Ibiza: il fascino ineguagliabile della “Isla Blanca”

 

” Ibiza è pazzesca. La chiamano la Isla Blanca e la leggenda vuole che nessun ibicenco si permetterebbe mai di salutarti senza un sorriso. “
(Antonio Errigo)

 

Fu fondata dai Fenici nel 654 a.C.: la chiamarono Ibossim, era un porto importante nel bel mezzo del Mediterraneo. I Romani e i Greci si incantarono di fronte alle produzioni vinicole, ai giacimenti di marmo e piombo, alle folte pinete locali. Tant’è che furono proprio i Greci a dare a Ibiza e Formentera il nome di “Pitiuse” (dal greco “Pityûssai”, ovvero “ricoperte di pini”). All’epoca Ibiza, la più frizzante tra le isole che compongono l’arcipelago delle Baleari, era nota per la produzione di sale, lana, pesce secco o salato e salsa di pesce. Oggi, dire Ibiza equivale a “vita notturna”, “divertimento”, “clubbing à gogo”. Ma è veramente così? In realtà, la cosiddetta “Isla Blanca” è un’ isola estremamente versatile, dalle molteplici sfaccettature. Vanta un’ ottantina di spiagge di tutti i tipi, dalla più incontaminata alla più prettamente turistica, città pittoresche e intrise di testimonianze storiche, indizi della cultura hippie che incluse Ibiza, a suo tempo, tra le location cult del movimento…La Isla Blanca, soprattutto, sfoggia una natura rigogliosa e paesaggi mozzafiato: cale, baie e insenature si alternano lungo la sua costa frastagliata. I tramonti sono spettacolari, un’autentica attrazione turistica. Celebre è soprattutto il calar del sole che si ammira dalla baia di Sant Antoni, in colori intensi che esplorano tutte le gradazioni del rosso. E poi, certo, ci sono i locali: le discoteche iconiche, i ristoranti affacciati sul mare, i sunset bar, chiringuitos per tutti i gusti…ma ci arriveremo più avanti.

 

 

A Ibiza, innanzitutto, la natura riveste un ruolo molto importante. Il verde la invade: tutto merito del clima mediterraneo, caratterizzato da una flora eterogenea. Oltre alla macchia mediterranea, sull’ isola proliferano gli olivi, i fichi, i mandorli, le carrube, i cactus, le palme da dattero, ogni genere di albero da frutto. Non è un caso che nell’ entroterra siano disseminati agriturismi e tenute agricole in cui alloggiare. Sono sempre molto suggestivi, costruiti nello stile tipico dell’ isola, in linea con i valori eco e bio e all’ insegna dello slow food. A proposito di natura, è tassativa una visita al Parco Naturale di Ses Salines: si estende – per un totale di 14mila ettari – nel sud di Ibiza e comprende l’area nord di Formentera. Il Parco è un inno alla biodiversità del Mediterraneo, include una vasta tipologia di habitat sia terrestri che marini. I suoi fondali, completamente ricoperti della pianta acquatica Posidonia, nel 1999 sono stati decretati Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Anche la fauna del Parco, naturalmente, è molto ricca: le specie di volatili incluse nell’area ammontano ad oltre 210,  tra le quali spiccano le aquile pescatrici e i falchi pellegrini. Il paesaggio spazia dagli stagni alle scogliere rocciose, dalle saline ai rilievi sabbiosi, ma ingloba anche bellissime spiagge ed isolotti: risaltano (per citarne solo alcuni) le spiagge di Sa Caleta e Ses Salines e gli isolotti des Freus e des Penjats.

 

 

“Natura” significa anche “genuinità”, artigianalità, gusto per il “fatto a mano”. Se cercate oggetti e souvenir speciali da portarvi a casa dopo il vostro viaggio, fate un salto al mercatino hippy di Es Canar: l’artigianato è un must in questo luogo iconico dell’ isola. E’ sorto nel 1973, quando l’ Hotel Club Punta Arabì strinse un accordo con gli hippie che avevano invaso Ibiza. I responsabili dell’ Hotel suggerirono loro di vendere ai turisti i prodotti che creavano artigianalmente o che acquistavano in giro per il mondo. La proposta fu accolta con molto entusiasmo, anche perchè all’epoca l’isola non era ancora una meta del turismo di massa. Dalle cinque bancarelle iniziali, il mercatino di Es Canar è passato alle 500 odierne. Se cercate abiti, gioielli, accessori e tutto quanto di più sfizioso possa esistere, delizie gastronomiche e birra artigianale comprese, dovete visitarlo assolutamente. Lo trovate ogni mercoledì da Aprile fino a Ottobre. Alcuni, tuttavia, preferiscono il mercatino hippie di Las Dalias considerandolo meno turistico: è aperto il sabato, ma nel periodo estivo rimane attivo anche di domenica e il lunedì e martedì si svolge in orario serale, dalle 19 all’ una. Las Dalias è fantasioso, variopinto, una gioia per gli occhi. Basti pensare che in estate raduna fino a 20.000 persone. Il mercatino è nato nel 1985 accanto all’ omonimo bar, un locale frequentato da artisti e musicisti di spicco. Nel 2015, le famiglie che lavoravano a Las Dalias erano già 350.

 

 

Mi accorgo di non avervi detto ancora qual è la lingua originaria di Ibiza. Nella “Pitiusa” si parla l’ “ibizenco”, una variante del catalano (diffuso nelle Baleari sotto forma di dialetto, ma diverso in ogni isola). Niente paura, però: lo spagnolo è la lingua ufficiale e l’anima cosmopolita dell’ Isla Blanca fa sì che si comunichi normalmente anche in inglese, tedesco e italiano. Continuando a focalizzarci sulla natura, è d’obbligo citare le principali spiagge. Se amate gli scenari selvaggi, raggiungete Aguas Blancas: è piuttosto nascosta, circondata su tre lati da imponenti scogliere sormontate da una fitta vegetazione. Il mare è cristallino, il fondale roccioso. Chi pratica lo snorkelling, qui trova il suo paradiso. Aguas Blancas è una spiaggia naturista, ma se il nudismo vi fa storcere il naso sappiate che non dovete necessariamente adeguarvi.

 

 

Sa Caleta è una spiaggia molto celebre, contraddistinta da uno straordinario ambiente naturale. La delimitano scogliere dal colore rossiccio e un mare limpido. Posizionate lateralmente alla spiaggia risaltano le pittoresche capanne di legno dei pescatori, mentre al centro, proprio affacciato sul mare, si estende il ristorante di pesce Sa Caleta: un must see imperdibile in tipico stile mediterraneo. Se invece amate Ibiza per il divertimento e le folli nottate che offre, Playa d’en Bossa è la spiaggia che fa per voi. Si presenta come un lunghissimo litorale sabbioso dove ci si può rilassare sugli esotici Bali Beach Beds a baldacchino o prendere il sole full time. Chi ama gli sport acquatici può praticarli tutti (o quasi) in attesa della movida serale: i chiringuitos e i beach bar si moltiplicano, come le feste in spiaggia,  e i più iconici club della nightlife sono a un passo di distanza. Qualche nome dei locali più in? Il famosissimo Pacha, l’Amnesia (indimenticabili i suoi schiuma-party), l’Ushuaia, l’Hi e, last but not least, l’esclusivo beach club Blue Marlin Ibiza fondato dall’ italiano Mattia Ulivieri.

 

 

La spiaggia di Ses Salines appartiene al Parco Naturale di Ses Salines ed ha tratti quasi tropicali: inserita in un panorama mozzafiato, esibisce una sabbia di un bianco abbagliante e un mare terso. Dietro la spiaggia è situato un fitto bosco di conifere.

 

 

Vediamo ora quali sono i centri abitati più interessanti da visitare a Ibiza. Eivissa, la capitale, concentra in sè i due volti principali dell’isola: la scatenata vita notturna e la storia, gli scorci panoramici, la suggestività. Marina Botafoch e Ibiza Nueva sono i due porti turistici dove stazionano gli yacht dei Vip. Le star che approdano a Ibiza provengono da tutto il mondo e la maestosità dei loro yacht (in certi casi simili a castelli galleggianti) lascia sbalorditi. In queste zone della città, ovviamente, si susseguono i ristoranti stellati, le boutique dei grandi marchi, caffè e bar di assoluto prestigio. E’ qui che trovate il Casinò, ma anche locali e club ultra-luxury come il Lìo, il Club Chinois, il Pacha e il Blue Marlin.

 

 

Dalt Vila (ossia “città più alta”) è invece il centro storico di Eivissa, una splendida testimonianza dei popoli e delle culture che nei secoli si sono avvicendati sull’ isola: dai fenici ai romani, dai cartaginesi agli arabi e  ai catalani. Dalt Vila è arroccata su un monte. Uno dei suoi segni distintivi è rappresentato dalle mura difensive che nel Rinascimento fecero costruire re Carlo I e Filippo II di Spagna per proteggerla dagli attachi dei francesi e degli ottomani. La città alta consta di un labirinto di viuzze tortuose e acciottolate che rivela vedute panoramiche di rara bellezza: il percorso in salita è ricco di bastioni e ampie terrazze da cui godersi la visuale. Al centro storico si accede tramite una porta cittadina posta alla fine di un ponte levatoio in pietra. Il Portal de Ses Taules permette di raggiungere Plaza de Vila,  la piazza principale di Eivissa; da lì è possibile inoltrarsi nell’ intreccio di stradine che progettò Giovan Battista Calvi. Dalt Vila non manca di ristoranti iper suggestivi: tra i suoi bastioni e nei luoghi panoramici si cena a lume di candela, godendo della splendida vista del Mediterraneo, seduti su enormi cuscini posizionati sui gradini acciottolati…Non perdetevi la Cattedrale di Nuestra Senora de las Nieves, la Chiesa del Hospitalet, il Castello Almudaina e il Museo d’Arte Contemporanea, famoso a livello mondiale.

 

 

Sant Antoni de Portmany è una città tipicamente turistica, meta delle orde di giovani che approdano a Ibiza in cerca di una scatenata vita notturna. La denominazione “Portmany” proviene dal latino “Portus Magnus”: un riferimento alla baia del luogo, che fungeva da grande porto naturale. Nata come villaggio di pescatori, negli anni ’50 la città ha iniziato a popolarsi di hotel e resort di ogni tipo. Chi cerca la movida la trova qui, ma a Sant Antoni si può ammirare anche il più bel tramonto dell’ isola. Basta raggiungere il Sunset Strip, percorrendo il lungomare a partire dal porto: in questa zona si trovano locali notissimi come il Cafè del Mar, il Mambo, il Savannah, detti appunto “sunset cafés”. Ci si siede a sorseggiare tranquillamente un cocktail contemplando il sole che cala con le note dei ritmi di tendenza in sottofondo. A Sant Antoni, straripante di beach bar e club, si tengono inoltre i “boat party” più belli di sempre: feste in barca  organizzate rigorosamente al tramonto (e quando, sennò?).

 

 

Santa Eularia des Riu evidenzia uno scenario agli antipodi da Sant Antoni: è una città tranquilla, immersa nella natura, contraddistinta dalle tipiche abitazioni bianche ibizenche. Il lungomare è punteggiato da palme da datteri, nel centro urbano proliferano gallerie d’arte, eleganti boutique e ristoranti di grido. A Santa Eularia, infatti, potete gustare tutte le prelibatezze enogastronomiche dell’ isola. Nei paraggi della città, dove scorre l’unico fiume di Ibiza (chiamato proprio Santa Eularia des Riu), non mancate di visitare l’area dei caratteristici mulini.

 

 

Sant Josep de Sa Talaia, a circa 15 km da Eivissa, si trova a sud dell’isola ed è collocato ai piedi della montagna più alta di Ibiza, Sa Talaia appunto. Dal punto di vista architettonico, Sant Josep è rimasto lo stesso d’un tempo: le case sono bianche, edificate nel tradizionale stile ibizenco, abbondano le chiese e le torri difensive del 1600 e 1700. Le spiagge che circondano la città sono numerosissime, tutte baie deliziose e molto frequentate; Sant Josep, inoltre, è situato di fronte a una serie di isolotti tra cui il celebre Es Vedrà. Il centro urbano prolifera di negozi, ristoranti, bar, pizzerie, boutique, ma lo stile di vita è a misura d’uomo. Impossibile non visitare gli importanti i siti archeologici nei dintorni, l’insediamento fenicio di Sa Caleta e quello punico-romano di Ses Paises; da visitare tassativamente sono anche la grotta naturale di Cova Santa e il Puig de Missa, una collina da dove si gode il panorama più spettacolare di Sant Josep. Sulla cima della collina, affacciata su una valle in cui scorre il fiume Santa Eularia, è situata un’imponente chiesa seicentesca dichiarata Bene di Interesse Culturale. Accanto alla chiesa sorge il Museo Etnografico di Ibiza.

 

 

Voglio concludere le segnalazioni relative ai luoghi con un posto magico, l’isolotto di Es Vedrà. Svettante sul mare con la sua altezza di 380 metri, quest’isola rocciosa è posizionata di fronte alla spiaggia di Cala d’Hort (sulla costa sud-ovest di Ibiza). Le leggende che circondano Es Vedrà sono innumerevoli: c’è chi dice che la abitino le Ninfe del Mare, altri affermano che sia popolata dalle Sirene. Secondo alcuni sarebbe addirittura un residuo di Atlantide, il leggendario impero sommerso. Ma una cosa è certa. Pare che, nei suoi paraggi, i radar e le bussole magnetiche impazziscano rendendo impossibile la navigazione. Durante il tramonto, Es Vedrà si ammanta di un alone di puro incanto. Per ammirarla alla perfezione, è consigliabile osservarla da una delle torri difensive di Sant Josep de Sa Talaia: la Torre de Savinar.

 

 

Un finale all’ insegna dell’ happy hour per celebrare la vagheggiatissima Isla Blanca. Ecco alcune bevande tipiche che vi consiglio assolutamente di provare!  Le hierbas ibicencas vantano una tradizione bicentenaria e si ottengono mixando l’alcol con delle erbe aromatiche all’anice. Di solito, nei ristoranti offrono un chupito di hierbas a conclusione del pasto. Il tinto de verano è una sorta di sangria priva di frutta: viene preparata combinando il vino rosso con la gassosa, e si serve con molto ghiaccio. La frigola è un liquore al timo dal colore aranciato. E’ tassativo rinfrescarlo con del ghiaccio abbondante. Se poi cercate qualcosa da accompagnare al vino, optate per un pintxo ibicenco: è un delizioso stuzzichino realizzato, ad esempio, con dei gamberi all’aglio infilzati in un bastoncino e serviti su una fetta di pane.

 

 

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Estate 2023, le tendenze – tormentone

 

Ogni estate ha le sue tendenze: l’ispirazione nasce dalle passerelle, ma non necessariamente. Più spesso, dalla strada. Per realizzare quali sono i veri e propri “tormentoni” dell’estate, dove con “tormentoni” si intendono le mode adottate in maniera massiccia, lo street style più cool, basta sedersi a un tavolino all’aperto di qualche locale nelle mete vacanziere di punta. Osservate cosa indossano le giovani donne, ma soprattutto le giovanissime, per farvi un’idea. Sicuramente, il trend per eccellenza dell’ estate 2023 è la rafia (vedi foto sopra), un materiale che plasma capi ed accessori: dalle borse ai cappelli, dalle scarpe ai top. In questi giorni roventi regna sovrana, anche perchè è una fibra naturale, riciclabile e biodegradabile che si sposa perfettamente con la causa ecosostenibile. Il mio consiglio? Optate per un bel cappello in rafia, esalterà il vostro stile e vi terrà al riparo dalle possibili insolazioni causate da Caronte.

 

 

Il crochet

 

 

La lavorazione all’uncinetto è tornata per rimanere, che sia in versione Granny Square o meno. Si coniuga divinamente con il mood Hippie che VALIUM ha illustrato anche nella sua ultima photostory, apportando accenti vagamente “flower power” e in stile “freedom” agli abiti, ai costumi da bagno e ai capi più disparati.

 

Le sneakers

 

 

Sono un trend vincente da anni, ma questa estate proprio non se ne può fare a meno: prodotte da un numero incalcolabile di brand in un’infinita gamma di modelli, ormai si abbinano a una vastissima varietà di look.

 

Il micro bikini

 

 

Dimenticate lo slip culotte e il reggiseno da pin up: i bikini dell’estate 2023 si declinano in molteplici forme, colori e materiali. Tra i grandi ritorni è da segnalare quello del micro bikini, con il mitico reggiseno a triangolo. Colorato e scartatissimo, sprigiona un glamour anni ’70 decisamente mozzafiato.

 

L’abito bianco

 

 

E’ un must assoluto dell’ estate. Luminoso e rinfrescante, esalta a dovere l’abbronzatura. Se optate per modelli romantici che mixano trasparenze, romanticismo e ruches, non esitate ad abbinarli a un cappello in rafia: otterrete un incantevole look Boho.

 

Gli shorts

 

 

Sono pratici, stilosi e, last but not least, l’ideale per non soffrire il caldo. L’estate 2023 li vuole a vita alta, spaziando dai modelli chic a quelli più marcatamente easy. Le giovanissime li indossano con gli stivali, in particolar modo i camperos, o con le immancabili sneakers.

 

I sandali a rocchetto

 

 

Che siano sandali o calzature infradito fa lo stesso: il tacco che sfoggiano è invariabilmente a rocchetto. Ma è solo una proposta che si inserisce tra gli innumerevoli diktat di stagione; i sandali di punta dell’estate includono modelli con zeppa, plateau, rasoterra, borchie, spessa suola carrarmato e molte altre versioni ancora. I sandali con tacco a rocchetto, tuttavia, sono ritenuti i più chic.

 

Il denim

 

 

E’ uno dei materiali top dell’estate. Non solo sotto forma di jeans, anzi: gonne, shorts, abiti, top, giacchini ed accessori in denim fanno tendenza a pari merito, se non di più, dello storico pantalone a cinque tasche in “blu di Genova”. Spaziare è tassativo.

 

L’ abbronzatura

 

 

Se negli ultimi anni l’abbronzatura era stata soppiantata da un più discreto look “baciato dal sole”, oggi torna prepotentemente alla ribalta. Sarà che i due anni di pandemia ci hanno rimesso addosso una gran voglia di sole, aria aperta e appeal “salutare”, ma esibire una sana tintarella alletta chiunque. Abbinandola poi alle proposte make up dell’estate, tutte all’ insegna dell’ effetto glow, affiora subito un glamour che rimanda alle iconiche figure femminili di Guy Bourdin.

 

 

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Freedom 2023

 

“Si deve essere leggeri come l’uccello che vola, e non come la piuma.”
(Paul Valéry)

 

Dato il grande successo che ha ottenuto la photostory “Freedom”, pubblicata su VALIUM nel 2021 (clicca qui per riguardarla), ho deciso di fare il bis: un racconto per immagini della libertà che si associa all’estate e a un mood Hippie aggiornato al 2023. I tempi cambiano, l’era del “peace and love” e di leggendari raduni rock come Woodstock è ormai lontana, ma la voglia di appassionarsi rimane intatta. E anche un festival come Umbria Jazz, di cui quest’ anno si festeggia il 50esimo, ha avuto il potere di calare Perugia in un’atmosfera frizzante, cosmopolita e gioiosa dove il jazz risuona in ogni angolo da mattina a sera. Lo spirito ha molto in comune con quello di mezzo secolo fa: un’ode alla libertà e alla condivisione, riunirsi  per celebrare una musica che coniuga il suo background storico con un ritmo incalzante e travolgenti improvvisazioni.

 

 

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In a Coachella Mood

 

” Mi resi conto all’improvviso che mi trovavo in California. Caldo, aria balsamica – un’aria che si poteva baciare − e palme. “
(Jack Kerouac, da “On the road”)

 

Tra poco più di 10 giorni, dopo uno stand by biennale causa Covid, tornerà l’ attesissimo Coachella Valley Music and Arts Festival. Dal 15 al 17 Aprile e dal 22 al 24 Aprile, in California, un’ eccezionale line-up di artisti (che include, udite udite, anche i “nostri” Maneskin) si esibirà sui palchi dell’ Empire Polo Fields di Indio, nel cuore del deserto del Colorado. Non potrebbe esistere location più suggestiva: pensate al sole che cala sul paesaggio brullo, ma ricco di palme e Joshua Tree; all’iconica ruota panoramica, la più maestosa al mondo dopo il London Eye e La Grande Roue de Paris; alla musica che si libra magicamente nell’ aria; al tripudio di colori e di persone che rievocano l’ era dei gloriosi raduni rock. Non è un caso che al Coachella Festival abbiano preso parte i più prestigiosi performers internazionali. Qualche nome? I Gun’s and Roses, gli Oasis, i Red Hot Chili Peppers, The Cure, i Radiohead, i Coldplay, i Depeche Mode, Madonna, Prince, Beyoncè…L’ atmosfera è impregnata di un connubio di note e libertà totale. Una libertà gioiosa e rigenerante, nulla a che vedere con il caos, mirabilmente esaltata dal look dei giovani che affollano la manifestazione. Predomina lo stile Hippie, un rimando a Woodstock – il Coachella Festival è nato nel 1999, in occasione del suo trentennale – che si incastra alla perfezione con gli scenari californiani: spazi sconfinati, spettacolari, costantemente baciati dal sole e vagamente affini alla surreale Death Valley in cui Antonioni girò il film cult “Zabriskie Point” (la Death Valley, il deserto del Colorado e quello del Mojave, d’altronde, rappresentano le tre principali aree desertiche della California). Tornando al Festival, vi anticipo che Kanye West (oggi ufficialmente “Ye”), Harry Styles e gli Swedish House Mafia saranno gli headliner dell’ edizione 2022. Per visionare il calendario completo, potete consultare il sito del Coachella Valley Music and Arts Festival. Ma non dimenticate di visionare, prima, la photostory che dedico allo spirito wild & free di questa leggendaria kermesse.

 

 

 

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L’ Autunno, tempo di rinascita

 

” In qualche modo, il ciclo della natura è replicato nell’ anima dell’ essere umano: dalla pianta nasce il fiore che attrae le api che lo impollineranno e gli consentiranno di tramutarsi in frutto. Quel frutto produrrà sementi, le quali faranno nascere altre piante che si caricheranno di fiori che attireranno sciami di api fecondatrici che renderanno possibile la crescita dei frutti – e così per sempre, sino all’ eternità. Che sia benvenuto l’ autunno, la stagione in cui bisogna abbandonare il vecchiume per permettere al nuovo di emergere. “

 

Paulo Coelho, da “Hippie”

 

 

 

 

 

 

Fiori tra i capelli

 

” Karla si fermò per comprare dei fiori. Senza chiedere che glieli confezionassero, ne prese alcuni e li infilò tra i suoi capelli e quelli di Paulo. Era un gesto che, lungi dall’ apparire ridicolo, intendeva celebrare una piccola conquista della vita, proprio come i greci facevano millenni or sono con i vincitori e gli eroi, sostituendo l’oro con corone di lauro – anche se appassivano, i serti erano leggeri e non richiedevano una sorveglianza attenta. Molti giovani portavano fiori tra i capelli, e sembravano offrire al mondo una nuova speranza. Nell’aria si spandevano i suoni dei flauti di legno, dei violini, delle chitarre e delle cetre: era una colonna sonora che riempiva quelle stradine prive di marciapiedi e affollate di biciclette, come la maggior parte delle vie della città – lì, il tempo sembrava fluire con diverso ritmo, ora più lento ora più veloce. Paulo temeva che prevalesse quest’ ultimo, e il sogno finisse. Aveva la sensazione di non essere in una strada, bensì in un diorama fantastico nel quale i personaggi erano reali, parlavano in una varietà di lingue straniere e ammiravano la ragazza che camminava al suo fianco (…). Lungo le viuzze c’erano persone che offrivano incensi, braccialetti, casacche colorate, probabilmente confezionate in Perù o in Bolivia: Paulo avrebbe voluto comprare tutto perché ricambiavano i suoi sorrisi, e non si offendevano per i rifiuti né insistevano per proporre le loro mercanzie, come spesso accade nei negozi. Qualunque cosa avesse comprato, per loro avrebbe significato un’altra notte in paradiso – tuttavia era convinto che quei tizi fossero in grado di sopravvivere tranquillamente in questo mondo. “

 

Paulo Coelho, da “Hippie”