se per una sola notte. Le sue amanti si sentivano veramente amate, sebbene poi lui le lasciasse “per il loro bene”!

 

Al Gran Ballo dell’8 Marzo al Burj Al Arab di Dubai insieme a Delia Grace Noble

Che tipo di valenza riveste per te la Festa della Donna? Si rivela una data dai caratteri più che altro giocosi o davvero può riuscire a catalizzare l’attenzione sulla condizione femminile?

Dovrebbe catalizzare l’attenzione sulla condizione femminile, perché è nata da una tragedia. In decenni “festaioli” come gli anni ‘80, ‘90 e 2000 (negli anni ‘70 veniva percepita diversamente), la Festa della Donna è stata considerata un po’ la giornata in cui le donne potevano trasgredire e darsi ai divertimenti goliardici tipici degli uomini. Ma non è quello il senso che deve avere l’8 Marzo. Questa festa è molto importante, celebrativa dell’importanza della donna e del fatto che può avere la stessa forza di ribellione dell’uomo, perché sorse in seguito alla rivolta di alcune operaie che si chiusero nella fabbrica per far valere i loro diritti e furono bruciate lì dentro. Per cui divertiamoci, ma non dimentichiamoci di portare avanti una lotta seria per i diritti di genere. E’ essenziale che si evidenzi questo aspetto, oltre a quello festaiolo e giocoso. A mio avviso, la lotta per la parità di genere è il perno della Giornata Internazionale della Donna.

 

Il Burj Al Arab, il luxury hotel di Dubai dall’iconica forma a vela

Un suggestivo tramonto sul Golfo Persico

Nonostante l’8 Marzo sia ormai alle nostre spalle, cosa auguri a tutte le donne?

Dovremmo riflettere tutti i giorni sul fatto che le donne sono preziose per la società, per la cultura, per l’imprenditoria, e anche e soprattutto per la famiglia. Perciò il mio augurio è che ogni giorno ci si ricordi di quanto grandi meravigliose e importanti siano le donne per il genere umano, oltre ad essere portatrici di vita e vitalità. E poi, hanno una sensibilità, un’intelligenza e un’intuizione che gli uomini raramente possiedono. Per cui viva le donne, viva le donne per quanto speciali sono sempre, tutti i giorni dell’anno! E non dimentichiamoci dei problemi che sono costrette ad affrontare, perché da troppi anni sono sempre gli stessi. Cerchiamo di dare alla donna il posto che merita, da sempre e per sempre, nella società!

 

Nei panni di Casanova (“che ha amato tutte le donne che ha avuto, anche se per una sola notte”) al Gran Ballo del Burj Al Arab

Qual è la tua opinione sui femminicidi, un fenomeno tristemente dilagante?

Le donne si stanno emancipando sempre di più e credo che certi uomini non riescano ad accettarlo, così partono all’attacco e diventano aggressivi. Il problema è che anche se oggi molte donne prendono il coraggio di denunciare, non ci sono ancora, purtroppo, l’attenzione e la sensibilità adeguate per prevenire questi crimini, neppure quando vengono segnalate situazioni a rischio. A mio parere non basta aumentare le pene, è necessaria un’attenzione ai segnali. Bisognerebbe tenere in considerazione anche solo un accenno di violenza fisica, verbale o economica (perché esistono anche i ricatti economici) …Le donne devono potersi tutelare. Gli omicidi sono sempre più terrificanti, la situazione è molto grave come lo è quella dei giovani che, abbandonati a se stessi, si perdono nei meandri delle risse, delle baby gang e via dicendo. I social possono essere droghe ancora più pericolose delle sostanze stupefacenti. Bisogna ritornare a umanizzare questa società, soprattutto per quanto riguarda un’età in cui i confronti tra pari o gli insegnamenti degli adulti dovrebbero essere accolti, accettati. La scuola dovrebbe avere un ruolo fondamentale, riuscire a comprendere come nascono questi disagi ed aiutare i giovani ad affrontarli.

 

Un’immagine “caleidoscopica” del Principe

Una domanda sui tuoi progetti futuri non può mancare: cosa bolle in pentola per il Principe Maurice, dall’Equinozio di Primavera in poi?

La primavera per me è una stagione meravigliosa, un periodo di rinascita pieno di fermenti e di intenzioni. C’è nell’aria il fatto di poter riuscire a concretizzare progetti già esistenti ma anche progetti nuovi che riguardano la musica e il teatro, la mia dimensione ormai più autentica, da proporre sia in discoteca che a teatro. Una mia aspirazione (oltre a quella di affrontare il tema di far rivivere il mio fratello gemello attraverso un doppio monologo) sarebbe quella di portare a teatro il mio Teatro Notturno con atmosfere techno come chiusura di un cerchio. Su alcuni progetti specifici mantengo un velo di mistero, però voglio che sappiate che il centenario della Callas ha scatenato in me un desiderio irrefrenabile di poter far conoscere ai giovani il personaggio meraviglioso, quasi divino, di Maria. Altro non posso dire! (ride, ndr.) Maria Callas è stata speciale perché ha saputo colmare la mancanza che c’era nella filosofia del melodramma: sosteneva che le cantanti dovessero esprimere al meglio la propria voce nelle opere che interpretavano, ma anche esprimere al meglio il ruolo che impersonavano. Questo merito incredibile che ha avuto ha rivoluzionato il teatro dell’opera e si presta a poter essere riproposto come esempio di completezza, di ricerca: un invito a non fermarsi mai anche quando si è raggiunto il massimo del successo, a non avere limiti a livello di creatività, curiosità, studio e via dicendo per poter veramente lasciare un segno.

 

Davanti a un ritratto di Maria Callas, “la Divina”, nel foyer del Teatro La Fenice

Photo courtesy of Maurizio Agosti

 

Sulle tracce del Principe Maurice – Un’esotica fiaba contemporanea

 

Il nostro ultimo appuntamento con il Principe Maurice risale al Febbraio scorso: in occasione del Carnevale di Venezia, Maurice ci ha accompagnato nei luoghi ed agli eventi “in maschera” più affascinanti della Serenissima. Sono passati tre mesi, da allora. Un periodo che il nostro eroe ha vissuto tra mille impegni, viaggi di lavoro e di relax, iniziative e date speciali. Ma io non ho demorso. Ho fatto scorta della pazienza di Giobbe e sono rimasta costantemente sulle sue tracce. In un pomeriggio di primavera inoltrata, finalmente, siamo riusciti a fissare un appuntamento telefonico. Non c’è bisogno di dire che la nostra è stata una conversazione fiume: Maurice doveva raccontarci le tappe più salienti di questi mesi di latitanza da VALIUM, un compito piuttosto arduo dati gli innumerevoli progetti a cui ha preso parte. Grazie alla travolgente energia che lo contraddistingue, tuttavia, l’ intervista si è come sempre tramutata in una chiacchierata ipnotica e avvincente. Se dovessi riassumerla con un aggettivo, la definirei “fiabesca”: una fiaba contemporanea che parte da Fabriano, la “città della carta” adagiata in una valle dell’ Appennino umbro-marchigiano, per poi approdare in luoghi da mille e una notte quali Venezia, Dubai e Baku, la capitale dell’ Azerbaigian, senza trascurare Milano e Riccione…Una fiaba esotica che, ve lo assicuro, vi catturerà dal primo istante. Per assaporarne appieno la meraviglia, non vi resta che continuare a leggere.

Rimanere sulle tue tracce per tre mesi non è facile, data la mole di impegni che ti vedono protagonista! Suggerirei di ripercorrere le tappe più importanti. Magari cominciando dalla tua serata al Bohemia Music di Fabriano, dove ti sei esibito il 25 Febbraio scorso…

Senz’altro è stata un’esperienza straordinaria e unica nel suo genere, la prima sperimentazione di un nuovo format che potrebbe avere un successo incredibile: mettere a confronto le due coste (toscana e romagnola) che hanno sempre spadroneggiato nel mondo della musica techno e dell’animazione. Sostanzialmente, la serata era incentrata su un gemellaggio tra il Cocoricò e l’Insomnia. E’ stato magnifico perché ho potuto rincontrare punte di diamante dell’Insomnia come Franchino, Joy Kitikonti e Luca Pechino, mentre a rappresentare il Cocoricò c’eravamo Cirillo ed io. Ci siamo alternati. Hanno cominciato “i toscani” e abbiamo proseguito noi, in un crescendo straordinario che il pubblico ha molto gradito: era come prendere due piccioni con una fava. L’ evento è stato fantastico e dal punto di vista artistico e dal punto di vista emotivo, perché metteva due miti nello stesso contenitore. Tra l’altro il locale, molto bello, si prestava perfettamente all’ iniziativa, e tutto è andato per il meglio. Io ho avuto l’opportunità di coinvolgere due eccezionali acrobati maceratesi che hanno accompagnato le mie performance con acrobazie meravigliose. Il pubblico ha recepito in maniera empatica e gioiosa questa festa doppia. Da parte mia l’ho vissuta con grandissima emozione, e penso che quel format vada implementato e sfruttato di nuovo perché è eccezionale: l’idea del coast to coast, anche se le nostre coste non sono così lontane come quelle degli Stati Uniti, è veramente intrigante! Spero che avremo modo di riproporlo.

 

Il Principe al Bohemia di Fabriano, nelle Marche

Dopo la performance fabrianese non sei di certo stato con le mani in mano. Parlaci ad esempio di “Discorivoluzione”, la mostra sul clubbing ideata dal Politecnico in collaborazione con Le Cannibale che si è tenuta a Milano, dal 3 al 5 Marzo, al PAC (Padiglione d’Arte Contemporanea).

E’ stato bellissimo…Quando le istituzioni si avvicinano al nostro mondo (in questo caso il Politecnico, un’istituzione culturale di importanza internazionale, e l’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano), il risultato è sempre meraviglioso. Il Comune ha messo a disposizione il PAC, il Padiglione d’Arte Contemporanea adiacente alla Villa Reale di Milano, uno spazio espositivo di grande prestigio. Gli studenti di architettura ed architettura di interni del Politecnico hanno realizzato un progetto di ricerca sull’architettura delle discoteche e sul mondo del clubbing internazionale. Essendo l’iconica Piramide del Cocoricò inclusa nel progetto, hanno voluto incontrarmi per farmi alcune domande. L’ intervista ha evidenziato l’esigenza di dialogare con un testimonial, un portavoce della nightlife, per approfondire il modo in cui lo spazio del club veniva utilizzato dal punto di vista performativo. Questa intervista, carinissima, è stata pubblicata sui social del Politecnico e “Discorivoluzione” l’ha mandata in loop insieme a quelle di altri celebri protagonisti del mondo techno. Il Cocoricò è stato preso in esame sia dal punto di vista della sua struttura che delle sue tendenze, dei suoi tratti identitari. Il PAC proliferava di installazioni, riproduzioni in scala dei locali, eventi, paraphernalia anni ‘90… una maschera del mio volto è stato uno dei feticci più ammirati e concupiti: hanno cercato persino di portarsela via, quasi fosse stata “La Gioconda” del Louvre!

 

 

Questa mostra-evento mi ha entusiasmato enormemente. Da parte degli studenti ho ricevuto un’accoglienza calorosissima, addirittura reverenziale. Ho incontrato un professore che mi ha detto di essere stato un habitué del Cocoricò, per cui mi ritrovo a interloquire con svariate fasce sociali e d’età: i ragazzi di un tempo oggi sono professori, assessori, manager, imprenditori, artisti… altro che generazione “X” perduta e perdente!…E’ bellissimo, veramente incredibile! “Discorivoluzione” esplorava la club culture a 360 gradi, musica compresa naturalmente. Tantevvero che Daniele Baldelli si è esibito in un dj set pazzesco…Questa tre giorni ha ottenuto un successo tale che penso  debba essere riproposta assolutamente. E’ una mostra che merita di essere divulgata, un esempio di come il mondo del clubbing possa essere cultura in tutti i sensi. La cosa interessante è che si è partiti dal concetto di architettura di interni e di esterni per poi esplorare il modo in cui la struttura di una discoteca viene sfruttata, rendendola mitica. Ti confesso che essere stati affiancati a giganti del clubbing mondiale come il Ministry of Sound di Londra o lo Studio 54 di New York è stata una grandissima soddisfazione, anche a livello morale: la celebrazione (e la rivincita) di un settore che ultimamente è stato messo in crisi da tanti fattori. I club possono essere dei contenitori sociali, dove trasmettere valori oltre che fare divertimento. Noi del Cocoricò la cultura l’abbiamo già fatta, possiamo continuare a farla. E sempre meglio!

 

Estasiato e stupefatto accanto alla sua maschera esposta al PAC, Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano

Special Guest della kermesse “Discorivoluzione”, la mostra-evento organizzata dal Politecnico di Milano

Poi sei volato a Dubai con il Grand Bal di Monte Carlo. Che ci racconti di questa esperienza?

Tutti sapete che io ho da sempre una doppia vita. Sin dalla gloriosa epoca del Cocoricò, al mio lato “trasgressivo” e avanguardista alternavo quello più serioso e filologico di Maestro di Cerimonie del Carnevale di Venezia. L’essermi fatto conoscere al Carnevale è stata per me una vetrina importante: mi ha consentito di fare animazione, direzione artistica, partecipare al mondo prestigioso dei grandi balli anche grazie alla società denominata Noble Monte-Carlo. La dirige Delia Grace Noble, un’affascinante signora rumena, cantante lirica straordinaria e ambasciatrice dell’Unicef trasferitasi nel Principato di Monaco ormai da tempo. All’attività di soprano Delia affianca quella di organizzatrice di eventi mondani e culturali. Io a Monte Carlo organizzavo eventi per la SBM, la Société des Bains de Mer, e lei mi ha contattato anche in virtù di questo mio ruolo. Tra noi si è subito instaurata un’intesa umana e professionale. Sotto la sua direzione artistica, l’anno scorso, mi sono esibito nel gala ufficiale di chiusura del padiglione del Principato di Monaco all’ Expo di Dubai. E’ stato qualcosa di grandioso: la famiglia reale ha desiderato e patrocinato un ballo al Burj al- Arab, il rinomato e iconico hotel a sette stelle a forma di vela, dove ci hanno onorato della loro presenza ben sette sceicchi e le loro corti. Lo considero a tutt’oggi uno degli eventi più lussuosi e prestigiosi a cui abbia preso parte nella mia vita, un’esperienza molto emozionante perché abbiamo portato le atmosfere delle corti europee, dei grandi balli dell’800, negli Emirati Arabi. Gli sceicchi, seduti in prima fila, per protocollo sarebbero dovuti rimanere un’oretta, invece hanno gradito lo spettacolo al punto tale da decidere di godersi tutta la serata. Uno sceicco, anche a nome anche degli altri membri delle famiglie reali, mi ha voluto  ricevere nel suo ufficio al World Trade Center perché era interessato a saperne di più su alcuni dettagli del ballo. Per me è stata un’enorme soddisfazione, ho avuto una conferma del successo ottenuto e del fascino che ha sprigionato il nostro evento. Per Dubai, una città abituata al lusso sfrenato e al divertimento ma poco ricca di storia, siamo stati una bella novità!

 

La straordinaria performance di Dubai con il Grand Bal di Monte Carlo: in prima fila, gli sceicchi ospiti dell’ evento

Hai anche avuto modo di visitare Dubai, una città nota per il suo lusso opulento e per la vita notturna vibrante? Se sì, che impressione ti sei fatto di questo luogo talmente sfarzoso da sembrare irreale?

Quel territorio non ha una grande storia alle spalle, e proprio per questo si è proiettato in una dimensione futura e futuristica. Ho visitato il Museo del Futuro, dove ci sono progetti che verranno ultimati nel 2060 e nel 2070 ma sono già partiti… sembrano usciti da un libro di fantascienza! Questo Museo è interessantissimo, ma la cosa che mi ha emozionato di più è stato il Burj Khalifa, il grattacielo più alto del mondo: misura 828,28 metri di altezza! E’ completamente ricoperto di led e di notte, quando è illuminato, appare altamente scenografico. Ma quando è spento è talmente imponente da diventare quasi inquietante, una torre di babele pazzesca! Il giorno in cui l’ho visitato (ero al 145mo piano, dove sembrava di stare in un aereo stazionato sopra la città), mi sono messo alla ricerca di un rifugio che facesse da contrappeso a tanta maestosità: sono andato a bere un caffè all’Armani Hotel. Mi sono subito sentito a casa. Lo sfarzo arabo è fatto di molto oro affiancato ai tradizionali colori religiosi, quindi il turchese, lo smeraldo, il blu cobalto…ma a volte si rivela lontano dal nostro gusto. Invece il Burj Khalifa sfoggia un’eleganza tecnologica, avveniristica e di design molto particolare. All’ Armani Hotel, un fiore all’ occhiello del Made in Italy all’ interno di questo capolavoro di ingegneria e architettura che è il Burj Khalifa, sono dedicati ben sette piani. E poi, in giro per la città, ho notato un canale che mi ha fatto pensare a una sorta di Venezia del quarto millennio: era solcato da imbarcazioni, anche turistiche, c’erano molti ristoranti e grattacieli dal lusso ridondante. A Dubai c’è la voglia di creare il tutto dal nulla. Il futuro è il valore aggiunto della città. Non ho trovato troppo invitanti le spiagge, l’acqua non è così limpida e trasparente come la nostra, però si può fare dello sport acquatico. Quello che attira di più, indubbiamente, è l’ostentazione dello sfarzo, della ricchezza e dell’esclusività.

 

Ori e opulenze in quel di Dubai. Qui sopra, il Burj Khalifa: è il grattacielo più alto del mondo

Il 2 Aprile, per te, è stata una data importante: ricorreva il compleanno di Giacomo Casanova, il seduttore veneziano di cui sei ormai l’alter ego. So che nella Serenissima svariate iniziative ti hanno visto protagonista…

L’iniziativa più importante – Casanova nacque esattamente il 2 aprile del 1725 – è stata l’inaugurazione della Fondazione Giacomo Casanova, che fa ricerche a livello culturale e filologico per divulgare non solo l’immagine dell’avventuriero e libertino, ma soprattutto quella del Giacomo intellettuale, del grande testimone del suo tempo. Casanova è stato protagonista autentico ed appassionato dell’Illuminismo pur subendo il fascino dell’ancien régime e delle splendide Corti europee. Di questa Fondazione fanno parte studiosi casanoviani provenienti da tutta Italia e tutta Europa. Essendo io il suo testimonial, ho potuto inaugurare l’Infopoint a Palazzo Zaguri che tra due anni ospiterà il Museo Ufficiale di Giacomo Casanova. In questo bellissimo Palazzo in Campo San Maurizio, infatti, nel 2025 verrà collocato il Museo dedicato al grande seduttore. E’ giusto che Casanova “ritorni” a Venezia, la sua città natale. Le sue spoglie, purtroppo, sono irrintracciabili perché era finito in miseria e fu seppellito in una fossa comune. Ma le sue gesta, non solo quelle erotiche bensì le sue temerarie avventure e disavventure, le sue invenzioni (basti pensare al gioco del lotto), la sua attività di letterato, musicista, collaboratore a libretti d’opera quali il “Don Giovanni” di Mozart, a cui lavorò con Lorenzo Da Ponte…rimarranno eternamente impresse nella nostra memoria.

 

La Casanova Foundation di Venezia

C’è ancora tanto da scoprire su di lui, e questa Fondazione ha proprio lo scopo di aiutare tutti a conoscere un Casanova più completo, nella sua città, con la sua Fondazione e il suo Museo Ufficiale. E’ il veneziano più famoso al mondo insieme a Marco Polo, ma nell’ immaginario mondiale viene per primo. Una vita teatrale come la sua ha fatto sì che il personaggio storico diventasse una maschera da Commedia dell’Arte, il suo nome è diventato addirittura un aggettivo: “E’ un Casanova”, come si suol dire!

 

Abbandoniamo per un attimo la tua vita professionale per passare al privato. Come hai trascorso il weekend pasquale? Dopo tanto girare hai deciso di rimanere in famiglia o ti sei spostato nuovamente?

Mi sono spostato: “Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi”! Sono stato qui nel Veneto con la mia seconda famiglia, la famiglia Venerandi. Ho trascorso queste festività sia esibendomi nel dinner show dedicato che partecipando al pranzo pasquale ricco di ospiti organizzato all’Hotel Spresiano adiacente all’Odissea Fun City (mega club di cui quest’anno ricorre il 30mo anniversario). Grazie ai miei cari amici del trevigiano ho potuto godermi questa bella festa, per me supremo simbolo di rinascita e speranza.

Una manciata di giorni dopo, comunque, eri già in volo per una destinazione estremamente affascinante: Baku, la capitale dell’Azerbaigian. Posso chiederti cosa ti ha riportato nell’ esotica “città dei venti” affacciata sul mar Caspio?

Intanto, l’Azerbaigian per me è una terra magica. Una terra dove gli elementi sono potenti, e non solo il vento che spira forte, ma anche l’acqua, perché si affaccia sul mare; la terra, perché è una terra fertile: gli azeri producono verdure deliziose, e poi sapessi la bontà dei loro vini rossi! Le tre fiamme in prossimità di Baku bruciano da millenni. Probabilmente sono pozze di petrolio, e sono diventate il simbolo della città. Le riproducono anche i bei grattacieli che di giorno hanno una forma un po’ particolare, sembrano proprio delle fiamme, ma di notte si infiammano letteralmente grazie a un tripudio di led. Ammirarli è uno degli spettacoli più belli che possa offrire la città! Sono andato a Baku con molto piacere perché la adoro, adoro la sua gente, e per chiudere il cerchio sull’ iniziativa del Museo Mocenigo: la presentazione di un profumo, prodotto da Mugham, che celebra la riconquista di Shusha. Shusha, la capitale culturale del Caucaso, è stata infatti riannessa al territorio dell’Azerbaigian dopo essere stata presa da potenze esterne. La fondazione di Shusha risale al 1752, non a caso questo profumo si chiama 1752 Karabakh Bouquet. Il mio viaggio a Baku aveva uno scopo ben preciso: consegnare un’ importante lettera della Presidenza della Fondazione dei Musei Civici di Venezia alla Mugham, una casa di produzione che si impegna non solo nella produzione dei profumi, ma anche a livello di divulgazione culturale e musicale. Mugham in azero è una parola magica che significa “musica, tradizione, retaggio”. Sono state create sette note di profumo che diventano una sinfonia nella fragranza celebrativa 1752 Karabakh Bouquet. Musica e profumo si fondono quindi all’insegna del “mugham”: un termine simbolico, iconico, importantissimo in Azerbaigian. Considero l’iniziativa di Palazzo Mocenigo di accogliere questa fragranza nella collezione/archivio del Centro Studi del Profumo, parte preziosa del Museo, l’evento forse più bello, prestigioso ed esclusivo del Carnevale di Venezia 2023, celebrato con un Gala dell’ Associazione Internazionale per il Carnevale di Venezia al Museo Correr il Venerdì Grasso.

 

Le meraviglie esotiche di Baku, capitale dell’ Azerbaigian

Tu viaggi molto all’estero, per lavoro ma – come ben sanno tutti i lettori di VALIUM – anche per diletto. Hai mai pensato di trasferirti all’ estero in pianta stabile, buen retiro di Palma di Maiorca a parte?

No. Voglio restare in Italia, anche se è tanto difficile per una serie di motivi. Ma l’Italia appartiene troppo al mio Dna perché io possa lasciarla per trasferirmi altrove. Espatriare, poi, per me sarebbe una sofferenza. Io voglio essere italiano e portare la cultura italiana nel mondo più che posso, in particolare la cultura veneziana perché Venezia è la mia città di adozione. Non credo che mi trasferirò mai, anche se ho in programma di andare tra tre giorni a Palma di Maiorca! Lì trovo un ambiente tranquillo, ho un’empatia totale con la natura…E’ l’isola delle Baleari che preferisco. Poi credo che farò una puntata a Ibiza, in questi giorni riaprono i locali…andrò a curiosare un po’. Maiorca mi piace moltissimo e sono contento di avere un buen retiro là, ma l’Italia non la lascerò mai. Per turismo o per lavoro l’estero ci sta, ma il Bel Paese è la mia terra natia.

 

Altre immagini di Baku. Qui sopra, il sontuoso Museo Nazionale di Storia dell’ Azerbaigian

A proposito di viaggi, quali aggiornamenti puoi darci sul tuo Grand Tour?

Ho dovuto abbandonare un po’ l’idea a causa degli impegni. Però mi rendo conto che il Grand Tour, più che essere composto da tappe prestabilite come dettò a suo tempo la regina Elisabetta I d’Inghilterra per istruire la giovane nobiltà inglese, oggi abbraccia in realtà un concetto molto più vasto, nel senso che si possono trovare suggestioni e riferimenti a valori importanti in tutto il mondo. Per me anche Baku, per esempio, appartiene alla mia idea di Grand Tour. Nei viaggi che faccio cerco sempre di abbracciare il senso filosofico del Grand Tour, di rinnovare quindi conoscenze antiche o di intrigarmi con nuove esperienze. Anche Dubai fa parte del Grand Tour, perché è un aggiornamento su ciò che accade nel mondo. Tutto quel che c’è in giro di iconico, di suggestivo, per me è Grand Tour. Il mio Grand Tour filosofico, perciò, è sempre attivo.

Tornando in Italia, il 29 Aprile per te è stata un’altra data clou: ti sei esibito in un Memorabilia proprio nella leggendaria location del Cocoricò. Con te c’erano, per fare solo qualche nome, dj del calibro di Cirillo, Saccoman e Ricci jr . Come spiegheresti lo strepitoso successo che questo appuntamento riscuote presso le nuove generazioni? Il Memorabilia è un must anche per chi non ha vissuto la gloriosa era dei ’90…

Ormai, nell’immaginario dei giovanissimi, è diventato una sorta di Grand Tour emotivo e musicale. Quest’ anno abbiamo avuto come special guest Darren Emerson, musicista, dj, produttore di fama internazionale e membro degli Underworld, la band che ha firmato “Born Slippy” e alcuni brani della colonna sonora di “Trainspotting” (il film visionario e un po’ inquietante che è stato un baluardo della gioventù anni’90). I giovanissimi sono attratti da quelle sonorità, oggi inesistenti. Non c’è più niente di nuovo che sia potente e suggestivo come la musica fatta e prodotta dai nostri dj, che si sono fatti conoscere in tutto il mondo con le loro produzioni techno, techno trance ecc. Ma il Memorabilia si è imposto anche per la riproposta del Teatro Notturno, una mia esclusiva. Un particolare molto importante: il 30 aprile di 60 anni fa nasceva il compianto Riccardo Testoni aka RicciDj, per cui allo scoccare della mezzanotte tutti noi della crew abbiamo realizzato un breve ed emozionale evento per onorare la memoria di questo notevole dj e produttore, ma soprattutto meraviglioso amico. Per me, la commemorazione di Ricci Dj è stata la cosa più importante di questo Memorabilia. Avevo deciso che avrei parlato col cuore come feci in occasione del suo elogio funebre, perché avevo visto Ricci solo un paio di giorni prima e mi aveva colpito il fatto che una persona così straordinaria potesse venire a mancare all’ improvviso. All’ epoca, ricordo che al microfono della chiesa dissi: “Questa volta il microfono invece di accompagnarti a una serata ti accompagnerà nel tuo ultimo viaggio, ma l’emozione è la stessa. La passione, l’amore, il rispetto per te è lo stesso, se non di più, perché da oggi rimarrai per sempre nella nostra memoria”. E questo è anche uno dei compiti del Memorabilia.

 

Il Memorabilia al Cocoricò: il costume incontra la moda originando una fusione teatrale (gli abiti del Principe, in rosa Valentino, sono dell’ Atelier La Bauta)

L’ estate si avvicina. Potresti darci qualche anticipazione a grandi linee su come sarà la tua?

Senz’altro ho dei progetti di lavoro in ballo, anche se dopo il Covid tutto si conclama un po’ last minute. Per cui ci sono tante cose in vista; lavorerò in giro per l’Europa, ma voglio anche godermi le vacanze. Sicuramente effettuerò un tour di spiagge mediterranee prima di volare in Giamaica per andare a trovare Grace Jones. Vorrei assistere a diversi suoi concerti tra l’America e l’Europa, per esempio ce n’è uno a New York a fine Maggio, un altro a Giugno in InghilterraGrace è l’artista che seguo di più, vuoi per amore, vuoi perché adoro la sua musica. In più, sta per uscire una sua nuova produzione discografica intrigantissima, dall’atmosfera “afro-tecnologica”…Riassumendo: la mia sarà un’ estate di lavoro, ma sarò anche impegnato a seguire Grace nel suo tour e, last but not least, a godermi questo mondo…almeno finchè c’è!

 

Tableau Vivant al Memorabilia con la Contessa Pinina Garavaglia

Dettagli del look del Principe all’ appuntamento riccionese del 29 Aprile

Il concerto di Grace Jones che Maurice ha già incluso tra gli eventi a cui non ha intenzione di mancare

 

Photo courtesy of Maurizio Agosti

 

Il luogo: al Carnevale di Venezia con il Principe Maurice

 

E’ un Carnevale più magico che mai, il Carnevale di Venezia 2023: “Take your Time for the Original Signs” (questo il tema su cui è incentrato)  si ispira ai segni dello Zodiaco e ai quattro elementi naturali – aria, acqua, terra e fuoco – invitandoci a ritrovare la nostra essenza più intima, la nostra unicità, nel luccichio delle costellazioni astrologiche da cui siamo rappresentati. Per addentrarci in questo viaggio nei giorni grassi del Carnevale veneziano, ho scelto una guida d’eccezione. E’ il Principe Maurice, Maestro di Cerimonie oltre che suprema icona della kermesse, una figura talmente rappresentativa da essersi guadagnata la nomina di Ambasciatore Ufficiale del Carnevale di Venezia nel mondo. Chi segue VALIUM lo conosce bene, è a lui che ho dedicato lo spazio “Sulle tracce del Principe Maurice”. Oggi, eccezionalmente, “Il luogo” e la suddetta rubrica si fondono in uno straordinario connubio: esploreremo il Carnevale della perla lagunare insieme al Principe, in uno scoppiettante turbinio di luoghi, eventi e manifestazioni. Giocheremo con i quattro elementi per presentarvi location inedite della Venezia carnascialesca e vi inviteremo ad appuntamenti speciali, come quello che si terrà stasera al Museo Correr

 

Il Principe si esibisce all’ Official Dinner Show “Original Sinners”

 

Il tema del Carnevale di Venezia 2023, “Take your time for the Original Signs”, inneggia allo Zodiaco e ai quattro elementi naturali. Puoi raccontarci qualcosa in più su questo affascinante argomento?

Da parte del Direttore Artistico Massimo Checchetto, che è anche lo scenografo del Teatro La Fenice, c’è stata la volontà di affidarsi all’astrologia, ai segni zodiacali e agli elementi della natura. Ma c’è anche un altro segno che domina sulla città, ed è quello simbolico di San Marco: il Leone sta a testimoniare la potenza e l’indipendenza della Serenissima, mentre l’ispirazione allo zodiaco invita ognuno a reinterpretare liberamente il proprio segno astrologico. Gli straordinari spettacoli dell’Arsenale, ormai un must della produzione, sono invece dedicati ai quattro elementi (acqua, aria, terra e fuoco). Per rappresentarli non potrebbe esistere uno scenario migliore. Il 4 Febbraio, uno scenografico corteo acqueo ha solcato il Canal Grande in pre-apertura del Carnevale, mentre il giorno successivo si è svolta una regata capitanata da una gigantesca pantegana di cartapesta: poco prima di arrivare al ponte di Rialto, il corpo della Pantegana si è spalancato lasciando fuoriuscire miriadi di coriandoli e palloncini colorati. Questo evento ha sostituito il volo della Colombina, perché in Piazza San Marco ci sono dei lavori in corso che non è possibile interrompere. La piazza, comunque, non rappresenta più il fulcro assoluto del Carnevale. Lo spettacolo è diffuso ovunque, soprattutto nei campielli…è uno spettacolo di strada così come lo era in passato. Anticamente, il Doge inaugurava il Carnevale permettendo agli artisti di strada di esibirsi in qualsiasi luogo, ed è quello che succede oggi. E’ un ritorno alle tradizioni più remote, mentre di nuovo e di meraviglioso c’è il Dinner Show ufficiale a Ca’ Vendramin Calergi, “Original Sinners”, ideato e diretto da Antonia Sautter: i segni zodiacali sono evocati in uno splendido corner “astrologico”, ma l’evento è dedicato ai sins e ai sinners, ovvero ai peccati e ai peccatori. Il Concorso della “Maschera più Bella” è ormai quasi completamente virtuale. Le maschere sfilano all’ interno di un’ installazione in Piazza San Marco, dove una piccola telecamera immortala i loro costumi in ogni dettaglio. Le immagini vengono diffuse sui social del Carnevale e votate dal popolo del web, dopodichè una giuria qualificata, composta da Massimo Checchetto e dai prestigiosi atelier veneziani Pietro Longhi, La Bauta, Antonia Sautter e Nicolao Atelier, selezionerà la maschera vincitrice tra quelle che hanno ricevuto più voti. Partecipanti e giuria non hanno più un contatto diretto, credo che sia un residuo dei distanziamenti dell’epoca Covid.

 

 

Quali sono i luoghi chiave in cui si sviluppa il Carnevale?

Il Carnevale è diffuso in tutta la città metropolitana. Si sta dando importanza anche alla terraferma, per coinvolgere – oltre che i turisti – l’intera popolazione. I luoghi chiave sono i campielli principali come l’anno scorso. La mappa è la stessa, il format è lo stesso, però sono stati implementati i teatrini. In Piazza San Marco qualche spettacolo viene fatto, ma si punta a non creare un eccessivo affollamento e i cantieri sono piuttosto ingombranti: per non intasare la piazza, ad esempio, il volo dell’Angelo non è stato effettuato. Personalmente sto frequentando le più tradizionali location veneziane: ho voglia di tornare alle origini. In questo momento mi trovo al Caffè Florian, dove vado tutti i giorni a prendere il caffè. Ho voglia di respirare gli odori, i profumi, l’energia che mi ha sempre donato quel locale, un punto di riferimento assoluto del Carnevale perché in passato gli aristocratici si ritrovavano lì dopo la loro sfilata in costume, “el liston delle maschere”. Sfilavano sulla pavimentazione di Piazza San Marco, lungo una fascia decorata che veniva chiamata il “liston”. Tradizione a parte, a Venezia esistono miriadi di locali. Alcuni hanno aperto da poco e sono molto simpatici, freschi, frizzanti. Quest’ anno in laguna c’è una massiccia presenza di giovani provenienti da tutto il mondo: le nuove generazioni, intrigate dal Carnevale, sono approdate a Venezia per scoprirlo in prima persona. Tra le location più imperdibili, poi, c’è sicuramente l’Arsenale, che da un anno a questa parte ospita spettacoli straordinari. “Original Signs” è uno show grandioso, organizzato sul bacino acqueo, che mette in scena i quattro elementi naturali: terra, acqua, aria, fuoco vengono rappresentati in un’atmosfera magica dove la danza, lo spettacolo e la musica si fondono in un connubio eccezionale. A Ca’ Vendramin Calergi, lo storico Casinò di Venezia (è il più antico al mondo), l’appuntamento serale è con gli “Original Sinners” di Antonia Sautter. La formula è quella del dinner show, però si può anche ballare. In questi spazi incantati mi esibisco nelle vesti di performer e di Maestro di Cerimonie.

 

 

Vorrei segnalarvi un’ ulteriore location, il Museo Correr: con l’ Associazione Internazionale per il Carnevale di Venezia, del quale sono Direttore Artistico, organizziamo eventi di scambio culturale con nazioni di tutto il mondo. E proprio nel Museo Correr oggi si terrà un incontro importante tra la città di Baku, la capitale dell’Azerbaigian, e Venezia. Perché Baku? E’ molto semplice: si trova sulla Via della Seta, la rotta commerciale che congiungeva l’Impero romano con quello cinese. Lo scambio tra Baku e la nostra Associazione va avanti già da qualche anno, ma adesso è improntato alla raffinatezza più squisita. L’ appuntamento, “Profumi e Antichi Merletti sulla Via della Seta”, includerà una visita ufficiale al Centro Studi di Storia del Tessuto, del Costume e del Profumo di Palazzo Mocenigo perché l’azienda sponsor dell’evento ha creato un profumo estremamente pregiato e particolare. Per la sera è prevista invece una cena di gala nella sala da ballo del Museo Correr, l’ex Palazzo Reale voluto da Napoleone. Sarà una soirée esclusiva e dal sapore d’altri tempi, quando gli scambi diplomatici e commerciali venivano sanciti dagli incontri mondani. Nel periodo “Grasso” del Carnevale, comunque, a Venezia si concentra un tripudio di balli e di iniziative.

 

 

Parlaci del tuo ruolo nell’edizione 2023 della kermesse.

Il mio ruolo è sempre lo stesso. Diciamo che sono ormai iconizzato, incorniciato in questo Carnevale. Quando appaio in abiti civili, come in questo momento, vengo riconosciuto e salutato con calore: questo mi gratifica molto. Ho finalmente avuto la possibilità di tornare in Piazza San Marco per presentare le 12 Marie, martedì presenterò la vincitrice che diventerà una sorta di regina del Carnevale. In Piazza San Marco mi sono esibito anche in occasione di un raduno di tutte le associazioni storiche del Carnevale di Venezia, era presente anche la nostra Associazione Internazionale. La mia è stata una piccola improvvisazione di Commedia dell’Arte, un incontro tra Casanova e un’astrologa (“stroega” in veneziano). La storia era buffa: Casanova, in gramaglie perché aveva fatto cilecca la notte precedente, chiedeva a un’astrologa il motivo della sua défaillance. Voleva sapere come mai gli astri si erano accaniti contro di lui. E’ stato un battibecco simpaticissimo: si è scoperto che non c’era nessun problema, Casanova era solo stato vittima della vendetta di un’amante che lo aveva “intorpidito” con una droga a base di bromuro. In sintesi, durante il Carnevale ho la possibilità di esprimermi sia nel ruolo di performer che di Maestro di Cerimonie.

 

Il  Museo Correr

Il Carnevale di Venezia nasce sotto il segno del Leone di San Marco. Che caratteristiche possiede, a tuo parere, di questo segno zodiacale?

Venezia del Leone ha la maestà, e il fatto che sia un leone alato le dà anche quel senso di leggerezza, di sontuosità serena, che potrebbe essere ricollegato all’appellativo di “Serenissima”. Quindi direi che il Leone di San Marco corrisponde esattamente al simbolo del potere di Venezia, all’ imprinting della Serenissima storica. E’ una straordinaria immagine-simbolo: combina la forza e la bellezza del leone con la possibilità di volare sulle ali della fantasia.

 

 

Facciamo un gioco: ti chiedo di abbinare simbolicamente i quattro elementi naturali, uno dei temi portanti del Carnevale 2023, a quattro location veneziane che li rievocano.

Cominciamo con l’Aria. Dove respirare a pieni polmoni l’aria di Carnevale?

Senz’altro a Piazza San Marco. Tutti si danno appuntamento qui. E includo nell’area anche il bacino di San Marco, Riva degli Schiavoni compresa. L’aria del Carnevale, però, puoi respirarla anche di straforo: magari incontri una maschera in una calle stretta e ne rimani inebriato…

 

 

Acqua: citaci una location mozzafiato affacciata sulla laguna.

L’Arsenale. Gli spettacoli si svolgono sul suo bacino acquatico: l’acqua fonde insieme tutti gli elementi naturali ed è l’elemento dominante della città. Segnalo anche il Canal Grande e i vari canali, da esplorare tramite lunghe escursioni in gondola.

 

 

Terra: citaci una location d’eccezione per assaporare i Frutti della Terra, ovvero deliziare il palato

Sant’Erasmo, un’isola a vocazione agricola detta l’”Orto di Venezia”. Lì si assaporano piccole delizie come le “castraùre”, i germogli del carciofo. Ma per godere dei frutti della terra si può anche andare a mangiare alla Trattoria Al Bacan, vicina all’ approdo lagunare dell’isola. E’ un must se si desidera conoscere la cucina tipicamente veneziana.

 

 

Fuoco: citaci la location hot per antonomasia della Venezia carnascialesca.

Il Dinner Show ufficiale del Casinò, che è dedicato al peccato originale. Gli spettacoli sono maliziosi, intriganti e ammiccano a ciò che potrebbe succedere nel dopo-festa, perché “lì non si può”! Quest’anno direi che le fiamme ardono proprio dai nostri peccatori. Ma Venezia è una città talmente magica che il fuoco si può accendere ovunque. Per esempio, con uno sguardo che si intravede dietro la maschera. C’è un’immancabile malizia, dietro ogni maschera. Eros e Thanatos al Carnevale sono sempre presenti. Bruciare di passione, poi, è una bella morte. Non è un caso che sia stata chiamata “la petite mort”…

 

 

Le costellazioni risplendono, e sono visibili, nel cielo notturno. Svelaci una location altrettanto meravigliosa, ma misteriosa e sconosciuta ai più.

Quelle davvero misteriose non sono raccontabili. La location più misteriosa attorno alla quale eventualmente ritrovarsi per carpire quello che è rimasto delle sue energie antiche ed esoteriche è senz’altro la piccola chiesa della Maddalena, piena di simboli massonici e occulti. Entrare non è possibile, ma si può ammirare esteriormente: si trova nel Sestriere di Cannaregio ed è un esempio di architettura neoclassica veneziana. Al suo interno abbondano enigmi che non posso svelare…Il mistero di questa chiesa bellissima, chiusa al pubblico da decenni, ha a che fare con la controversa figura di Maria Maddalena. Mi chiedi se l’ho visitata? Perché vuoi estorcermi segreti impossibili da rivelare? (ride)

 

 

Come concludere il Carnevale in bellezza e soprattutto senza traumi?

La nostra Associazione tradizionalmente organizza un silenzioso corteo in gondola, partendo quasi sempre da Palazzo Pisani Moretta fino ad arrivare in Piazza San Marco. Lì facciamo un grande girotondo a mò di saluto e augurio per ritrovarci tutti l’anno prossimo. Quest’ anno, dopo il girotondo di rito, io mi esibirò in una performance a sorpresa quando la piazza sarà completamente vuota. Il mio sarà un omaggio a questa città, un gesto di ringraziamento per la magia, la gioia, la bellezza, il sogno che continua a regalare a tutti quelli che ci vivono e che vengono a visitarla. Non sarà un evento segreto: semplicemente non lo annuncio, chi c’è c’è e chi non c’è…pazienza!

 

 

 

 

Sulle tracce del Principe Maurice: le prime tappe di un 2020 che scintilla di…”Gloss’n’Glitter”

Un impetuoso mood Punk travolge Pitti Uomo

Mentre i rigori invernali sono al loro culmine, con temperature gelide e fitte nebbie, il Principe Maurice si muove ancora sul caliente sfondo di Palma di Maiorca. Durante il nostro appuntamento telefonico è in pausa aperitivo mentre impazza la tre giorni di Sant Sebastià, patrono del capoluogo maiorchino. Musica, grigliate e festa grande sono i leitmotiv di questa ricorrenza: ed è proprio tra una grigliata e l’altra che Maurice, in vena di celebrazioni (anche) per una serie di progetti nuovi di zecca, ci parla delle ultime notizie che riguardano la sua travolgente vita. Sono cinque, le tappe attraverso cui si snoda la puntata odierna di “Sulle tracce del Principe Maurice”. Treviso, dove il 2020 del nostro eroe ha avuto inizio, è la prima. Segue Firenze, che lo ha applaudito in una sorprendente versione Punk.  Fabriano, la celebre “Città della Carta”, accoglierà invece il Principe per un’attesissimo bis (seppure con un format differente) all’ Aera Club & Place. A Palma di Maiorca si terrà la presentazione di “Gloss’n’Glitter”, un concept sfavillante come suggerisce il nome, mentre Venezia – last but least – vedrà Maurice nelle consuete vesti di Maestro di Cerimonie oltre che di un Casanova inedito. Ma non vi “spoilero” oltre, e lascio che sia lui stesso a rivelarvi di più sugli indizi di cui sopra e a raccontarvi altro, moltissimo altro ancora.

Dopo i tuoi Auguri di Natale ai lettori di VALIUM, devo dire apprezzatissimi, ci rincontriamo agli albori di un nuovo decennio. Com’è andato il Capodanno all’ Odissea di Treviso e come hai iniziato il 2020?

L’ ho iniziato benissimo. Il mio Capodanno all’ Odissea si è snodato tra due spettacoli, uno per il dinner show e l’altro nella grande sala live, dove ho indossato un “vestitone” rosso molto scenografico. Tutto è andato più che bene. La mia collaborazione con questo bellissimo locale continua: a breve ci saranno altre serate riferite soprattutto al dinner show, un genere che negli ultimi tempi sto coltivando e implementando. Tornando al Capodanno, lo definirei bello, gioioso, giocoso…Non è stato semplice, perché la produzione era abbastanza impegnativa: con me avevo circa una ventina di artisti tra ballerini, cantanti, acrobati eccetera…Ma a me questo genere di cose piace, per cui il mio approccio con il 2020 non sarebbe potuto andar meglio! Sono davvero soddisfatto.

 

Alcune immagini del Capodanno all’ Odissea di Spresiano (Treviso)

Il party di BePositive, brand di sneakers innovative fondato nel 1995 da Ubaldo Malvestiti, ti ha visto protagonista a Firenze l’8 Gennaio scorso, durante la prestigiosa kermesse di Pitti Uomo. Le foto dell’evento sono una delizia per lo sguardo…Che ci racconti di quella serata e della tua performance?

E’ stato tutto estremamente divertente, a cominciare da quando sono passato in Fortezza da Basso con il mio outfit Punk e il gruppo ristretto di modelli e performer che mi accompagnavano: ci fermavano a ogni passo! E’ stata una grande soddisfazione, c’erano fotografi da tutto il mondo, ci ha immortalati persino Vogue…Insomma, siamo piaciuti! Soprattutto perché eravamo in assoluto contrasto con tutto quello che di solito vedi a Pitti Uomo: lì sono sì stravaganti, ma in versione chic. Cappellini, barba e baffo perfetti, scarpa in un certo modo, colori tenui…Poi è arrivato questo gruppo punkeggiante di rottura, il nostro, ed è stato un autentico boom. Il party di Febos/BePositive, organizzato dal patron del marchio e dell’ evento Fabrizio Ferraro, si è rilevato stratosferico. Innanzitutto si teneva nella location impressionante, pazzesca, davvero stupenda, della Cattedrale dell’Immagine di Santo Stefano al Ponte, dove attualmente si tiene la mostra multimediale su Magritte (“Inside Magritte”, ndr.). Esiste tutto un impianto di proiezioni immersive che coinvolge le pareti e l’altare, poi c’è una stanza stranissima, la Sala degli Specchi, completamente ricoperta di specchi…Lo stesso video mapping dedicato a Magritte è stato utilizzato durante la nostra esibizione. La serata è iniziata con un cocktail ed una cena a buffet animata dai BowLand (un trio musicale iraniano che si è fatto conoscere per la sua elettronica raffinatissima con accenti etnici), dopodichè la mia performance ha stravolto il mood virandolo al Punk.

 

Il gruppo Punk capeggiato dal Principe a Firenze

Mi sono esibito sulle note di “My way” cantata da Sid Vicious dei Sex Pistols: sullo sfondo di una scenografia video mappata, ho sfoggiato una cresta di plastica nera con delle ciocche fluo e un look – curato da Flavia Cavalcanti –  ispirato al Punk, ma un Punk un po’ fashion in stile Vivienne Westwood. Il make up “à la Nina Hagen”, invece, è stato ideato da Vassy Longhi, un bravissimo truccatore che si è occupato anche delle acconciature. La festa è proseguita con il dj set di Tommy Vee, all’ insegna di una tech-house piacevolissima, mentre a fine serata (non dimentichiamo che l’8 gennaio ricorreva l’anniversario della nascita di David Bowie) ho cantato una versione punkeggiante, ma autentica, bella e soprattutto molto emozionata, di “Heroes”. Il party straripava di ospiti arrivati da tutto il mondo, soprattutto giornalisti, blogger e operatori del fashion biz. E’ stato un evento riuscitissimo perché alle feste di BePositive si può giocare, divertirsi, e questo la gente lo sa. Noia e formalità sono bandite! C’erano oltre 1000 persone, fuori la fila di chi voleva entrare (ma non poteva, perché non c’era più spazio) diventava sempre più lunga. Insomma, la mia è stata una rimpatriata a Firenze divertente e prestigiosa, perché il party di BePositive è uno dei più attesi: d’altronde, il successo di una festa dipende anche da quanto è ambita…E devo dire che non vedevo qualcosa del genere da tempo.

 

Il party di BePositive a Pitti Uomo: un vero boom

Cosa pensi della svolta della moda, che da un mood di puro glamour è approdata a tematiche sostenibili e prettamente sociali come l’inclusività?

Io trovo che sia giusto, perché la moda è un vettore straordinario di filosofia oltre che di stile. Non dimentichiamo che la stessa Vivienne Westwood, partita con il Punk e quindi con la trasgressione più assoluta, è diventata la pioniera di questa sensibilizzazione sui temi ambientali. La tua domanda, poi, mi riporta in mente le interviste che mi hanno fatto a Firenze l’8 Gennaio scorso. Mi chiedevano: “Come mai siete Punk? Siete cattivi?”, e io rispondevo “No. In una società che è cattiva di per sé, che è stata finora indolente nei confronti dei bisogni del pianeta, essere Punk significa – visto che siamo contrari a quel che accade attualmente – essere portatori di colore, di trasgressione nell’ immagine, ma anche di valori.” Sono felicissimo che la moda diffonda dei messaggi di aiuto al pianeta e a chi ne ha più bisogno, perché è un ambiente senza dubbio privilegiato e, soprattutto, ha un gran potere comunicativo. Il fatto che veicoli simili principi mi piace tantissimo e cavalco anch’io quest’ onda meravigliosa, affiancandomi a Vivienne che amo e che è mia amica.

 

La crew femminile del Principe al party di BePositive

Maurice insieme a Vivienne Westwood

Il make up artist e hairstylist Vassy Longhi e la designer/costumista Flavia Cavalcanti con il Principe in occasione dell’ evento a Pitti Uomo

Uno scatto pre-festa con il trio dei Bowland

Rimango in tema fashion perché sono molto curiosa di sapere quali sono i tuoi brand preferiti attualmente: citamene tre del presente e tre del passato, please!

Devo dirti la verità: alla fine della fiera, io vesto volentieri Zara! Però se devo essere elegante punto su Dolce & Gabbana, Valentino, mi piace molto Dior…Adoro la sua ricerca dei colori, dei tessuti. Per il classico capospalla citerei quindi Dolce & Gabbana, mentre per quanto riguarda le scelte di tendenza – ma sempre all’ insegna della raffinatezza – ti dico Christian Dior. I miei tre brand preferiti del presente sono senza dubbio Dolce & Gabbana, Vivienne Westwood e Dior, i tre del passato che adoro letteralmente sono ancora una volta Vivienne (che sempre mi è piaciuta e sempre mi piacerà) insieme a Jean-Paul Gaultier e a Thierry Mugler: ho delle giacche, dei completi stupendi con la sua griffe. Rispetto agli oufit da indossare on stage, invece, amo Issey Miyake, soprattutto la sua prima linea plissettata: crea delle geometrie stupende e occupa poco spazio nei bagagli. Miyake, come mi ha insegnato Grace Jones, è veramente l’ideale per i costumi di scena. Perchè per me la moda è anche teatro. E poi, del passato, conservo capi sartoriali di mio nonno e addirittura del mio bisnonno, avendo il loro stesso tipo di fisico. Li indosso tuttora! A proposito, sai qual è il mio sogno? Creare una linea da camera per uomo firmata Principe Maurice utilizzando tessuti veneziani tipo Fortuny e ricalcando un po’ lo stile dannunziano. Delle bellissime vestaglie, delle bellissime pantofole, però in materiali preziosi e con un design che richiama quell’ epoca. Poter ricevere come si usava un tempo, indossando vestaglie di seta, velluto, cachemire…griffate da me stesso. E’ un sogno che ho da un po’. Chissà che non riesca a realizzarlo!

 

Un selfie “Punk” del Principe in compagnia di Nina Aprodu al party di BePositive

Il mese di Gennaio per te è iniziato alla grande, ma sono sicura che Febbraio sarà altrettanto spettacolare. Basti pensare che l’8 prenderà il via il Carnevale di Venezia, del quale sarai ancora una volta l’icona. Quale sarà il tema di quest’anno e quali anticipazioni puoi darci, nelle tue vesti di Maestro di Cerimonie?

Il Carnevale di quest’ anno sarà dedicato al tema de “Il Gioco, l’ Amore e la Follia”. Sono tre elementi che convivono da sempre nella vita di ognuno di noi, perché l’amore è senza dubbio gioco, è anche follia…Chi non ha fatto follie per amore? Chi non sta alle regole del gioco dell’amore, per coltivare le proprie relazioni? Questo tema mi calza a pennello. Io sarò un Casanova nuovo, sempre in costume settecentesco ma al posto della parrucca indosserò…Non ve lo rivelo! Diciamo che la mia sarà un’interpretazione del personaggio del quale sono diventato l’incarnazione ufficiale – questo Casanova già trasformato in maschera della Commedia dell’Arte – in versione “contaminata”, più ricca di gioco e di follia. Posso anticiparvi poi che esiste un Carnevale, parallelo a quello popolare, che è il Carnevale Culturale. Quest’ anno mi è stato chiesto di produrre qualcosa che avesse a che fare con quel programma. Mi dedicherò a un progetto sui temi di amore e morte, “Eros & Thanatos”, però in chiave abbastanza grottesca: ci saranno anche le cosiddette “drama queen”. Sono partito citando la canzone “Morirò d’amore” di Giuni Russo in modo ironico, simpatico, pur portando esempi storici e drammatici come quelli di Didone, Cleopatra e così via. Sarà una performance sia recitata che musicale. Ad affiancarmi ci sarà il Duo Bellavista-Soglia e ci esibiremo a Palazzo Labia – una location ad hoc con il suo ciclo di affreschi su Antonio e Cleopatra – il 19 Febbraio.  Il Carnevale ha un nuovo direttore artistico, Massimo Checchetto. E’ il direttore delle scenografie, oltre che regista, di alcune opere del Teatro La Fenice. Sono felicissimo della sua nomina perché Checchetto è una persona preparata, professionalmente molto avanti, è un artista ed è veneziano; abbiamo un rapporto di stima reciproca, per cui è probabile che durante il Carnevale creeremo insieme delle performance non previste: preparatevi alle sorprese!

 

Un souvenir del Carnevale di Venezia 2019

Appuntamenti fondamentali come il Volo dell’Angelo, Le Marie, la chiusura, il Corteo Acqueo dell’8 Febbraio, ovviamente, mi vedranno sempre coinvolto. Inoltre anche quest’ anno – e tutte le sere – mi vedrete nei panni di Maestro di Cerimonie al Gala ufficiale di Ca’ Vendramin Calergi, il Casinò di Venezia, che sarà dedicato all’ amore ed avrà “Nutri l’amore e accresci la follia” come motto. Ma c’è di più. Con l’Associazione Internazionale per il Carnevale di Venezia (di cui sono il direttore artistico) abbiamo studiato tre eventi da inscenare in tre location pazzesche. Uno si terrà Venerdi Grasso nella preziosissima Scuola Grande San Giovanni Evangelista, ed è dedicato ai vampiri. Per me il vampiro è un amante morboso, come lo è la vamp (che deriva sempre da “vampiro”…). L’ispirazione si rifarà al romanzo e alla pellicola “Intervista con il vampiro”. Ricordi il “Teatro dei Vampiri” dove, nel film, i vampiri si fingevano attori e facevano del pubblico le loro vittime?  “Il Teatro dei Vampiri” sarà una festa molto bella, poi ce ne sarà un’altra che con occhio ironico guarderà a Oriente e sarà riferita ad Aladino: sono previste danze esotiche e l’apparizione di questo affascinantissimo, meraviglioso Genio della Lampada – che non sarò io (ride, ndr.). La terza festa, invece, avrà come tema l’amore ma affrontato nell’ opera buffa e nell’ operetta. Si terrà a Palazzo Pisani Moretta, il palazzo più suggestivo del Canal Grande, in chiusura della kermesse. Ma la novità assoluta è che il Carnevale, in teoria, sarebbe dovuto cominciare il 15 Febbraio invece inizierà il 14: con un tema come quello dell’Amore, San Valentino non poteva essere di certo lasciato fuori! Includere questa data sarà molto intrigante…Per quanto mi riguarda, quella sera stessa condurrò la speciale “Valentino’s Night, amorosi balli a San Marco” in piazza San Marco, insieme a Federica Cacciola e a Tommy Vee.

 

 

Una coppia al Carnevale di Venezia

I problemi associati all’ acqua alta determineranno mutamenti nell’ accoglienza turistica, misure precauzionali particolari?

Per ciò che riguarda l’acqua alta in particolare no, perché tutto sommato è un fenomeno abbastanza comune dell’inverno veneziano. Ci saranno però degli accorgimenti relativi alla sicurezza, mirati a non intasare la piazza: probabilmente verranno installate delle telecamere che rileveranno il numero di persone presenti e quando si raggiungerà la capienza prestabilita dalle autorità, l’accesso verrà chiuso. E’ sopraggiunta l’esigenza di limitare l’affluenza, anche per ragioni di salvaguardia della città. Venezia ha una pavimentazione secolare, fragile; la grande folla potrebbe danneggiarla. C’è quindi una nuova sensibilità che richiede delle precauzioni specifiche. I limiti posti sono stati studiati per non pregiudicare l’economia cittadina e la quantità di gente che il Carnevale attira. Per i visitatori sarà come addentrarsi in un locale chiuso: quando usciranno delle persone ne entreranno altre, il flusso sarà continuo e ben coordinato. L’invito che è stato fatto a ognuno, poi, è quello di vivere il Carnevale appieno. I veneziani vengono esortati a mascherarsi, a riappropriarsi della festa, perché tutto questo si era un po’ perso con il passar del tempo.

 

 

Tornando al prossimo Febbraio, mi giunge voce che lo inaugurerai con un grande ritorno: l’1 ti accingi nuovamente ad esibirti a Fabriano, la celebre “Città della Carta”, presso l’Aera Club & Place. Che mi dici di questo appuntamento?

Sono molto contento di tornare a Fabriano, una cittadina affascinante e antica. Mi fa piacere che questo locale abbia potuto riaprire i battenti e che abbia desiderato me e la crew, che è quella del Memorabilia  – anche se non potremo utilizzarne il nome per questioni legate al marchio. Però “The Heroes of Piramide”, gli eroi della Piramide, siamo noi e l’evento sarà sicuramente una bella replica di quella serata stupenda che venne fatta due anni fa. Io torno a Fabriano con grande simpatia, per divertirmi e cercare di far divertire gli appassionati con questo genere musicale, la techno, che è ormai un fenomeno di gran successo. Lo era già, ma lo è diventato ancor più dopo la chiusura del Cocoricò. C’è la volontà di non perdere quella memoria, per cui le serate dedicate agli anni ‘90 funzionano benissimo. Indubbiamente il nostro format è il più simile al Memorabilia e, sostanzialmente, quello di maggior qualità. La cosa più bella è che attira un pubblico di età svariate, ma tutti stanno bene insieme nel nome della musica e del divertimento!

 

Il Principe all’ Aera Club & Place nel 2018

Quali emozioni provi nel pensare di riaffrontare un pubblico che, nel Gennaio del 2018, ha letteralmente gremito il Club fabrianese?

Sono felicissimo pensando di stupire chi non mi conosce e di divertire chi mi conosce già! Io con il mio pubblico ho un rapporto straordinario, empatico: divento una sorta di amplificatore delle sue emozioni. Quello che mi interessa è essere un tutt’uno con la gente. Mi sento contento, soddisfatto, forte…Con chi assiste alle mie performance si è instaurato un feeling che non si è mai esaurito, non ho mai avuto il problema di essere fischiato o contestato. Parto con un canovaccio di quello che ho intenzione di fare, ma poi intercetto l’umore che circola in sala per improvvisare: sono al servizio del mio pubblico, e questo la gente lo percepisce. Capisce che sto dalla sua parte, che esalto ciò che desidera vivere, per cui mi ama. E’ un amore reciproco, d’altronde! Il rapporto tra me e il pubblico è magico. Gli sviluppi delle mie performance sono sempre imprevedibili, sempre improvvisati, sempre nuovi. Sfido chiunque a dire che una mia serata è stata uguale a un’altra. Faccio qualcosa di diverso ogni volta perché sono alla ricerca di quel famoso “uno, nessuno e centomila” che è nelle mie corde.

Dopo la tappa fabrianese, cosa bolle in pentola?

C’ è un nuovissimo progetto maiorchino con Francesca Faggella, una bravissima conduttrice sia radiofonica che televisiva. Ci siamo ritrovati a Maiorca e abbiamo pensato di lanciare un format che rievoca lo Studio 54, si chiama “Gloss’n’Glitter“: il 6 Febbraio verrà presentato a Palma di Maiorca con una festa riservata alla stampa, ai vip e agli operatori del settore, poi spero che girerà l’Europa e tutto il mondo. La nostra iniziativa sarà completamente dedicata alla New Disco, un genere ispirato alla musica degli anni ‘80 ma remixata in modo attualizzato sia a livello di ritmica che di sonorità. Francesca Faggella è una dj che fa New Disco da anni e ha già un programma radiofonico a tema su due radio delle Baleari. Quando ci siamo incontrati, abbiamo pensato di creare qualcosa che unisse musica e spettacolo. In “Gloss’n’Glitter” interpreterò Andy Warhol, l’anfitrione di questa festa dedicata agli anni ’80 e molto Studio 54, se vogliamo. Ci saranno 7 ballerini (tra ragazzi e ragazze) che faranno Vogueing, animazione di vario genere, ma la cosa divertente è che il progetto sarà sì destinato ai club, però vorrei che diventasse soprattutto un brunch musicale: è molto di moda e molto chic se fatto nei ristoranti giusti, nei locali giusti. Il format è abbastanza esclusivo, così come esclusivo era lo Studio 54; in seguito, diventerà un evento serale per location alternative. Sono assolutamente entusiasta di “Gloss’n’Glitter”! La presentazione si terrà in un lounge restaurant di Palma, MarChica, che abbiamo scelto come emblema dei luoghi non convenzionali in cui potrebbe svolgersi lo show. “Gloss’n’Glitter” debutterà ad Aprile e andrà in tournée nelle Baleari. Però contiamo che l’Inverno prossimo arrivi anche in Italia e se approdasse a New York, poi, sarebbe davvero il top! Specialmente se avessimo come special guest Grace Jones, che inaugurò proprio il leggendario Studio 54.

 

Il nuovo progetto in connubio con Francesca Faggella, “Gloss’n’Glitter”: molto Studio 54

Concludo con una domanda che sicuramente i lettori di VALIUM adoreranno: qual è l’Augurio che dedichi loro per il nuovo anno?

Il mio augurio vale per tutti gli anni ‘20 del 2000. Vorrei che quello appena iniziato fosse un decennio in cui verrà finalmente rivalutato il rapporto con la natura, soprattutto alla luce dei grandi drammi che hanno sconvolto interi continenti (vedi l’Australia). E poi auguro ai lettori che sia un momento di armonia personale, familiare, sociale…C’è molta confusione attualmente, anche a livello politico. Credo che vadano recuperati i valori base, persi nella fuffa del voler apparire e non del voler essere. Auspico quindi che il 2020 rappresenti l’inizio di un decennio pieno di consapevolezza, di impegno e di serenità con la propria coscienza. Bisogna riscoprire la coscienza, quella vera, quella che porta con sé i valori, per poter cominciare a dire “la mia coscienza è a posto perché sto facendo la cosa giusta per me, per la mia famiglia, per l’azienda per la quale lavoro, per la società e anche per il mondo in cui vivo”. Ecco, il mio augurio è proprio questo: ritrovare la consapevolezza, la coscienza e l’armonia tra il modo di pensare e il modo di essere. Prendere coscienza di chi siamo, di come siamo, di dove e come viviamo. Ritrovare la curiosità di scoprire i propri talenti, i talenti altrui, i propri sentimenti e quelli degli altri. Ed instaurare uno scambio a livello di coscienza a tutto tondo: nei valori, nei talenti, nei parametri…darsi un senso. La vita è temporanea, caduca, le mode cambiano. Quel che conta è l’essenza, l’anima. Auguro ad ognuno di riscoprirsi, di sentirsi più partecipe e più responsabile del tutto. Della propria vita e di quella di chi gli sta intorno. A tal proposito vorrei aggiungere che dall’ Odissea è partita una campagna, “Okkio alla vita”, dedicata alla guida prudente. La maggior parte degli incidenti in cui sono coinvolti i giovani è causata da un uso sconsiderato del telefonino, che distrae il guidatore. Io sono il testimonial di questa campagna che è patrocinata dalla Regione Veneto, ma sta diventando nazionale. Coscienza, dunque, anche nel guidare: perché si è responsabili della propria vita e della vita degli altri.

 

Qualche scatto beneaugurante tratto dal Capodanno all’ Odissea e il Principe durante un’ intervista TV

 

Photo Courtesy of Maurizio Agosti