Valentino Daydream, un sogno ad occhi aperti al Summer Palace di Pechino

 

Daydream, ovvero “sogno ad occhi aperti” ma anche “fantasticare”, se considerato come verbo: così Pierpaolo Piccioli ha chiamato il défilé-evento che Valentino ha mandato in scena il 7 Novembre al Summer Palace di Pechino. Nella settecentesca, splendida location – un’ ex residenza imperiale situata in un parco che ospita svariati edifici, pagode, padiglioni e persino un lago – ha sfilato una collezione di Haute Couture che ha onorato il titolo dello show. Un vero e proprio sogno ad occhi aperti ha ammaliato, fatto fantasticare il pubblico accorso, evidenziando l’incanto puro scaturito dal connubio tra il Rinascimento Italiano, ormai un’ispirazione signature della Maison, e la tradizione cinese più squisita: le creazioni indossate dalle modelle, meravigliose in quanto a bellezza e a spettacolarità, emanano una allure colma di fascino. Abiti dai volumi extra, quasi sempre svasati, ostentano una sartorialità strepitosa arricchita da fiocchi, decori scultorei, finissimi ricami, un tripudio di ruche e di applicazioni floreali, il tutto declinato in una palette cromatica mozzafiato. Rosso e fucsia in bicolor, verde smeraldo, rosa, oro, argento e bianco ghiaccio si alternano al “rosso Valentino” in un crescendo di preziosità, risaltando una serie di drappeggi, puff sleeve e forme a ventaglio a dir poco “imperiali”.

 

Una pagoda del Summer Palace di Pechino

Dotati di strascichi e lunghe mantelle non di rado, gli abiti – a cui Piccioli ha dato il nome dei sarti artigiani grazie ai quali hanno preso vita – vantano uno straordinario processo di realizzazione: basti pensare ai 500 metri di stoffa utilizzati per una singola creazione, alle migliaia di paillettes (fino a 32.000) profuse su alcune mise così come ai fiocchi e ai fiori innumerevoli applicati sui long dress, un’ abbondanza di materiali che ha richiesto infinite ore di lavorazione. Il risultato di tanto splendore, in passerella ha raggiunto il suo apice: l’ incedere delle modelle, visioni celestiali (un termine che in questo caso potrebbe derivare proprio da “Celeste Impero”) nei loro copricapi scintillanti, creature argentee dalla testa ai piedi, leggiadre dee orientali, ha pervaso la sala di una magia indescrivibile. Il make up ideato da Pat McGrath, in tal senso, è stato basilare. A fare da leitmotiv sono dosi massicce di eyeliner, mascara e lipstick rosso laccato, utilizzate però in modo differente. Un look in total silver ha lasciato a bocca aperta il pubblico: miriadi di paillettes ricoprono un lungo abito con cappuccio, mentre il viso della modella, completamente argentato a sua volta, ne accentua l’allure lunare: viaggiando con la fantasia, potrebbe quasi sembrare un omaggio alle oltre 900 tonnellate di “tael” d’argento che, due secoli orsono, l’ Imperatrice Cixi destinò alla ristrutturazione del Summer Palace portandolo all’ odierno splendore. Altre uscite hanno visto prevalere volti di porcellana adornati di rossetto e di un eyeliner in deciso stile cat eye, mentre velette in rete rigida tempestata di Swarovski si sono contraddistinte per la loro iconicità. In questo caso, i visi vengono celati pressochè totalmente, rimandando forse a un concetto di “maschera” molto presente nella cultura cinese. Il beauty look di Pat McGrath e le creazioni di Pierpaolo Piccioli si sono fuse in un mix superbo, onirico ed oltremodo raffinato. La filosofia del direttore creativo di Valentino, sempre più tesa all’ inclusività e al pluralismo culturale, ha trionfato anche nel Paese della Grande Muraglia, dove il savoir faire italiano e le suggestioni cinesi hanno dato vita a una stupefacente alchimia. Non c’è alcun dubbio: Daydream ha scritto una nuova pagina nella storia della Maison Valentino.

 

  Il gran finale della sfilata

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Chanel Métiers d’Art 2018/19, l’ Antico Egitto rivive a New York

 

C’è dell’ oro al Metropolitan Museum of Art di New York: tutto merito di Chanel, che ha mandato in scena la collezione Métiers d’Art 2018/19 in un tripudio di bagliori gold inneggianti all’ Antico Egitto. Una scelta non casuale, data la location. Le modelle hanno sfilato sullo sfondo del maestoso Tempio di Dendur, ospitato nell’ ala Sackler del MET dal 1978, e passo dopo passo hanno ridestato suggestioni  custodite nei meandri del tempo. Ad ispirare Karl Lagerfeld è la civiltà egizia con i suoi miti, la sua simbologia, le sue leggendarie regine. Non poteva essere  che Métiers d’Art, la collezione-tributo all’ artigianalità delle maestranze che collaborano da 20 anni con la Maison, a tradurre in pura magnificenza quegli spunti: l’ oro ne incarna il leitmotiv, proponendosi di volta in volta in versione sgargiante, brunita, “stropicciata” o tendente al bronzo. Regale, divino, emblema di potere, nell’ Antico Egitto l’ oro è associato all’ immagine di Ra, il dio del Sole, che sorge dietro un monte per dar vita all’ universo. Lagerfeld cattura il suo fulgore e lo distribuisce sui tailleur con spalline “spigollose”, sui preziosi abitini-tunica, sui maglioni fluidi. Rivivono il mito di Iside e Osiride,  lo scarabeo ribadisce la propria valenza di rinascita andando ad adornare la fibbia delle cinture. Il tweed e la pelle laminata si alternano ai tessuti fluttuanti di body-jumpsuit candide, svasate in fondo a mò di flares. Ma in tutti gli accessori, nei minuziosi dettagli, nei bijoux vistosi, è ancora una volta l’oro a rivelare la straordinaria incredibile eccellenza dei maîtres artisans: moltiplicato tra intarsi, polsini, colletti, ornamenti e bordature, raggiunge il suo picco iconico declinandosi in toque simili a corone e in stivali dal tacco scolpito con finissimi decori.  Persino le gambe si tingono di full gold, in un’ abbinata suggestiva con il make up da moderne Nefertiti sfoggiato dalle modelle. Per instaurare un link con la dinamica contemporaneità newyorchese, i graffiti-geroglifici dello street artist Cyril Congo risaltano su buona parte dei look. Ed è in questo connubio tra la più squisita solennità egizia e l’ energia “urban” del Nuovo Mondo che risiede il fascino di una collezione ormai tramutatasi in un’ autentica pietra miliare nella storia della Maison Chanel. (Per ammirare tutti i look, clicca qui)