Tendenze AI 2023/24 – I mille volti del denim

Elisabetta Franchi

Il denim, come sappiamo, è stato uno dei materiali top dell’estate 2023. Ma in vista dell’ autunno non ha nessuna intenzione di eclissarsi: anzi, renderà la sua presenza ancora più massiccia. Accanto ai jeans di tendenza (vedi foto sopra), quindi, prolifererà un denim declinato in total look e nelle versioni più incredibili. E’ da notare che, di frequente, si tratta di un tessuto che del “Blue de Gênes” ha solo l’apparenza. E proprio questo gli consente di assumere volti molteplici, super variegati: date un’occhiata alla gallery e fatemi sapere cosa ne pensate.

 

Y/Project

Philipp Plein

Diesel

Annakiki

Federico Cina

Rokh

 

Estate 2023, le tendenze – tormentone

 

Ogni estate ha le sue tendenze: l’ispirazione nasce dalle passerelle, ma non necessariamente. Più spesso, dalla strada. Per realizzare quali sono i veri e propri “tormentoni” dell’estate, dove con “tormentoni” si intendono le mode adottate in maniera massiccia, lo street style più cool, basta sedersi a un tavolino all’aperto di qualche locale nelle mete vacanziere di punta. Osservate cosa indossano le giovani donne, ma soprattutto le giovanissime, per farvi un’idea. Sicuramente, il trend per eccellenza dell’ estate 2023 è la rafia (vedi foto sopra), un materiale che plasma capi ed accessori: dalle borse ai cappelli, dalle scarpe ai top. In questi giorni roventi regna sovrana, anche perchè è una fibra naturale, riciclabile e biodegradabile che si sposa perfettamente con la causa ecosostenibile. Il mio consiglio? Optate per un bel cappello in rafia, esalterà il vostro stile e vi terrà al riparo dalle possibili insolazioni causate da Caronte.

 

 

Il crochet

 

 

La lavorazione all’uncinetto è tornata per rimanere, che sia in versione Granny Square o meno. Si coniuga divinamente con il mood Hippie che VALIUM ha illustrato anche nella sua ultima photostory, apportando accenti vagamente “flower power” e in stile “freedom” agli abiti, ai costumi da bagno e ai capi più disparati.

 

Le sneakers

 

 

Sono un trend vincente da anni, ma questa estate proprio non se ne può fare a meno: prodotte da un numero incalcolabile di brand in un’infinita gamma di modelli, ormai si abbinano a una vastissima varietà di look.

 

Il micro bikini

 

 

Dimenticate lo slip culotte e il reggiseno da pin up: i bikini dell’estate 2023 si declinano in molteplici forme, colori e materiali. Tra i grandi ritorni è da segnalare quello del micro bikini, con il mitico reggiseno a triangolo. Colorato e scartatissimo, sprigiona un glamour anni ’70 decisamente mozzafiato.

 

L’abito bianco

 

 

E’ un must assoluto dell’ estate. Luminoso e rinfrescante, esalta a dovere l’abbronzatura. Se optate per modelli romantici che mixano trasparenze, romanticismo e ruches, non esitate ad abbinarli a un cappello in rafia: otterrete un incantevole look Boho.

 

Gli shorts

 

 

Sono pratici, stilosi e, last but not least, l’ideale per non soffrire il caldo. L’estate 2023 li vuole a vita alta, spaziando dai modelli chic a quelli più marcatamente easy. Le giovanissime li indossano con gli stivali, in particolar modo i camperos, o con le immancabili sneakers.

 

I sandali a rocchetto

 

 

Che siano sandali o calzature infradito fa lo stesso: il tacco che sfoggiano è invariabilmente a rocchetto. Ma è solo una proposta che si inserisce tra gli innumerevoli diktat di stagione; i sandali di punta dell’estate includono modelli con zeppa, plateau, rasoterra, borchie, spessa suola carrarmato e molte altre versioni ancora. I sandali con tacco a rocchetto, tuttavia, sono ritenuti i più chic.

 

Il denim

 

 

E’ uno dei materiali top dell’estate. Non solo sotto forma di jeans, anzi: gonne, shorts, abiti, top, giacchini ed accessori in denim fanno tendenza a pari merito, se non di più, dello storico pantalone a cinque tasche in “blu di Genova”. Spaziare è tassativo.

 

L’ abbronzatura

 

 

Se negli ultimi anni l’abbronzatura era stata soppiantata da un più discreto look “baciato dal sole”, oggi torna prepotentemente alla ribalta. Sarà che i due anni di pandemia ci hanno rimesso addosso una gran voglia di sole, aria aperta e appeal “salutare”, ma esibire una sana tintarella alletta chiunque. Abbinandola poi alle proposte make up dell’estate, tutte all’ insegna dell’ effetto glow, affiora subito un glamour che rimanda alle iconiche figure femminili di Guy Bourdin.

 

 

Foto via Pexels e Unsplash

 

 

Tendenze PE 2023 – Total denim: il boom del “bleu de Gênes”

Blumarine

La bella stagione vede il denim protagonista assoluto: non solo jeans, ma anche gonne, abiti, ensemble, giacche e top nel celebre “bleu de Gênes” entrano a far parte del nostro guardaroba. E in tutte le tonalità possibili. Il délavè predomina, alternandosi ad effetti degradé che sono autentiche sperimentazioni sulla tela di cotone. Vita alta o vita bassa fa lo stesso; le cuciture si moltiplicano, il jeans a zampa si rinnova grazie a un tripudio di balze e di volants. Borchie, perline, ricami e cristalli impreziosiscono ogni singola creazione, decretando il trionfo di un denim versione gioiello.

 

Blumarine

Trussardi

Burberry

Burberry

Vivetta

Y/Project

Diesel

Marco Rambaldi

 

 

Il denim, top trend dei mesi freddi a partire dalle collezioni Pre Fall 2022

Burberry

Le collezioni Pre Fall offrono delle interessanti anticipazioni di quelli che saranno i trend dell’ Autunno Inverno 2022/23. Un esempio? Il denim. I designer si sbizzarriscono e creano interi look con il tessuto di jeans: gonne, camicie, abiti, capispalla, pantaloni di ogni foggia, gilet e giubbini. Gli stili, di conseguenza, si moltiplicano. Il denim viene declinato in incalcolabili versioni; diventa chic, grunge, glamour, boho, hippie, rétro, minimale…Che sia casual o luxury, il suo appeal rimane però invariato. Senza tempo ma profondamente attuale, perfetto per le quattro stagioni ma ideale per quelle intermedie, pratico ma super versatile, il denim viene rivisitato da un gran numero di brand. La rilettura guarda alla contemporaneità pur senza tralasciare i richiami all’ era gloriosa del jeans. Linee, volumi e lunghezze sono eterogenei come le gradazioni di blu: da quello scuro al délavé si passa attraverso un’ infinità di toni, oppure le varie nuance si uniscono in un intrigante mélange. “Di tutto e di più”, insomma, come recita un noto slogan: l’ importante è che sia denim.

 

Max Mara

Ganni

Blumarine

Victoria Beckham

RtA

R13

Zara

Philosophy

Prabal Gurung

Givenchy

Valentino

 

 

Crystal Pearl Denim, il jeans prezioso di AREA NYC

 

Per AREA, i decori di perle e le frange di cristalli sono una sorta di trademark. Proliferano sugli outfit, ma non solo: li ritroviamo sotto forma di gioielli e soprattutto di hairpiece mozzafiato. Adornano il capo a cascata, incorniciano il viso, si tramutano in fermagli, tiare, fermacapelli, sprigionando una potente allure Decò. E se come accessori strizzano l’ occhio ai Roaring Twenties, raggiungono livelli di preziosità pura nelle vesti di ornamenti. Per sintonizzarli sul mood unconventional delle proprie creazioni, il brand fondato da Beckett Fogg e Piotreck Pansczczyk li inserisce in mini collezioni che si basano su abbinamenti sorprendenti: il più nuovo è il connubio tra perle, cristalli e tessuto jeans, fil rouge di una capsule battezzata “Crystal Pearl Denim”. I look includono top-corsetto con lacci, minigonne, giubbini, pantaloni alla caviglia, tutti rigorosamente in denim ma arricchiti da bordure e decorazioni che alternano perle e cristalli. Nessun effetto délavé, nessuno strappo strategico; a farla da padroni sono dettagli luxury, ultra femminili. Le perle e i cristalli sottolineano lo scollo e le bretelline del top, il colletto del giubbino, la patta dei jeans. Disegnano una tartaruga sulla gonna, moltiplicandosi, però, anche in versione jewel e hairpiece. Oltre che sui copricapo, sui girocollo e sui vistosi orecchini, risaltano come fermacapelli di due lunghe trecce: prendete nota, perchè questa acconciatura “gioiello” (insieme alle trecce in generale) sarà un autentico top trend di stagione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Milano Fashion Week: flash dalle sfilate delle collezioni PE 2021 (parte 2)

1.LAURA BIAGIOTTI

E’ una sfilata spettacolare quella di LAURA BIAGIOTTI, che manda in scena la sua collezione a Roma nella maestosa Piazza del Campidoglio (della quale ha restaurato la Scala Cordonata di Michelangelo e i due Dioscuri): il tramonto fa da sfondo al fashion show rendendolo ancora più suggestivo man mano che sfuma nel crepuscolo. Da sempre dire Biagiotti equivale a dire “classe” e “charme”, ma anche a dire “bianco”. Ai tempi del Covid, questo bianco si tramuta in un foglio candido su cui disegnare il futuro, delineare una nuova concezione del mondo e dello stile. Non è un caso che la collezione abbia il titolo di “Roman Renaissance”. Le parole d’ordine sono “luminosità” e “durevolezza”, declinate in capi chic ma disinvolti che resistono alla sfida del tempo. Biagiotti propone linee asciutte e tuttavia femminili, come quelle delle tuniche sleeveless che accarezzano il corpo, e non lesina gli omaggi alla Città Eterna, con la quale intrattiene da sempre un legame speciale: esalta la classicità tramite il plissè, le stampe di antichi profili romani, riproduce su un abito lo storico disegno a intreccio di Piazza del Campidoglio. Nelle creazioni ricorre il luccichio dei cristalli Swarovski, il bianco viene intervallato da pattern floreali e vivaci color block, ma soprattutto da un verde mela (anche in total look) che riflette l’anima green del brand. La tonalità signature di Biagiotti fa il suo ritorno con l’abito da sposa immacolato indossato dalla top Anna Cleveland: fluttuante, impalpabile e dotato di un velo che sembra donargli ali per librarlo metaforicamente in volo.

 

2.LAURA BIAGIOTTI

3.LAURA BIAGIOTTI

 

1.DOLCE & GABBANA

La Primavera Estate 2021 di DOLCE & GABBANA è all’ insegna del patchwork: tessuti e pattern tratti dall’ archivio del duo tornano prepotentemente alla ribalta e si mixano in look travolgenti. La riflessione di Domenico Dolce e Stefano Gabbana sull’ era della pandemia guarda al passato e lo riporta in auge attraverso un presente dove la mescolanza,  la fusione, l’ assemblaggio si fanno emblematici e veicolano il messaggio di “L’unione fa la forza”. Non è una considerazione scontata. Stilisticamente, il brand inneggia alla Sicilia e a tutto quanto l’ ha ispirato nel tempo: ritroviamo motivi come l’ animalier, i pois, le rose, i broccati, le righe, gli scacchi optical, i pattern ispirati alle ceramiche di Caltagirone e quelli barocchi, tutti amalgamati in un connubio che coinvolge ogni look. Molto belli i lunghi cappotti con collo a scialle e maniche con risvolto, intriganti e contemporanee le ampie giacche squadrate abbinate soltanto a una camicia e a un paio di stivali. Il denim è parte integrante del patchwork, sia sotto forma di jeans che di tessuto inserito nel mix and match. Gli outfit sono quelli che hanno fatto la storia di Dolce & Gabbana: abiti ad anfora, mini dress a palloncino, boleri da torero, coat caftano e tailleur sagomati, accompagnati a miriadi di fiori tra i capelli o a sofisticati turbanti. Se l’epoca attuale è grigia, il duo del Made in Italy per antonomasia non rinuncia alla vivace sensualità che è ormai il suo trademark.

 

2.DOLCE & GABBANA

3.DOLCE & GABBANA

 

1.FENDI

“Gruppo di famiglia in un interno”, riprendendo il titolo di un noto film di Visconti: così potrebbe essere stata battezzata la collezione Primavera Estate 2021 di FENDI, ispirata alle caratteristiche riunioni familiari tra le quattro mura che mettono a confronto più generazioni. La casa, i ricordi, il mobilio, la biancheria, l’ home decor rappresentano il fulcro di ogni look. Il che non è casuale, anche perchè proprio la casa, durante i mesi del lockdown, è diventata lo scenario principale delle nostre vite. Silvia Venturini Fendi la celebra con genialità e inventiva, proponendo mise accuratissime nei dettagli: i ricami degli abiti rievocano quelli delle tovaglie più preziose, le profilature riproducono gli ornamenti degli armadi déco attraverso il trompe-l’oeil, ricercatissime lavorazioni crochet rimandano alle bordature di tende sontuose, sagome arboree stampate su una lunga canotta sovrapposta all’outfit e su un soprabito see-through fanno pensare ad un giardino. Le silhouette delle creazioni, in linea con l’incontro generazionale, riflettono diverse epoche storiche; prevalgono gli anni ’40, “raccontati” tramite sinuosi pencil dress e cappotti con maniche svasate. Le trasparenze e il pizzo abbondano, impreziosendo una collezione solo apparentemente minimal. La palette cromatica, di forte impatto visivo, punta sui look monocromo e alterna colori neutri come il beige, il nero e il total white, ma osa anche un rosso vivo che viene favolosamente abbinato al celeste. Declinato in un vibrante arancio, poi, spicca un dolcevita con maniche-guanto: il capo forse più iconico dell’intera collezione.

 

2.FENDI

3.FENDI

 

1.ALBERTA FERRETTI

Anche ALBERTA FERRETTI ha elaborato un antidoto contro questo periodo difficile e turbolento: la gentilezza. Manda in scena quindi una collezione romantica, femminile, ma pratica e contraddistinta da un vago tocco sporty. A proposito di femminilità, la designer ridefinisce i cardini di alcune tipologie di abbigliamento donna. Per esempio la lingerie, molto presente nei look in versione rivisitata e corretta: i reggiseni e le bralette si indossano in bella vista, però abbandonano i merletti a favore di un tessuto lucido ed elasticizzato. Dal canto suo, il pizzo Sangallo adorna capi all’ insegna della funzionalità. Lo ritroviamo su bluse con grandi maniche a sbuffo, abbinate per contrasto a minishort o a culotte stretch, o su deliziosi miniabiti da bambola. Oppure, ancora, sulle iconiche mantelline incorporate alle t-shirt, ma anche sui pantaloni ad anfora. Il denim in colori pastello fa da leimotiv declinandosi in jeans, giacchini e minigonne, le jumpsuit non mancano. La chiusura della sfilata, tuttavia, vede protagonisti i long dress signature di Alberta Ferretti, plasmati su tessuti impalpabili e ondeggianti: in passerella sfila una dea romantica che la palette di nude (nuance clou della collezione insieme al bianco), oro e un menta in degradé valorizza ulteriormente.

 

2.ALBERTA FERRETTI

3.ALBERTA FERRETTI

 

 

 

279 Denim, la palette “in jeans” delle nuovissime Dior 5 Couleurs Couture

 

Oggi mi ricollego all’ articolo sulla “tendenza denim” pubblicato il 14 Settembre scorso. Ricordate quando vi ho accennato a uno spin-off di quel post? Bene, eccolo qui. Il focus è sempre il denim, ma declinato in versione make up. L’ occasione per parlarvene me la fornisce una palette di ombretti, 5 Couleurs Couture, appena lanciata da Dior: l’ iconica 5 Couleurs abbraccia la Couture e si suddivide in quattro diverse armonie cromatiche, ognuna corrispondente a un capo cult della Maison. Accanto a 279 Denim, che celebra l’ appeal intramontabile del jeans e della sua allure chic ma disinvolta, troviamo 079 Black Bow, dedicata allo charme francese, al maliardo smoky eye e alle illustrazioni raffinate di René Gruau, 689 Mitzah, dal nome di una delle muse che ispirarono il New Look, e 879 Rouge Trafalgar, che rimanda al rosso signature di Christian Dior. 279 Denim conquista all’ istante perchè si sposa mirabilmente con il nuovo stile “in jeans” incluso nelle collezioni di Maria Grazia Chiuri. Le creazioni per l’ Autunno/Inverno 2020/21, ad esempio, lo sfoggiano copiosamente, ma anche la linea Cruise 2021 è ricca di capi in denim: un’ autentica consacrazione per un tessuto senza tempo e non più relegato esclusivamente al casual.

 

 

I cinque colori di 279 Denim sprigionano tutto il fascino del jeans e delle sue sfumature potenziandolo grazie alle caratteristiche di ogni palette 5 Couleurs Couture. Innanzitutto, la texture: cremosa, impalpabile, perfettamente fondibile con la pelle. E poi, le tonalità decise e intense, a lunghissima durata. Infine il finish variegato, eterogeneo, adatto a molteplici interpretazioni del look Dior a cui rimanda la palette scelta. 5 Couleurs Couture propone finiture in versione mat, satinata, metal, madreperlata, glitterata, ma con un unico leitmotiv: la luminosità. Per applicare l’ ombretto sono disponibili due applicatori a doppia estremità, con spugnetta oppure con pennello. Analizzando gli ingredienti, notiamo che includono l’ olio di pino e l’aloe vera, entrambi estremamente leviganti e soprattutto ricchi di proprietà nutrienti; non è un caso che il prodotto risulti morbidissimo al tatto, evidenziando la sua polvere finissima e un colore ultra intenso.

 

 

Veniamo ora a 279 Denim nello specifico. Le nuance che la compongono sono quattro diversi toni di blu denim più un color oro: accostandole alle tonalità classiche potremmo dire che la palette alterna il celeste intenso all’ azzurro polvere, il blu notte al blu navy, aggiungendo poi uno spot di luminosità tramite una shade dorata. Peter Philips, Direttore Creativo e dell’ Immagine del Make Up Dior, consiglia di abbondare con le nuance di blu sulla palpebra mobile e lungo la palpebra inferiore prima di illuminare con l’oro la zona sottostante all’ arcata sopraccigliare. L’ effetto è strepitoso, un blue look dal potente impatto visivo. Non c’è che dire, il denim di Dior è cool a 360 gradi: coinvolge la moda e la esalta a tutto tondo con il make up.

 

 

 

 

Tendenze AI 2020/21 – I jeans, la rentrée di un basic

Tom Ford

Si può parlare di “tendenza” per i jeans, ormai da anni un basic del nostro guardaroba? Potremmo definirli “un basic di tendenza”. Così come il denim, d’altronde, che per l’ Autunno Inverno 2020/21 fa la sua trionfante rentrée. In tempi incerti quali quelli attuali, quando sembra sempre più difficile definire il futuro, i jeans rappresentano un capo passepartout e all’ insegna del comfort : sono perfetti per il giorno, per la sera, e per dar loro un nuovo volto basta semplicemente un abbinamento ad hoc. Riguardo ai modelli, nonostante si registri il ritorno della zampa di elefante, non esiste una linea che prevale sulle altre. Dritti, skinny, largotti, alla pescatora, cropped, ad anfora…sono cool a pari merito. Se restate sintonizzati su VALIUM, troverete un intrigante spin-off di questo articolo che rimanda al denim trend (non vi accenno altro per non fare spoiler).

 

Chloé

Dsquared2

Diesel

Celine

Moschino

Twinset

Dior

Gucci

Brandon Maxwell

Etro

 

 

 

Paris Fashion Week: 10 +1 flash dalle sfilate PE 2020

BALENCIAGA – Abiti come uniformi, look rivelatori di una professione o di uno status symbol; naturalmente, il tutto “rivisto e corretto” secondo lo stile di Demna Gvasalia. Il womenswear della collezione risalta abiti, trench e giacche tipicamente anni ’80 sia nelle forme che nei pattern, come alcuni maculati che rievocano il boom dell’ animalier ai suoi albori. Ma sono le spalline enormi, maestose e squadratissime a sancire il trionfo di un’estetica “alla Dinasty”, almeno fino a quando non entra in scena una serie di long dress lineari, amplificati dalle crinoline e tinti di un monocolor vibrante: un omaggio a Cristòbal Balenciaga ed ai suoi inizi di carriera.

Quarto ed ultimo appuntamento con le Fashion Week delle capitali mondiali della moda: il nostro tour si conclude con Parigi, dove le sfilate delle collezioni Primavera Estate 2020 hanno chiuso i battenti il 1 Ottobre. Nella Ville Lumière si è assistito ad uno sfolgorante connubio di chic parisien, stravaganza ragionata e coscienziosità eco-sostenibile. La natura, il mondo vegetale, l’ambiente hanno fatto da leitmotiv a svariate collezioni ed ai rispettivi fashion show, (basti pensare a quelli di Dior e di Marine Serre), di conseguenza il tema “floral” è risultato vincente sia nei pattern che nei motivi ornamentali. Tra i materiali, il denim  ha fatto la sua riapparizione declinandosi in versione délavé e riciclata, in linea con le tematiche eco, mentre le silhouette hanno evidenziato una fluidità pressochè umanime, scolpita di frequente dal plissé. Per le spalline anni ’80 è stato un boom anche a Parigi, dove l’ ispirazione è andata a ritroso nel tempo in molteplici occasioni: i decenni dei ’70 e dei ’90 sono riaffiorati in più d’una collezione, ma alcune griffe si sono spinte persino oltre, facendo rivivere epoche come quella di Marie Antoinette e la Belle Epoque. Dal punto di vista cromatico si è registrato, invece, un predominio di colori vivaci, non di rado sconfinanti nel fluo (vedi Valentino). Qualche colpo di scena? Gli abiti – coloratissimi e plissettati – scesi come paracaduti sui corpi delle modelle durante lo show di Issey Miyake, allestito nel centro culturale Le Centquatre, Naomi Campbell che ha chiuso il défilé di Saint Laurent, un autentico tripudio di luci sullo sfondo della Torre Eiffel, la surreale intrusione alla sfilata di Chanel della YouTuber “Marie S’Infiltre”, prontamente allontanata da Gigi Hadid: “Paris est toujours Paris”, come recitava il titolo di un vecchio film.

 

DIOR – La donna giardiniera di Maria Grazia Chiuri è una figura doppiamente emblematica: si ispira a Catherine Dior, sorella di Monsieur Christian, appassionata di botanica e coraggiosa attivista durante la Seconda Guerra Mondiale, e al tempo stesso rimanda alla natura e all’arte di prendersene cura. Non è un caso che alla scenografia del défilé abbia collaborato Coloco, un gruppo di architetti che esalta il giardinaggio in quanto strumento di inclusività; piante eterogenee e provenienti da località diverse convivono armoniosamente, favorite da un progetto che coniuga la botanica con l’etica e con la responsabilità. I look della collezione, ricchi di decori e applicazioni tratti dal mondo vegetale, esaltano colori intensi in dégradé e sfoggiano preziose lavorazioni a base di rafia, pizzo e tulle.

 

SAINT LAURENT – La location è il Trocadero, illuminato da un tripudio di spettacolari fasci di luce. Sullo sfondo della Torre Eiffel sfila una parata di look che celebra, a un tempo, lo stile “rock anni ’70” di Vaccarello e l’heritage della Maison: il nero predomina e viene coniugato con una miriade di minishort, bluse trasparenti, coat trequarti, giacche da smoking. Ed è proprio lo smoking, un cult di Yves Saint Laurent, a trionfare nei look di chiusura. Decilnato in versione scintillante, in velluto o in un prezioso satin, si abbina ai calzoncini così come ai bermuda e ai pantaloni, ma ma con l’ orlo rigorosamente alla caviglia. Naomi Campbell conclude la sfilata sfoggiando un tuxedo in total black che irradia bagliori: un’icona senza tempo per un capo senza tempo che non cesserà mai di affascinare.

 

BALMAIN – Geometrie optical in black and white delineano abiti che sembrano tagliati seguendo la sagoma delle loro forme. Squarci inaspettati, scolli off the shoulders abbinati a maniche extralong, pantaloni asimmetrici privi di una gamba predominano insieme alle spalline extrasize. Dal bianco e nero si passa poi a una palette vivacissima: il giallo, il blu elettrico, il rosa, l’arancio e il verde mela ravvivano suit in denim con microtop e una serie di evening dress scolpiti da un plissé spettacolare o cosparsi di piume. L’ ispirazione è anni ’90, ma a muse come Beyoncé, le Destiny Child e Britney Spears Olivier Rousteing affianca una Grace Jones più che mai al top, rievocata da fascianti tute con cappuccio incorporato.

 

CELINE – Gli anni ’70, un trademark della cifra stilistica di Slimane, ammantati di una allure tipicamente parigina: per la Primavera Estate 2020 Hedi Slimane rimane fedele ai suoi stilemi, spingendosi ancora oltre nell’ esplorazione di un’ estetica che contribuì a consolidare il “discreto fascino della borghesia” francese: gonne pantalone, jeans délavé a profusione, bluse con collo a fiocco o con jabot si accompagnano a giacche scamosciate, shearling e pellicce a pelo lungo, ma sono soprattutto gli accessori a definire i look. Gli occhiali da sole a goccia, alternati a lunghi stivali ed a cappelli simili a turbanti, sono i puntini sulle i che contribuiscono a rievocare un decennio quasi mitico, omaggiato anche nell’ abito plissettato e scintillante (una transizione dall’ Hippie style a quello di matrice “Studio 54”) che chiude la sfilata.

 

THOM BROWNE – I cardini dello stile WASP incontrano quelli della Francia pre-rivoluzione: il risultato è una collezione che fonde il preppy con le crinoline. Browne racconta questo mix in maniera surreale, genialmente eccentrica, ma avvalendosi di un’ accuratissima sartorialità. Risaltano il trompe-l’oeil profuso e un tocco ironico, soprattutto negli outfit simili a divise dell’ high school abbinati a zeppe tanto playful quanto vertiginose, oppure nelle crinoline indossate sulle gambe nude. Il seersucker fa da tessuto-leitmotiv a silhouette svasate, arricchite da gonfie gonne multistrato o sorprendenti culotte d’antan. Il tocco iconico? Le acconciature torreggianti, in puro stile Marie-Antoinette, su cui si posano veli che ricoprono anche il volto.

 

VALENTINO – Pierpaolo Piccioli parte da splendide rivisitazioni di un capo basic, la camicia bianca, per sviluppare una collezione – come sempre – da standing ovation. Voluminose maniche a sbuffo, ruches, gorgiere e colletti stilizzati ricorrono nei look in total white che aprono la sfilata, mentre il colore comincia ad avanzare sotto forma di stampe e, poco a poco, esplode in una serie di evening dress tinti di nuance al neon. Non mancano accenti di matrice Rinascimentale, un trademark della “new era” di Valentino. Piume, paillettes, pizzi e volants impreziosiscono abiti che non lesinano incursioni nel nero, ma il bianco riemerge nel look di chiusura: uno spettacolare long dress ornato da una miriade di ruches scultoree.

 

GIVENCHY – Rivisitazioni del minimalismo americano anni ’90 coniugato con gli anni ’90 francesi, stilisticamente intrisi di residui “barocchi” del decennio precedente: potrebbe essere, in sintesi, il nucleo attorno al quale ruota questa collezione. Clare Waight Keller privilegia linee pulite, ma fluttuanti, di tanto in tanto arricchite da forme a sbuffo o movimentati drappeggi. Colpiscono i materiali: ai top, ai trench e agli abiti in pelle si alterna un denim a dosi massicce e rigorosamente riciclato, un’ode alla sostenibilità, che si declina in jeans squarciati o in abiti bicolor composti da due toni differenti di tessuto délavé. Silhouette più morbide contraddistinguono i numerosi long dress dall’ imprinting floreale, che puntano sul monospalla o su scolli a V vertiginosi ingentiliti da ampie puff sleeves.

 

STELLA MCCARTNEY – La collezione più sostenibile mai realizzata da Stella McCartney, che ha usato più del 75% di materiali eco-friendly per ribadire il suo messaggio: la designer, ormai da anni, esorta ad uno shopping responsabile e ad una moda in linea con le esigenze ambientali. Avvalendosi di una palette “discreta”, ma illuminata da squarci di arancio, turchese e color giada, McCartney dà vita a look disinvolti e freschi, che esaltano una silhouette generalmente ristretta nel fondo e con maniche svasate per contrasto. Spicca un motivo decorativo, una sorta di bordatura a zig-zag arrotondato, che appare sulla maggior parte degli abiti, delle tute e dei capispalla come a sottolinearne l’allure fluida, e non mancano le stampe floral: un omaggio alla natura.

 

LOUIS VUITTON – Ispirazione Belle Epoque per Nicholas Guesquière, che manda in scena una collezione-tributo ad una delle più importanti epoche della storia francese: un periodo contrassegnato dai primi accenni di emancipazione femminile e dalla nascita della griffe Louis Vuitton, fondata nel 1854 sulla scia della voga del viaggio. Gli stilemi che Guesquière privilegia non potevano tralasciare il Liberty, presente nelle stampe e nei motivi ornamentali, mentre bagliori Déco, profusi sui tipici pattern geometrici, si affiancano ai colletti arrotondati ed alle maniche a sbuffo. Anche dettagli come gli stivaletti stringati e lo chignon morbido, citano l’era memorabile dell’ Exposition Universelle parigina. Tuttavia, a sorpresa, a fare da fil rouge sono miniskirt e gonne portafoglio, capi contemporanei che il connubio con il Déco rende vagamente “Biba style”.

 

MAISON MARGIELA – Presentata con la collezione Artisanal l’estate scorsa, la Snatched Bag è una borsa no-gender. John Galliano l’ha riproposta sulle passerelle parigine in occasione delle sfilate di Ready-to-Wear, dove non è passata inosservata: non è un caso che il suo nome, in slang, significhi più o meno “terrific”. La Snatched bag sfoggia un aspetto inedito, assolutamente unico, che conquista all’ istante. E’ geometrica, “spigolosa” ma accattivante, e può essere indossata sia a tracolla che a mano, oppure ancora come un marsupio. Ulteriori suoi punti di forza sono i colori, un’ ampia gamma a partire dal bianco (come quella nella foto), ed i formati maxi e mini che la contraddistinguono. Cos’altro dire di questa borsa, se non che concentra tutto lo spirito iconoclasta di Galliano?

 

 

 

 

5 + 1 jeans per la Primavera/Estate

DOLCE & GABBANA

Che fine hanno fatto i jeans? Ormai sono un basic e li diamo quasi per scontati, ma non per questo fanno meno tendenza. In passerella vantano una presenza massiccia, per non parlare poi dello street style. Modello palazzo, finti laceri, cropped, ricamati, délavé, affusolati, largotti…a vita alta o a vita bassa: i jeans moltiplicano i loro stili e si declinano in innumerevoli, variegate versioni. Ne ho scelte 5 + 1 (tutte tratte dalle collezioni Primavera Estate 2019) per inneggiare al pantalone in denim ed alle sue metamorfosi contemporanee.

 

ELISABETTA FRANCHI

SACAI

BALMAIN

Y/PROJECT

CHANEL