Una sposa in Primavera

 

Il matrimonio e le stagioni: un rapporto che VALIUM continua ad esplorare. Con l’arrivo della Primavera, la natura rinasce e rifiorisce. E’ un periodo di svolta, il periodo del risveglio. Non è un caso che molti decidano di fissare la data delle loro nozze proprio in questa stagione. I fiori appena sbocciati, le temperature miti e la vegetazione rigogliosa costituiscono lo scenario ideale per un giorno del sì da fiaba. I buffet possono essere organizzati all’aria aperta, sullo sfondo di uno splendido tramonto e con un tripudio di decorazioni floreali. La “primavera di flauto” citata da Jack Kerouac in “Maggie Cassidy” si tramuta in una magnifica realtà. L’ atmosfera si impregna di un mood etereo che si fonde con il sogno e la magia: il matrimonio, in Primavera, è un evento idilliaco la cui cornice ideale è la campagna, un inno al verde e agli straordinari colori dei fiori. E per brillare sotto i raggi del sole, anche la palette dell’abito da sposa è pervasa di luminosità. Il bianco trionfa, affiancato dall’ avorio, dal celeste e dal rosa tenue.

 

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Aprile

 

“Quando Aprile con le sue dolci piogge ha penetrato fino alla radice la siccità di Marzo, impregnando ogni vena di quell’umore che la virtù di dar ai fiori, quando anche Zeffiro col suo dolce flauto ha rianimato per ogni bosco e ogni brughiera i teneri germogli, e il nuovo sole ha percorso metà del suo cammino in Ariete, e cantando melodiosi gli uccelletti che dormono tutta la notte ad occhi aperti la gente è allora presa dal desiderio di mettersi in pellegrinaggio.”

(Geoffrey Chaucer)

 

Arriva Aprile, e l’aria si fa improvvisamente tiepida. I fiori sbocciano nei prati e sui rami, in campagna viene piantata la quasi totalità delle sementi. La sera, complice anche l’ora legale, scende sempre più tardi. Aprile, insieme a Maggio, è uno dei due mesi centrali della Primavera. Le origini del suo nome sono controverse. C’è chi afferma che derivi da “Apro”, un termine etrusco proveniente da “Afrodite”, il nome che i Greci avevano dato alla dea della bellezza e dell’amore: non a caso, il mese di Aprile le era stato dedicato. Altri, invece, fanno risalire Aprile al verbo latino “aperire”, ovvero “aprire”, un chiaro riferimento al fenomeno della fioritura che avviene proprio in questo periodo. Nell’ antica Roma, dato che l’anno iniziava a Marzo, Aprile veniva subito dopo. La Primavera esplodeva in tutto il suo fulgore, e la rinascita veniva festeggiata con rituali che inneggiavano alla fertilità e al risveglio della natura. A causa dei cambiamenti climatici, oggi, il meteo di questo mese è piuttosto imprevedibile: al freddo può alternarsi un caldo anomalo, alla pioggia il sole. Certo è che le temperature sono già salite di qualche grado; non ci resta che osservare pazientemente l’evoluzione delle condizioni atmosferiche. Parlando di ricorrenze, Aprile esordisce con la tradizione globale del “Pesce d’Aprile” e prosegue di solito con la Pasqua, che essendo una festa mobile, però, non cade sempre lo stesso giorno. Quest’anno, ad esempio, è stata celebrata il 31 Marzo. Il 25 Aprile, invece, viene festeggiata la liberazione dell’Italia dal nazifascismo. I segni zodiacali del mese di Aprile sono l’ Ariete e il Toro, il suo colore è il verde (verde menta per i modaioli), la pietra a cui si associa è il diamante: candido e lucente, simbolizza la purezza ma anche la forza. Il suo nome, infatti, deriva da “adamas”, “invincibile” in greco.

 

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Neve in città

 

Quante lezioni di fede e bellezza perderemmo, se non ci fosse l’inverno nel nostro anno.
(Thomas Wentworth Higginson)

 

In Scandinavia il nuovo anno ha portato un’ondata di gelo senza pari: le temperature sono scese al di sotto dei – 40° centigradi, neve e ghiaccio imperano, il vento soffia forte. E a cominciare proprio da oggi, sembra che il freddo artico raggiungerà anche l’Italia. Niente a che vedere con i rigori del Nord Europa, naturalmente, ma le nevicate non dovrebbero mancare. In sintesi: l’Inverno è davvero arrivato. Chi come me lo ama, però, ne accetta anche i lati più estremi. Coglie la magia della neve, rimane incantato davanti ai riflessi dei cristalli di ghiaccio…adora l’aspetto che assumono le lande, le foreste, le città imbiancate, perchè cambiano completamente volto e sembrano uscite da una fiaba. E’ da questo spunto che nasce la photostory di stamattina: la neve che ammanta i centri abitati. Gli scatti immortalano tutte città europee, per compiere un immaginario viaggio all’interno del nostro continente. Avete mai visitato qualcuno dei luoghi che includo nella gallery? E quale tra i tanti siete in grado di riconoscere? Fatemelo sapere nei commenti.

 

 

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Ore di luce di fine Settembre

 

 

“Non posso sopportare di perdere qualcosa di così prezioso come il sole autunnale restando in casa. Così ho trascorso quasi tutte le ore di luce nel cielo aperto.”
(Nathaniel Hawthorne)

 

L’Autunno ha già fatto il suo ingresso, ma è un fine Settembre caldo e assolato. L’anticiclone africano Apollo ha riportato le temperature a valori record in quasi tutta l’ Europa: nel weekend si prevede un rialzo di circa 10 gradi rispetto alle medie stagionali. E c’è chi ne approfitta per godersi gli ultimi sprazzi di sole all’aria aperta, usufruendo di spazi ormai privi del caos turistico e assaporando appieno le atmosfere, i suoni e la sensazione di libertà che ci regala la natura. La pace e la luce di inizio Autunno nutrono l’anima. Generano un mood sospeso, quasi metafisico: ci si sente in perfetta armonia con se stessi e con il creato. Le emozioni si acuiscono, le vibrazioni positive diventano quasi palpabili. E a una corsa verso il mare su una spiaggia deserta si alternano pause dedicate alla pratica Zen dello stone balancing e passeggiate in antichi villaggi di campagna. Tutti momenti che Meum Mare, su Pexels, immortala in scatti magnifici e impregnati di magia.

 

 

Foto: Meum Mare via Pexels

 

Afa di luglio, il canto che non varia

 

Afa di luglio. Il canto che non varia

delle cicale; il ciel tutto turchino;

intorno a me, nel gran prato supino,

due fili d’erba immobili nell’aria.

Un sopor dolce, una straordinaria

calma m’allenta i muscoli. Persino

dimentico di vivere. Mi chino

coi labbri ad una bocca immaginaria…

E sento come divenute enormi

le membra. Nel torpore che lo lega,

mi pare che il mio corpo si trasformi.

Forse in macigno. Rido. Poi mi butto

bocconi. Nell’immensa afa s’annega

con me la mia miseria, il mondo, tutto.

Camillo Sbarbaro

(dalla raccolta “Resine”, Caimo, Genova 1911)

 

Luglio è anche uguale a caldo torrido, bollore, afa. L’aria si fa densa, sembra quasi galleggiare nell’atmosfera. Niente si muove, non tira un alito di vento. Cerchiamo refrigerio senza trovarlo, neppure nella natura. Anzi: il meteo di oggi prevede 40 gradi all’ombra, provate a immaginare quali temperature avremo sotto il sole. Il caldo smisurato è sempre annientante. Non è benefico per la salute, toglie le forze, impigrisce. E soprattutto ci toglie il piacere di godere dell’aria aperta, uno dei vantaggi più osannati dell’estate. Accantonando le escursioni ad alta quota o le ore trascorse a mollo in piscina o in riva al mare, l’unica ancora di salvezza che ci rimane è ricorrere al benessere artificiale: aria condizionata più o meno a palla per mantenerci tonici, pimpanti, immuni dagli effetti deleteri dell’afa. Ci ritroviamo così a rincorrere le oasi del fresco su misura proprio nella stagione in cui la natura trionfa e la sensorialità raggiunge il suo apice…Ma non abbiamo altra scelta. L’importante è continuare ad apprezzare le meraviglie che il nostro pianeta ci regala e l’autenticità della sua bellezza. Dando il nostro contributo, naturalmente, affinchè i cambiamenti climatici non continuino ad alterare il flusso e le peculiarità delle stagioni.

 

 

Un’estate rovente

 

L’ anticiclone africano è in arrivo: tra pochi giorni le temperature raggiungeranno i picchi massimi e il caldo diventerà rovente. L’ondata di calore più potente dell’ estate si accinge a invadere l’Italia, ma non ha alcuna intenzione di abbandonarla presto. Secondo le previsioni meteo, infatti, durerà fino alla fine di questo mese. Avremo massime che oltrepasseranno i 33 gradi e un’afa costante. Da oggi, l’estate infuocata di VALIUM inizia ufficialmente: preparatevi ad affrontare la stagione più bollente dell’ anno con il mio blog insonne. Giorno dopo giorno ci addentreremo insieme in luoghi, atmosfere e argomenti sorprendenti, tutti immancabilmente sotto il segno del sole – ma anche della luna – che regnano nel cielo di Luglio e Agosto. Appuntamento a domani, dunque…e com’è ovvio stay tuned, continuate a seguirmi!

 

 

Il luogo

 

Stiamo annaspando in un caldo incredibile, questa settimana le temperature potrebbero innalzarsi fino a picchi di addirittura 45°. L’ estate è arrivata alla grande, travolgendoci con un’afa insolita per il mese del Solstizio: la calura è soffocante, persistente, e pare che non abbia nessuna intenzione di dileguarsi. Non a caso proviene dal Sahara, il deserto caldo più grande del mondo per estensione (ha una superficie di ben 9.000.000 km 2). Ecco come si spiega la sospensione nell’ aria di una fitta “pioggia” di sabbia che ogni tanto lascia tracce sui terrazzi e sui davanzali. Da sempre affascinata dai deserti, luoghi-non luoghi in cui l’ orizzonte viene continuamente plasmato dal vento, ho voluto saperne di più su questa landa che attraversa l’ Africa del Nord dall’ Oceano Atlantico fino al Mar Rosso. Vastissimo e sconfinato, il Sahara si snoda per 5000 km – interrotti dalla Valle del Nilo – e vanta un’ incredibile varietà di paesaggi: le dune di sabbia impresse nel nostro immaginario, in realtà, rappresentano solo il 30 per cento della sua superficie; altre aree sono composte da ghiaia e nuda roccia. A non presentare troppe variazioni sono le temperature, di giorno sempre molto alte, che in estate registrano punte di 45° o 50°. Il clima è estremamente arido, le escursioni termiche tra ore diurne e notturne  possono persino arrivare a 30° di differenza. Le piogge sono totalmente assenti, al contrario dei numerosi tipi di vento: hanno nomi affascinanti come “ghibli”, “simùn”, “khamsin”, “harmattan”, ed è proprio il ghibli l’artefice delle piogge di sabbia di questo torrido periodo.

 

 

Ma se la sabbia trasportata dal ghibli, o scirocco, è un fenomeno che anche Aristotele aveva rilevato in epoca pre-cristiana, non tutti sanno che il Sahara nasconde innumerevoli curiosità e meraviglie. Per esempio, svela a sorpresa delle splendide oasi di palme e laghi salati: si chiamano Awbari, Gardaya, Bajariya, e costituiscono attrazioni turistiche acclamatissime (non temete, non vi imbatterete mai in un assembramento ferragostano). Sapevate, poi, che il deserto del Sahara è stato scelto come location di cult movie del calibro di “Guerre Stellari” e “Alla ricerca dell’ arca perduta”? Il suo paesaggio illimitato, quasi lunare, non poteva lasciare indifferente il mondo del cinema. Nel Sahara del Sudan sono state scoperte 250 piramidi dalla misteriosa origine, a “misura d’uomo” anzichè maestose come quelle d’Egitto. Pare che derivino dai resti di una città esistita tra il 200 a.C. e il 300 d.C., ma non si è mai compreso a cosa servissero. Passando dalla storia alla fauna, anche la volpe più piccola del mondo, ebbene sì, si trova nel Sahara. Il suo nome è fennec o “volpe del deserto”, e a dispetto del corpo minuto esibisce due enormi orecchie che hanno la funzione di disperdere il calore.

 

 

Il fennec, diciamolo, “fa simpatia”. Non si può dire altrettanto della Ceraste cerastes, anche detta “vipera della sabbia” o “vipera cornuta del deserto”: è un serpente particolarissimo munito di corna e molto infido. Si mimetizza perfettamente con la sabbia per non farsi notare e, al momento opportuno, inietta un potente veleno nella sua vittima. Sia il fennec che la vipera cornuta si attivano in gran parte di notte e vivono rintanati nei rifugi del sottosuolo. Una curiosità sull’ acqua, sempre distante dall’ idea di deserto. Errore: in Tunisia, ai confini del Sahara, si trova il lago Chott El-Jerid. La sua superficie? 7000 km2, il che lo rende la più vasta distesa di acqua salata del Nord Africa. Chott El-Jerid è un angolo di incanto, anche perchè cambia aspetto in continuazione: d’estate i suoi cristalli di sale si addensano, asciutti, sul fondo di sabbia e argilla, mentre durante le stagione delle piogge si tramutano in una lamina acquosa dai colori cangianti (che si dice favoriscano i miraggi). Qui, a proposito di “Guerre Stellari”, il regista George Lucas fece atterrare le astronavi che appaiono nel primo film della saga. Concludo questa carrellata di aneddoti con una vera e propria chicca: dovete sapere che sul Sahara nevica persino. Strano a dirsi, eppure la neve cade di tanto in tanto sulla città di Ain Séfra, collocata nel bel mezzo delle dune dell’ Algeria. Il fenomeno è strettamente collegato all’ escursione termica, che di notte provoca un calo delle temperature fino a 0°. L’ ultima volta che i fiocchi di neve si sono posati sul deserto è stato, a tutt’oggi, tra il 2016 e il 2017. Un consiglio: se prevedete di viaggiare nel Sahara in un prossimo futuro, non perdetevi gli sbalorditivi tramonti sulle dune ed equipaggiatevi a dovere contro l’escursione termica per ammirare la meraviglia del cielo stellato che risplende sul deserto.