Un sorso di estate

 

” La marea gialla – essenza di un mese bellissimo – veniva versata nella macina e usciva dal becco di sotto per essere travasata nei recipienti di terracotta, fatta fermentare e racchiusa nelle bottiglie lavate per l’occasione. Poi veniva sistemata in file ordinate, dorate, negli scaffali bui della cantina. Vino di dente di leone. Parole che significavano estate. Il vino era l’estate catturata e messa in bottiglia. E adesso che Douglas sapeva di essere veramente vivo, e si muoveva fra le cose del mondo per vederle e toccarle tutte, pareva appropriato che un po’ di quella nuova coscienza, di quel giorno di vendemmia così speciale venisse conservato e tappato in cantina, per essere aperto magari in gennaio, durante una nevicata, quando il sole fosse dimenticato da settimane oppure mesi, e il miracolo della coscienza avesse bisogno di una rinfrescatina. Dato che quella sarebbe stata un’estate di inattese meraviglie, Douglas voleva conservarne e imbottigliarne il più possibile, in modo che gli bastasse scendere nel buio della cantina, in punta di piedi, e allungare la mano. E là, fila su fila, col delicato splendore dei fiori che sbocciano di primo mattino, con la luce di giugno che brilla sotto uno strato di polvere, avrebbe ritrovato il vino del dente di leone. Guardalo attraverso quel vino il giorno di inverno e la neve si scioglierà sull’erba e gli alberi saranno ripopolati di uccelli, e foglie e fiori si apriranno di nuovo come un continente di farfalle che volano nel vento. Guardaci attraverso e il cielo, da plumbeo, diventerà azzurro. Tieni l’estate in una mano, versala in un bicchiere (…); cambia stagione, nelle tue vene, portandoti un bicchiere alle labbra e mandando giù un sorso di estate. “

Ray Bradbury, da “L’estate incantata”

 

 

Il luogo

 

” Vorrei essere te, così violenta così aspra d’amore, così accesa di vene di bellezza e così castigata.”

Alda Merini, “Per Una Rosa”

 

Un angolo magico di campagna, un’ esplosione di bellezza accentuata dal profumo inebriante delle rose: ti si apre davanti inaspettato e subito cattura il tuo sguardo. E’ un sentiero di cui non riesci a calcolare la lunghezza, immerso nel verde e completamente fiancheggiato da rose che lo sovrastano formando un rigoglioso arco. I colori di questo scenario ammaliano al pari dell’ incanto che sprigiona: un etereo connubio di rosa, verde e azzurro a cui si aggiunge il beige/grezzo della terra, tonalità imprescindibile di una cornice naturale da mozzare il fiato. Siamo nel Paese delle Meraviglie? Forse. Oppure no…Quel che è certo, è che solo il mese di Maggio può offrire simili paesaggi da sogno. Ti addentri in quel sentiero con stupore, senza sapere neppure dove ti condurrà. L’azzurro del cielo, nel frattempo, si tinge delle caleidoscopiche cromie del tramonto prima di sfumare in un crepuscolo color indaco. Tutto intorno è quiete, intervallata dal cinguettio degli uccelli e dal ronzio delle api. Farfalle variopinte svolazzano leggere tra le rose, un vento tiepido veicola  profumi a miriadi. Continuo ad avanzare mentre l’ ambiente che mi circonda si fa sempre più onirico. “Rosa, Rosae, Rosam”, recito mentalmente. E’ come un mantra, una cantilena ipnotica che mi accompagna lungo il tragitto…Non ho idea di dove il sentiero mi stia portando, ma voglio immaginare che proprio in questo momento, nel qui e ora, Maggio mi abbia dischiuso l’ accesso ad un mondo da fiaba.

 

 

 

Spazi Aperti

Voglia di spazi aperti, di orizzonti sconfinati. Perchè da un mese ci circondano solo quattro mura e perchè la Primavera, con le sue splendide giornate di sole, ci tenta inesorabilmente al di là dei vetri della finestra. Per il momento, quegli spazi possiamo solo sognarli: come farfalle ci libriamo in volo inebriandoci di tutti i colori, di tutti i profumi del creato. Ripercorriamo mentalmente la vastità di un prato fiorito, di una spiaggia sull’ oceano o di un campo di lavanda. Il nostro è un viaggio onirico che ci permette di guardare alla natura con nuovi occhi, assaporando la meraviglia di ciò che ci circonda. Poi, una volta raggiunto il mare, decidiamo di concludere il percorso: e proprio lì, dove lo sguardo ingloba acqua e cielo nello stesso azzurro etereo, veniamo invasi da un sentimento quasi mistico. Perchè, come disse Victor Hugo, “L’ orizzonte è la linea che sottolinea l’infinito”. E di infinito – soprattutto in questi giorni – abbiamo tutti un estremo bisogno.

IL GIARDINO

Il giardino (per chi ne ha uno) è lo spazio aperto al momento più abbordabile, più a portata di mano. In Primavera, inoltre, diventa magico: i fiori sbocciano l’uno dopo l’altro e nell’aria si diffonde il loro profumo. E’ il nostro giardino segreto, sia in senso metaforico che letterale. Un angolo d’incanto dove ci rifugiamo in cerca di bellezza e di conforto.

UNA DISTESA DI MARGHERITE

Quando arriva la Primavera, sono le margherite ad annunciarcelo. Simbolo di purezza e di semplicità, la margherita, anticamente, era il fiore che le giovani preferivano intrecciarsi tra i capelli, mentre se veniva ricevuta in dono denotava una devozione incondizionata. Le distese di margherite nei prati, nei parchi e nei giardini pubblici rientrano tra i ricordi d’infanzia che quasi ognuno di noi associa alla bella stagione.

UN PRATO FIORITO

Pensatelo mentre siete circondati dal silenzio: vi sembrerà di ascoltare il soffio di una leggera brezza e il ronzio delle api. Nel frattempo, perderete lo sguardo nella sua straordinaria varietà di colori. Un prato fiorito è lo spazio che si affaccia direttamente sul sogno, un’area eterea dove il tempo sembra sospeso e i passi avanzano leggeri, quasi impalpabili. In luoghi come questo, realizziamo che la natura non cessa mai di stupirci con il suo splendore mozzafiato.

IL BOSCO

E’ uno spazio aperto, ma fitto di alberi che accentuano il suo mistero. Non è un caso che il bosco sia, da sempre, il luogo in cui vengono ambientate le fiabe. Inoltrarsi nei suoi sentieri, nelle sue radure, è penetrare in una dimensione dove le coordinate di tempo si azzerano e fantasia e realtà si intrecciano immancabilmente. Perchè chi si addentra in un bosco, oltre a percorrere uno spazio fisico, compie un viaggio all’ interno di se stesso.

UN CAMPO DI LAVANDA

Ma sì, viaggiamo con la mente anche oltre confine…Ed approdiamo in Provenza, dove resteremo a bocca aperta davanti ai campi di lavanda in fiore. Sconfinate distese viola ci inebrieranno con il loro profumo inconfondibile, una vegetazione rigogliosa e il cielo azzurro provenzale ci trasporteranno in una realtà paradisiaca. Se poi – concretamente parlando, quando la fine dell’ emergenza lo permetterà – deciderete di raggiungere questa meta a Luglio o Agosto, dopo la raccolta del fiore, verrete presi nel vortice di Feste della Lavanda pittoresche e iper suggestive.

IL DESERTO

“The desert, a universe in one body”, recitano i versi di una poesia di Jim Morrison. Il deserto è uno spazio apparentemente infinito, dove si succedono solo dune e il silenzio ci mette in contatto con noi stessi. Colpiscono i suoi colori incredibili, che cambiano a seconda del vento e della luce, e fenomeni come il tramonto possiedono un fascino irresistibile. Affrontare il deserto è fare piazza pulita del superfluo e tornare all’ essenziale. E’ rimanere incantati mentre la notte scende e, all’ improvviso,  posa su di noi il suo manto di stelle.

UNA MIRIADE DI CILIEGI IN FIORE

Nel nostro tour sulle ali della fantasia non possiamo mancare di fare tappa nel Sol Levante, dove i ciliegi in fiore adornano il paesaggio come tante nuvole rosa. La fioritura dei ciliegi è un evento talmente atteso da aver originato il rito dell’ Hanami, letteralmente “ammirare i fiori”: i sakura si contemplano come in estasi. Sotto le loro fronde si ascolta musica, si organizzano picnic e si discute amabilmente, con la leggerezza tipica del risveglio primaverile.

LE MONTAGNE INNEVATE

Siamo quasi alla metà di Aprile, ma le catene montuose più imponenti sono ancora innevate. Osservare il panorama dalle alte vette ci riporta un po’ di magia invernale, quando l’aria è frizzante e predomina il candore.  Esplorare questi luoghi è addentrarsi nelle leggende di montagna: gnomi, fate, streghe e ninfe dei laghi potrebbero manifestarsi ad ogni passo, tra i boschi di conifere e sentieri nascosti. D’altronde, uno scenario così spettacolare non è forse un incantesimo di per sè?

UNA SPIAGGIA TROPICALE

La sabbia è finissima, bianca, bollente. La spiaggia, talmente ampia da confondersi con il mare. E’ così che immaginiamo un litorale tropicale. Sole à gogo, piedi nudi e libertà totale sono un invito alla vita selvaggia, completamente a contatto con la natura: una pausa necessaria, di tanto in tanto. Anche solo per staccare.

IL MARE

Ed eccoci al capolinea del nostro percorso: il mare, lo spazio illimitato per eccellenza. Arriviamo al tramonto, quando il sole tinge il cielo di meravigliosi colori e il silenzio viene rotto solo dallo stridio dei gabbiani. Le onde si infrangono ritmicamente sulla riva, qualche barca veleggia in lontananza. Il mare non ha confini: guardi all’ orizzonte e trovi l’infinito. Da bambini ci incantavamo ad ammirarlo, e provavamo a immaginare cosa ci fosse al di là di quell’ enorme distesa d’acqua. Oggi preferiamo lasciare la risposta alla fantasia, o più semplicemente pensiamo – come lo penso anch’io – che contemplare l’immensità del mare sia una pratica perfetta per sentirsi in totale armonia con il cosmo.

Foto dei ciliegi in fiore: Kakidai / CC BY-SA (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)