Ore di luce di fine Settembre

 

 

“Non posso sopportare di perdere qualcosa di così prezioso come il sole autunnale restando in casa. Così ho trascorso quasi tutte le ore di luce nel cielo aperto.”
(Nathaniel Hawthorne)

 

L’Autunno ha già fatto il suo ingresso, ma è un fine Settembre caldo e assolato. L’anticiclone africano Apollo ha riportato le temperature a valori record in quasi tutta l’ Europa: nel weekend si prevede un rialzo di circa 10 gradi rispetto alle medie stagionali. E c’è chi ne approfitta per godersi gli ultimi sprazzi di sole all’aria aperta, usufruendo di spazi ormai privi del caos turistico e assaporando appieno le atmosfere, i suoni e la sensazione di libertà che ci regala la natura. La pace e la luce di inizio Autunno nutrono l’anima. Generano un mood sospeso, quasi metafisico: ci si sente in perfetta armonia con se stessi e con il creato. Le emozioni si acuiscono, le vibrazioni positive diventano quasi palpabili. E a una corsa verso il mare su una spiaggia deserta si alternano pause dedicate alla pratica Zen dello stone balancing e passeggiate in antichi villaggi di campagna. Tutti momenti che Meum Mare, su Pexels, immortala in scatti magnifici e impregnati di magia.

 

 

Foto: Meum Mare via Pexels

 

La notte di San Giovanni

 

“Cadeva la notte di San Giovanni. Olì uscì dalla cantoniera biancheggiante sull’orlo dello stradale che da Nuoro conduce a Mamojada, e s’avviò pei campi. Era una ragazza quindicenne, alta e bella, con due grandi occhi felini, glauchi e un po’ obliqui, e la bocca voluttuosa il cui labbro inferiore, spaccato nel mezzo, pareva composto da due ciliegie. Dalla cuffietta rossa, legata sotto il mento sporgente, uscivano due bende di lucidi capelli neri attortigliati intorno alle orecchie: questa acconciatura ed il costume pittoresco, dalla sottana rossa e il corsettino di broccato che sosteneva il seno con due punte ricurve, davano alla fanciulla una grazia orientale. Fra le dita cerchiate di anellini di metallo, Olì recava strisce di scarlatto e nastri coi quali voleva segnare i fiori di San Giovanni, cioè i cespugli di verbasco, di timo e d’asfodelo da cogliere l’indomani all’alba per farne medicinali ed amuleti. D’altronde Olì pensava che anche non segnando i cespugli che voleva cogliere, nessuno glieli avrebbe toccati: i campi intorno alla cantoniera dove ella viveva col padre ed i fratellini, erano completamente deserti. Solo in lontananza una casa campestre in rovina emergeva da un campo di grano, come uno scoglio in un lago verde. Nella campagna intorno moriva la selvaggia primavera sarda: si sfogliavano i fiori dell’asfodelo e i grappoli d’oro della ginestra; le rose impallidivano nelle macchie, l’erba ingialliva, un caldo odore di fieno profumava l’aria grave. La via lattea e l’ultimo splendore dell’ orizzonte, fasciato da una striscia verdastra e rosea che pareva il mare lontano, rendevano la notte chiara come un crepuscolo. Vicino al fiume, la cui acqua scarsissima rifletteva le stelle e il cielo violaceo, Olì trovò due dei suoi fratellini che cercavano grilli. (…) Olì andò oltre: oltre l’alveo del fiume, oltre il sentiero, oltre le macchie di olivastro: qua e là si curvava e legava con un nastro le cime di qualche cespuglio, poi si rizzava e scrutava la notte con lo sguardo acuto dei suoi occhi felini. “

Grazia Deledda, da “Cenere”

 

 

Bucolico

 

Viene definito “bucolico” tutto ciò che è idillico, pastorale, che rimanda alla serenità della vita agreste. E in Primavera, con il risveglio della natura, questo aggettivo assume un significato ancora più pregnante: la campagna diventa un’oasi, un paese delle meraviglie dove la natura stupisce e mozza il fiato giorno dopo giorno. I campi e i boschi tornano a vivere, ravvivati dal canto dei volatili. Le giornate si allungano e lasciano il posto alla notte con splendidi tramonti. I fiori celebrano la rinascita in un tripudio di colori. Iniziano i primi picnic, che ci permettono di fare delle lunghe pause a stretto contatto con la natura. La nuova photostory di VALIUM intende omaggiare queste atmosfere e questi scenari, invitandoci a riscoprire un mondo troppo spesso dimenticato.

 

 

Foto via Pexels, Pixabay e Unsplash

 

On Holiday Spring 2023 Colour Extension: Butter London lancia una collezione che inneggia al Cottagecore

 

Butter London dà il benvenuto alla Primavera con una collezione di smalti, On Holiday Spring 2023 Colour Extension, che omaggia il “Cottagecore” e la sua estetica. La compongono quattro lacche per unghie in tonalità rigorosamente pastello: un bianco perlaceo che vira al rosa, un taupe, un giallo e un verde tenui. La palette, come vi ho già accennato, si ispira allo stile Cottagecore. Esalta quindi i valori, ma soprattutto la poesia, di una vita rurale e a stretto contatto con la natura. Qualche immagine che sintetizza la filosofia Cottagecore? I libri antichi, i giardini fioriti, i suggestivi cottage di campagna, i fiori di campo appena colti, un picnic improvvisato in mezzo al verde, il pane fatto in casa. La collezione On Holiday Spring 2023 Colour Extension di Butter London è un’ode a questo lifestyle e alla Primavera al tempo stesso. Andiamo ora ad esplorare i quattro smalti.

 

 

Bespoke Lace Patent Shine 10X Nail Laquer

E’ un bianco che vira al rosa, semi-trasparente e dal finish perlaceo. Butter London lo paragona a un romantico tessuto in pizzo. Grazie all’ esclusiva formula Patent Shine 10X, rinforza le unghie e le dota di una potente luminosità. La tecnologia polimerica Shock Resisting Polymer rende lo smalto simile a un gel, garantendone la durata fino a circa 10 giorni: il prodotto si mantiene intatto, brillante e privo di scheggiature.

 

 

Altri benefici ingredienti contenuti nello smalto sono la polvere di diamante, un illuminante naturale, gli assorbitori dei raggi UV che impediscono il suo sbiadimento, e l’ estratto di bambù, che leviga, protegge e rafforza l’unghia scongiurandone la desquamazione. Il finish perlaceo assicura una straordinaria lucentezza. Va poi ricordato che tutti gli smalti di Butter London sono cruelty free e privi di glutine, formaldeide e parabeni.

 

 

Cotswold Cottage Patent Shine 10X Nail Laquer

Il nome, “Cotswold Cottage”, e la sua nuance, un taupe dalla raffinatezza senza tempo, inneggiano al Cottagecore senza mezzi termini. E’ uno smalto dalla finitura più opaca rispetto a Bespoke Lace, ma la brillantezza rimane invariata. Le speciali formule e gli ingredienti, naturalmente, sono identici per ogni smalto della collezione.

 

 

Bit of Sunshine Patent Shine 10X Nail Laquer

La sua nuance è un giallo pastello luminosissimo, l’ideale per simboleggiare il sole che risplende sulla campagna primaverile e l’ottimismo che ispira una vita vissuta in mezzo al verde. Riveste l’unghia di una crema gialla opaca e iper lucente.

 

 

Garden Party Patent Shine 10X Nail Laquer

Verde come l’erba tenera, come un giardino in fiore: Garden Party sfoggia una tonalità bucolica in puro stile Cottagecore. Scivola sull’ unghia con la sua texture cremosa e rimane inalterato per ben 10 giorni.

 

 

 

Le Frasi

 

” Per la più felice delle vite, pianifica rigorosamente i tuoi giorni e lascia le tue sere aperte al caso. “

(Mignon McLaughin)

Momenti di Maggio

 

” Come non posso vedere un torrente limpido, senza bagnarvi perlomeno i piedi, così non posso pensare davanti a un prato a maggio senza fermarmi. Non c’è niente che attiri di più di questa terra profumata, su cui le fioriture del cerfoglio ondeggiano come una lieve spuma, mentre gli alberi da frutto tendono i loro rami coperti di fiori come se volessero emergere da questo mare di beatitudine. E io, io devo per forza lasciare la strada e addentrarmi in questa pienezza multiforme di vita. “

(Sophie Scholl)

Due amiche nella campagna assolata di Maggio. Borse e cappelli di paglia per esaltare un mood rustico, abiti bianchi per riflettere la luce. Momenti di gioia e di assoluto relax vissuti in mezzo alla natura, a piedi nudi, tra candidi fiori di campo e prati verdeggianti. Finchè un sentiero che scende verso il mare svela un nuovo panorama: orizzonti sconfinati e una spiaggia deserta da godersi in un tripudio di inebrianti emozioni. (Foto di Nataliya Vaitkevich via Pexels)

 

Maggio

 

“Duro è il cuore che non ha mai amato in maggio.”
(Geoffrey Chaucer)

 

Benvenuto al mese di Maggio, il più magico della Primavera. La natura è ormai sbocciata in pieno, la luce predomina, l’aria è tiepida. Tornano le rondini e la sera arriva sempre più tardi. Maggio è un periodo di transizione tra la Primavera e l’ Estate: ci conduce per mano, quasi danzando, verso il Solstizio del 21 Giugno. Personalmente è un mese che adoro. Abbonda di fiori e di verde, risuona del cinguettio degli uccelli…esplode di un tripudio di colori. Maggio gode del presente, della sferzata di vita che ci regalano la flora e la fauna in festa. L’ Estate torrida e pigra è ancora lontana, il profumo delle rose impregna l’atmosfera. I sentieri di campagna, sorvolati dalle farfalle, ci addentrano nel bel mezzo di una fiaba. A Maggio l’amore trionfa: ci si sposa, ma soprattutto ci si innamora. Perchè la sua aria inebriante, come una sorta di incantesimo,  è un autentico invito ad aprire il cuore. Nell’ antica Roma Maggio era Maius, il mese consacrato a Maia, dea della fertilità e incarnazione della grande madre Terra. Il suo nome contiene infatti la radice “Ma” di “Madre” e deriva da “Maius”, ovvero “abbondante”. Il 1 Maggio si svolgeva il rituale a lei dedicato: i flàmini (sacerdoti) del dio Vulcano, il consorte della dea, per onorare Maia sacrificavano una scrofa in gestazione. Il rito aveva una valenza propiziatoria, auspicava che la Terra elargisse frutti in abbondanza; non a caso anche il termine “maiale” (“maialis” in latino) proviene dal nome della divinità romana. La dea veniva invocata a protezione del raccolto, del bestiame e delle attività agricole. Con l’ avvento del cristianesimo, Maggio divenne invece il mese mariano per eccellenza. L’ associazione con la Beata Vergine Maria fu sancita  nel XVIII secolo su proposta di un gesuita, Annibale Dionisi, anche se pratiche devozionali che collegavano Maggio alla Madonna erano presenti sin dal Medioevo. Ma quali sono il look e l’accessorio che ho scelto per omaggiare questo mese? Potete ammirarli negli scatti che allego all’ articolo. Un tocco di magia bucolica fa da filo conduttore. L’ abito lungo ed impalpabile (a sinistra nella foto di copertina), in tulle color cielo, ha grandi maniche a sbuffo, il punto vita drappeggiato e sfoggia una raffinata fantasia floreale. Il maxi dress in georgette (a destra) è impreziosito da una floral print nei toni dell’ indaco. Ha una scollatura con coulisse, maniche lunghe a sbuffo e la gonna sottolineata da due file di ruches effetto balze; una cintura nello stesso tessuto dell’ abito cinge romanticamente la vita. Entrambi i look fanno parte della collezione Primavera Estate 2022 di Luisa Beccaria. Una collezione dal nome evocativo: è stata infatti battezzata “Mythical Path”

 

 

L’ accessorio del mese è un pezzo iconico della collezione Primavera Estate 2022 di Alberta Ferretti: un cappello in rafia con la tesa larga e lievemente incurvata verso il basso. Chic e poetico al tempo stesso, questo cappello è già un cult. Perfetto per Maggio in ogni sua sfaccettura così come per i due look eterei griffati Luisa Beccaria.

 

Una passeggiata d’inverno

 

” Eppure, mentre la terra giù in basso sonnecchiava, da tutte le regioni dell’aria superna si riversava vivace un polverio di fiocchi piumosi, come se una nordica Cerere dominasse il cielo facendo piovere su ogni campo la sua argentea semenza. Dormiamo. E finalmente ci ridestiamo alla tacita realtà di una mattina d’inverno. La neve ricopre ogni cosa, calda come cotone, o frana giù dal davanzale. Fioca, dall’ ampia impannata, dalle lastre di vetro rabescate dal gelo trapela una luce arcana, in grado di esaltare l’accogliente tepore della nostra stanza. Profondo è il silenzio del mattino. Il piancito scricchiola sotto i nostri piedi mentre ci accostiamo alla finestra per guardare all’ esterno, volgendo per un lungo tratto fosforescente gli occhi sulla campagna. Vediamo i tetti ristare intirrizziti sotto il loro fardello di neve. Stalattiti di ghiaccio frangiano gronde e staccionate, mentre nel cortile irte stalagmiti rivestono qualche oggetto sepolto. Alberi e arbusti levano da ogni parte candide braccia al cielo; e dov’erano muri e recinti, vediamo fantastiche forme spiccare in archi bizzarri sullo sfondo di quel panorama cupo, quasi che nella notte la natura avesse sparso per i campi alla rinfusa i suoi freschi abbozzi per farli servire da modelli all’ arte dei mortali. Silenziosamente, mettiamo mano al chiavistello e apriamo la porta, lasciando che si richiuda alle nostre spalle facendo ricadere il paletto, e allunghiamo un passo all’ esterno affrontando l’aria tagliente. Le stelle hanno già perduto un po’ del loro scintillio; l’orizzonte è cinto da un orlo di bruma opaco, plumbeo. A oriente, uno sfrontato bagliore vivida proclama il prossimo avvento del giorno, mentre lo scenario a occidente ci appare ancora indistinto e spettrale, e come velato da una fosca luminescenza tartarea, che lo fa assomigliare al regno delle ombre. (…) Nel cortile, le orme fresche della volpe o della lontra ci fanno rammentare che ogni ora della notte è gremita di eventi, e la natura primitiva continua a operare e a lasciare tracce sulla neve. (…) In lontananza, frattanto, oltre i cumuli bianchi e attraverso le finestre impolverate di neve, scorgiamo il lume precoce del contadino emettere, pari a una smorta stellina, un brillio smarrito, come se proprio allora si stessero salutando laggiù i primi albori di qualche austera virtù. E, ad uno ad uno, ecco che tra alberi e nevi da ogni comignolo comincia a levarsi un fil di fumo. “

 

Henry David Thoreau, da “Una passeggiata d’inverno” (ed. Lindau, 2019. Primo racconto del libro omonimo)

Il luogo

 

Un luogo? All’ aria aperta. Che sia nel dehors di un bar o di un locale, in giardino, in un prato, in campagna, di fronte al mare…E’ ora di ricominciare a vivere assaporando le atmosfere frizzanti dell’ Estate in arrivo. E di ripristinare, rigorosamente, il rito dell’ aperitivo troppo a lungo abbandonato giocoforza: potete immaginare qualcosa di meglio, a fine giornata, di un buon drink affacciato sui magnifici tramonti di Giugno? Rappresenta una pausa, o sarebbe più appropriato dire un rituale, all’ insegna della convivialità e del relax “vivace”, quello fatto di chiacchiere, sorrisi e risate liberatorie; momenti che si incastrano mirabilmente nella cornice di una Primavera che presto lascerà spazio alla magia ed alla suggestività del Solstizio d’Estate. La riapertura generale ci sta dando la possibilità di godere delle prime serate di aria tiepida, con i capelli scompigliati da una leggera brezza e il viavai cittadino che non si arresta neppure alle fatidiche otto di sera: anzi, semmai è proprio a quell’ ora che le vie e le piazze cominciano a brulicare di vita. Personalmente, il mio “all’ aria aperta” è sinonimo di “a contatto con la natura”. Perchè non mi stancherò mai di stupirmi davanti alla sua meraviglia, di riscoprirla ogni volta, di ammirare fin nei minimi dettagli la sua perfezione. Come disse William Shakespeare, ” E questa nostra vita, via dalla folla, trova lingue negli alberi, libri nei ruscelli, prediche nelle pietre, e ovunque il bene.”: chi mi conosce sa che, non a caso, sono una delle sue più grandi ammiratrici…

 

 

 

Il luogo

 

” Vorrei essere te, così violenta così aspra d’amore, così accesa di vene di bellezza e così castigata.”

Alda Merini, “Per Una Rosa”

 

Un angolo magico di campagna, un’ esplosione di bellezza accentuata dal profumo inebriante delle rose: ti si apre davanti inaspettato e subito cattura il tuo sguardo. E’ un sentiero di cui non riesci a calcolare la lunghezza, immerso nel verde e completamente fiancheggiato da rose che lo sovrastano formando un rigoglioso arco. I colori di questo scenario ammaliano al pari dell’ incanto che sprigiona: un etereo connubio di rosa, verde e azzurro a cui si aggiunge il beige/grezzo della terra, tonalità imprescindibile di una cornice naturale da mozzare il fiato. Siamo nel Paese delle Meraviglie? Forse. Oppure no…Quel che è certo, è che solo il mese di Maggio può offrire simili paesaggi da sogno. Ti addentri in quel sentiero con stupore, senza sapere neppure dove ti condurrà. L’azzurro del cielo, nel frattempo, si tinge delle caleidoscopiche cromie del tramonto prima di sfumare in un crepuscolo color indaco. Tutto intorno è quiete, intervallata dal cinguettio degli uccelli e dal ronzio delle api. Farfalle variopinte svolazzano leggere tra le rose, un vento tiepido veicola  profumi a miriadi. Continuo ad avanzare mentre l’ ambiente che mi circonda si fa sempre più onirico. “Rosa, Rosae, Rosam”, recito mentalmente. E’ come un mantra, una cantilena ipnotica che mi accompagna lungo il tragitto…Non ho idea di dove il sentiero mi stia portando, ma voglio immaginare che proprio in questo momento, nel qui e ora, Maggio mi abbia dischiuso l’ accesso ad un mondo da fiaba.