La colazione di oggi: dolcetti al pan di zenzero, una magica spezia per un magico Natale

 

Parlare di colazioni natalizie senza citare lo zenzero sarebbe improponibile! Avete presente quei giocosi e golosissimi biscotti a forma di omini, alberi di Natale, renne, fiocchi di neve e quant’altro? O le incantevoli casette ornate di glassa che sembrano uscite dalla fiaba di “Hansel e Gretel”? Bene: lo zenzero è l’ ingrediente basilare di dolci diventati ormai l’ emblema del periodo che gravita attorno al 25 Dicembre. E non a torto: sono squisiti, leggeri ed emanano un aroma di spezie che li rende del tutto speciali. Gustarli a inizio giornata, credetemi, è davvero l’ optimum. Basti pensare che vengono preparati con un ricco impasto composto da zenzero in polvere, cannella, chiodi di garofano e noce moscata. Al tutto si aggiunge successivamente il miele oppure la melassa (quest’ ultima, soprattutto nel Nord Europa). Il risutato sono dolci dalla consistenza morbida al punto giusto: possono essere plasmati nelle forme più disparate e decorati con dosi massicce di Ghiaccia Reale, una glassa che si indurisce ad asciugatura ultimata. Di conseguenza, risultano una vera e propria delizia sia per il palato che per gli occhi. Alcuni, addirittura, li utilizzano per addobbare la casa e l’ albero di Natale! Ma privarsi del gusto di assaporarli sarebbe un vero peccato. Anche perchè lo zenzero è una spezia che abbonda di proprietà salutari, e viene considerato portentoso sin da tempi remotissimi.

 

 

Vanta virtù energizzanti, mantiene giovani e genera benefici per l’ intero organismo. E’ infatti un potente antiossidante, antibatterico oltre che antinfiammatorio, favorisce il benessere dello stomaco (azzerando la nausea e facilitando la digestione) e rafforza il sistema immunitario. Questa spezia appartenente alla specie delle Zingiberaceae – una pianta che proviene dall’ Estremo Oriente – possiede inoltre la facoltà di diminuire i livelli di glicemia e di colesterolo: un punto di forza non da poco. Durante l’ inverno è un autentico toccasana per i malanni stagionali. Nello specifico, lo zenzero è ricco di carboidrati, acqua e proteine, ma è anche una preziosa miniera di minerali quali il potassio, il fosforo, il calcio, il sodio, il ferro, lo zinco e il manganese.

 

 

Relativamente alla storia e alle leggende che la circondano, poi, la radice di zenzero è in grado di meravigliarci al pari dei dolci che con essa vengono preparati. Innanzitutto va detto che questa spezia, secoli orsono, veniva considerata magica. Il motivo principale risiedeva nel fatto che gli antichi popoli scoprirono che favoriva la conservazione dei cibi, ma non solo. Le sue virtù furono apprezzate fin da subito, quando Alessandro Magno la “trapiantò” in Europa dall’ Oriente. Greci e Romani ne decantavano le virtù: e se Confucio, nella lontana Cina, giudicava lo zenzero un ottimo “disintossicante” per la mente, pare che Dioscoride Pedanio, medico e botanico vissuto nella Roma imperiale di Nerone, lo ritenesse insuperabile per sedare i disturbi di stomaco. Secondo Pitagora, invece, lo zenzero era perfetto come antidoto al veleno dei serpenti. Tra il 1400 e il 1500, durante il regno di Enrico VIII, in Inghilterra si credeva che avesse il potere di allontanare le epidemie. Nel Medioevo, effettivamente, lo zenzero aveva acquisito un valore inestimabile sotto tutti i punti di vista. Per fare solo un paio di esempi, era richiestissimo in cucina e cominciò a guadagnarsi la fama di essere un efficace afrodisiaco.

 

 

Molto importante è citare la valenza magica attribuita allo zenzero sin dalla notte dei tempi. I maghi bruciavano la sua radice e utilizzavano il fumo per compiere svariati rituali, uno su tutti rompere incantesimi. Dalla spezia venivano estratti speciali profumi che avevano lo scopo di instaurare un contatto con l’aldilà. Si riteneva che tramite lo zenzero fosse possibile invocare la potenza del Sole, o del Dio Marte, ma non veniva unicamente utilizzato dagli “operatori dell’ occulto” (tra cui le streghe). Antiche credenze dotavano lo zenzero della capacità di esaudire i desideri (bastava masticarne la radice quel tanto che bastava per interiorizzare i suoi poteri), propiziare ricchezza e prosperità, rinvigorire l’energia, scongiurare i malanni, allontanare la malasorte, tornare a far ardere l’ amore sensuale in un rapporto di coppia…Amuleti allo zenzero proliferavano così come i medicinali che contenevano la sua radice, ritenuta altamente salutare.

 

 

In Inghilterra, gli omini al pan di zenzero che compaiono durante le festività (soprattutto a Natale, quando i simpatici biscotti assumono le forme dei tipici emblemi del periodo) vantano una lunga e prestigiosa storia. Pare che fu la Regina Elisabetta I Tudor a farli preparare, poichè amava offrirli agli autorevoli ospiti che invitava a corte. In seguito, intorno al 1875 circa, l’ omino al pan di zenzero (in inglese “gingerbread man”) diventò il protagonista di una fiaba/filastrocca famosissima nei paesi anglosassoni e in quelli del Nord Europa. La storiella viene tuttora narrata ai bambini in occasione del Natale, ma il fatto che sia stata tramandata oralmente e che abbia conosciuto un’ ampissima diffusione ha fatto sì che ne esistano innumerevoli versioni. 

 

 

Il 25 Dicembre del 1905 a Broadway venne addirittura inaugurato un musical, “The Gingerbread Man”, che rimase in cartellone per mesi sia a New York che a Chicago. Il biscotto più amato di Natale appare anche ne “La strada per Oz”, il libro che Lyman Frank Baum scrisse a mò di sequel de “Il meraviglioso mago di Oz” (la serie dei “Libri di Oz” contiene ben tredici volumi), ma il nostro eroe è comparso perfino sul grande schermo: riveste il ruolo di protagonista nel cortometraggio muto “John Dough and the Cherub” (1910) di Otis Turner e si fa notare tra i personaggi delle fiabe della saga di “Shrek” (che ha avuto inizio nel 2001).

 

 

Come in un musical hollywoodiano: il backstage beauty & hair AI 2019/20 di Rodarte

 

Dopo aver ufficialmente inaugurato il periodo pre-natalizio, VALIUM non poteva lasciarsi sfuggire un backstage beauty & hair all’ insegna del trademark di questi giorni magici, ovvero i glitter. E tra i make up a tema delle sfilate Autunno/Inverno 2019/20, quello proposto da Rodarte è stato uno dei più applauditi: l’ ispirazione attinge al musical, un genere che viene  raccontato nella sua evoluzione dagli anni ’30 al decennio dei ’70, e come potrete immaginare lo scintillio, l’allure da star e un’ opulenza sofisticata si sono fusi in una triade mozzafiato. A risaltare è una spettacolarità ben calibrata e fascinosissima, che per l’hairstyle prende a modello le lunghe onde vaporose di Jerry Hall e con il make up sfoggia un tripudio di glitter. Il risultato? Un beauty & hair look da palcoscenico, pervaso di suggestioni riferite agli anni ’70, ma anche ai ’40, ai ’30 ed alle loro supreme icone: rievoca dive quali Veronica Lake, Lana Turner e soprattutto Ginger Rogers, che con il film “Carioca”, nel 1933, debuttò sul grande schermo in coppia con Fred Astaire. In stile musical sono anche gli straordinari copricapi e gli ornamenti floreali che esaltano le acconciature, tutti coordinati all’ abito a cui si abbinano. L’hairstylist Odile Gilbert ha dichiarato di essersi ispirata al glamour delle chiome hollywoodiane, ondulate e fluenti, preziosamente adornate: ha utilizzato prodotti Sultra come Bombshell 3/4 Clipless Curling Rod e Dry Texture Spray per ottenerle, agghindando poi il capo con orchidee, fiori di anturio, fermagli di strass, perle e miriadi di farfalle pronte a spiccare il volo.

 

 

Il make up, realizzato da James Kaliardos per NARS, ha accentuato lo sfarzo dell’ hairstyle: basandosi su tre colori guida, il rosso, il prugna e il rosa bubblegum, Kaliardos ha illuminato le labbra e lo sguardo con dosi massicce di glitter. Per dare vita ad un effetto il più possibile scenografico, il make up artist si è servito di due bestseller NARS come NARS Audacious Lipstick e Powermatte Lip Pigment, applicandoli sia sulla bocca che sulle palpebre. Ogni colore è stato declinato in total look, optando per una monocromia molto d’impatto. Alcune modelle, invece, hanno esibito un make up naturale, quasi invisibile. In questo caso, Kaliardos ha utilizzato le tonalità ultra tenui di NARS Orgasm Afterglow Lip Balm e Fireclay Mosaic Blush: perfetti per far da contraltare, con le loro nuance  nature, a un luccichio profuso e potentemente teatrale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Be my (vintage) Valentine

 

Enormi cuori ‘merlettati’, frangettine e capelli impomatati, evening dress svolazzanti di tulle, fiore nel taschino e papillon: potrebbe essere lo scenario perfetto di un San Valentino vintage e d’annata, gli elementi ci sono tutti e il fascino rétro pure. Un’ immagine completamente a tema quella che accompagna questo post, se non fosse che è stata tratta da uno dei film – in realtà- maggiormente associati al Natale e alle sue festività (anche grazie alla famosissima White Christmas, cantata da Bing Crosby e composta appositamente per il film). La taverna dell’ allegria, film del 1942 che annovera nel suo cast stelle di prima grandezza come Fred Astaire, Bing Crosby e Marjorie Reynolds, fu diretto da Mark Sandrich e rimane uno dei musical made in USA più celebrati. La stessa White Christmas, firmata da Irving Berlin, nel 1943 valse un Oscar alla pellicola. Fred Astaire e Bing Crosby, in Holiday Inn (questo il titolo originale del film) gareggiano non solo in bravura, ma al fine di conquistare la stessa donna. Commedia brillante dal ritmo mozzafiato, La taverna dell’ allegria racconta la storia di due artisti, Ted e Jim, l’ uno eccellente nella danza e l’altro nei gorgheggi (c’è forse bisogno di chiarire quali furono i rispettivi interpreti?), amici oltre che colleghi. La storia si complica quando i due si innamorano della stessa donna e quest’ ultima sceglierà uno di loro, Ted: Jim, deluso, sceglie di ritirarsi dalle scene per gestire una taverna aperta solo durante le ricorrenze, chiamandola Holiday Inn.  Ed è proprio nei giorni di festa più importanti del calendario che, alla taverna, prendono vita numeri di spettacolo con show incredibili, ognuno all’ insegna della data che ci si appresta a festeggiare. San Valentino, naturalmente, non manca all’ appello. Ma sarà solo dopo una serie di abbandoni, sparizioni e ricomparse femminili che, finalmente, Ted e Jim ritroveranno la felicità insieme alle donne amate. Nel frattempo, il musical si snoda come un inno appassionato al batticuore che, nonostante tutto, solo l’amore è sempre in grado di provocare. Perchè, come disse il poeta uruguaiano Juan Baladàn Galdea, “Forse ciò che rende unico l’ amore è questo suo inafferrabile morire e rivivere ad ogni istante.”Parole DOC assolutamente in linea con la ricorrenza più ‘heart-shaped’ dell’ anno: Buon San Valentino a tutti!