Elan Cafe: un tripudio di rose per il bar più stylish di Londra

 

“Io, tu e le rose”, parafrasando il titolo di una nota hit di Orietta Berti: pensare a Elan Cafe e alle rose, infatti, è un tutt’uno. Perchè in questo locale di Londra le rose sono un “trademark” declinato in ogni nuance della loro tonalità più romantica. Quale? Il rosa, naturalmente, che nel linguaggio del fiore omonimo simboleggia l’affetto. La scenografia che Elan Cafe offre allo sguardo del suo visitatore è di un impatto visivo tale da risultare mozzafiato. Miriadi di rose campeggiano tra gli arredi di design, uno stile ultrachic a metà tra il vintage e il moderno. Cromie pastello prevalgono: il rosa baby, il lilla, l’ azzurro polvere si alternano al color perla ed evidenziano l’ angolo clou del locale, una parete completamente rivestita di rose. Non c’è da stupirsi che Elan Cafe e il suo #wall siano instagrammatissimi. Quando Alexandra Miller lo fondò nel 2017, d’altronde, ad ispirarla fu proprio l’ assenza sul mercato di un bar che sembrasse creato apposta per essere ammirato sui social media. E i fatti le hanno dato ragione. Oggi, Elan Cafe viene considerato un locale top di Londra, un must assoluto per la degustazione del caffè e non solo: il suo menu, di ispirazione mediterranea, è appetitoso e raffinato quanto i suoi interni, orientato rigorosamente alla qualità. Contemporaneità e eleganza sono i leitmotiv di questa meta imperdibile per i londinesi oltre che per migliaia di avventori internazionali.Non è un caso che, in appena un anno, Elan Cafe si sia dislocato in quattro diversi indirizzi di Londra e che una prossima apertura sia prevista per Dicembre a Knightsbrige. Se avete in programma un viaggio in loco, non perdetevi il suo décor natalizio: un abete e ghirlande composti interamente di rose donano un ulteriore tocco stylish ad un locale che, come dicono gli inglesi, “is making its mark”. Eh già, a Londra Elan Cafe sta decisamente lasciando il segno!

DOVE:

48 Park Lane W1K
239 Brompton Road SW3
9 Market Place, Oxford Circus W1W 8AQ
4th Floor, Selfridges London

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pizza, obsession and diamonds: Vennari “raccontato” da Diego Diaz Marin

 

Un uomo, una donna. Niente a che vedere, però, con il film omonimo di Claude Lelouch: in questo caso, sono i gioielli gli autentici protagonisti di un racconto surreale e ipnotico. E’ un racconto per immagini che porta l’ inconfondibile firma di Diego Diaz Marin; chi segue VALIUM avrà già riconosciuto l’ irriverente cifra stilistica, l’ ironia fortemente pervasa da venature oniriche del fotografo nato a Torre del Mar, in Andalusia. La photostory in questione si srotola in interni, tra le pareti azzurrognole di una stanza che fa da sfondo a tutta l’azione. Un uomo, una donna, dicevamo. Pizza a profusione per stemperare il mood “claustrofobico” che aleggia tra le quattro mura. E poi, le strabilianti creazioni di Vennari, storica Maison fiorentina di Alta Gioielleria: un savoir fare tramandato di generazione in generazione, iconico ed iper esclusivo, dove la raffinatezza allo stato puro si coniuga con un costante anelito al futuro.  E’ così che la vibrante lucentezza dei rubini, dei diamanti, degli smeraldi e degli zaffiri assume accenti avantgarde affiancandosi all’ estro esplosivo di Roberto Ferlito (leggi qui la sua intervista con VALIUM), il direttore creativo di Schield, che per Vennari ha ideato una linea di gioielli ispirata alle fascette di cablaggio utilizzate dagli elettricisti.  Diego Diaz Marin cala la preziosità di questi monili in atmosfere impregnate di una sensualità torbida, “afosa”: l’ uomo e la donna che li indossano si cercano, si studiano a vicenda, si incontrano nello spazio circoscritto della stanza, tra vagheggiamenti voyeuristici e pose plastiche che rievocano una contemporanea Pietà di Michelangelo. La donna risalta con intensità particolare. Che appartenga alla schiera di nevrotiche disseminate nel lavoro di Diaz Marin è evidente (è lei a spiare ossessivamente l’uomo dal buco della serratura, ancora lei ad  immobilizzargli i polsi con del nastro adesivo), ma il suo look suscita una miriade di reminiscenze e di suggestioni. Mora, labbra rosse, sguardo intenso, ha il volto incorniciato dai tirabaci e in più d’uno scatto sfoggia un cordobés, il tipico cappello del flamenco: ecco riaffiorare, in quei pochi indizi, l’ Andalusia che Diego porta nel cuore. Il paesaggio interiore che – sotto forma di umori, colori e suggestioni – delinea il fil rouge di tutta la sua dissacrante opera.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CREDITS

Photographed by Diego Diaz Marin

Styled by Giulia Vennari

Hair and Make Up by Giulia Avarello

Featuring Cloe Casting Firenze

Jewellery Vennari