New York Fashion Week: 10 flash dalle sfilate Primavera Estate 2023

 

Oggi voliamo a New York, dove dal 9 al 14 Settembre si è tenuta la Fashion Week promossa, come sempre, dal Council of Fashion Designers of America. Con la Fashion Week newyorchese è stato inaugurato il cosiddetto Fashion Month, il mese delle sfilate nelle quattro capitali mondiali della moda: oltre che a New York, come ben sapete, i défilé vanno in scena a Londra, Milano e Parigi. A fare da protagoniste sono le collezioni Primavera Estate 2023, presentate in passerella dai vari brand. Nella Grande Mela hanno sfilato top names quali Proenza Schouler, Tommy Hilfiger, Carolina Herrera, Michael Kors, Tom Ford, Altuzarra, Coach, Jason Wu e molte altre griffe ancora. Anche due acclamati marchi del Bel Paese hanno optato per New York: si tratta di Marni e Fendi, che nella “città che non dorme mai” ha celebrato il 25esimo anniversario della sua Baguette bag. Ma andiamo subito a esplorare qualche show: in questo post troverete una selezione di 10 brand e dei sintetici commenti sulle loro collezioni Primavera Estate 2023. Nei prossimi giorni daremo spazio anche alle sfilate di Londra, Milano e Parigi (tuttora in corso, termineranno il 4 Ottobre). Stay tuned!

 

1. Proenza Schouler

 

Il 20simo anniversario del brand fondato da Jack McCollough e Lazaro Fernandez viene festeggiato con un tripudio di frange, pizzi, abiti in tessuto a rete, gonne a palloncino e una serie di outfit con pantaloni e maniche svasati e svolazzanti, preferibilmente a pois, che – rimandando alle origini cubane di Fernandez – inneggiano al Flamenco style. La palette sancisce il predominio di colori quali il bianco, il nero, il giallo, il kaki e il turchese.

 

2. Tom Ford

 

Una moda disco, dove gli hot pants e la giacca squadrata si indossano con la bralette in bella vista e il luccichio, onnipresente, viene emanato da una miriade di glitter e dal lamè in delicati colori pastello. La lingerie diviene parte integrante dei look grazie a reggiseni, slip e baby doll in pizzo nero trasparente.

 

3. Altuzarra

 

Una palette tipicamente autunnale (giallo, rosso, beige, vinaccia, verde, grigio, blu polvere e nero) contraddistingue look che spaziano dallo stile preppy al tie-dye impreziosito da accenti di misticismo orientale. Parka, maglioni a trecce in knitwear e minigonne a portafoglio si alternano ad abiti dal taglio esotico tinti a nodi. Le ultime uscite accentuano il mood ethno grazie alle enormi paillettes e ai mandala profusi sui parka oversize.

 

4. Dion Lee

 

Le creazioni si avviluppano attorno al corpo evidenziandolo tramite oblò, trasparenze e squarci audaci. I pantaloni sono a vita bassa, ampi e comodi, in pelle o tempestati di jais. Predominano lavorazioni accuratissime e tessuti hi-tech che sottolineano la silhouette. La foglia di monstera, un trait d’union tra la vita urbana e la natura, si declina in materiali tecnici plasmando minidress e stivali avveniristici che sfiorano il ginocchio.

 

5. Carolina Herrera

 

Wes Gordon si ispira al libro “Il giardino segreto” di Frances Hodgson Burnett e crea una collezione che è un’ ode al floreale. Grandi rose in stoffa vanno ad adornare abiti arricchiti da strascichi, spacchi e maniche a sbuffo quando non sfoggiano lunghezze mini. Stampe fiorite campeggiano su tessuti come il chiné, il faille e lo chiffon di seta. Le spalle sono costantemente scoperte. Al tripudio floral si alterna, e a volte si mixa, la sobrietà delle fantasie a righe.

 

6. Christian Cowan

 

Piume a profusione, paillettes, stampe leopardate, colore e audacia in dosi massicce: questi i punti cardine della collezione di Christian Cowan. Le lunghezze sono maxi o mini, senza vie di mezzo. Top e abiti abbondano di oblò, aperture strategiche e scollature inguinali. Alle fascianti silhouette degli outfit si sovrappongono i mega volumi delle pellicce e dei doposci di piume. La palette spazia dal fluo alle cromie arcobaleno. Due long dress con ampia gonna a corolla, l’uno in denim e l’altro in taffetà color fucsia, rivisitano una femminilità “old style” in chiave eccentricamente contemporanea.

 

7. Brandon Maxwell

 

Jumpsuit, gonne e abiti cosparsi di paillettes si abbinano a canotte bianche, cardigan e giacche squadrate tingendosi rigorosamente di cromie pastello: così potrebbe essere riassunta questa collezione ricca di spunti anni ’90. I look sono pratici e confortevoli, le linee pulite. Prevalgono i pantaloni comodi, le gonne asimmetriche oppure a corolla, in pelle. Una serie di t-shirt sleeveless e paillettate esalta un mood disco, mentre sulle mini e maxi gonne con lustrini proliferano sognanti applicazioni floreali.

 

8. Area Nyc

 

Il fetish del terzo millennio e le sue declinazioni. Area manda in scena creazioni spettacolari, sorprendenti, di fortissimo impatto: pantaloni composti da intrecci di nastri in denim, copricapezzoli dorati, miniabiti tempestati di grandi spunzoni a cono. I look sono scultorei, i volumi accuratamente studiati. Tra maxi fiocchi, pieghe scolpite e abiti modellati da un groviglio di fasce nei più svariati materiali, risaltano mise simili a origami. Le plasma un tripudio plastico di moduli piramidali in total black o total fucsia con dettagli oro, tre cromie ricorrenti nella collezione.

 

9. Marni

 

Marni debutta a New York con una collezione psichedelica in cui predomina il colore. Ispirata alle variazioni della luce nel corso del giorno, la palette cromatica evidenzia nuance come il giallo, l’ arancio, il rosso, il lilla, il panna, il bluette, inserendole in un contesto “allucinogeno” di grafismi e forme. Il cerchio (forse un richiamo all’astro solare?) è un elemento predominante: ritaglia oblò e decora look in cui gli hot pants, i top che lasciano scoperto l’ombelico, i pantaloni a zampa, le lunghe maniche unite allo strascico dell’ abito, i trench squadrati in pelle si alternano a ensemble arcobaleno di chiaro stampo neo-hippy.

 

10. LaQuan Smith

 

Sexy, brillante e audace: sono gli aggettivi che più si addicono alla collezione di LaQuan Smith, un designer che annovera Beyoncé tra le sue più fedeli clienti (e già questo dice tutto). Il corpo è protagonista. Creazioni fluide lo rivelano in continuo gioco di vedo-non-vedo accentuato dalle trasparenze, dalle asimmetrie e dagli squarci ricorrenti. Paillettes, vinile, chiffon e taffetà in seta regnano sui look. La vita rigorosamente bassa scopre il ventre, le bluse sono rigorosamente see-through; una vertiginosa scollatura con lacci “sprofonda” in pantaloni cargo cangianti e in minigonne dagli orli micro.

 

 

New York Fashion Week: flash dalle collezioni PE 2022

 

Cari VALIUM friends, oggi ricominciamo a volare nelle capitali delle Fashion Week felici di assistere al ritorno delle sfilate in presenza! Iniziamo come sempre da New York, dove, dal 7 al 12 Settembre, sono state presentate le collezioni Primavera/Estate 2022. Con tutte le precauzioni del caso (vaccino in primis), i fortunati hanno potuto di nuovo godersi dal vivo le proposte mostrate in passerella dai vari brand: tra i presenti, top name del calibro di Tom Ford (Presidente del Council of Fashion Designers of America), Proenza Schouler, Michael Kors, Rodarte, Brandon Maxwell, Khaite, Collina Strada, Tory Burch, Peter Do, Thom Browne, Anna Sui, Peter Dundas, Altuzarra e, a sorpresa, Moschino, che ha scelto di presentare eccezionalmente la sua collezione nella patria di Jeremy Scott. Grandi assenti, invece, Marc Jacobs, Ralph Lauren, Zimmermann, Tommy Hillfiger, Pyer Moss e Helmut Lang. Pur non avendo allestito sfilate live, marchi come Oscar De La Renta, Pamella Roland e Badgley Mischa (per citarne solo alcuni) hanno svelato le proprie creazioni digitalmente, tramite live streaming e lookbook pubblicati sui rispettivi profili social. La settimana newyorchese della moda ha incluso due date cruciali, quella del 20esimo anniversario dall’ attentato alle Twin Towers (l’11 Settembre) e, il 13 Settembre, il ritorno del Met Gala dal vivo che ha introdotto la nuova mostra del Costume Institute, “In America: a lexicon of fashion”, la cui inaugurazione si è tenuta il 18 Settembre. “Inclusività” e “sostenibilità” sono state le due parole chiave di questa edizione della NYFW: basti pensare che, sostenuti dal Black In Fashion Council,  hanno debuttato in passerella ben 14 new talents di colore e che la kermesse è stata aperta da Collina Strada, brand notoriamente eco-friendly ed avverso a qualsiasi forma di discriminazione. Passiamo quindi alla mini rassegna delle collezioni selezionate da VALIUM: essendo impossibile mostrarvele tutte, ne ho scelte come sempre quattro e le ho commentate brevemente. Stay tuned sul mio blog, dunque, per le ultime news dalle Fashion Week di Londra, Milano e Parigi!

 

MOSCHINO

 

 

Una collezione gioiosa e giocosa, molto girly, ricca di colori pastello. Ma soprattutto, di personaggi di ipotetici cartoon (giraffe, elefantini, orsetti, paperi, mici, coniglietti…) che decorano i look  e, in molti casi, ne diventano parte integrante. Jeremy Scott si ispira alla figura della “nanny”, alle filastrocche per bambini: predominano i mini-tailleur con bralette annessa, alternati ad abitini dalle linee Sixties e a trench trapuntati. Le fantasie dei tessuti sono un vero e proprio inno ai teneri animali fiabeschi di cui sopra,  profusi su sfondi dai cromatismi tenui quali il rosa, il verde menta, il celeste, il pesca o (unica eccezione alla regola) a una gradazione vivacissima di giallo. Fiocchi in abbondanza, colletti arrotondati e bottoni a forma di cuore accentuano l’ allure femminil-fanciullesca, così come i gioielli in plastica colorata che ricordano i “toy jewels” per l’ infanzia. Persino i fascianti abiti da sera che chiudono lo show, sebbene siano impreziositi da scolli monospalla, spacchi e bolerini di piume, sfoggiano una variegata “fauna” di mascotte ornamentali.

 

 

ANNA SUI

 

 

Anna Sui rimane fedele al suo stile signature, intriso di reminiscenze “Flower Power”, accentuandone i colori e gli accenti che lo aggiornano al terzo millennio. Tra le cromie predominanti risaltano il verde mela, il magenta, il fucsia, il degradé nei toni del blu, del verde e del lilla, mentre i tessuti privilegiano il crochet (profuso nei bikini dal sapore hippie e nelle canotte “granny square” sovrapposte agli abiti) e il pizzo, sui cui sono ricamate le fantasie floreali che – alternate alle righe – fanno da leitmotiv all’ intera collezione. L’ allure da “figlia dei fiori” si fonde con il romanticismo e con le suggestioni sporty: agli abitini con pattern in degradé cromatico abbinati a giacchini bordati di piume seguono simil parka e boxer da spiaggia declinati in innumerevoli versioni, i reggiseni e i top dei costumi si sovrappongono ad eteree bluse in pizzo e quest’ ultimo, oltre a plasmare sinuosi abiti in cromie talmente accese da risultare quasi fluo, trionfa anche sul caftano candido, ricamato a righe e fiori, molto in linea con il gusto Sixties della collezione.

 

 

MICHAEL KORS

 

 

Un’ eleganza “pulita” e senza fronzoli, dai toni in parte classici, in parte sofisticatamente rétro. Kors (che quest’anno festeggia il 40esimo compleanno del suo brand) si ispira allo stile Fifties di “West Side Story” e lo si evince in svariati capi: la pencil skirt che apre lo show, i pantaloni alla pescatora, il cappotto con ampio scollo e ampi revers, la gonna a ruota, il dolcevita nero esistenzialista (con tanto di stampa a forma di cuore), i quadretti Vichy profusi sugli abiti, sui bikini e sui tailleur…Un look li vede protagonisti su un paio di shorts abbinati a un maglione in cachemire dal collo “importante”, rievocando vagamente la Marylin di “Let’s make love”. La palette cromatica, essenziale, alterna il bianco e il nero al beige, al celeste e al rosa. Il pizzo ricorre, anche in versione Sangallo, donando un tocco di femminilità raffinata, la lana forgia maglie ed outfit a costine, morbidi, che lasciano scoperte le spalle. Vince l’abbinamento top o bralette più gonna, oppure shorts, alte cinture sottolineano uno silhouette fasciante nella parte superiore del corpo e svasata in quella inferiore, i tailleur pantalone sono classici, corredati da pantalone con piega. Conclude la sfilata una serie di abiti da sera avvolgenti, sensuali, in total black e tempestati di paillettes all over.

 

 

TOM FORD

 

 

Chiudo in bellezza questa rassegna con la sfilata di Tom Ford, che di fatto ha concluso la New York Fashion Week. Scintillio, luccichio, bagliori: chiamatelo come volete, ma la collezione è un autentico tripudio di luminosità. Dal significato ben preciso, tra l’altro, quello di accendere una luce sfolgorante nel buio dell’ era attuale, che subisce gli strascichi della pandemia di Covid. Ford è fiducioso, auspica a una rinascita che ha già preso il via. E riflette tutto ciò in una collezione strepitosa, fortemente d’impatto, dal glamour travolgente. Gli ingredienti? I cardini dell’ athleisure rivisitati in chiave glitz grazie a un’ abbondante dose di paillettes. E poi la sensualità, un senso straordinario del colore, un mood che rievoca il fermento dello Studio 54. Ci sono pantaloni della tuta tagliati sotto il ginocchio, pantaloni cargo, canotte sportive, giubbini da running, bralette e camicie sbottonatissime annodate all’ altezza dell’ ombelico, tutti interamente rivestiti di paillettes oppure in raso. L’allure è disinvolta, rilassata ma supersexy; i colori vibrano, anche in virtù dei loro accostamenti: azzurro+fucsia+arancio, arancio+rosa+viola, lime+lilla+bronzo, rosa fluo+viola+bianco, celeste+fucsia…una vera meraviglia. A completare la maggior parte dei look, un’ampia giacca dalla linea squadrata, choker tempestati di strass come i fermagli per capelli, miriadi di collane dorate (un po’ in stile hip hop) e dei preziosi sandali con tacco alto. Lo sportswear, gettonatissimo durante i vari lockdown, con Tom Ford si è ammantato di luce ed è diventato iper glam: un antidoto perfetto contro il grigiore, l’ incertezza, l’ appiattimento caratteristici dell’emergenza sanitaria. Un inno alla gioia di vivere, alla voglia di ritornare a vestirsi…e a divertirsi.

 

 

 

 

New York Fashion Week: flash dalle sfilate delle collezioni PE 2021

1.TOM FORD

Sono molti, negli Stati Uniti, i brand che hanno rinunciato a proporre una collezione Primavera Estate 2021. La pandemia di Covid infuria, e anche se nella Grande Mela i contagi, al momento, sono più contenuti, alla New York Fashion Week svariate label hanno preferito divulgare le loro creazioni in versione digital  attraverso la piattaforma Runway360 del CFDA (Council of Fashion Designers of America). In tantissimi hanno optato per la modalità “lookbook”, evitando il défilé in passerella via video: tra questi, TOM FORD. Il Presidente del CFDA, che come tutti ha ideato la propria collezione in quarantena, guarda al passato e, al tempo stesso, a un futuro sgargiante e audace, intriso di positività nonostante il duro periodo attuale. Ford si ispira agli anni ’70 di Antonio Lòpez, al glamour delle sue illustrazioni, inneggia ad una donna sfrontatamente sensuale ma sempre sorridente e super grintosa. I look evidenziano stampe sgargianti: floreali, tigrate, zebrate, spesso fuse in un mix & match sorprendente e mai sopra le righe. I minishort troneggiano, abbinati alla giacca e al foulard, le camicie sono sbottonatissime, i pantaloni, lucidi e morbidi, ostentano una cintura con il logo del brand. Il monocolor ricorre in tonalità eleganti quali il viola, il fucsia, l’azzurro polvere, ma fa la sua comparsa anche il tie-dyed. Lo ritroviamo soprattutto sui caftani ampi e spettacolari, con lunghe frange, che rappresentano i pezzi forti – e sicuramente i più iconici – della collezione.

 

2.TOM FORD

3.TOM FORD

1.CAROLINA HERRERA

Wes Gordon, pur rimanendo fedele allo scenografico heritage di CAROLINA HERRERA, impregna questa collezione di freschezza in dosi massicce. Lo chic è al primo posto come sempre, ma privo di indizi “ladylike”: piuttosto, acquista una allure vagamente anni ’60 e si ispira alla Mia Farrow di “Rosemary’s Baby”. Accanto agli splendidi abiti da sera con maniche a sbuffo risalta una serie di minidress dalla linea ad A, essenziali o impreziositi da volants e grandi fiocchi, ma anche stretti in vita e, come nel caso di un abitino in tulle color baby pink, adornati da un vistoso “ventaglio” asimmetrico (sempre in tulle) che dalla spalla scende sul fianco. I pantaloni sono ampi, dritti e a vita alta, le silhouette alternano linee fascianti e minimali ad altre più fluttuanti e svasate nel fondo. Una camicia bianca con maniche a sbuffo abbinata a una miniskirt nera costituisce l’ apice del “dégagé”; agli antipodi, l’ abito a sirena in total black, ornato da una sfilza di fiocchi frontali, che ostenta un’ eleganza da diva. Ogni outfit viene indossato con scarpe rasoterra, siano esse  francesine o Mary Jane, il che contribuisce a donare brio all’ insieme. La palette cromatica abbandona il color block delle scorse stagioni optando per il bianco, il nero, un pallidissimo rosa e un beige altrettanto tenue, mentre le stampe si declinano in minipois e fantasie floreali.

 

2.CAROLINA HERRERA

3.CAROLINA HERRERA

1.KA WA KEY

Il brand del duo formato dai designer Ka Wa Key Chow e Jarno Leppanen ha proposto la sua collezione, “There’ s no place like home”, tramite un corto diretto da Fabrizio Eramo. L’ ispirazione prende vita dai luoghi, o meglio dalle tre città, che per KA WA KEY incarnano il concetto di “casa” – Hong Kong, Londra e la Finlandia – ed elabora l’idea iniziale alla luce dell’ attuale emergenza pandemica. I look si concentrano sulla nozione di comfort utilizzando tessuti morbidi, prevalentemente tinti in degradé di colore, e sovrapponendo i capi di frequente. La gonna svolazzante, anche in versione a salopette, fa da leitmotiv; la affiancano pantaloni comodi in lana a coste o pratici bermuda, mentre tra i top predominano i pull a dolcevita. Nonostante il tema della collezione sia incentrato sulla casa, il video di Fabrizio Eramo presenta le creazioni in un’ ambientazione outdoor: i modelli si muovono in mezzo alla natura, su un prato con una fitta vegetazione a far da sfondo e sotto un cielo striato di nuvole rosa. Il tutto rimanda ai valori eco-sostenibili del brand e crea un voluto contrasto tra l’idea di casa come spazio chiuso e la sua accezione più ampia di “territorio”, località, paesaggio dell’ anima. Non c’è traccia di restrizioni, nello stile di Ka Wa Key: “comodità” fa sempre rima con “libertà”.

 

2.KA WA KEY

3.KA WA KEY

1.ZIMMERMANN

Per Nicky Zimmermann “casa” vuol dire “Australia”, e la sua collezione “Wild Botanica” si ispira proprio alla magnificenza della flora e della fauna del Nuovissimo Continente. Il romanticismo, la femminilità che contraddistinguono le creazioni di ZIMMERMANN si arricchiscono quindi di un nuovo elemento, che tramuta la bellezza naturale in motivo decorativo tramite applicazioni e stampe: un tripudio di petali in 3D adorna colli e polsini, oppure invade gli abiti con un effetto visivo che rende i fiori simili a migliaia di ali di farfalla. Le stampe riproducono tutte le specie floreali, accostandole in una sorta di patchwork acquarellato che esalta la presenza di coloratissimi pappagalli esotici. Le nuance, di conseguenza, si moltiplicano pur rimanendo sempre molto “discrete”, eleganti, appena più vivide delle tonalità pastello. L’ abito lungo, ondeggiante e dotato di maniche a sbuffo (ormai un capo trademark della designer australiana) spadroneggia anche in versione mini, ma si alterna a molti altri modelli: con balze palloncino, scampanato e stretto in vita, dalla linea affusolata e in total crochet. Proliferano poi i look composti da crop top e gonna fluttuante, mentre tra i pantaloni risaltano i flares stampati a fiori e pappagalli proprio come la jumpsuit abbinata a una paglietta in stile anni ’20.

 

2.ZIMMERMANN

3. ZIMMERMANN

 

 

 

 

Il close-up della settimana

Pierpaolo Piccioli durante il gran finale dell’ applauditissima sfilata di Haute Couture Primavera/Estate 2019, chiusa da Naomi Campbell

Pierpaolo Piccioli, mente creativa di Valentino, ha appena ricevuto l’ ennesimo, prestigioso riconoscimento: il Council of Fashion Designers of America l’ha infatti nominato International Women’s Designer of the Year durante la cerimonia (virtuale a causa del Covid) dei CFDA Awards. Ricordiamo che, solo due anni fa, il premio di Designer of the Year ricevuto ai Fashion Awards britannici aveva già incoronato la sua carriera “da solista” dopo il trasferimento chez Dior di Maria Grazia Chiuri. Era il 2016 quando Chiuri decise di accettare l’offerta della Maison parigina, esattamente otto anni dopo dall’ esordio alla direzione creativa di Valentino in coppia con Pierpaolo Piccioli. Dopo l’ uscita di scena della collega, il designer nato a Nettuno ha portato avanti in solitario quella che verrà storicamente ricordata come la “nuova era” della leggendaria casa di moda di Piazza Mignanelli: una visione creativa inedita che coniuga mirabilmente l’heritage della Maison con una contemporaneità intrisa di fascino e stile. Oggi, questa visione è stata premiata con uno dei riconoscimenti più importanti del fashion system statunitense. L’ annuncio della vittoria di Piccioli è stato dato da Tom Ford – presidente del CFDA dal 2019 – il 14 Settembre, giorno dell’ inaugurazione della New York Fashion Week, attraverso la digital platform Runway360. Su Instagram, lo stilista ha commentato entustasticamente la sua premiazione: “Lontano dai riflettori, dalla folla, dai brindisi e dalle feste, accetto questo premio con immensa gratitudine per la fiducia e la benevolenza dei miei colleghi e amici. La condizione atipica della cerimonia sottolinea l’essenza di questo traguardo: dedizione quotidiana e amore per la bellezza, in tutte le sue accezioni. Interpreto questo premio come un promemoria, per tutto il lavoro straordinario che ha fatto il mio team, per tutto il supporto che ho ricevuto dalla mia famiglia e per l’enorme opportunità che la vita mi ha dato, facendo quello che amo come lavoro. A volte sogno ad occhi aperti cosa farei o potrei fare se non fossi uno stilista … In fin dei conti, sono esattamente dove voglio essere. Quindi, grazie al CFDA e grazie a Tom Ford per avermi ricordato quanto sono fortunato.” Ma anche eccezionalmente geniale e ricco di talento, aggiungeremmo: tanto da aver meritato in pieno di ricevere l’ ambitissimo CFDA Award.