London Fashion Week: 10 flash dalle collezioni Autunno Inverno 2023/24

 

Quali sono state le proposte che, dal 17 al 21 Febbraio, ha lanciato la London Fashion Week? Le collezioni Autunno Inverno 2023/24 hanno sfilato durante una kermesse che includeva più di 100 eventi. Attesissimi soprattutto Burberry, oggi sotto la Direzione Creativa di Daniel Lee (dove è approdato dopo tre anni in Bottega Veneta), e il debutto del nuovo “format” di Moncler Genius, un vero e proprio laboratorio artistico che, oltre a inaugurare sempre nuove co-labs con gli stilisti, spazia dall’arte allo sport, dal design alla cultura. Sui catwalk londinesi erano presenti pressochè tutti i big e un gran numero di emergenti: Richard Quinn, Paul Costelloe, Erdem, Christopher Kane, JW Anderson, Simone Rocha, Roksanda, Emilia Wickstead e Molly Goddard (per fare solo qualche nome) si sono alternati a Nensi Dojaka, Yuzefi, Steven Stokey-Daley, Sjoon, Saul Nash, Susan Fang e molti altri brand ancora. Assenti invece marchi come Rejina Pyo, KNWLS, Poster Girl, Stefan Cooke, ma potrebbero svelare le proprie collezioni fuori calendario. La Settimana della Moda londinese è stata trasmessa in streaming sulla piattaforma della London Fashion Week e, naturalmente, tramite i siti ufficiali e i social di tutte le griffe partecipanti. Concludo qui: è il momento di passare alla selezione dei dieci look che ho tratto da altrettante collezioni…

 

16Arlington

Piume, paillettes, ricami perlescenti e luccichio per un chic ad altissimo tasso di fascino. Le modelle sfilano su un catwalk di fondi di caffè a simboleggiare un risveglio (sappiamo tutti che il caffè è la bevanda della prima colazione), nello specifico il risveglio dai tempi bui che il designer Marco Capaldo ha sperimentato dopo la scomparsa della sua compagna Kikka Cavenati, stilista e co-fondatrice di 16Arlington.

Molly Goddard

Gli iconici e ampi doll dress in tulle cambiano volto, coniugandosi con uno stile ispirato al Campus e con inedite stampe leopardate. Nastri di gros grain donano nuova linfa agli abiti e a capispalla (prevalentemente blazer e cappotti) dal gusto preppy.

Roksanda

Il colore è quello signature di Roksanda: saturo, vibrante, in questo caso anche fluo. L’ispirazione guarda all’artista giapponese Atsuko Sanaka, membro del Gruppo Zero e del Gruppo Gutai (il movimento artistico che Jirō Yoshihara fondò nel 1954). I look sono autentiche sculture sostenute da tubi che volteggiano attorno al corpo. Colpisce un velo asimmetrico che copre il capo per metà e ricade lateralmente lungo il busto.

Simone Rocha

Rocha si ispira a Lughnasadah, la festa del raccolto degli antichi Celti, ricreando il mood che animava i suoi rituali. Tessuti increspati rimandano alle distese dei campi di grano e gli intrecci in rafia a gigantesche, aggrovigliate balle di fieno. I nastri rossi abbondano, rievocando il sangue che si usava “spennellare” sul volto dei bimbi per tenere a distanza la malasorte. Non mancano i pizzi vagamente “clericali” e le applicazioni floreali tipiche di Simone Rocha.

Richard Quinn

Appassionato di Haute Couture, Quinn guarda allo stile Chanel dell’era Lagerfeld e manda in scena creazioni disseminate di stampe, applicazioni e ricami floreali. Conclude la sfilata una parata di look nuziali in total white, dove risaltano – tra l’altro – scolli bordati di immense rose bianche in 3D.

JW Anderson

Un omaggio a Michael Clark, il coreografo e ballerino scozzese  che fu definito “l’iconoclasta della danza Britannica”. Accanto al grande danzatore, Anderson celebra Vivienne Westwood e la cultura underground del Regno Unito alternando look a metà tra lo scultoreo e lo spigoloso, uno stile che ammicca allo streetwear e capi iconici, come il top in finto pelo con tasche a marsupio.

David Koma

Un’ode a Marlene Dietrich e allo stile androgino che impose negli anni ’30, ma lo smoking viene aggiornato al terzo millennio: la giacca rimane, ampia e squadrata, però si abbina alla cravatta e ai pantaloni in vernice o a vertiginosi cuissardes. Predominano il total black e il total red, sfrontato e sensuale, entrambi adornati di paillettes e di voluminosi colli o stole in pelliccia.

Erdem

Erdem si focalizza su uno degli aspetti più oscuri dell’età vittoriana: le case destinate alle giovani donne con un vissuto problematico e senza mezzi di sostentamento. Gli abiti sono ricchi di motivi a sbuffo, ruches e balze, e si accompagnano ad opera gloves bordati di enormi volants. Le stampe fiorite in stile carta da parati proliferano, la cupa palette cromatica viene intervallata dal lilla e da un giallo vivido. Chiudono la sfilata tre look avvolti in un velo fumé impreziosito da arabeschi argentei che rimandano all’Art Nouveau.

Christopher Kane

Elementi ricorrenti nello stile di Kane, come il fetish e la natura, si inglobano in una collezione che fa della gonna a tournure (più voluminosa nella parte alta) il suo leitmotiv. Spesso l’ effetto è ottenuto tramite un trupudio di ruches in vinile “scolpite” su gonne o abiti nello stesso materiale. Le forme sono altrimenti fluttuanti, decorate con ricami floreali o stampe che riproducono animali da cortile all over.

Burberry

Il marchio viene “rivisitato” da Daniel Lee con giocosità e sense of humour. Il classico Burberry check si fa obliquo assumendo una forma a rombo, la stampa “anatroccolo” predomina (prendendo forse spunto da un modo di dire inglese che connette pioggia e anatre), tramutando l’uccello in questione anche in accessorio: basti pensare a un berretto con lunghe zampe palmate che incorniciano il volto. Le forme sono comode, i materiali  antifreddo – un esempio? le calze super spesse con motivo check. Gli accessori rivestono un ruolo fondamentale: stivali da pioggia, scarpe imbottite da arrampicata, manicotti in ecopelliccia e massicci cappelli alla Davy Crockett si affiancano a borse e bisacce a tracolla di grandi dimensioni.

 

 

London Fashion Week: 10 flash dalle sfilate

 

Prosegue il resoconto sulle Fashion Week delle collezioni Autunno Inverno 2022/23. Oggi siamo a Londra,  dove dal 18 al 22 Febbraio si sono alternate sfilate dal vivo, presentazioni e lookbook in versione digital. La piattaforma web per ammirare gli show era, come di consueto, quella della London Fashion Week (oltre ai social e ai siti dei vari brand); il calendario ha evidenziato una massiccia presenza di new talents e un minor numero di big. Questi ultimi hanno privilegiato la formula della sfilata live: in passerella sono andate in scena le creazioni di Erdem, Richard Quinn, Roksanda, Matty Bovan, David Koma, Simone Rocha, Richard Malone, Halpern, Rejina Piyo, Molly Goddard (per citare solo alcuni brand), mentre Dame Vivienne Westwood, ad esempio, ha preferito il digitale. Scuole di moda quali il London College of Fashion e la Central Saint Martins non sono mancate all’ appuntamento, mentre le assenze di marchi del calibro di Burberry, Victoria Beckham, Christopher Kane, Emilia Wickstead e Alexander McQueen (la cui sfilata è prevista a New York per il 15 Marzo) hanno suscitato un certo clamore. Partiamo ora con la selezione dei 10 look estrapolati da altrettante collezioni e ai relativi commenti.

 

RICHARD QUINN

Risalta la passione di Richard Quinn per la storica Haute Couture parigina: sfilano ampi cappotti a trapezio corredati da cappelli a tesa larga, entrambi declinati in stampe che esibiscono enormi rose. Accenti fetish si evidenziano nella tuta nera in lattice da dominatrice e nei leggings-guaina color fucsia abbinati al corsetto e agli opera gloves. La seconda parte della collezione punta invece su una serie di look sviluppati “in verticale”, con lo scollo che si innalza fino a coprire il capo a mò di cappuccio. Le proporzioni si stravolgono e ridefiniscono, così come i volumi. 

DAVID KOMA

Un roboante connubio di glamour, sport ed emblemi britannici omaggia il paese (il Regno Unito, appunto) dal quale David Koma sta per ottenere la cittadinanza. Il designer si ispira alla calciatrice Lily Parr, vissuta nella prima metà del ‘900, e reinterpreta le tipiche divise da football, rugby e cricket tramutandole in look seduttivi ed opulenti. Ad adornarli sono bordature di cristalli che sottolineano un mood regale. I colori? Il rosso, il blu Klein, il nero e l’ argento per enfatizzare il cotè glam.

TEMPERLEY LONDON

L’ ispirazione è il selvaggio West: prevalgono ampi poncho, frange, pattern che rievocano i grafismi dei nativi americani, tailleur pantalone con cravattino old style western, cappelli da cowboy, abiti che ricordano quelli della serie cult “La casa nella prateria”. Tra i materiali spiccano la pelle, tempestata di borchie, la lana e il velluto dei tailleur pantalone monocromi. I numerosi bijoux – orecchini e, soprattutto, anelli con turchese – ribadiscono i riferimenti della collezione. Una serie di long dress scintillanti, sensuali e iper femminili intervalla il mood Western con uno chic “serale” sopraffino.

VIVIENNE WESTWOOD

Uno stile, quello di Vivienne Westwood, che ha fatto storia al punto tale da ispirare di continuo la designer stessa. Le stampe prevalgono: il tartan, le righe, le grandi lettere dell’ alfabeto, il pattern con l’occhio che si rifà a Matisse si alternano a dettagli dei dipinti di Breughel e Jean-Baptiste Oudry. In questa collezione, inoltre, l’ anno cinese della Tigre viene omaggiato con una serie di fantasie tigrate e dettagli che rimandano ai grandi felini realizzati tramite tecniche innovative. I look sono un’ esplosione inconfondibile di sovrapposizioni, asimmetrie e assemblaggi stilistici all’ insegna della pura iconoclastia.

RAF SIMONS

Fa da leitmotiv una silhouette slanciata e sottile, che sembra tendere verso l’ alto. Il velluto, la lana e la vernice si alternano in look composti per la maggior parte da cappotti squadrati, mantelle con cappuccio, giubbotti di nylon (anche rasoterra), trench in vinile. L’ attenzione si concentra sui capispalla e su copricapo che occultano buona parte del volto alimentando un senso di mistero. Le calotte, lasciando scoperto solo il mento, esibiscono un’ apposita fessura per gli occhi.  Il nero impera, accanto al rosso e al viola. Accenti fetish ed enigmaticità la fanno da padrona: una mantella scarlatta fascia completamente il corpo, mostrando le braccia solo in un trompe-l’oeil frontale.

SIMONE ROCHA

Simone Rocha si ispira alla fiaba dei Figli di Lir, i figli di un re irlandese che vennero trasformati in cigni da una matrigna malvagia. Rimasero cigni per 900 anni e morirono dopo aver riassunto la forma umana. La collezione celebra uno stile signature romantico, ma intriso di venature oscure; ampi volumi, balze, maniche a sbuffo, tulle, trasparenze, sovrapposizioni, grandi fiocchi, pizzo, ricami e lingerie si affiancano ed alternano, tempestati di perle e di cristalli. Tra i tessuti, il velluto e la maglia fanno la loro comparsa, quest’ ultima plasmata anche in passamontagna riccamente decorati. I colori sono il bianco, il nero, il panna, il blu cobalto. Un arabesco rosso rubino spunta sugli abiti più candidi, delineando forse un richiamo al sangue.

ROKSANDA

Due anni di pandemia hanno addentrato Roksanda Ilincic nei sentieri dello sportswear, ma senza rinunciare ai colori esplosivi e ai maxi volumi che contraddistinguono la sua estetica. Nella collezione, sporty, comfort e forme scultoree si mixano in un connubio perfetto. Trionfano abiti simili a vere e proprie costruzioni architettoniche, look inneggianti a un pot-pourri cromatico che non disdegna le tinte al neon. Le mise che concludono la sfilata, realizzate in collaborazione con Fila, sono strabilianti: piumini enormi e bouffant, parka dilatati e sovrapposti, avveniristici “bozzoli” ricoperti di piume rappresentano un antidoto al freddo stilisticamente mozzafiato.

PAUL & JOE

Quando lo stile preppy e quello anni ’60 si fondono, il risultato è all’ insegna della freschezza. Paul & Joe presentano una collezione giovane e disinvolta: abitini con colletto arrotondato e doppia fila di bottoni, tartan declinato in pantaloni, microgonne e long dress, tailleur pantalone floreali, fluttuanti abiti in stile impero, pull tirolesi, cappottini stretti in vita da una cintura si alternano spensieratamente in passerella. Ad accompagnare i vari look, un paio di spessi collant bianchi e scarpe o stivali issati su un vertiginoso plateau.

ERDEM

Una collezione preziosa e decadente, chic e vagamente oscura. Una collezione notturna: Erdem si ispira alla Berlino della Repubblica di Weimar e a un gruppo di donne innovative, progressiste, libere nonostante l’ imcombenza della guerra e del conservatorismo. Sono Madame D’Ora, fotografa, Anita Berber e Valeska Gert, ballerine, Jeanne Mammen e Elfriede Lohse-Wachtler, pittrici. Artiste geniali, ognuna diede il suo contributo al fermento culturale dell’ epoca. Erano i tempi del Cabaret di Weimar, nei locali predominavano la stravaganza e l’ ambiguità sessuale. Tra look gender fluid, frange, pizzi, perline e trasparenze in bilico tra il nero e le paillettes scintillanti, Erdem riflette le crepuscolari ma vibranti atmosfere di tutta un’ era. (Foto di Jason Lloyd Evans)

PREEN BY THORNTON BREGAZZI

Justin Thornton e Thea Bregazzi compiono un excursus sulle sottoculture giovanili del XX secolo e lo traducono in un patchwork di stili. Un’ importanza cruciale acquistano gli anni ’80: l’era Post-Punk, l’ era dei New Romantic. Ecco perchè risaltano le gonne di tulle a balze, i body in pizzo, i decori di piume. Ad essi si aggiunge un tripudio di bomber, minigonne plissè, giacche squadrate, cardigan a rombi e un mix travolgente di stampe, dal pattern a righe al floral, dal tartan all’ animalier, combinati tra loro per esprimere gioia ed esuberanza. Un unico denominatore comune: le scarpe in finta pelliccia che completano ogni look.

London Fashion Week: 10+1 flash dalle sfilate PE 2020

MOLLY GODDARD – Elevando ai massimi livelli il suo know-how sartoriale, Goddard esalta lo stile che l’ha resa celebre. Tulle a profusione, volumi over e una miriade di ruches si tingono di cromie pastello o più vivaci. L’inedito abbinamento con materiali quali il satin, il knitwear e il denim dà vita ad outfit squisitamente drappeggiati e impreziositi da ampie maniche balloon.

Dall’ esplosivo mix & match di Vivienne Weswtood alla raffinata essenzialità di JW Anderson, le sfilate londinesi non hanno mancato neppure stavolta di catturarci con le loro proposte poliedriche. Per la selezione dei 10 + 1 look tratti dalla London Fashion Week, mi sono ispirata ad un fil rouge ben preciso: il romanticismo, la femminilità, la grazia eterea donata dal tulle coniugato con una discreta dose di ruches e di volants. Un filone, questo, ampiamente rappresentato ed evidenziato persino nelle collezioni dei brand più “insospettabili”, inneggiante in genere a soavi nuance pastello o, al contrario, cromaticamente vibranti. Non c’è da stupirsi, quindi, che anche l’accessorio che conclude la gallery qui di seguito si armonizzi con il medesimo stile e lo esalti tramite un tripudio floreale al tempo stesso sfiziosissimo e molto chic.

 

HUISHAN ZHANG – Femminilità a tutto campo per una collezione che attinge all’ Oriente declinando il tipico “Qipao” in differenti versioni ed alternandolo a trasparenze floreali in pizzo e tulle. Colpiscono le fitte ruches, profuse sia in verticale che in orizzontale su abiti che avvicendano un profondo nero a svariate – ma immancabilmente magnetiche – gradazioni di blu.

 

BORA AKSU – L’ ispirazione guarda ad una Principessa persiana della dinastia Qajar, Taj Saltaneh, femminista ed attivista per i diritti delle donne. Di conseguenza, Aksu crea una collezione che ripercorre le tappe più importanti della storia della moda e raggiunge l’ apogeo della femminilità aggraziata (il suo marchio di fabbrica) con una serie di impalpabili abiti in tulle a balze declinati in colori vivacissimi: tra il fucsia, il giallo e l’arancio spicca quel connubio dello stesso arancio con il rosa che è uno dei leimotiv cromatici della London Fashion Week.

 

VICTORIA BECKHAM – Portabilità e fantasia, un binomio che Victoria Beckham accentua in outfit fluttuanti, che si muovono con la donna che li indossa (parafrasando le sue stesse parole) e sorprendono grazie a pennellate inaspettate di colore. Il taglio essenziale dei power suit viene ravvivato da dettagli speciali: una blusa con collo a ruches, pantaloni in tonalità sorbetto, revers tipicamente anni ’70. Risaltano abiti longuette, dalla linea fluida e vagamente boho, tinti di un verde mela o di un viola acceso che li rendono a dir poco iconici.

 

SIMONE ROCHA – La designer si ispira ad antiche tradizioni irlandesi accentuando la suggestività del suo signature style. Gli splendidi abiti in tulle, arricchiti da balze in pizzo multistrato, alternano le puff sleeves alle maniche che oltrepassano il polso e sfoggiano stampe simili a quelle delle porcellane. Le linee balloon di Rocha risaltano anche su inediti long dress glitterati, ma è la rafia l’autentica novità: si sovrappone agli outfit sotto forma di decori o di “strutture” ornamentali vere e proprie. Il risultato? Un tocco bucolico che accresce il romanticismo sottilmente gotico della collezione.

 

ERDEM – Fedele alla sua estetica ricca di poesia, Erdem  crea numerosi long dress dal sapore vittoriano ma li affianca a poncho sfrangiati e multirighe. E’ Tina Modotti (fotografa, attrice e attivista italiana),  infatti, ad ispirare questa collezione: i look citano soprattutto il suo periodo messicano rinvigorendo i caratteristici motivi floreali di Erdem con sgargianti, molteplici colori ed abbinando agli abiti grandi fiocchi, foulard annodati lateralmente al corpo e cappelli a falda larga con lunghe sciarpe come sottomento. Anche in questo caso, il bicolor rosa-arancio risulta una delle combinazioni cromatiche più spettacolari.

 

PREEN BY THORNTON BREGAZZI – Una collezione sostenibile, composta da materiali rigorosamente riciclati. Le tematiche ambientali svolgono un ruolo di primo piano per Justin Thornton e Thea Bregazzi, che le hanno abbracciate seppur senza ostentazioni. I look esaltano il loro stile signature, dove predominano ruches, volants e pizzi, ma coniugandolo con texture assolutamente inedite ed eco-friendly. Per sottolineare il mood etereo delle creazioni, le modelle calzano scarpe da ballerina con lacci declinate in diversi colori.

 

CHRISTOPHER KANE – Da qualche anno Kane esplora un erotismo dai tratti vagamente fetish, e questa collezione non sfugge alla regola. “The Ecosexual Collection” esalta la natura come motivo ispiratore e crea un parallelismo tra la sua forza riproduttiva e quella umana. Il contatto con la natura è il fulcro attorno al quale ruotano i look: la sensualità che scaturisce dall’ amarsi in un prato, dal dormire sotto le stelle si esprime in creazioni dove l’elemento floreale è molto presente accanto, però, ad elementi fetish come una serie di oblò strategici, abbondanti borchie e, soprattutto, inserti azzurro-trasparenti in silicone che spuntano a sorpresa.

 

ROKSANDA – Il connubio tra “architettura, arte e moda” di Roksanda non cessa mai di stupire. Lunghi abiti vengono scolpiti dalle balze ed adornati con mantelle che li completano, il parka si alterna ai cappotti sartoriali ed il drappeggio, insieme al plissé, plasma le forme oltre che i volumi. I giochi di colore sono mozzafiato: il rosso accanto al rosa acceso o all’ arancione, l’ ocra accanto a sfumature di nude, un tocco di giallo accanto al rosa pastello…E poi, i “graffiti” astratti e multicolor che contraddistinguono alcuni look. L’ ispirazione di Roksanda, non a caso, attinge all’ artista Mary Weatherford ed ai suoi dipinti con strisce al neon incorporate.

 

BURBERRY – Con Riccardo Tisci al timone creativo, il brand-emblema della Britishness ha rivoluzionato la propria identità stilistica. Questa collezione prosegue sulla via dell’ innovazione e diversifica il patrimonio creativo del brand, sviluppando spunti del tutto inediti come le suggestioni sporty e l’ evening wear. Incentrati su una palette di bianco, grigio e beige, i look evidenziano un’ eleganza disinvolta arricchita non di rado da drappeggi, maniche scultoree e strascichi laddove meno te li aspetteresti. Le piume e le trasparenze non mancano, adottate in chiave mai sfrontata: l’ abito immortalato in questo scatto ne è una perfetta dimostrazione.

 

FYODOR GOLAN – L’ accessorio che ho selezionato dalla London Fashion Week è molto in linea con l’estetica romantica evidenziata nella gallery qui sopra. Un bouquet in diverse gradazioni di rosa “fiorisce” su un choker impreziosendo un look pink tono su tono. In una collezione avveniristica, sorprendente e mozzafiato come quella di Fyodor Golan si inserisce come dettaglio rappresentativo di una femminilità che proietta i connotati “frou-frou” direttamente nel futuro: l’ hairstyle di stampo settecentesco, ma frisé e tinto di un rosa cipria che non coinvolge le radici del capello, accentua con ironia questo mood rivoluzionario.

 

 

 

 

 

Palette d’equinozio

ROCHAS

L’ Autunno è arrivato, e l’ Equinozio ha ufficialmente sancito il suo ingresso. La nuova stagione porta con sé una caratteristica, inconfondibile palette cromatica. Basti solo pensare al foliage, la transizione del fogliame degli alberi a tonalità quali il giallo, il rosso, il marrone in svariate gradazioni: lo spettacolo che le fronde offrono è tale da essere ammirato tramite escursioni apposite. Il beige, il ruggine, il senape e il burgundy si alternano in una suggestiva tavolozza a cui si aggiungono il celeste etereo del cielo venato di foschia, il vinaccia dei grappoli d’uva, il rosso dei frutti di bosco. Tutti colori che le collezioni AI 2018/19 non tralasciano di replicare, instaurando un connubio tra stile e meraviglie della natura declinate nelle nuance più pittoresche e intense.

 

VERSACE

ROKSANDA

ALEXANDER MCQUEEN

SIES MARJAN

MOLLY GODDARD

ALBERTA FERRETTI