“Walking with the Muses”: Pat Cleveland si racconta

Walking with the Muses: mai titolo potrebbe essere più azzeccato per descrivere Pat Cleveland, supermodel e musa delle passerelle, che in oltre 300 pagine ha concentrato la storia di un sogno divenuto sfavillante realtà. Dream Lover, d’altronde, è anche l’ intestazione del primo di una serie di capitoli che si aprono all’ insegna di hit che hanno fatto storia e che compongono l’evocativa colonna sonora di questo memoir: un dettaglio che la dice lunga dell’ amore di Pat per la musica, una costante di tutta la sua esistenza. Non sembra forse un ispirato passo di danza il suo avanzare inconfondibile sulla catwalk? E non sono forse definiti “danzanti” i coloratissimi abiti creati da Stephen Burrows, primo designer a eleggere Pat a propria musa? Correvano gli anni dello Studio 54 e Patricia (questo il suo nome all’ anagrafe) Cleveland, insieme a Grace Jones, Bianca Jagger, Andy Warhol, Jerry Hall e a molte altre celebrities ancora era una delle sue più assidue frequentatrici. Ma per addentrarci nella fiaba fino in fondo dobbiamo tornare indietro nel tempo, a quel 23 Giugno 1950 che segna l’ inizio di tutto. E’ allora che Pat nasce a New York da Ladybird Cleveland, artista di origini pellerossa e afroamericane. Suo padre Johnny Johnston, un sassofonista jazz  (riecco l’ elemento della musica) svedese, torna in Europa e da quel momento rimarrà pressochè latitante. Ladybird però non è una single mom qualunque: dipinge, si diverte a creare abiti, è una talentuosa illustratrice che frequenta la scena jazz di Harlem. Pat cresce con l’ arte nel DNA e trascorre un’ infanzia circondata dai colori, dai lustrini, da tutte le declinazioni del bello. Non è un caso che, con un simile imprinting, scelga di studiare design per diventare stilista e che venga notata da Carrie Donovan, fashion editor di Vogue, proprio per il look estroso che esibisce. E’ il 1966 e quel fortuito incontro nella metro le varrà un articolo in cui Vogue la include tra i new talents della moda: è l’ evento chiave che coincide con la svolta. E se da cosa nasce cosa, grazie a quell’ articolo Pat viene notata dal magazine afro-americano Ebony che la recluta come modella del suo Fashion Fair tour. Dalla tourneè con Ebony in giro per gli USA, tra episodi di bieco razzismo e un Cassius Clay infatuato di lei da subito, ha inizio la sua carriera di cover girl dapprima con Eileen Ford e poi con Wilhelmina Models, fautrice di una bellezza più esotica e fuori dagli schemi. Pat racconta di quegli anni con sincerità e passione: gli esordi come fitting model, gli incontri con icone del calibro di Diana Vreeland e Andy Warhol, le esperienze professionali con fotografi come Berry Berenson, Irving Penn e Richard Avedon, il suo ruolo di musa di Stephen Burrows e successivamente di Halston, l’ euforia e le amarezze che azzera trasferendosi a Parigi, dove il colore della pelle è un dettaglio irrilevante.  E’ proprio a Parigi che scoppia la “Cleveland fever”. Nella capitale francese Pat è ancora una volta musa, e tra coloro che ispira risaltano i big names di Antonio Lopez, Karl Lagerfeld, Yves Saint Laurent e Thierry Mugler, senza contare le innumerevoli Maison per le quali sfila o gli autorevoli magazine per cui posa. La consacrazione arriva con la celebre Battaglia di Versailles, sfilata-evento che il 28 Novembre 1973 mette a confronto 5 designer francesi (Hubert de Givenchy, Yves Saint Laurent, Emanuel Ungaro, Pierre Cardin e Marc Bohan per Christian Dior) e 5 americani (Halston, Oscar de la Renta, Stephen Burrows, Bill Blass e Anne Klein) davanti a un’ audience di miliardari, socialites e teste coronate. Un anno dopo, Pat fa ritorno a New York: è il 1974 e Beverly Johnson è appena apparsa sulla cover di Vogue, per le black models si apre una nuova era. Ma “di non solo pane si vive” e nel suo memoir la Queen of the Catwalk racconta la sua svolta spirituale come adepta del guru Swami Satchidananda, mentre sul versante love story e flirt spuntano gli altisonanti nomi di Warren Beatty e di Mick Jagger. Prima dell’ incontro con il marito Paul van Ravenstein, naturalmente, al quale Pat dedica l’ ultimo (ma non ultimo) capitolo del libro: il titolo? At long last love, come recitava la romantica hit di Cole Porter.

MAC Cosmetics dedica una capsule collection ad Antonio Lopez

 

Marisa Berenson, Pat Cleveland, Jerry Hall: nomi evocativi di straordinaria bellezza, inequivocabile classe e glamour profuso in quantità extra. Tre indimenticabili top che, agli inizi della loro carriera, hanno gravitato attorno ad una figura comune: quella di Antonio Lopez – o semplicemente Antonio, come si faceva chiamare – che ne fu il pigmalione e lo scopritore del talento innato  più di qualsiasi fashion agent. Le sue muse (tra le quali troviamo anche i nomi di Grace Jones e Jessica Lange), erano continuo materiale di ispirazione creativa per l’ illustratore di origine portoricana che raggiunse l’ apice della fama nel decennio degli anni ’70. Adorato dal fashion biz, che adorava a sua volta, Antonio riuscì a elevare il concetto di glamour a motivo base che pervade tutta la sua opera. Oggi, MAC lo omaggia dedicandogli una esclusiva capsule collection che ne celebra i fasti e lo spirito prendendo a modello Marisa, Jerry e Pat, le tre iconiche Antonio Girls che hanno lasciato un segno inconfondibile e profondo nelle sue foto e illustrazioni. La capsule, dal packaging che cita i celebri disegni di Lopez, è composta da tre palette occhi, bocca e viso all’ insegna di differenti tipologie di colori, più un pennello con relativa pochette, uno specchietto e una make up bag.

 

 

Una collezione che cattura, tramite i suoi elettrizzanti ed intensi colori, tutta  l’ “ossessione” edonista dei ’70: “La nostra collezione su Antonio Lopez è simbolo di un’epoca in cui l’indulgenza era al suo apice.” spiega il direttore creativo di MAC Cosmetics James Gager. “Quel particolare periodo storico possedeva una magia che non è mai più stata catturata. Credo che la gente sia ancora alla ricerca di quel glamour, in cui è così difficile imbattersi oggi.”

 

 

In Italia, la Antonio Lopez Collection verrà distribuita solo a settembre e in due esclusivi punti vendita: a Milano, nel MAC Store di via dei Fiori Chiari 12, e a Roma, nel MAC Megastore di via del Corso 485. Occasione di lancio sarà la VOGUE Fashion Night milanese, il prossimo 17 settembre, all’ interno della quale verrà organizzato un cocktail party nel MAC store di via dei Fiori Chiari che prevede la presenza di Pat Cleveland. A Roma, la collezione sarà disponibile sin dal giorno successivo.