Tendenze AI 2023/24 – L’eco pelliccia, una scelta all’insegna del cruelty-free

Andreadamo

Inverno, è tempo di pelliccia. E grazie al cielo, la quasi totalità dei fashion brand propone ormai esclusivamente pellicce eco: una scelta che, oltre a denotare rispetto nei confronti degli animali, si rivela un perfetto espediente stilistico. La faux fur permette infatti di spaziare tra innumerevoli materiali incrementando la sperimentazione ed esaltando l’impatto visivo dei capi. Il risultato, immancabilmente scenografico, ha il valore aggiunto che contraddistingue ogni creazione  all’insegna del cruelty-free.

 

Philosophy di Lorenzo Serafini

Sportmax

Alberta Ferretti

Vivetta

Bottega Veneta

Gucci

Sacai

MSGM

Stella McCartney

Shiatzy Chen

Palm Angels

Missoni

Luisa Spagnoli

 

Tendenze AI 2023/24 – Shorts o Culottes?

Area

Le lunghezze mini hanno letteralmente impazzato, sulle passerelle delle sfilate Autunno Inverno 2023/24. A trainare il trend è stato un gran ritorno, quello dei mini shorts, ma in una versione inedita e del tutto contemporanea: si presentano a metà tra i pantaloncini e le culottes, fasciano i fianchi e lasciano le gambe completamente scoperte, limitandosi talvolta ad abbassare l’orlo all’ inizio della coscia. Come le culottes sono aderentissimi, non a caso molto spesso si declinano in maglina o comunque in materiali elasticizzati. Collant, parigine e cuissardes rappresentano l’abbinamento vincente con questa tipologia di shorts: proteggono dal freddo e donano loro un potente tocco di iconicità.

 

Lebor Gabala

Noir Kei Ninomiya

Oscarleon

Coperni

Missoni

Dundas

Abra

KGL

Andreadamo

 

Tendenze PE 2023 – Frange come non le avete mai viste

Versace

Le frange invadono la moda della Primavera Estate 2023. Sono copiose, fittissime, vere e proprie cascate che impreziosiscono i look. Niente a che vedere con i riferimenti allo stile hippie: danno corpo ai capi, scintillano. Assumono le sembianze di piume, si fanno scultoree e originano suggestioni in 3D. La loro texture si avvale dei più disparati materiali. Coinvolgono gli abiti così come gli accessori: Victoria Beckham, ad esempio, ha creato una serie di borse en pendant con le frange ricorrenti nella sua collezione. Le frange della bella stagione, insomma, sono frange come non le avete mai viste. Date un’occhiata alla gallery e fate le vostre considerazioni.

 

Bronx and Banco

Jill Sander

Bottega Veneta

Jason Wu

Victoria Beckham

Aliette, Givenchy

Giorgio Armani, Luisa Spagnoli

Jonathan Simkhai

Paco Rabanne

Proenza Schouler

Sportmax

Acne Studios, Michael Kors

 

 

Tendenze PE 2023 – I pantaloni cargo, un ritorno in grande stile

The Attico

Sono i pantaloni di tendenza della Primavera Estate 2023: il modello cargo, dopo aver furoreggiato nei primi anni del terzo millennio, fa il suo grande ritorno. Creati nel 1938 per l’esercito del Regno Unito, i cargo pants sfoggiano capienti tasche lungo la gamba e un gran numero di fibbie e cinture. Il loro punto di forza è il comfort, o meglio la funzionalità. E se queste caratteristiche permangono, le rivisitazioni guardano alla contemporaneità: si coniugano con materiali inediti (Fendi punta sul raso, mentre Act N.1 opta per il tulle) e abbracciano molteplici lunghezze, ampiezze, stili. I cargo diventano di volta in volta glamour, chic, eterei, grunge…Givenchy, che li assurge a filo conduttore della propria collezione, propone un modello a vita bassa e corto al ginocchio  che rievoca i bermuda, una lunghezza adottata anche da Tom Ford.

 

Fendi

LaQuan Smith

Versace

Tom Ford

Gestuz

Tibi

Act N.1

Brandon Maxwell

Isabel Marant

Givenchy

 

 

I suit monocromo di Sally LaPointe

 

Se con la Primavera in vista torna la voglia di colore, le collezioni di Sally LaPointe sono una vera e propria goduria per gli occhi. Da qualche stagione a questa parte, la vibrante palette cromatica della designer statunitense si declina in look rigorosamente monocromo. La collezione Primavera Estate e Resort 2023 sanciscono il trionfo di tonalità come il pesca, il tangerine, il fucsia, il giada, il verde acqua, il lime, il rosa, il celeste, il giallo e, ultimi ma non meno importanti, il bianco e il nero. Forme fluide o morbidamente avvolte attorno al corpo si coniugano con i più disparati materiali: dal satin all’organza, dal cupro al crêpe. Oggi ho scelto di focalizzare l’attenzione sui suit di Sally LaPointe. In puro monocolor, puntano su giacche comode e appena sagomate abbinandole a pantaloni a vita alta, ampi o vagamente a zampa. A impreziosire gli outfit, un tripudio di piume in ton sur ton che quando non “esplode” a cascata sulle maniche lo fa lungo le gambe dei pantaloni. Altri look esaltano la lucentezza del satin, oppure solcano il tessuto con una fitta plissettatura. Il risultato, in ogni caso, rimane invariato: glamour nella quintessenza combinato con un “arcobaleno” di seducenti cromie.

 

 

 

Martedì Grasso in maschera

 

“Spesso una maschera ci dice più di un volto.”
(Oscar Wilde)

 

Martedì Grasso: l’ultimo giorno di Carnevale e il più esplosivo, il più pazzo, il più ricco di festeggiamenti. Oggi, “maschera” è la parola d’ordine assoluta. Perchè indossare una maschera è tassativo, se si vuole festeggiare davvero. Ma come nasce questa tradizione? A Venezia va il merito di averla introdotta nelle celebrazioni carnascialesche, che ebbero inizio intorno al 1000 d.C. Il primo documento in cui viene citato il Carnevale risale al 1094 ed è firmato dal Doge Vitale Falier. All’ epoca della Repubblica di Venezia venne istituito un periodo interamente votato al divertimento e alla goliardia con lo scopo di diluire le tensioni e il malcontento del popolo in un vortice di feste, danze e bagordi sfrenati. Maschere e costumi contribuivano ad azzerare le gerarchie sociali, ma l’anonimato garantiva anche il pubblico sbeffeggio dell’aristocrazia e delle figure istituzionali. Al Carnevale di Venezia, nel Medioevo, per le maschere non esistevano più regole ed erano tollerati persino gli insulti al Doge. Tramite la maschera l’identità veniva completamente stravolta. Spariva qualsiasi riferimento al ceto di appartenenza, al sesso, all’età, ai dati sensibili dell’ individuo. Per evitare clamorosi malintesi, “Buongiorno, signora maschera” era l’unico saluto che ci si scambiava. Travestirsi rappresentava, inoltre, un’ ottima valvola di sfogo. Uscire da se stessi per qualche giorno costituiva una sorta di liberazione, una fuga dalla quotidianità e dalla monotonia delle abitudini. Le maschere affollavano Piazza San Marco, le calli e i campi principali in un meraviglioso tripudio di colori, Venezia diventava un enorme palcoscenico dove regnavano la burla e il divertimento.

 

 

Il successo ottenuto dai travestimenti fu tale che nel 1271 la Serenissima divenne la sede di un fiorente commercio di maschere di Carnevale: proliferavano le scuole, le botteghe artigianali, le tecniche e i materiali utilizzati per plasmarle. Due secoli dopo, per la precisione nel 1436, uno statuto riconobbe ufficialmente il mestiere del “mascarero”. Questi artigiani cominciarono a impreziosire le maschere con dettagli sempre più pregiati. Dopo averle modellate sul gesso, l’argilla, la carta o la cartapesta, le tingevano dei colori prescelti e le arricchivano di piume, perle, arabeschi, ricami, dorature e via dicendo. Tra gli esemplari più richiesti a partire dal 1700, l’epoca d’oro del Carnevale di Venezia, rientravano la Baùta (una maschera bianca da abbinare a un tricorno e un mantello neri), la Gnaga (una maschera che riproduceva il muso di un gatto) e la Moretta (una mascherina in velluto nero), destinata al “gentil sesso”. Questi tre modelli rimangono in uso a tutt’oggi e sono ancora richiestissimi nelle botteghe veneziane. Ma è poi vero che tramite una maschera ci è possibile annullare totalmente la nostra identità? Anche la scelta di interpretare un personaggio diverso da noi stessi, in realtà, la dice lunga su chi siamo e sulla nostra percezione del sè. A volte, sebbene possa sembrare un paradosso, soltanto liberandoci dalla maschera che indossiamo giorno dopo giorno riusciamo a mostrarci per come siamo realmente.

 

 

C’è una maschera per la famiglia, una per la società, una per il lavoro. E quando resti da solo, non rimane più niente.”
(Luigi Pirandello)

 

 

Non dal volto si conosce l’uomo, ma dalla maschera.”
(Karen Blixen)

 

 

“Durante il Carnevale, l’uomo mette sulla propria maschera un volto di cartone.”
(Xavier Forneret)

 

 

“Ci sono tanti che hanno sempre la stessa maschera, e quando gliela si vuole strappare ci si accorge che è il loro volto.”
(Elias Canetti)

 

 

“Nascondi ciò che sono
e aiutami a trovare la maschera più adatta
alle mie intenzioni.”
(William Shakespeare)

 

 

“Il mondo è un vasto teatro in cui ognuno interpreta la sua parte con la maschera sul naso.”
(Axel Oxenstierna)

 

 

 

Il Focus

 

Un abito che incarna e sottolinea il mood primaverile? Il Belle Dress di Cecilie Bahnsen. Non è una nuova creazione, appartiene alla pre-collezione Primavera 2019, ma viene riproposto grazie alla Encore Collection (o Encore 13) che la designer danese ha lanciato nel 2020: una linea basata sul riciclo dei tessuti avanzati da precedenti assortimenti. Materiali preziosi, delle vere e proprie stoffe couture, riprendono vita tramite un progetto inneggiante al riutilizzo, uno dei cardini dell’ economia circolare. Divenuto celebre per le raffinatissime lavorazioni, il marchio conserva accuratamente i tessuti che adopera; oggi, mediante la linea Encore 13, li recupera ripresentando le creazioni più iconiche del suo archivio. Abiti, certo, ma anche accessori: nello specifico, borse con manico riccamente decorate come la Fryd Bag e la Louise Bag. Tutti i look della collezione vengono realizzati su ordinazione,  ed è possibile avvalersi di speciali appuntamenti virtuali per definire le misure del capo. Encore 13 è la testimonianza concreta del senso etico e della consapevolezza del brand riguardo ai temi ambientali. Cecilie Bahnsen, non a caso, è una delle label contrassegnate da The Butterfly Mark, una sorta di attestato di benemerenza per gli operatori del lusso. 

 

 

Veniamo ora al Belle Dress: interamente in seta fil coupé, è tinto di rosa pallido e ha un vago aspetto bamboleggiante. La silhouette è ampia, svasata; l’orlo arriva a metà coscia. Le maniche sono a sbuffo da metà braccio in giù e il collo è alto, movimentato da una ruche. Due balze accentuano la linea ad A della gonna conferendole accenti playful. Ma a rendere l’abito ancora più delizioso è un tripudio di minuscoli ricami in 3D, ornamenti a metà tra un cuore e un pois che cospargono in toto il Belle Dress. Il risultato è una creazione fiabesca, ad alto tasso di meraviglia: un vestito che fa sognare chi lo guarda e chi lo indossa.

 

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Tendenze AI 2021/22 – Plissé, il trend più al top

Philosophy di Lorenzo Serafini

Primo post sulle tendenze delle collezioni Autunno Inverno in attesa di partire con i commenti sulle Fashion Week di New York, Londra, Milano e Parigi. Non potevo che iniziare con il plissé, sommo trend di stagione. Gonne e abiti pieghettati hanno fatto la loro comparsa già da tempo, ma si accingono a spopolare nei mesi freddi: donano movimento, volume, si aprono a ruota e delineano una fluida struttura geometrica. Rappresentano un connubio ideale di femminilità e disinvoltura, attingendo a piene mani a uno stile vintage DOC. Il risultato è uno chic un po’ alla Grace Kelly, non privo di suggestioni preppy che abbondano, infatti, nella collezione di Philosophy di Lorenzo Serafini. Ma le declinazioni del plissé sono molteplici, variano a seconda del mood e dei materiali: scopritele in questa gallery.

 

Dior

Ermanno Scervino

Greta Boldini

Erdem

A.W.A.K.E. Mode

Alberta Ferretti

Twinset

Phillip Lim

Chloé

 

 

 

Una fiaba di fine anno

Gucci

Mai come in questo periodo dell’ anno c’è voglia di fiaba: le fiabe si leggono, si guardano al cinema e in TV. E’ una conseguenza naturale, quindi, ispirarsi alle fiabe anche dal punto di vista del look. Le collezioni Autunno Inverno 2020/21 contengono moltissimi spunti a tema, a volte declinati in suggestioni, altre in forme, volumi e materiali che rievocano gli abiti di figure mitiche della letteratura fiabesca. Con vaghi accenti surreali e molto estro.

 

Moschino

 

Philosophy by Lorenzo Serafini

AK x Vivienne Westwood

 

Christopher John Rogers

Vivetta

Alexander McQueen

 

Valentino

 

Creazioni Antonella

Alberta Ferretti

Cettina Bucca

 

Erdem

Preen by Thornton Bregazzi

 

 

 

Tendenze AI 2020/21 – Il cappotto “senza regole”

Stella McCartney

Cappotti dell’ Autunno Inverno 2020/2021: non esistono regole di stile. Corti o con gli orli rasoterra, oversize o sagomati sul corpo, colorati o nelle classiche nuance neutre, i coat di stagione si esprimono in libertà e attraverso dei look poliedrici. Persino i materiali si moltiplicano; fanno la loro comparsa il knitwear, la vernice, il matelassè…Tutti all’ insegna di una diversificazione giunta al suo apice anche in virtù dell’ avanzata roboante della mantella e della fake fur.

 

Maison Margiela

Max Mara

MSGM

Etro

Alberta Ferretti

Erdem

Dolce & Gabbana

Fendi

Prada

Marc Jacobs

Christopher Kane