Fillus de anima

 

“Fillus de anima. E’ così che li chiamano i bambini generati due volte, dalla povertà di una donna e dalla sterilità di un’altra. Di quel secondo parto era figlia Maria Listru, frutto tardivo dell’anima di Bonaria Urrai. Quando la vecchia si era fermata sotto la pianta del limone a parlare con sua madre Anna Teresa Listru, Maria aveva sei anni ed era l’errore dopo tre cose giuste. Le sue sorelle erano già signorine e lei giocava da sola per terra a fare una torta di fango impastata di formiche vive, con la cura di una piccola donna. Muovevano le zampe rossastre nell’impasto, morendo lente sotto i decori di fiori di campo e lo zucchero di sabbia. Nel sole violento di luglio il dolce le cresceva in mano, bello come lo sono a volte le cose cattive. Quando la bambina sollevò la testa dal fango, vide accanto a sé Tzia Bonaria Urrai in controluce che sorrideva con le mani appoggiate sul ventre magro, sazia di qualcosa che le aveva appena dato Anna Teresa Listru. Cosa fosse con esattezza, Maria lo capì solo poco tempo dopo. Andò via con Tzia Bonaria quel giorno stesso, tenendo la torta di fango in una mano, e nell’altra una sporta piena di uova fresche e prezzemolo, miserabile viatico di ringraziamento. Maria sorridendo intuiva che da qualche parte avrebbe dovuto esserci un motivo per piangere, ma non riuscì a farselo venire in mente. Si perse anche i ricordi della faccia di sua madre mentre lei si allontanava, quasi se la fosse scordata già da tempo, nel momento misterioso in cui le figlie bambine decidono da sole cosa è meglio impastare dentro il fango delle torte. Per anni ricordò invece il cielo caldo e i piedi di Tzia Bonaria nei sandali, uno che usciva e uno che si nascondeva sotto l’orlo della gonna nera, in un ballo muto di cui a fatica le gambe seguivano il ritmo.”

Michela Murgia, da “Accabadora” (Giulio Einaudi Editore)

 

 

Freedom 2023

 

“Si deve essere leggeri come l’uccello che vola, e non come la piuma.”
(Paul Valéry)

 

Dato il grande successo che ha ottenuto la photostory “Freedom”, pubblicata su VALIUM nel 2021 (clicca qui per riguardarla), ho deciso di fare il bis: un racconto per immagini della libertà che si associa all’estate e a un mood Hippie aggiornato al 2023. I tempi cambiano, l’era del “peace and love” e di leggendari raduni rock come Woodstock è ormai lontana, ma la voglia di appassionarsi rimane intatta. E anche un festival come Umbria Jazz, di cui quest’ anno si festeggia il 50esimo, ha avuto il potere di calare Perugia in un’atmosfera frizzante, cosmopolita e gioiosa dove il jazz risuona in ogni angolo da mattina a sera. Lo spirito ha molto in comune con quello di mezzo secolo fa: un’ode alla libertà e alla condivisione, riunirsi  per celebrare una musica che coniuga il suo background storico con un ritmo incalzante e travolgenti improvvisazioni.

 

 

Foto via Pexels e Unsplash

 

Le Frasi

 

“Quelle stelle che nel Nord, nelle notti chiare, sono lacrime ghiacciate tra miliardi di altre, la via lattea di gennaio come caramelle d’argento, veli di gelo nell’immobilità, che lampeggiano, pulsando al ritmo lento del tempo e del sangue dell’universo.”

(Jack Kerouac, da “Maggie Cassidy”)

 

 

 

“Crystal Horse”, la nuova hit della Contessa Pinina Garavaglia: un’ode alla magica triade composta da Musica, Ballo e Poesia

Un enorme boato e via, il sound prorompe.  Il ritmo è vorticoso, incalzante, inarrestabile. Come un cavallo lanciato a briglia sciolta, avanza galoppando su un tappeto di note inebrianti. A cavalcare quel purosangue non è altri che lei, la Contessa Pinina Garavaglia. La scena è onirica, il mood fiabesco, il destriero talmente diafano da sembrare cristallino. Non è un caso che il titolo della nuova hit della Contessa sia proprio “Crystal Horse”, una produzione della label Tempi Inversi fondata da Gasoldo (rileggi qui la sua intervista con VALIUM) e Bitinjuice. Il pezzo, arrangiato da quest’ ultimo in puro stile Trance, è travolgente al pari di “Iconic”, “Magic Moments” e “Disco Dreams”, i precedenti singoli che la Contessa Garavaglia ha rilasciato con Tempi Inversi, ma a renderlo assolutamente unico è una scintilla in più: la sua valenza simbolica, un’ alchimia che ingloba il desiderio di evasione e l’ energia liberatoria associati alla magica triade composta da Musica, Ballo e Poesia. Le lyrics sono ridotte al minimo per esaltare il sound possente e irresistibile, ma Pinina Garavaglia riesce a condurci nel suo Regno Fatato anche con una manciata di versi: “Nella sfera di cristallo / Vedo un principe a cavallo / Da un millennio sta vagando / Per un gioco galoppando…”, declama ipnoticamente la Contessa prima che il resto della poesia si fonda con la musica martellante. “Filastrocca del Videogame”, questo il titolo della lirica, prosegue così: “L’ avventura più penosa è un bel gioco di mistero che non può mai esser vero…se tu credi a questi inganni puoi dormire anche cent’anni e fra cent’anni non si sa quale mondo ci sarà…se ancora il mondo ci sarà”. La conclusione, visti i tormentati tempi attuali, potrebbe suonare profetica. In realtà, la Filastrocca è un’ ode alla positività intrisa di figure metaforiche. Ci sembra quasi di vederla, la Contessa Garavaglia, mentre scruta la sfera di cristallo: ecco il principe a cavallo, laddove il galoppo sta a simbolizzare la vita e la sua finzione illusoria, i suoi abbagli, le sue chimere. Un percorso, dunque, senza via di scampo? No di certo, nel momento in cui Musica, Ballo e Poesia intervengono ad animare il tragitto. La triade incantata è un portentoso antidoto contro i miraggi esistenziali, un flusso energetico che azzera le insidie e i tranelli incontrati lungo il cammino. Dopo due anni di restrizioni a causa Covid, rappresenta la bacchetta magica che spezza l’incantesimo e ci sprona a muoverci, a godere pienamente della vita. Musica, Ballo e Poesia aprono la mente e liberano il corpo, che si scatena al ritmo delle note più esplosive. Sono catartici, rigeneranti…Pinina Garavaglia li celebra  mentre il sound di Bitinjuice avvolge e travolge, ci ingoia nel vortice della loro potenza. Lasciamoci trascinare in questo gorgo senza opporre resistenza, e il nostro destriero al galoppo si tramuterà all’ istante in un “Crystal horse” dai traslucidi bagliori.

 

 

L’uscita di “Crystal Horse” non è l’unico regalo che ci fa Pinina Garavaglia. Due sabati al mese, a mezzanotte in punto (un’ora non scelta a caso), potete immergervi nelle elettrizzanti e sfavillanti atmosfere del suo “Infusion Power” su ClubRadio06. Una replica della trasmissione è prevista per il giorno dopo, domenica, alle 18. Dato che nessuno meglio di lei saprebbe descrivervi questo straordinario progetto, lascio subito la parola alla “Contessa Rock”: “Infusion Power” nasce dall’ Infusione (Poesia ritmica visuale e delirio logico), il mio Reading Show performativo a sua volta derivato dalle mie esibizioni allo storico Afterhours Exogroove. Ora è un radio show originale di musica e poesia per ballare e sognare ovunque tu sia…Nel multiverso della Techno e nella sfera peculiare della Club Culture. Come un elisir tonico shakerato, “Infusion Power” va in onda idealmente a mezzanotte del sabato due volte al mese alternate, la prima è “Diamonds” e si avvale della direzione musicale straordinaria di Dj Panda e Ricci Jr Dj, il terzo è “Wonder” con il Soundtrack di 2Factor Dj e gli inserti vocali surreali di Gas Voxx (Gasoldo, ndr.)…Il tutto, in esclusiva per ClubRadio06.” La data del prossimo appuntamento? Nell’ ora fatata che segna il passaggio tra il 2 e il 3 Aprile. Save the date!

Fiori tra i capelli

 

” Karla si fermò per comprare dei fiori. Senza chiedere che glieli confezionassero, ne prese alcuni e li infilò tra i suoi capelli e quelli di Paulo. Era un gesto che, lungi dall’ apparire ridicolo, intendeva celebrare una piccola conquista della vita, proprio come i greci facevano millenni or sono con i vincitori e gli eroi, sostituendo l’oro con corone di lauro – anche se appassivano, i serti erano leggeri e non richiedevano una sorveglianza attenta. Molti giovani portavano fiori tra i capelli, e sembravano offrire al mondo una nuova speranza. Nell’aria si spandevano i suoni dei flauti di legno, dei violini, delle chitarre e delle cetre: era una colonna sonora che riempiva quelle stradine prive di marciapiedi e affollate di biciclette, come la maggior parte delle vie della città – lì, il tempo sembrava fluire con diverso ritmo, ora più lento ora più veloce. Paulo temeva che prevalesse quest’ ultimo, e il sogno finisse. Aveva la sensazione di non essere in una strada, bensì in un diorama fantastico nel quale i personaggi erano reali, parlavano in una varietà di lingue straniere e ammiravano la ragazza che camminava al suo fianco (…). Lungo le viuzze c’erano persone che offrivano incensi, braccialetti, casacche colorate, probabilmente confezionate in Perù o in Bolivia: Paulo avrebbe voluto comprare tutto perché ricambiavano i suoi sorrisi, e non si offendevano per i rifiuti né insistevano per proporre le loro mercanzie, come spesso accade nei negozi. Qualunque cosa avesse comprato, per loro avrebbe significato un’altra notte in paradiso – tuttavia era convinto che quei tizi fossero in grado di sopravvivere tranquillamente in questo mondo. “

 

Paulo Coelho, da “Hippie”

 

 

 

 

“Haute Fantaisie”, la Rave Couture di Viktor & Rolf

 

La pandemia di Covid, e tutto quel che ne consegue, è uno dei motivi ispiratori predominanti nelle collezioni Primavera Estate 2021 di Haute Couture. Viktor & Rolf, per esempio, hanno preso spunto dall’ “assembramento” che ci manca di più: buttarci nella mischia e ballare, sfrenatamente, travolti dal ritmo di un sound martellante. “Haute Fantaisie”, la collezione del duo olandese, rievoca il mondo delle feste e in particolare dei Rave party, senza eguali in quanto a euforia collettiva. Il mood underground dei look, però, anzichè coincidere con la trasgressione, incarna una fuga nella fantasia all’ insegna della libertà più totale. La “Rave Couture” di Viktor & Rolf fonde l’audacia, l’ ebbrezza, l’ impetuosità di un Rave con la bellezza e con i fasti della Haute Couture. L’ irriverenza incontra l’ eleganza, la crudezza si combina con la meraviglia pura: viene esaltata l’ importanza della festa, del librarsi collettivamente sulle ali della musica, per dimenticare la cupezza dell’ era del Covid e l’attitudine al “doom scrolling” (l’ addiction alle brutte notizie riportate dallo smartphone). Il fil rouge delle creazioni di “Haute Fantaisie”, non a caso, è un incredibile mix and match di epoche e materiali. Frammenti di capi, tessuti e dettagli attingono all’ archivio di Viktor & Rolf con un duplice intento: omaggiare la filosofia sostenibile abbracciata dal duo e rievocare i “vecchi tempi”, quando scatenarsi sulla pista era un’attività liberatoria, sognando i party del futuro al tempo stesso.

 

 

La mescolanza di stili e materiali rimanda proprio alla voglia di far festa. Sembra che le modelle abbiano amalgamato più capi alla rinfusa prima di dirigersi, in tutta fretta, a un rave immaginario. Il patchwork della collezione Couture Primavera Estate 2020 del brand riappare sotto un’ altra forma, con un significato differente. “Haute Fantaisie” decreta il predominio del tulle, maestoso e in grandi balze: lo ritroviamo sui bolerini con gorgiera che amplificano le maniche e lasciano la pancia scoperta, sulle vaporose gonne da ballo, sulle maniche a sbuffo adornate di fitte ruches. Per contrasto, viene abbinato a calze che mixano pizzo e rete, top patchwork monospalla o reggiseni composti da un groviglio di fili dorati, perline in vetro e fiori tagliati al laser. Vige una regola su tutte: se un look è voluminoso dalla vita in su, diventa lineare dalla vita in giù e viceversa. Questo diktat riguarda esclusivamente la silhouette, non intacca la preziosità dell’ outfit. Perchè gli abiti sfoggiano una ricercatezza indescrivibile. Fiocchi argentati sulle spalline e sulle cinture, ricami in pizzo a profusione, tessuti floreali matelassè, applicazioni finto-casuali di fiori e ruches costituiscono solo alcuni dei tasselli che Viktor & Rolf includono nel loro puzzle “festaiolo”. Le gonne sono longuette o rasoterra, oppure sfiorano il ginocchio in un tripudio di balze. Non esistono lunghezze mini: vengono sostituite da slip riccamente ornati indossati con calze a rete punkeggianti. Gli stessi slip insieme a un top, una sorta di lingerie versione rave, risaltano in un look che li affianca ad una lunga mantella cosparsa di fiocchi. A rivestire un ruolo chiave sono anche gli accessori, come l’ opera glove spaiato e le fasce in crochet dorato che cingono la fronte, tempestate di fiori metallici o miriadi di perle. Le scarpe meritano una menzione a parte: in plastica riciclata, declinate in golosi colori bonbon, rappresentano un inno all’ eco-friendly e al buonumore al tempo stesso. Perchè le vibrazioni positive sono un indizio di rinascita; rinvigoriscono il nostro presente mentre fantastichiamo sulle feste del futuro.

 

 

Visita il sito di Viktor & Rolf per ammirare la collezione completa

 

 

Viaggi

 

“Dal mio quarto piano sull’infinito, nella plausibile intimità della sera che sopraggiunge, a una finestra che dà sull’inizio delle stelle, i miei sogni si muovono con l’accordo di un ritmo, con una distanza rivolta verso viaggi a paesi ignoti, o ipotetici, o semplicemente impossibili.”

(Fernando Pessoa, da “Il libro dell’ Inquietudine”)

 

 

 

 

Rouge Pur Couture Stud Edition: con Yves Saint Laurent il make up labbra si fa rock

 

Quando si pensa a Saint Laurent, i primi termini che vengono in mente sono “rock”, “glamour”, “rock chic” (in ordine sparso): praticamente i cardini della sua cifra stilistica dall’ era Slimane in poi. Che non ha convolto solo l’universo fashion, bensì anche le collezioni make up proposte dal brand. E nel pieno della stagione calda, Yves Saint Laurent Beauty ci sorprende con una nuova capsule in puro mood rock couture: quattro rossetti che coniugano borchie e chic, palcoscenico e passerella. Rouge Pur Couture Stud Edition accende i riflettori sulle labbra e le “manda on stage” avvalendosi di nuance vibranti, intense, inneggianti a una palette che, a partire dal rosso, esplora gradazioni come il rosa, il fucsia, l’arancio. Esplosivi ma raffinatissimi, dal finish satinato, i lipstick della capsule sfoggiano un colore ad alta pigmentazione e si avvalgono di un connubio di estratti naturali e di idrosfere che accentua le loro proprietà idratanti. Anche il pack sottolinea l’allure rock-luxury che li contraddistingue, tingendosi delle shade di ognuno ed ammantandosi di pois argentati simili a borchie. Non ci resta che scoprire insieme questa grintosissima limited edition!

 

01- Le Rouge

Smagliante, audace, travolgente, il rosso non può mancare in una collezione dedicata al rock. La nuance di 01 Le Rouge trabocca di passionalità e dona nuova linfa ad un colore spesso considerato un classico.

 

 

09 – Rose Stiletto

Il nome è un intrigante mix di femminilità e di seduzione: e 09 Rose Stiletto lo onora con il suo rosa sofisticato ma vagamente decadente, proprio come si addice a una rockstar.

 

 

13 – Le Orange

E’ un arancio così profondo da virare al corallo. 13 Le Orange sembra scaturire dalle note di un ritmo serratissimo, vorticoso e talmente trascinante da lasciare il pubblico senza fiato.

 

 

99 – Fuchsia Allusion

E’ la “regina del palcoscenico”: ipnotico, ammaliante e ricco di fascino, 99 Fuchsia Allusion cattura grazie ad una gradazione che non passa inosservata. E’ sensuale e sfrontato, ma con giocosità. Quanto basta per una seduzione DOC.

 

 

 

 

 

 

Arriva “Aeroplane”, il nuovo singolo di Petite Meller

 

Il Solstizio d’Estate porta con sé una news esplosiva: Petite Meller (leggi qui l’articolo che VALIUM le ha dedicato nel 2016), la cantautrice, filosofa e compositrice osannata dal mondo della musica così come da quello della moda (che l’ha già eletta style icon), ha appena lanciato il suo nuovo singolo “Aeroplane”. Dopo “Baby Love”, sulle cui note ci siamo scatenati nel 2015, Petite torna a ravvivare la stagione calda con una melodia travolgente, ritmatissima, quanto mai irresistibile. Ancora una volta l’ ottimismo e la solarità predominano, dando vita a sonorità prepotentemente vibranti; il titolo del brano, poi, non avrebbe potuto essere più azzeccato: ascoltare “Aeroplane” è librarsi in volo sulle ali della musica, inebriarsi percorrendo l’ intero globo terrestre alla velocità della luce. “The way my body goes, high and low around the globe, the way my body goes, like an aeroplane coast to coast”, recita il refrain come in un canto tribale cadenzato dai tamburi che, in Nordafrica, fanno da sottofondo ai matrimoni, mentre accenti sfavillanti risaltano su un tappeto di note tropicali molto in linea con le suggestioni che hanno ispirato Petite. La popstar franco-israeliana, che vanta nel Curriculum studi di Filosofia alla Sorbona, ha infatti composto “Aeroplane” proprio durante un volo per Rio de Janeiro. “Ogni volta che volo a bassa quota, la musica mi riporta in alto. Quando sono a pezzi, alzo il volume e sento il mio corpo volare attraverso ogni paese, confine, spazio e tempo, sopra ogni cosa – fluttuando come un uccello, da una costa all’ altra.” racconta, e aggiunge: “Mi sento come se fossi un aereo che fa decollare le persone – questa è la mia missione.” Il ritmo di “Aeroplane”, in effetti, è un invito a prendere il volo, a saltare battendo le mani mentre impazza una musica che mixa lingue, luoghi e fascinazioni internazionali.

 

 

Il nuovo singolo di Petite Meller è uscito il 21 Giugno e rappresenta un “assaggio” della svolta sperimentata con l’ album che vedrà la luce nei prossimi mesi. Assisteremo a un’ evoluzione inedita delle sonorità giocose, già definite “nouveau jazzy pop”, che hanno conquistato i fan di Petite sin dagli esordi: basti pensare che “Lil Empire”, il suo album di debutto del 2016, ha collezionato oltre 50.000 streaming su tutte le piattaforme, mentre il singolo “Baby Love”, dedicato alle “Girls of Africa” che Boko Haram rapì in Nigeria, ha raggiunto immediatamente lo status di fenomeno globale. Nominata “The Best Push Artist” all’edizione 2017 dei MTV Europe Music Awards, Petite Meller si è affermata con il suo inconfondibile “social pop”, un connubio di ritmi unici e video “cinematografici” in cui omaggia Tarkovskij, Hitchcock e Antonioni tramite sequenze di uno spettacolare impatto visivo. Alcuni esempi? Le clip di “The Flute”, “Barbaric”, “Milk Bath”, “NYC Time” e “Backpack”, solo per citarne alcune. Il senso estetico, d’altronde, non manca a colei che viene regolarmente invitata in front row alle sfilate di Maison del calibro di Chanel, Giorgio Armani e Miu Miu: biondissima e con le tipiche guance ricoperte da un alone di blush rosa shocking, Petite è stata immortalata da guru della fotografia come Mario Testino, Jean-Baptiste Mondino, Ellen Von Unwerth, Valerie Phillips, ed è apparsa in prestigiosi magazine tra cui figurano Vogue USA, iD, Interview, NME, DAZED, Evening Standard, W, Time, Vanity Fair, Flaunt e Wonderland, oltre che moltissimi altri ancora.

“Aeroplane” (per ascoltarlo, clicca qui), prodotto dalla CDF Records, porta la firma di Petite Meller insieme a Malcolm McCarthy e Joakim Ahlund, già annoverato tra gli autori del singolo “Baby Love”.

 

Photo by Eliot Lee Hazel

 

 

Il dark romantico di Ann Demeulemeester

 

Se le streghe son tornate…Non tremate, perchè sono più fascinose che mai. Ora esibiscono un look romantico-decadente e celano un’ anima rock: non è un caso che a far da sottofondo alla loro apparizione sia “All Tomorrow’s Parties”, la filastrocca cupa e ipnotica che incoronò Nico “sacerdotessa delle tenebre” sin dai tempi dei Velvet Underground. In passerella, mentre sfila la collezione AI 2017/ 18 di Ann Demeulemeester, l’aria è intrisa di un mood gotico che si allinea oggi, a posteriori, con atmosfere squisitamente halloweeniane. Piume corvine, grandi veli copricapo a metà tra la sposa spettrale e il clericale d’antan, pizzi a profusione fanno da leitmotiv ai look. Ne ho scelti 6 puntando su un trio cromatico composto da bianco, nero e nude: alle trasparenze ed ai tessuti fluidi si alterna la pelle nera declinata in pantaloni, gonne, cuissardes e lunghi guanti dal sapore dark, un mix di evanescenza e grintosa seduttività. Tagli asimmetrici, polsini svolazzanti, gilet in velluto e dettagli in pelliccia delineano un glam contemporaneo denso di magia. Il velo si abbina anche a spolverini morbidi e a comodi pantsuit in stile mannish, i lacci abbondano e sottolineano, ondeggiano, cingono nelle vesti di elementi decorativi. “All Tomorrow’s Parties” intanto incalza, cadenzata dal suo ritmo ossessivo.  E penso che se Nico avesse 20 anni oggi, e fosse ancora viva, vestirebbe senza dubbio Ann Demeulemeester.