Equinozio di Primavera

 

Vieni; usciamo. Tempo è di rifiorire.”
(Gabriele D’Annunzio)

 

La Primavera è entrata ufficialmente alle 4.06, un’ora a metà tra notte e alba: il cielo è ancora buio, ma il silenzio viene invaso dal cinguettio degli uccellini che annunciano l’imminente nascita di un nuovo giorno. Oggi inizia la stagione del risveglio, la natura si desta dal lungo torpore invernale. I fiori sbocciano, il paesaggio si tinge un tripudio di colori. La terra inaugura il suo periodo di fertilità, l’aria si impregna di frizzante leggerezza. C’è voglia di ricominciare a vivere, di godere appieno delle giornate sempre più lunghe, di trascorrere più tempo all’aperto. La Primavera irrompe come una folata di energia, porta con sè la gioia della rinascita. Ci si riapre al mondo, ai desideri del cuore, alla magia del nuovo inizio. E i fiori diventano l’emblema di questo stato d’animo, di questa atmosfera inebriante: i loro profumi e le loro tonalità ci invitano ad addentrarci nei sentieri della bella stagione e a riscoprirla in tutta la sua meraviglia.

 

Foto via Pexels e Unsplash

 

Natale è nell’aria

 

Al 25 Dicembre manca poco più di un mese, ma l’atmosfera natalizia inizia a insinuarsi in tutte le città. Luminarie appena installate, vetrine vestite a festa, decorazioni e proposte regalo fanno già parte dello scenario di questo fine Novembre. Cominciamo a tirar fuori l’albero, gli addobbi, libri di ricette che ci guidino nella preparazione di piatti e dolci tradizionali…Il caminetto prende il posto dei caloriferi, senza dubbio meno suggestivi, le candele baluginano poeticamente al calar del crepuscolo; il freddo porta con sè la pioggia, il nevischio, su certe alture anche la neve. Natale è nell’aria: i suoi bagliori e i suoi profumi ravvivano l’anonimo grigriore novembrino. L’odore di fumo che fuoriesce dai comignoli è già un indizio, il sentore della ritrovata intimità familiare. Godiamoci appieno questo periodo, che ci accompagna verso l’Avvento.VALIUM lo celebra con la nuova photostory, un racconto per immagini intriso di una gioia atavica: quella che, ormai da secoli, fa da preludio alle feste natalizie.

 

 

Foto via Pexels e Unsplash

 

Betelgeuse, il tributo di In Astra alla luminosissima “supergigante rossa” della costellazione di Orione

 

Betelgeuse: un nome che vi ricorda qualcosa? Esatto, è proprio lei…una delle stelle più splendenti della volta celeste, precisamente la decima. La brillantezza della cosiddetta “supergigante rossa” è tale da farla scorgere persino a occhio nudo. Anche perchè appartiene alla costellazione di Orione, famosissima, che per gli antichi era in grado di replicare la luminosità del giorno. E all’interno della nebulosa di Orione, così chiamata poichè rappresentava l’ascesa al cielo dell’omonimo gigante cacciatore della mitologia greca, Betelgeuse si piazza al secondo posto in un’ipotetica classifica del fulgore. La sua luce color rosso vivo appare a Oriente proprio in questo periodo dell’anno, tra Novembre e Dicembre, per poi regnare sulle notti di Gennaio e Febbraio. Betelgeuse è una stella invernale, maestosa e inconfondibile. Risplende di una tonalità vibrante, incastonandosi come un rubino nel firmamento impreziosito da bagliori siderali di diamante. In Astra, la Maison di profumeria artistica fondata dalle sorelle Sofia e Fabiola Bardelli (rileggi qui l’articolo in cui VALIUM parla del brand), non poteva che dedicarle un tributo: il marchio made in Italy, ispirato dall’eterna meraviglia delle stelle, in onore di Betelgeuse ha creato una fragranza che porta lo stesso nome.

 

 

Ogni dettaglio del jus rievoca lo splendore infuocato dell’astro nel gelido cielo d’Inverno. Betelgeuse esordisce con note speziate di coriandolo esaltate da un cuore di iris e osmanto. Il fondo, composto da accordi di muschio di quercia e caffè, avvolge la fragranza in un alone ipnotico. La scia floreale inebria l’olfatto rievocando un tripudio di accenti cipriati: il risultato è una Eau de Parfum seducente, magnetica. Un’ode alla stella che avvampa nell’Universo e lo pervade di tutta la sua magia.

 

 

Betelgeuse è disponibile in versione Eau de Parfum nell’unico formato da 50 ml.

 

 

Photo courtesy of In Astra

 

Calypso Fountain e Citrus Affair di NOVELLISTA: due nuove fragranze, due nuove storie per l’estate

 

Immaginate un profumo che è anche una storia. Un racconto, un luogo, un’atmosfera, tutti estrapolati da libri iconici e rimasti fortemente impressi nell’immaginario collettivo. Ad essi si ispira NOVELLISTA per la sua collezione di fragranze, una collezione paragonabile a un’ intrigante libreria olfattiva. Ogni profumo corrisponde ad un volume: ne cattura lo spirito per poi tradurlo in un aroma caratteristico ed evocativo. Questo spunto ha dato origine a una collezione di sedici Eau de Parfum elaborate da celebri maestri profumieri di Parigi e Grasse. Gli ingredienti, una serie di resine, assolute, oli essenziali ed estratti rari e pregiatissimi, derivano da tutti gli angoli del globo e vengono assemblati sapientemente. Il processo artigianale che dà vita ad un profumo somiglia quasi a un’operazione artistica, al making of creativo della scrittura di un libro. Non è un caso che dietro il marchio NOVELLISTA si celi un team indipendente del quale fanno parte artisti, esperti del profumo e di letteratura, appassionati del bello. Ognuno di noi può scegliere la sua fragranza negli scaffali della “collezione/libreria”: per vivere un’esperienza sensoriale del tutto unica e salpare verso un viaggio olfattivo che arricchirà l’avventura della propria esistenza. In occasione dell’estate, NOVELLISTA ha lanciato due nuovi profumi: Calypso Fountain e Citrus Affair.

 

novellista@jirihlousek

 

CALYPSO FOUNTAIN

Questa Eau de Parfum da donna (creata dalla profumiera Caroline Sabas) fa riferimento all’ Odissea di Omero e al ritorno di Ulisse ad Itaca dopo la guerra di Troia. Il suo viaggio durerà dieci anni, e non sarà certo privo di peripezie. Prima di tornare dall’ amata moglie Penelope, infatti, Ulisse naufraga sull’ isola di Ogigia: è qui che ha inizio la storia a cui si ispira Calypso Fountain. Il nome della fragranza è indicativo. Calipso è la splendida ninfa che, non appena vede Ulisse, si innamora di lui all’istante. Riesce a trattenerlo a Ogigia per ben sette anni, promettendogli l’immortalità se rimarrà per sempre. Ma Ulisse rifiuta senza se nè ma: vuole a tutti i costi ritornare a Itaca e riabbracciare Penelope. Calypso Fountain racchiude gli aromi di quell’ isola sperduta nel Mediterraneo. Rievoca i sentori del suo mare, della sua brezza. E’ una fragranza che parla di amore: l’amore tormentato di Calipso per Ulisse, l’amore eterno di Ulisse per Penelope; due sfaccettature della passione molto diverse, ma intrise di fascino in parti uguali. L’aria inebriante di Ogigia si respira sin dalle note di testa del profumo: accenti agrumati di bergamotto si uniscono al chinotto in un connubio frizzante, all’ insegna della freschezza, dove l’ananas si insinua con la sua invitante dolcezza. Il cuore è un bouquet floreale che sfoggia accordi di fiori di loto, rosa e petali di gelsomino, originando un mix di luminosità, suggestioni esotiche e raffinatezza. Il fondo, caldo e sensuale, combina il sandalo con il legno di palma, l’ambra dorata e il muschio, creando un imprinting sfolgorante ed impalpabile al tempo stesso.

 

 

CITRUS AFFAIR

 

novellista@jirihlousek

Unisex come la maggior parte delle fragranze di NOVELLISTA, Citrus Affair (creato dalla profumiera Marie Huguenot) si ispira alla poesia “Mignon” contenuta nel romanzo “L’apprendistato di Wilhelm Meister” di Johann Wolfgang von Goethe. In quei versi Mignon, giovane donna italiana che vive con una troupe di giocolieri, esprime la sua nostalgia per la patria natia, i suoi luoghi e i suoi profumi. A fare da sfondo a Citrus Affair è lo scenario della Costiera Amalfitana. La fragranza esordisce con note di testa travolgenti a base di zenzero, limone e pompelmo: un inno scintillante alla gioia e alla giocosità. Il cuore, floreale/agrumato, combina i fiori degli agrumi con il mandarino, il gelsomino e la rosa. Il fondo decanta lo splendore della Costiera Amalfitana tramite accordi sensuali e armonici di muschio, legno di sandalo biondo e infusione di ambra. Il risultato? L’eleganza e l’intensità del jus si amalgamano in un connubio ad alto tasso di seduttività.

 

 

Calypso Fountain e Citrus Affair, custoditi negli inconfondibili flaconi minimali delle fragranze NOVELLISTA, sono disponibili in versione Eau de Parfum nel formato da 75 ml.

Photo courtesy of Press Office

 

Fiori d’estate: un tripudio di profumi e di benessere

 

Gli aromi floreali dell’estate: inebrianti, travolgenti, un inno alla vita e alla meraviglia della natura. I fiori effondono profumi talmente ammalianti da tramutarsi negli ingredienti di punta di fragranze irresistibili, ma non solo. Dai loro estratti si ricava un’ampia gamma di cosmetici, dalle creme alle lozioni, dagli oli alle emulsioni e via dicendo. Grazie ai fiori e alle loro proprietà, possiamo garantire il benessere della pelle e dei capelli con effetti positivi anche sulla nostra psiche. Secondo l’aromaterapia, infatti, gli oli essenziali sono un toccasana per l’intero orgamismo: apportano benefici alla mente e al corpo senza distinzione. Scopriamo subito quali sono i fiori che, in estate, contribuiscono  a riportare armonia nella nostra vita.

 

 

Il fiore di tiglio

Ha un profumo intensissimo, ipnotico e gioioso, che può essere “captato” anche a lunga distanza. La pianta del tiglio, in effetti, viene da sempre considerata una delle più profumate. L’olio essenziale di fiore di tiglio, a livello aromaterapico, svolge un’ efficace azione rilassante. Dalle foglie e dai fiori si ricava un estratto ricco di virtù antinfiammatorie, antiossidanti, sedative e astringenti. Il fiore abbonda di flavonoidi, in particolare di quercetina, e di glicosidi: possiede quindi delle spiccate proprietà antiossidanti e combatte la ritenzione idrica anche grazie alla presenza dei tannini. I cosmetici a base di fiore di tiglio si rivelano ottimi per rigenerare e tonificare la pelle, ma altresì per sconfiggere qualsiasi tipo di gonfiore.

 

 

La lavanda

Ha un profumo inconfondibile, speciale come le enormi distese viola a cui dà origine dopo la fioritura. Nell’antica Roma era impiegata per detergere, igienizzare e profumare oggetti e ambienti, oggi è l’ingrediente base di un gran numero di fragranze e viene utilizzata nei cosmetici dedicati alla cura della pelle: il suo fiore possiede virtù antisettiche e antibatteriche, ma al tempo stesso leviga, idrata e rigenera l’epidermide. Si usa in particolar modo per le pelli sensibili, sotto forma di creme e detergenti, poichè attenua le infiammazioni e rende la cute compatta, spianando le rughe di espressione.

 

 

I fiori d’arancio

Il loro profumo viene definito “mieloso”, radioso e molto simile a quello del gelsomino. Non a caso, sono utilizzatissimi per la creazione di fragranze e acque floreali. Dai fiori d’ arancio si ricavano un olio essenziale e un idrolato molto pregiati, ma anche svariati prodotti finalizzati alla detersione e alla cura della pelle del viso e del corpo. L’acqua di fiori d’arancio ha la capacità di rigenerare, lenire la cute e di idratarla in modo ideale; l’idroterapia, dal canto suo, si avvale dei fiori d’arancio per conseguire un effetto rilassante e di benessere estremo.

 

 

Il gelsomino

Inebriante, seducente, ma potentemente floreale: il profumo del gelsomino è decisamente unico. Al suo magnetismo è associata un’affascinante leggenda che racconta sia nato dalle stelle cadute sulla terra. Inoltre, il gelsomino sprigiona la sua potente scia olfattiva con il buio e viene quindi affiancato alla Luna e a Venere, due astri legati alla notte e al femminile. L’essenza e l’olio di gelsomino, pregiatissimi, si ottengono con un complesso procedimento di lavorazione. Dal momento che di notte il fiore raggiunge l’apice del suo profumo, è tassativo innanzitutto raccoglierlo all’alba…I benefici apportati dal gelsomino sono innumerevoli: idrata la pelle e al tempo stesso tiene a bada il sebo, è ricco di antiossidanti e contribuisce alla rigenerazione dell’ epidermide. L’estratto del fiore è anche noto per le sue proprietà afrodisiache;  il gelsomino è in grado di donare un benessere puro che coinvolge la sfera dei cinque sensi.

 

 

La camomilla

Ha un profumo delicato che ricorda quello della mela renetta; non sorprende che in spagnolo il suo nome sia “manzanilla” (da “manzana”, ovvero “mela”). Si usa sotto forma di estratto e olio di camomilla, che hanno la proprietà di alleviare le infiammazioni della pelle oltre che di mantenerla morbida e ben levigata. L’olio di camomilla risulta ottimo utilizzato come doposole, per decongestionare l’epidermide: possiede proprietà emollienti, antinfiammatorie e lenitive. Sono ben note, poi, le virtù digestive e rilassanti di questo fiore. Basti pensare che la tisana alla camomilla rimane uno dei rimedi più diffusi per favorire il sonno.

 

 

La rosa

Chi non conosce il profumo superbo, opulento della “regina dei fiori”? Oggi le fragranze tendono ad avvalersi della rosa damascena, che emana una scia olfattiva raffinata, dolcissima e super femminile. Per la cura della pelle, la rosa è essenziale. Si usa prevalentemente sotto forma di olio, crema, acqua di rosa, e vanta un numero incalcolabile di proprietà: la rosa abbonda di vitamina C (un potente antiossidante naturale), ha un ruolo di spicco nel rafforzamento dei vasi sanguigni, possiede delle straordinarie virtù idratanti. L’ olio di rosa, nello specifico, è un prodotto che apporta benefici a svariati tipi di pelle. Ricco di minerali, vitamine e antiossidanti, le sue virtù emollienti risultano ottime per la cute secca o di persone in età avanzata, mentre l’effetto astringente e antinfiammatorio che esercita lo rendono perfetto per le pelli acneiche e arrossate. In aromaterapia, l’olio di rosa è un efficace anti-stress e promuove uno stato d’animo sereno e rilassato.

 

 

Foto via Pexels

 

Gli odori del Natale

 

” Basta che un rumore, un odore, già udito o respirato un’altra volta, siano di nuovo reali senza essere attuali, ideali senza essere astratti, perché subito l’essenza permanente e ordinariamente nascosta delle cose venga liberata, e perché il nostro vero “IO”, che talvolta sembrava morto, ma che non lo era interamente, si desti, si animi, ricevendo il celeste nutrimento che gli viene offerto. “

(Marcel Proust)

Già oltre un secolo orsono, Proust parlava di potenza evocativa degli odori. Senza entrare in dettagli scientifici, conosciamo ormai bene la valenza che ricoprono i cinque sensi nel far riaffiorare ricordi e sensazioni: l’olfatto gioca un ruolo chiave. Alcuni studi hanno dimostrato che profumi e odori stimolano il riemergere delle memorie che custodiamo da maggior tempo “coordinandole”, inoltre, con ulteriori memorie associate ai sensi. Prendete ad esempio il Natale. E’ un periodo magico che ognuno di noi collega a svariati odori, indimenticabili proprio perchè legati a giorni (e notti) tanto speciali. Vagando per i mercatini natalizi, il profumo “ricco” e corposo del croccante, dello zucchero filato elargito in soffici nuvole agli avventori costituiscono – o meglio costituivano, prima dell’era del Covid – degli indelebili imprinting olfattivi. E come non pensare al Natale della nostra infanzia? Quando gli abeti non erano ancora stati soppiantati dagli alberi sintetici, i loro aghi emanavano un profumo di bosco inconfondibile. Immaginate poi il fuoco che ardeva nel camino: quelle fiamme e le scintille che sprigionavano rappresentavano uno spettacolo per gli occhi, mentre danzavano nel vano del focolare. L’ odore della legna che brucia è quasi indissolubilmente connesso alle festività natalizie, quando aspettavamo con ansia l’arrivo di Babbo Natale e giocavamo a tombola con i genitori e i parenti riunitisi per l’ occasione. Altri profumi memorabili provengono dalla cucina. Alcuni esempi? L’ aroma avvolgente, dolciastro e intenso della cannella, quello aspro delle arance e dei mandarini di stagione o, ancora, quello invitante dello zucchero a velo, delle uvette dei panettoni. Il Natale, insomma, rimanda ad un archivio olfattivo ricco di sentori. Grazie ad essi riviviamo gli attimi più belli, spensierati e felici di feste che, da bambini, attendevamo per un anno intero (con la vana speranza di cogliere in flagrante Babbo Natale o la Befana mentre si introducevano nei nostri camini). I profumi più evocativi delle mie festività rimangono quello dell’ abete – che i miei acquistavano ogni anno al Vivaio Forestale e sceglievano di un’ altezza che sfiorava quasi il soffitto – e quello del focolare acceso: entrambi, emblemi di momenti vissuti all’ insegna di un calore familiare straordinario e irripetibile. Quali sono, invece, i vostri odori del Natale?

 

 

 

Spazi Aperti

Voglia di spazi aperti, di orizzonti sconfinati. Perchè da un mese ci circondano solo quattro mura e perchè la Primavera, con le sue splendide giornate di sole, ci tenta inesorabilmente al di là dei vetri della finestra. Per il momento, quegli spazi possiamo solo sognarli: come farfalle ci libriamo in volo inebriandoci di tutti i colori, di tutti i profumi del creato. Ripercorriamo mentalmente la vastità di un prato fiorito, di una spiaggia sull’ oceano o di un campo di lavanda. Il nostro è un viaggio onirico che ci permette di guardare alla natura con nuovi occhi, assaporando la meraviglia di ciò che ci circonda. Poi, una volta raggiunto il mare, decidiamo di concludere il percorso: e proprio lì, dove lo sguardo ingloba acqua e cielo nello stesso azzurro etereo, veniamo invasi da un sentimento quasi mistico. Perchè, come disse Victor Hugo, “L’ orizzonte è la linea che sottolinea l’infinito”. E di infinito – soprattutto in questi giorni – abbiamo tutti un estremo bisogno.

IL GIARDINO

Il giardino (per chi ne ha uno) è lo spazio aperto al momento più abbordabile, più a portata di mano. In Primavera, inoltre, diventa magico: i fiori sbocciano l’uno dopo l’altro e nell’aria si diffonde il loro profumo. E’ il nostro giardino segreto, sia in senso metaforico che letterale. Un angolo d’incanto dove ci rifugiamo in cerca di bellezza e di conforto.

UNA DISTESA DI MARGHERITE

Quando arriva la Primavera, sono le margherite ad annunciarcelo. Simbolo di purezza e di semplicità, la margherita, anticamente, era il fiore che le giovani preferivano intrecciarsi tra i capelli, mentre se veniva ricevuta in dono denotava una devozione incondizionata. Le distese di margherite nei prati, nei parchi e nei giardini pubblici rientrano tra i ricordi d’infanzia che quasi ognuno di noi associa alla bella stagione.

UN PRATO FIORITO

Pensatelo mentre siete circondati dal silenzio: vi sembrerà di ascoltare il soffio di una leggera brezza e il ronzio delle api. Nel frattempo, perderete lo sguardo nella sua straordinaria varietà di colori. Un prato fiorito è lo spazio che si affaccia direttamente sul sogno, un’area eterea dove il tempo sembra sospeso e i passi avanzano leggeri, quasi impalpabili. In luoghi come questo, realizziamo che la natura non cessa mai di stupirci con il suo splendore mozzafiato.

IL BOSCO

E’ uno spazio aperto, ma fitto di alberi che accentuano il suo mistero. Non è un caso che il bosco sia, da sempre, il luogo in cui vengono ambientate le fiabe. Inoltrarsi nei suoi sentieri, nelle sue radure, è penetrare in una dimensione dove le coordinate di tempo si azzerano e fantasia e realtà si intrecciano immancabilmente. Perchè chi si addentra in un bosco, oltre a percorrere uno spazio fisico, compie un viaggio all’ interno di se stesso.

UN CAMPO DI LAVANDA

Ma sì, viaggiamo con la mente anche oltre confine…Ed approdiamo in Provenza, dove resteremo a bocca aperta davanti ai campi di lavanda in fiore. Sconfinate distese viola ci inebrieranno con il loro profumo inconfondibile, una vegetazione rigogliosa e il cielo azzurro provenzale ci trasporteranno in una realtà paradisiaca. Se poi – concretamente parlando, quando la fine dell’ emergenza lo permetterà – deciderete di raggiungere questa meta a Luglio o Agosto, dopo la raccolta del fiore, verrete presi nel vortice di Feste della Lavanda pittoresche e iper suggestive.

IL DESERTO

“The desert, a universe in one body”, recitano i versi di una poesia di Jim Morrison. Il deserto è uno spazio apparentemente infinito, dove si succedono solo dune e il silenzio ci mette in contatto con noi stessi. Colpiscono i suoi colori incredibili, che cambiano a seconda del vento e della luce, e fenomeni come il tramonto possiedono un fascino irresistibile. Affrontare il deserto è fare piazza pulita del superfluo e tornare all’ essenziale. E’ rimanere incantati mentre la notte scende e, all’ improvviso,  posa su di noi il suo manto di stelle.

UNA MIRIADE DI CILIEGI IN FIORE

Nel nostro tour sulle ali della fantasia non possiamo mancare di fare tappa nel Sol Levante, dove i ciliegi in fiore adornano il paesaggio come tante nuvole rosa. La fioritura dei ciliegi è un evento talmente atteso da aver originato il rito dell’ Hanami, letteralmente “ammirare i fiori”: i sakura si contemplano come in estasi. Sotto le loro fronde si ascolta musica, si organizzano picnic e si discute amabilmente, con la leggerezza tipica del risveglio primaverile.

LE MONTAGNE INNEVATE

Siamo quasi alla metà di Aprile, ma le catene montuose più imponenti sono ancora innevate. Osservare il panorama dalle alte vette ci riporta un po’ di magia invernale, quando l’aria è frizzante e predomina il candore.  Esplorare questi luoghi è addentrarsi nelle leggende di montagna: gnomi, fate, streghe e ninfe dei laghi potrebbero manifestarsi ad ogni passo, tra i boschi di conifere e sentieri nascosti. D’altronde, uno scenario così spettacolare non è forse un incantesimo di per sè?

UNA SPIAGGIA TROPICALE

La sabbia è finissima, bianca, bollente. La spiaggia, talmente ampia da confondersi con il mare. E’ così che immaginiamo un litorale tropicale. Sole à gogo, piedi nudi e libertà totale sono un invito alla vita selvaggia, completamente a contatto con la natura: una pausa necessaria, di tanto in tanto. Anche solo per staccare.

IL MARE

Ed eccoci al capolinea del nostro percorso: il mare, lo spazio illimitato per eccellenza. Arriviamo al tramonto, quando il sole tinge il cielo di meravigliosi colori e il silenzio viene rotto solo dallo stridio dei gabbiani. Le onde si infrangono ritmicamente sulla riva, qualche barca veleggia in lontananza. Il mare non ha confini: guardi all’ orizzonte e trovi l’infinito. Da bambini ci incantavamo ad ammirarlo, e provavamo a immaginare cosa ci fosse al di là di quell’ enorme distesa d’acqua. Oggi preferiamo lasciare la risposta alla fantasia, o più semplicemente pensiamo – come lo penso anch’io – che contemplare l’immensità del mare sia una pratica perfetta per sentirsi in totale armonia con il cosmo.

Foto dei ciliegi in fiore: Kakidai / CC BY-SA (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)

“Christian Dior, couturier du reve”: la grande mostra che celebra i 70 anni della Maison

Christian Dior, Bar suit, Haute Couture, Spring-Summer 1947, Afternoon suit, Shantung jacket , Pleated corolla skirt in wool crêpe, Musée des Arts Décoratifs, UFAC
© Photo Les Arts Décoratifs / Nicholas Alan Cope

Sono trascorsi 70 anni da quando il New Look, nel secondo dopoguerra, rivoluzionò in toto la silhouette femminile. Era il 1947 e la collezione Primavera/Estate di Christian Dior, contrapponendo uno charme elegante alle austerità imperanti durante il conflitto bellico, riscosse un successo tale da far sì che Parigi fosse ribattezzata “capitale della moda internazionale”. Da allora, la Maison Dior ha conosciuto un’ epopea di invariato splendore che in occasione del suo 70mo viene celebrata da una retrospettiva parigina: “Christian Dior, couturier du reve” è appena stata inaugurata presso il Musée des Arts Décoratifs e sarà visitabile fino al 7 Gennaio 2018. La mostra approfondisce ad ampio spettro l’ universo Dior, ripercorrendo il percorso inaugurato da Monsieur Christian fino ad approdare ai suoi illustri successori; il tributo è in grande stile, forse il più maestoso mai dedicato alla Maison. Agli oltre 300 abiti di Haute Couture selezionati viene affiancato, infatti, il fitto patrimonio intangibile costituito dalle emozioni, dalle storie di vita, dalle affinità e dalle ispirazioni, un heritage insostituibile documentato attraverso documenti, tele d’atelier, fotografie, schizzi, illustrazioni e reperti pubblicitari oltre che da accessori come i cappelli, le scarpe, le borse e dagli storici profumi Dior.

Christian Dior, Opéra Bouffe gown, Haute Couture, Fall-Winter 1956, Aiman line Short evening gown in silk faille by Abraham, Paris, Dior Héritage
© Photo Les Arts Décoratifs / Nicholas Alan Cope *

A dare il via al percorso espositivo, un approfondimento biografico sul “couturier du reve”: l’ infanzia a Grenville, gli Anni Ruggenti trascorsi in una Parigi effervescente dove inaugurò una galleria d’Arte, gli inizi nella Haute Couture come illustratore vengono evidenziati al pari delle sue passioni. L’ arte fu, senza dubbio, l’ amore principale di Christian Dior. Lo rivela il feeling che instaurò con nomi del calibro di Giacometti, Max Jacob, Dalì, Leonor Fini, Jean Cocteau e moltissimi altri habitué della galleria, ma anche la cospicua serie di dipinti, arredi, sculture, oggetti di antiquariato e d’arte esposti ad avvalorare la sua inclinazione. I curatori Florence Muller e Olivier Gabet hanno organizzato un excursus cronologico e tematico che si estende nei 3000 mq del Museo con dovizia di particolari: “raccontare” la Maison Dior significa anche, naturalmente, non tralasciare il prezioso ruolo che le creazioni fur di Frédéric Castet, i beauty look di Serge Lutens, Thyen e Peter Philips e le fragranze di François Demachy hanno rivestito nel forgiare la sua estetica. Fondamentale è poi lo spazio dedicato ai couturier che, dal 1957 (anno in cui Christian Dior morì improvvisamente) ad oggi, hanno portato avanti il suo heritage. Le creazioni di Yves Saint Laurent, Marc Bohan, Gianfranco Ferrè, John Galliano, Raf Simons e Maria Grazia Chiuri vengono omaggiate  in 6 gallerie che evidenziano le loro rispettive riletture di uno stile ormai leggendario.

Maria Grazia Chiuri for Christian Dior, Essence d’herbier cocktail dress, Haute Couture, Spring-Summer 2017, Ecru fringe cocktail dress, floral raffia and thread embroidery adomed with Swarovski crystals, derived from a Christian Dior original
© Photo Les Arts Décoratifs / Nicholas Alan Cope *

Quando il New Look trionfò, si impose una moda dai codici del tutto inediti: la linea a corolla, che sottolineava la vita e amplificava le gonne a dismisura, esaltava una nuova femminilità. Le spalle si arrotondavano dolcemente, il busto risaltava grazie a bar jacket aderenti e gli accessori – cappello, borsa, guanti – si tramutavano in parte integrante della mise. Al razionamento dei tessuti tipico della Seconda Guerra Mondiale venivano sostituite stoffe in metratura extra, la donna si riappropriava del gusto di abbigliarsi e di esibire glamour allo stato puro. La passione per l’arte e per l’ antiquariato divenne, per Christian Dior, sommo leitmotiv ispirativo: se ne rinvengono tracce sia nel design che nei pattern decorativi. Dal 1957 ad oggi, i couturier che gli sono succeduti hanno reinterpretato la sua cifra stilistica attingendo ai più svariati spunti. La raffinata audacia di Saint Laurent, lo chic lineare di Marc Bohan, le suggestioni architettoniche di Gianfranco Ferrè, la Punk couture teatrale di John Galliano, il rigoroso minimal di Raf Simons e il femminismo luxury di Maria Grazia Chiuri vengono analizzati, nella mostra, tramite outfit tanto splendidi quanto significativi.

John Galliano for Christian Dior, Shéhérazade ensemble, Haute Couture, Spring-Summer 1998 Evening ensemble , Ballets-Russes-inspired kimono, pyramid line with large silk velvet funnel collar, appliqué décor, embroidery and incrustation of Swarovski crystals, Long double satin sheath dress, Paris, Dior Héritage © Photo Les Arts Décoratifs / Nicholas Alan Cope *

A concludere l’ esposizione, la navata centrale si tramuta in sala da ballo per accogliere un novero di evening dress spettacolari. Alcuni di essi sono stati indossati da VIP del calibro della Principessa Grace di Monaco, Lady Diana Spencer, Charlize Theron e Jennifer Lawrence, affascinanti figure chiave dell’ iconografia Dior. Altre creazioni, sono per la prima volta visibili a Parigi. Tutti gli abiti contribuiscono, mirabilmente, ad illustrare la storia mitica di una Maison che del glamour ha fatto il suo emblema più sublime.

Gianfranco Ferré for Christian Dior, Palladio dress, Haute Couture, Spring-Summer 1992, In Balmy Summer Breezes line, Long embroidered and pleated white silk georgette sheath dress Paris, Dior Héritage © Photo Les Arts Décoratifs / Nicholas Alan Cope *

“CHRISTIAN DIOR, COUTURIER DU REVE”

Una mostra a cura di Florence Muller e Olivier Gabet con lo sponsor di Swarovski

Dal 5 Luglio 2017 al 7 Gennaio 2018

c/o Museé des Arts Décoratifs

107, Rue de Rivoli

Parigi

Per info: www.lesartsdecoratifs.fr

 

Raf Simons for Christian Dior, Haute Couture, Fall-Winter 2012
¾-length yellow duchess satin evening dress with Sterling Ruby SP178 shadow print, Paris, Dior Héritage, © Photo Les Arts Décoratifs / Nicholas Alan Cope *

Yves Saint Laurent for Christian Dior, Bonne Conduite dress, Haute Couture,
Spring-Summer 1958, Trapèze line, Smock dress in speckled wool by Rodier, Paris, Pierre Bergé – Yves Saint Laurent Foundation © Photo Les Arts Décoratifs / Nicholas Alan Cope *

Marc Bohan for Christian Dior, Gamin suit, Haute Couture, Fall-Winter 1961, Charme 62 line,Tweed suit, Short double-breasted jacket, Trapeze skirt and matching scarf Paris, Dior Héritage © Photo Les Arts Décoratifs / Nicholas Alan Cope *

Photo courtesy of Musée des Arts Décoratifs