New York Fashion Week: 10 flash dalle collezioni AI 2019/2020

TOMO KOIZUMI – Il designer rivelazione della NYFW ha lasciato a bocca aperta il pubblico con abiti fiabeschi, simili ad oniriche nuvole di tulle declinate in ogni infinitesima nuance dell’arcobaleno.

E’ terminata il 9 Febbraio, lasciando dietro di sè un turbinio di colori e stili. Fascinazioni urbane, suggestioni da fiaba, ispirazioni rétro hanno incantato il parterre con la loro spettacolarità mozzafiato: la New York Fashion Week ha decretato il trionfo della fantasia e della ricerca. Svariati brand hanno attinto ai loro codici, rivisitandoli con inventiva. E se ad imporsi è stata la genialità creativa, non è venuto certo meno il fattore “portabilità”. Capi sempre più calati nella daily life hanno stupito senza suscitare clamore,  conquistando grazie a un’ originalità squisita. Mentre ero alle prese con la consueta selezione di dieci look tratti dalle sfilate, è giunta la notizia della scomparsa di Karl Lagerfeld: all’ indimenticabile “Kaiser della moda”, creativo tra i più fervidi e leggendari del ‘900, VALIUM dedicherà un post domani. In questo momento, ancora frastonata dalla tristissima news, riesco solo a celebrare il ricordo di Herr Lagerfeld raccogliendomi in un rispettoso silenzio.

 

MARC JACOBS – Una fiaba vittoriana in puro stile Jacobs. Predominano ampie mantelle, maniche a sbuffo, linee svasate, e soprattutto un tripudio di piume: non è un caso che a chiudere lo show sia una fascinosissima Christy Turlington in evening dress piumato e tinto di un total black molto teatrale.

 

CUSHNIE – Una palette autunnale (bordeaux, blu notte, rosso, nero, prugna) viene accesa da squarci di pervinca e di blu Klein. Velluti e drappeggi Déco avvolti seduttivamente attorno al corpo si alternano a flares affusolati che emanano potenti suggestioni anni ’70.

 

ECKHAUS LATTA – L’ imprinting urban tipico del brand si avvale di una sartorialità sempre più ricca e ricercata che dona un twist iper cool ai minimalismi. La collaborazione con UGG si traduce in una serie di massicci boot e sabot stilosamente abbinati ad ogni look della collezione. 

 

AGATHA RUIZ DE LA PRADA – Travolgente, briosa e coloratissima, la collezione è un’ode agli inconfondibili codici del brand. Non tralasciando i cuori “trademark” gioca con i volumi, osa con gli accostamenti cromatici, stupisce con i richiami al circo e ad un mondo onirico che i fan della designer madrilena adorano letteralmente.

 

TOM FORD – Il glamour allo stato puro. Raso, velluto e pelle si fondono cromaticamente con il nero, il marrone, il grigio, il viola, il rosso ed un tripudio di nuance polvere. Predomina uno chic anni ’70 che nella rivisitazione dell’ iconico tailleur pantalone del brand raggiunge il suo apice. Tra gli accessori, il “fedora” in faux fur è già candidato a must.

 

CHRISTIAN COWAN – Un’ esplosione di colori al neon trionfa su audaci miniabiti, long dress sfrontati ed impalpabili, minifelpe abbinate a calzamaglie da danza. Il look clou? Un tutù declinato in shade di rosa vivido e con la gonna composta da una miriade di piume. Risaltano le sexy shoes adornate di orologi che portano la firma di Giuseppe Zanotti.

 

PROENZA SCHOULER – Un mix di linee fluide e rigorosamente minimal è il leitmotiv di una collezione che inneggia all’ “urban cool”. Pennellate di ocra intervallano una palette predominata dal nero, dal beige, dal blu e dal bianco, plissè fluttuanti si alternano a tailleur squadrati ed ampi abbinati a top con le maniche che penzolano dal collo come fossero sciarpe.

 

SIES MARJAN – Un mix and match di materiali (pizzo, raso, pelle, velluto, tulle) si coniuga con silhouette femminili, di volta in volta affusolate o più morbide. Alle tonalità pastello si alternano scintilii argentati, dégradé cangianti e cromie vivaci che non di rado confluiscono in un color block sofisticatamente d’impatto.

 

ALEXANDER WANG – Soffermandosi sui concetti di “classe” e di “ricchezza”, Wang li rielabora donando loro un mood del tutto inedito: la longuette diventa una grintosa gonna in pelle, il golfino si adorna di tessuto fishnet e il cappotto “bon chic” viene ravvivato dai graffiti multicolor dell’ artista Katsu. La metamorfosi coinvolge anche l’hairstyle, tramutando dei codini laterali molto preppy in extension palesemente fake.