La Luna e la scoperta di Galileo

 

“In cima al campanile di San Marco, nell’agosto 1609 Galileo Galilei mostrò ai consiglieri del doge un nuovo strumento all’avanguardia. Si trattava di un tubo portatile: bastava guardarci dentro e sembrava che gli oggetti ti venissero incontro. Ciò che si trovava lontano diventava apparentemente a portata di mano.  (…) Il campanile di San Marco, ornato dalla statua dorata dell’arcangelo Gabriele, gli sembrò il luogo ideale per mostrare ai notabili veneziani il funzionamento di questo “cannocchiale olandese”. Sotto la cella campanaria si trova una loggia dove lo sguardo spazia a 360 gradi. (…) Proprio sotto la cella campanaria (“è proibito suonare le campane”) è collocata una targa commemorativa: GALILEO GALILEI CON IL SUO CANNOCCHIALE DA QUI IL 21 AGOSTO 1609 ALLARGAVA GLI ORIZZONTI DELL’UOMO. E’ proprio così, ma non perchè il suo tubo con le due lenti una dietro l’altra lo puntò verso il mare! L’importante è che abbia puntato il cannocchiale verso l’alto. Di notte. Sulla Luna, tanto per cominciare. Galileo l’avvicina a sè di venti volte. Cosa vede? Pieghe. Nervature. Margini rialzati dei crateri. Montagne. La faccia della Luna non è uniforme e liscia, ma crepata e ammaccata. Si riconoscono le sagome delle catene montuose delle ombre, che hanno un profilo frastagliato, non diverso da quello degli Appennini o delle Dolomiti al calar del sole. Galileo fa le sue osservazioni per la metà di un ciclo lunare (mezzo mese). I suoi disegni a penna della ruvida superficie della Luna mettono la parola fine all’idea ecclesiastica del cosmo. Secondo la dottrina dominante, l’universo è diviso in un regno divino e uno diabolico. La crosta terrestre è un’area grigia brulicante di bipedi, che dopo la loro morte hanno due possibilità: sprofondare nelle viscere dell’inferno o ascendere al paradiso celeste. I due poli hanno lo stesso scopo, guidare gli esseri umani attraverso la vita. La cima dell’ Olimpo e le nuvole appartengono ancora al peccaminoso mondo “sublunare”; dalle vette della Luna hanno inizio le pure “sfere celesti” cantate all’inizio del 1300 da Dante Alighieri nel Paradiso. Tre secoli dopo Dante, Galileo vede che ben poco di questa rappresentazione delle cose corrisponde a verità. Il dogma del (magnifico) cielo perfetto e la (grinzosa) Terra imperfetta va in frantumi. E’ come se Galileo con il suo cannocchiale avesse mandato in pezzi la cristallina cupola celeste. “

Frank Westerman, da “La Commedia Cosmica” (Iperborea Edizioni)

 

 

10 Agosto, notte di San Lorenzo: la magia delle stelle cadenti tra astronomia e leggenda

 

A volte, di notte, dormivo con gli occhi aperti sotto un cielo gocciolante di stelle. Vivevo, allora.
(Albert Camus)

 

Avete già pensato ai desideri da esprimere stasera? Il grande momento è arrivato. 10 Agosto, notte di San Lorenzo: la notte delle stelle cadenti, uno degli appuntamenti più magici dell’estate. Quest’ anno potremo ammirare lo sciame delle meteore Perseidi tra il 10 e il 14 Agosto, anche se si prevede un picco tra il 12 e il 13 dalle ore 22 in poi. Pare che quella notte pioveranno dal cielo oltre 50 Perseidi l’ora! Conviene pensare immediatamente a una location per osservarle al meglio, e per calarsi appieno nella meraviglia di uno spettacolo cosmico che si rinnova di anno in anno. L’orario segnalato dagli esperti va dalle 22 alle 4 del mattino: in quel lasso di tempo, le stelle cadenti raggiungeranno l’apice della visibilità. L’evento si preannuncia persino più straordinario del solito. La pioggia di Perseidi incrocierà infatti lo sciame di altre meteore, le Delta Acquaridi, che vagano nel cielo già dal 12 Luglio. Ci aspettano, insomma, notti sfavillanti di stelle cadenti, un’autentica gioia per gli occhi e per lo spirito. Ma cosa sono le Perseidi, dette appunto “stelle cadenti” o anche “lacrime di San Lorenzo” in virtù di un’antica leggenda?  Lo scopriremo subito.

 

 

Bisogna innanzitutto partire dal fenomeno delle comete, corpi celesti composti di ghiaccio, polvere e gas che orbitano intorno al Sole seguendo interminabili percorsi. La cometa Swift-Tuttle è una di queste: nel tragitto che compie ogni 133 anni intorno al Sole, arriva a raggiungere la minima distanza (detta Perielio) dall’ astro infuocato. Ciò fa sì che il calore riversato dal Sole sulla sua superficie provochi il disgelo del ghiaccio di cui la cometa è composta. I detriti originati dallo scioglimento, di conseguenza, vanno ad allinearsi sulla sua orbita formando un’infinita scia. Quando il nostro pianeta la attraversa (un evento annuale che si verifica dal 17 Luglio al 24 Agosto), l’impatto dei detriti con l’atmosfera terrestre dà vita a uno spettacolo mozzafiato: i detriti, che viaggiano alla velocità lampo di 200.000 km/h, si frantumano in scie infuocate risplendenti nella notte. Queste meteore, le Perseidi, sfrecciano nel cielo l’una dopo l’altra, e si infittiscono in modo direttamente proporzionale al numero dei detriti con cui la Terra viene a contatto. Se i detriti sono abbondanti, si avrà una vera e propria pioggia di meteore. Ma attenzione: esiste anche la possibilità di osservare la discesa dei bolidi, lunghe scie incandescenti che solcano il cielo con suggestiva lentezza.

 

 

E’ davvero meraviglioso che il cosmo continui a offrirci dei simili spettacoli: in un mondo sempre più avaro di bellezza, la natura rimane l’unica vera dispensatrice di tale dono. Dove ammirare, quindi, la magia delle stelle cadenti? In primis, è essenziale individuare un’ampia “porzione” di cielo buio e non invaso da alcun tipo di luce artificiale. No ai lampioni, all’illuminazione metropolitana, alle insegne al neon. L’ideale sarebbe spostarsi in aperta campagna, in montagna, davanti al mare, oppure – dovendo rimanere in città – in un grande parco. Dopo aver individuato la location, bisogna attendere una ventina di minuti affinchè gli occhi si abituino all’oscurità; in questo modo, le stelle cadenti saranno perfettamente visibili. E’ essenziale, poi, munirsi di pazienza e abbandonarsi a un completo relax: potrebbe passare un buon lasso di tempo tra la discesa di un gruppo di meteore e quello successivo. Per individuare l’esatto punto da cui “piovono” le Perseidi, basta volgere lo sguardo a Nord-Est. Tale punto (detto Radiante) è identificabile nella Costellazione di Perseo, ben nitida nel cielo a partire da mezzanotte. La si può rintracciare proprio sotto la Costellazione di Cassiopea, contraddistinta dalla forma di una “W”.

 

 

Al di là dell’ aspetto scientifico, il fascino delle stelle cadenti è sempre stato alimentato da una nota leggenda: il fatto che appaiano il 10 Agosto, data del martirio di San Lorenzo, non è casuale. Nel 258, l’imperatore Valeriano emanò un editto che decretava la condanna a morte di tutti i vescovi, i diaconi e i presbiteri. San Lorenzo, allora Arcidiacono della Chiesa di Roma, subì uno dei supplizi più terribili: quello dei carboni ardenti. Alcune testimonianze dell’ epoca riportano che fu martirizzato su una graticola, uno strumento messo successivamente in dubbio ma rimasto, a tutt’oggi, a simboleggiare il Santo. La leggenda vuole che le Perseidi, con il loro sciame infuocato, rappresentino l’ emblema dei carboni ardenti o le lacrime versate dal cielo per il martirio di San Lorenzo: Giovanni Pascoli avvalorò questa tesi nei versi di una sua celebre poesia, “X Agosto”, che pubblicò nel 1896.

(Immagini via Pixabay )

 

Tendenze PE 2023 – L’inesauribile fascino del degradè

Etro

Tonalità molteplici, vivaci ma sfumate ad effetto degradè: è uno dei top trend della Primavera Estate 2023. Rievoca il cielo dell’ alba e del tramonto, ricco di gradazioni cromatiche, e talvolta riproduce le iridescenze di un arcobaleno avvolto nella foschia. Sono molti i brand che hanno eletto il degradè a leitmotiv delle proprie collezioni. La bella stagione, senza dubbio, si presta perfettamente ai giochi di colore. E la magnificenza del cosmo, della natura, dei fenomeni atmosferici, rappresenta un’ inesauribile fonte di ispirazione.

 

Etro

Christian Cowan

Ferragamo

Diesel

Courrèges

Jonathan Simkhai

Puppets and Puppets

Roksanda

Dsquared2

GCDS

Zara

Jonathan Simkhai

Altuzarra

Prabal Gurung

Elie Saab

 

 

L’ Ora Blu

 

Il giorno e la notte si incontrano, stringendosi in un abbraccio. Il silenzio fluttua nell’ atmosfera sospesa. L’aria si impregna di magia, il cosmo emana vibrazioni di armonia potente: è l’ora blu, il momento immediatamente successivo al tramonto e antecedente all’ alba. Ora blu perchè, in quegli istanti, il cielo si tinge di un blu azzurrognolo inconfondibile e molto intenso. E’ un blu che esalta la penombra, che avvolge il paesaggio in un alone onirico dove gli unici bagliori distinguibili provengono dalla luce artificiale. In italiano, la fase del giorno a cui corrisponde si definisce “crepuscolo”; il termine “ora blu” è però più suggestivo e denso di evocatività. Basti pensare che, nel 1912, Guerlain ha dedicato una suo leggendaria Eau de Parfum proprio al “tempo sospeso” che precede la notte e l’alba. Il nome? Heure Bleue, naturalmente. Ed è un omaggio all’ ora blu anche la photostory che oggi vi propongo: per godere appieno di quei momenti inebrianti e mistici che rigenerano l’anima.

 

Arriva la Luna del Castoro, e ci regalerà l’eclissi parziale più lunga del secolo

 

Gli straordinari spettacoli lunari dei mesi scorsi si preparano a ravvivare anche il cielo d’Autunno. Annotatevi subito la data del 19 Novembre, perchè si verificherà un evento importantissimo: l’ eclissi parziale di luna più lunga del XXI secolo. Si parla esattamente di un’ “eclissi di microluna”, perchè l’ astro d’argento sarà prossimo all’ apogeo (il punto del suo moto orbitale che dista maggiormente dalla Terra) e apparirà, quindi, piccolissimo. L’ eclissi riguarderà la “Luna del Castoro”, che i nativi americani così appellarono in quanto coincideva con il periodo in cui erano soliti cacciare i castori per poi creare le pellicce che li avrebbero protetti dal gelo invernale. La Luna del Castoro è la luna piena dell’ Autunno, l’ultimo plenilunio prima dell’ arrivo della stagione fredda. Il cono d’ombra della Terra, durante l’eclissi, oscurerà il 97% della superficie lunare: questo fenomeno avverrà poco prima del tramonto dell’astro. Alle 7.02 del 19 Novembre inizierà la fase di penombra del nostro satellite naturale, mentre l’eclissi vera e propria avrà luogo a partire dalle 8.18 e raggiungerà il suo culmine alle 10.04 del mattino. Alle 11.47 lo spettacolo cosmico giungerà al termine, concludendosi definitivamente alle 13.03. La durata dell’ eclissi ammonterà, in totale, a ben 3 ore e 28 minuti, ma in Italia – purtroppo – non sarà visibile ovunque. Solo in regioni del Nord come la Lombardia, il Piemonte, la Val dAosta, la Liguria, il Friuli Venezia Giulia e il Trentino Alto Adige risulterà distinguibile qualche minuto della fase di penombra, mentre in America, nell’ Europa Settentrionale, in Asia e nell’ Oceano Pacifico l’evento potrà essere ammirato nella sua interezza. 

 

 

La Luna del Castoro si troverà all’ apogeo tra il 20 e il 21 Novembre, precisamente alle ore 3.15: al confronto con le Superlune avrà dimensioni mini (la sua distanza dalla terra raggiungerà i 406.275 km), ma osservarla sarà altrettanto magico. Per goderci il plenilunio, invece, basterà scrutare il cielo alle 9.58 del 19 Novembre. E grazie a Dio, quello potremo vederlo tutti indistintamente! Nel frattempo, è stata già diffusa la data della prossima eclissi totale di luna: bisognerà pazientare un po’, perchè è prevista per il 16 Maggio del 2022.

 

Gucci Aria, la collezione che celebra il 100simo del brand fiorentino

 

Gucci: compie 100 anni: è passato un secolo da quando Guccio Gucci, durante un’ esperienza lavorativa all’ Hotel Savoy di Londra, rimase talmente colpito dai lussuosi bagagli degli avventori da decidere di tornare a Firenze per aprire un negozio di guanti, valigie e articoli di pelletteria. Da allora, il marchio fiorentino è diventato uno dei più celebri al mondo e un’ icona indiscussa del Made in Italy. Alessandro Michele, l’ attuale direttore creativo del brand, ne ripercorre la storia in occasione di questo specialissimo anniversario: la collezione Autunno Inverno 2021/22, “Aria”, rappresenta un pregnante excursus sul percorso della Maison e sul suo heritage. Michele approfondisce svariate tappe, le più iconiche, associate all’ evoluzione di Gucci; il designer se ne appropria, le reinterpreta, le rielabora attraverso un mix and match denso di contaminazioni. La sua cifra eccentrica e inconfondibile funge da leitmotiv a look e a stili che rivisita senza un preciso ordine cronologico. E’ il concetto di “appeal” a governare questa rilettura, una sorta di indagine sulle suggestioni sprigionate da certi cult, su un’ estetica irresistibile che si è saldamente imposta nell’ immaginario collettivo. Alessandro Michele riflette sul centenario successo di Gucci e sui suoi “perchè”. Le risposte sorgono immediate: Gucci è un marchio che esercita un’ attrazione potente, un fascino quasi di tipo erotico sulle persone. Da queste considerazioni scaturiscono le rielaborazioni operate dal designer. Se dovessimo rintracciarne un fil rouge, potrebbe essere l’ iconicità: quella del passato e quella del futuro, declinata in capi, stampe, stili e accessori che hanno fatto la storia, e che continueranno a farla, in un moto inarrestabile. E’ un omaggio e un intento al tempo stesso, quello che Michele attua nei confronti di Gucci. L’ intento, concretizzatosi sin dal suo debutto alla direzione creativa, riguarda la prosecuzione del percorso che ha fatto proprio dell’iconicità uno dei punti di forza della Maison. “Aria” lo dimostra rivisitando ampiamente il tema equestre, supremo emblema dell’ heritage di Gucci, che acquista un tocco fetish (per riallacciarsi, forse, al concetto di “appeal erotico”) arricchito com’è da cinghie, frustini sadomaso, imbracature in pelle. Sui cappelli da fantino appare la scritta “Savoy Club”: un richiamo all’ Hotel Savoy, dove il brand fu “concepito”, che viene declinato in una location più squisitamente contemporanea.

 

 

I look di “Aria” sfilano in un tripudio di citazioni (anche inerenti alla cifra stilistica dello stesso Michele): piume di marabù, “luccicanza” a profusione, colletti appuntiti e inamidati, stampe iconiche come la Flora e la GG Supreme, bustier in bella vista, sensuali abiti in rete da cui traspare un’ altrettanto sensuale lingerie, e poi mantelle, capi cult di Balenciaga (uno su tutti? I leggins della Primavera Estate 2017) per celebrare il recente ingresso del brand nel gruppo Kering, il tailleur in velluto rosso con camicia sbottonata sfoggiato da Gwyneth Paltrow alcuni anni fa insieme ad ulteriori, numerosi tributi all’ estetica di Tom Ford rivisitati in stile Michele; risaltano, tra queste riletture, le spalline amplificate e i choker fetish con catena. La sartorialità è ricercatissima, la portabilità marcata; un cappotto doppiopetto color Blue Klein con cappello nella stessa nuance è uno dei look passe-partout per ogni occasione. Ma Gucci, oggi, è anche un marchio che ha nutrito la cultura pop, e proprio a questo si riferiscono le lyrics con cui lo omaggiano note hit impresse su una gran quantità di capi ed accessori.

 

 

Già, gli accessori. Ne spicca uno, una minaudière che riproduce un cuore anatomico completamente rivestito di cristalli, dalla forte valenza simbolica: sprigiona luce ed è simbolo di vita, di amore, di emozioni pulsanti. E’ un accessorio-feticcio che concentra in sè due emblemi fondamentali, la luce e, appunto, il cuore. Perchè grazie ad entrambi la mitologia di Gucci rinasce a nuova vita, instaurando un fil rouge tra la sua leggendaria fondazione, la luminosità dell’ oggi che perpetua la storia del brand, e l’ amore: il motivo conduttore che l’ha accompagnato, con successo, lungo il centenario percorso commemorato da “Aria”.

 

 

Per presentare la collezione, Alessandro Michele si è avvalso di un corto che ha co-diretto con la regista e fotografa Floria Sigismondi. La prima sequenza,  in esterno notte, evidenzia un tipico scenario metropolitano: ci troviamo all’ ingresso di un locale su cui lampeggia la scritta al neon “Savoy Club”. Uno dopo l’altro, i modelli e le modelle accedono al suo interno ed è lì che ha inizio la sfilata. La passerella è un lungo corridoio di un bianco abbagliante, pieno di vecchi strumenti di ripresa attaccati ai muri. I modelli si avvicendano, flash e obiettivi puntati addosso come su un red carpet, prima di raggiungere una dark room dove piombano nel buio per alcuni minuti. Poi qualcuno apre una porta, e…con meraviglia unanime, un sorprendente giardino incantato si para davanti ai loro occhi. E’ immerso nella natura e popolato da cavalli, pavoni, conigli, cacatua, tutti rigorosamente bianchi. Dal buio alla luce, allo splendore, alla rinascita. Nel giardino, la luminosità naturale del sole si sostituisce a quella artificiale del club. Spira una brezza che propaga serenità e leggerezza: una levità tale da spronare i modelli a saltare, a piroettare, a librare il proprio corpo nell’ aria fin quasi a spiccare il volo. Non sfuggono i riferimenti al periodo della pandemia, il desiderio di tornare a respirare dopo il lockdown, di intrecciare un nuovo rapporto con la natura. Di riscoprire l’ aria, la libertà, il valore delle relazioni. Non è un caso che il corto si concluda con il lancio verso il cielo della sfavillante minaudière a forma di cuore. In un tripudio di luce, il cuore galleggia nell’ aria prima di raggiungere il cosmo: possiamo immaginarlo mentre sovrasta le terre e i popoli del nostro pianeta veicolando il suo potente inno alla vita, all’ inclusività….all’ amore.

 

 

 

 

Zodiac Nail Vault di Butter London, il set di smalti che cattura l’incanto dello Zodiaco

 

Quest’anno il cosmo, declinato in svariate versioni, su VALIUM è un topic ricorrente. Per rimanere in tema, oggi esploreremo la costellazione dello Zodiaco: la fascia più affascinante della volta celeste. E’ da lì che si distinguono tutti i pianeti e gran parte del sistema solare. Il frazionamento dello Zodiaco in dodici parti uguali, inoltre, coincide con i segni zodiacali. La loro nascita si perde nella notte dei tempi, pare addirittura che risalga all’ Astrologia Babilonese. Da allora, non hanno mai cessato di ammaliarci e di legarsi a doppio filo con le nostre vite. Non è un caso che Butter London, il celebre brand produttore di smalti (e attualmente anche di cosmetici) nato a Londra nel 2005, abbia appena lanciato una linea di lacche per unghie ispirata alle dodici costellazioni zodiacali. E lo ha fatto alla grande, confezionando un set di “nail lacquer” talmente ricco da rappresentare un regalo perfetto per il prossimo Natale: Zodiac Nail Vault sprigiona magia astrale e dedica uno smalto ad ogni segno dello Zodiaco. La linea include bestseller di Butter London come Patent Shine 10X Nail Lacquer, il top coat Hardwear Shine UV, più il nuovissimo trattamento rinforzante Jelly Preserve ravvivato da un colore traslucido.

 

 

Zodiac Nail Vault combina la potenza cromatica con un’ azione protettiva, levigante, rinforzante per le unghie. Patent Shine 10X è uno smalto che scongiura le scheggiature e non sbiadisce. Il topcoat Hardwear Shine UV possiede il valore aggiunto della protezione dai raggi UV, che assicura una lunga tenuta ed accentua l’intensità del colore. Il trattamento rinforzante Jelly Preserve, a base di gelatina di rabarbaro alla fragola, nutre le unghie e le protegge dall’ umidità che favorisce la loro desquamazione; la shade rosa traslucida in cui si declina aggiunge un tocco di giocosa raffinatezza. Tra gli ingredienti clou degli smalti Patent Shine 10X risaltano la tecnologia polimerica (ad effetto anti-urto), la polvere di diamante (ad effetto illuminante), gli assorbitori UV (anti-effetto sbiadito), l’estratto di bambù (ad effetto rinforzante e anti-desquamante), mentre il Jelly Preserve Strenghtening Treatment si avvale, tra l’ altro, di vitamina E, di olio dell’ albero del tè (una barriera contro l’umidità) e di indurenti DOC come il calcio, la cheratina idrolizzata e l’arginina.

 

 

E i colori? Ad ogni segno il suo, appunto. Ecco tutte le corrispondenze: Ariete = Her Majesty’s Red (rosso…regale), Toro = Coming Up Roses (rosa lacca), Gemelli = il nuovo Yellow Submarine in limited edition (giallo vibrante), Cancro = il nuovo Cotton Buds (bianco ghiaccio), Leone = Ace (viola orchidea), Vergine =Steady On! (nude dal tono freddo), Bilancia = Piece of Cake (rosa polvere), Scorpione = Wicked (rosso dark che vira al nero), Sagittario = il nuovo Brolly in limited edition (blu navy fumé), Capricorno = Earl Grey (grigio scuro che vira al nero), Acquario = London Fog (blu polvere), Pesci = English Lavender (lavanda chiaro). Qual è la vostra nuance?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Modern Witches

 

” La vita, a voler che sia bella, a voler che sia gaja, a voler che sia vita, dev’essere un arcobaleno, – una tavolozza con tutti i colori, – un sabbato dove ballano tutte le streghe. Il sollazzo e la noja, il pianto e il riso, la ragione e il delirio, tutti devono avere un biglietto per questo festino.”

(Carlo Bini)

Un’ iconografia millenaria ce le mostra mentre volano su una scopa, intente nel Sabba o in rituali iniziatici sotto il noce di Benevento. Le streghe sono sempre state descritte come entità malefiche, adepte di Satana e dedite alla pratica della magia. Tra il 1450 e il 1750 furono circa 100.000 le donne arse sul rogo con l’accusa di stregoneria; nel 1487 fu addirittura redatto un manuale – il “Malleus Maleficarum” – che disquisiva sui modi in cui reprimere manifestazioni demoniache quali appunto la stregoneria, ma anche il paganesimo e l’eresia. All’ isteria di massa associata alla “caccia alle streghe”, oggi, si è sostituita la spiritualità New Age e soprattutto la Wicca, un’ antica religione di tipo misterico, che ha sovvertito il classico stereotipo della strega evidenziando la positività e gli intenti benefici da sempre insiti nelle figure della guaritrice, della divinatrice e in tutte coloro che sono dotate di un “dono”, ovvero di poteri esoterici e soprannaturali. L’ era contemporanea, poi, ha fatto sì che si instaurasse un intreccio tra questo tipo di magia giovevole e temi quali l’ ambientalismo, il movimento femminista (ricordate lo slogan “Tremate, le streghe son tornate”?), la liberazione sessuale. Chi è, quindi, la strega del 2020? Innanzitutto è una donna indipendente, emancipata, capace di brillare di luce propria. Non ama essere incasellata in cliché: vuole essere se stessa, con i suoi pregi e i suoi difetti. Adora esprimere le proprie abilità creative e mettersi in gioco in tutti i ruoli senza perdere la femminilità. Cura l’ anima, oltre che il corpo; si sente un tutt’uno con il cosmo, crede nel divino e si adopera per la salvaguardia dell’ ambiente. Lascia a briglia sciolta l’intuito, le sensazioni, il sesto senso. Esterna liberamente le sue emozioni perchè sa bene come gestirle. E soprattutto, consapevole della nuova e più autentica accezione che ha assunto questo termine…non teme di essere considerata una “strega”. Qui di seguito, in linea con il viaggio verso Halloween di VALIUM, una carrellata di look in black che sembrano creati apposta per una “strega moderna”.

 

Vera Wang

Paco Rabanne

 

Yohji Yamamoto

Alexander McQueen

 

Dolce & Gabbana

Erdem

Anna Sui

 

Dior

 

Versace

Andreas Kronthaler for Vivienne Westwood

 

Isabel Marant

 

 

 

 

 

Mthrshp Mega Celestial Divinity palette di Pat McGrath, un inno alla meraviglia del cosmo

 

I luccicanti bagliori del cosmo, le favolose cromie di un’ esplosione stellare: la Celestial Divinity Collection di Pat McGrath Labs è di uno splendore che mozza il fiato. I prodotti che la compongono sono tre Lux Quads (quartetti di ombretti) in differenti sfumature, quattro Matte Trance Lipstick in confezione luxury e un illuminante dal galattico fulgore. Ma la star della collezione è senza dubbio lei, Mthrshp Mega, una palette occhi a dir poco sublime. Il suo pack, un astuccio rosa con ornamenti oro che riproducono un grande occhio circondato da miriadi di putti e felci, dà subito l’idea della preziosità di questa tavolozza. Le diciotto nuance di Mthrshp Mega traducono superbamente il fascino di un viaggio interstellare: il loro finish, multidimensionale, si moltiplica in versione matte, shimmer, glitterata, iridescente, originando un tripudio cromatico all’ insegna della maestosità. Gli ombretti, esaltati dall’ intensità dei pigmenti, si declinano in dodici shade di culto tratte dall’ archivio McGrath a cui si aggiungono sei sfumature del tutto inedite. Colpiscono i viola ipnotici, uno champagne che cattura il chiarore lunare, i luminosissimi toni del bronzo e quelli del verde, talmente eterei da sembrare onirici. Tanto splendore non stupisce, perchè la palette couture Mthrshp Mega è un inno al cosmo e  i suoi colori affascinano quanto quelli di una supernova.

 

 

La texture cremosa che sfoggia, soffice al tatto, valorizza i pigmenti perlati e metal rendendo le loro cromie ancora più vivide. Basta una sola stesura per notare che ogni ombretto aderisce perfettamente alla palpebra, si sfuma con facilità e non origina grinze: tutti dettagli che garantiscono una tenuta estrema. Le tonalità, in sintesi, si suddividono in colorazioni dal finish brillante oppure più vellutato e opaco, ma invariabilmente multidimensionale. Non ci resta che scoprire, dunque, le diciotto stellari nuance che contiene l’ ennesimo capolavoro firmato da Pat McGrath.

 

 

A partire dalla fila in alto, da sinistra a destra possiamo ammirare Saturnalia (un cremisi intenso che vira al rosa), Bronze Nebula (un bronzo dorato metal), Major Mahogany (un mogano caldo e matte), Lunar Champagne (uno champagne scintillante dai toni caldi), Violet Void (un viola profondo “flashato” di rosa), Gold Standard (un oro brillante a 24 carati). Nella fila di mezzo troviamo Venomous Void (un magenta smorzato e opaco), Odyssey (un tortora mixato con il lilla e scintillante di rosa), Fuchsia Shock (un fucsia shimmer che vira al viola), Megabyte (un brillante mix tra il verde e il kaki), Bronze (un bronzo metal ultrascintillante), Electron (un cosmico duo composto dal bronzo rosa e dal blu luccicante). La terza fila in basso include invece CosmiK (un binomio sfolgorante di rosa e di color diamante), Smoked Amethyst (un melanzana che vira al nero con luccichii rosa), Dragonfly (un oro caldo e metallico “flashato” di verde-blu), Venusian Orchid (un rosa completamente matte), Galactic Gold (un binomio di platino e chartreuse dorato) e Corruption (un bronzo molto intenso).

 

 

Magnificando spettacolari shade planetarie e magnetici riflessi siderali, la guru del make up Pat McGrath ha ancora una volta dato vita a  una palette meravigliosa, ad alto tasso di evocatività. Un assoluto must have per chi ama l’ incanto della notte e le sue suggestioni cosmiche, ma non solo: Mtrshp Mega è un autentico gioiello della galassia, da autoregalarsi oltre che da regalare.

 

 

 

Sera d’estate

 

Un gabbiano d’argento si stacca dal tramonto.
A volte una vela. Alte, alte, stelle.
(Pablo Neruda)

A cena qui, stasera? Un frizzantino per iniziare e il mare che riempie lo sguardo. Quando il sole tramonta è il momento ideale: il cielo vira a un mix di arancio, giallo e rosa, immergendo il panorama in una luce onirica. Sulla spiaggia le voci si smorzano, sostituite dallo stridio dei gabbiani. Le onde si acquietano e il loro ritmo diventa ipnotico, instaurando una meravigliosa armonia con la calma del mare. Sono momenti magici, intrisi di vibrazioni mistiche: istanti in cui l’ anima abbraccia l’infinito e si fa un tutt’uno con il cosmo. Aggiungete a questo stato di grazia del buon vino e un delizioso menu a base di pesce. Ma anche chiacchiere a ruota libera, sorrisi,  l’ ebbrezza delle ore condivise con qualcuno con cui siete in sintonia…Vi renderete conto che sì, la vita è davvero bella, e che in fondo basta poco per essere felici: il mare, un cielo al tramonto, un calice di bollicine e la frizzante euforia di una serata estiva. “Carpe Diem”, diceva Orazio. Cogliete l’attimo! Distaccatevi dalla quotidianità per inoltrarvi appieno in una dimensione incantata.