London Fashion Week: flash dalle collezioni AI 2020/21

SIMONE ROCHA. 1

Dal 13 al 18 Febbraio è stata la volta di Londra e della sua Fashion Week: 60 sfilate intramezzate da iniziative importanti e prestigiosi premi. Tra gli eventi clou, il fashion show TommyNow che, negli spazi della Tate Modern, ha presentato sia la collezione Primavera Estate 2020 di Tommy Hilfiger che la capsule TommyXLewis realizzata con il pilota di Formula 1 Lewis Hamilton. Il tema della sostenibilità ha giocato un ruolo preponderante: collezioni e brand sempre più consapevoli hanno decretato un vero e proprio trionfo dell’ eco-green. Il progetto Made to Last di Mulberry, ad esempio, dava ai clienti la possibilità di vendere le proprie borse della griffe per reinvestire poi la somma in nuovi prodotti. I nomi dei grandi assenti in passerella hanno annoverato quelli di House of Holland, Alexachung e Ports 1961, che sfilerà a Milano, mentre è stata riconfermata l’ iniziativa Positive Fashion che ha permesso l’accesso alle sfilate anche a un pubblico non specializzato. Tre, infine, le premiazioni svoltesi durante la London Fashion Week: l’ International Woolmark Prize 2020 (vinto dall’ irlandese Richard Malone), che includeva anche uno speciale riconoscimento in onore di Karl Lagerfeld, il Karl Lagerfeld Award for Innovation (vinto da BODE), e il Queen Elizabeth II Award for British Design, a conclusione della settimana della moda. A vincere il premio istituito da Sua Maestà Elisabetta II è stata Rosh Mahtani, fondatrice del brand di gioielli Alighieri. Nato nel 2014, il marchio ha esordito con una collezione ispirata alla Divina Commedia ed ha ripreso il nome del Sommo Poeta. Qui di seguito, trovate la selezione di VALIUM relativa alla London Fashion Week.

 

Simone Rocha guarda di nuovo all’ Irlanda, per lei fonte inesauribile di ispirazione, e fonde motivi culturali, religiosi e tradizionali della Verde Erin. Sceglie colori come il bianco, il panna, il nero, affiancati a sprazzi di blu e viola, per raccontare una parabola incentrata sull’ eterno ciclo di nascita, vita e morte: molto tulle, raso abbondante, forme ampie e fluide predominano, ma il vero leitmotiv è costituito dai dettagli in lana Aran (ottenuta dalle pecore delle isole omonime) lavorati in punto irlandese che adornano gli outfit come se fossero sciarpe o maglioni casualmente annodati sugli abiti. Queste trecce color avorio vengono impreziosite da spille argentate che esaltano la femminilità del look, e si accompagnano ad accessori quali borse in rete da pescatore, lunghe sacche in perle simili a conchiglie ed orecchini da cui pendono “lampadari” di cristalli. Da “La cavalcata al mare” del drammaturgo irlandese John M. Synge l’ispirazione spazia al cattolicesimo, declinandosi in immacolati look da sposa ricamati ed abbinati a suggestivi veli in pizzo Chantilly che ricoprono completamente il volto.

 

SIMONE ROCHA. 2

SIMONE ROCHA. 3

 

ERDEM. 1

Erdem torna indietro nel tempo e presenta una collezione – ricca di rimandi agli anni ’20 e ’30 – dedicata a Cecil Beaton ed ai suoi inizi di carriera: i tipici grafismi Déco, gli abiti in stile Flapper, il lamé, le perle, l’ argento in svariate gradazioni (The Age of Silver è anche il nome della collezione) fanno da leitmotiv e si affiancano a motivi marcatamente “beatoniani”, come le stampe check in bianco e nero ispirate ai suoi fondali, l’ abito da Pierrot che adorava e il trench nero plasticato con cui Stephen Tennant lo ritrasse. Il designer canadese guarda all’ imminente mostra sugli esordi di Beaton, “Cecil Beaton’s Bright Young Things”, in programma da Marzo alla National Portrait Gallery di Londra, e manda in scena look che ai caratteristici pattern floreali alternano fantasie di stelle, pizzo e ruches a profusione, suit pigiama con svolazzanti jabot, tutti all’ insegna di uno chic da Anni Ruggenti. Molto d’impatto il coat trapuntato giallo limone ornato da ampi revers, teatrali i copricapi in piume in stile Zigfield Follies e sofisticatamente seduttivi i girocollo composti da grandi rose in seta nera.

 

ERDEM. 2

ERDEM. 3

 

JW ANDERSON. 1

Una grande ricerca sugli stili, sui volumi e sui materiali, che spesso sembrano quello che non sono: JW Anderson presenta una collezione chiamata “Nouveau chic” e tiene decisamente fede ai suoi intenti. Svariati designer, tra coloro che hanno sfilato a Londra, optano per motivi ispiratori che attingono agli anni ’20 del ‘900 e li traghettano nel 2020 in continue rivisitazioni. Un esempio? Anderson reinterpreta due abiti “à la Flapper“, scintillanti di frange argentee, e ne riveste le spalle con quel che pare un collo di pelliccia mentre è una massa di trucioli per imballaggio. Questo elemento, peraltro, riappare di frequente: definisce gorgiere, maniche, mantelline sovrapposte a lunghe mantelle…e scintilla di oro e argento come un prezioso decoro. Le geometrie, fil rouge della collezione, svolgono un ruolo di spicco. Abiti a doppio sbuffo, cappotti oversize trapezoidali con revers a mò di enormi triangoli, ampie svasature, acquistano una nuova armonia e si alternano a tripudi di ruches. Risalta un outfit composto da gorgiera in tulle e gonna arricciata, ristretta nel fondo (entrambe verde oliva), abbinate a un corpetto plasmato su “squame” in oro metal. Fa pensare a una moderna sirena, ma una sirena di bosco.

 

JW ANDERSON. 2

JW ANDERSON. 3

 

CHRISTOPHER KANE. 1

Christopher Kane continua ad esplorare il rapporto tra sessualità e natura: ispirato dal peccato originale, il designer rievoca la cacciata di Adamo ed Eva dal Giardino dell’ Eden e simbolizza attraverso un triangolo la relazione amorosa tra uomo, donna e natura (in questo caso, rappresentata dall’ albero della conoscenza del bene e del male). Ed è sempre un triangolo a “incorniciare” la stampa riferita al celebre dipinto di Lucas Cranach il Vecchio, “Adamo ed Eva”, che Kane imprime sulle t-shirt e sulle felpe. Ma il triangolo diviene anche una sorta di logo astratto dell’ erotismo: eccolo allora proliferare sui cappotti, sugli abiti, sulle gonne – condizionando, talvolta, persino le loro forme – oppure plasmare reggiseni e top in pizzo o colli di vernice con la punta rivolta verso il basso. Alcuni outfit lo propongono sotto forma di intagli geometrici che scoprono la pelle, altri si avvalgono dello stesso spunto per adornare pettorine candide sovrapposte a dei lunghi maglioni. E se il tipico ornamento fetish in silicone è un trait d’union con le precedenti collezioni, la sensualità di queste creazioni si esprime anche nei sinuosi abiti see-through in metal mesh che, alternati a fantasie animalier e stampe pitonate (ogni riferimento al serpente che tentò Eva non è puramente casuale), non passano di certo inosservati.

 

CHRISTOPHER KANE. 2

CHRISTOPHER KANE. 3

 

BURBERRY. 1

Con “Memories” – così ha chiamato la collezione – Riccardo Tisci omaggia Thomas Burberry, il fondatore dello storico brand britannico. Ma non solo: i suoi ricordi coinvolgono la Londra dell’ epoca in cui studiava Moda alla Central Saint Martins, multiculturale e piena di fermento, il lasso di tempo trascorso in India, la decisione di imparare a meditare per abbracciare una nuova spiritualità. La sfilata si è svolta all’ Olympia Exhibition Centre di Kensington, un padiglione dal soffitto a volta in ferro battuto, dove hanno sfilato look che declinano il celebre tartan Burberry in un vero e proprio  pot-pourri di stili e materiali. Il check, però, non è l’unico protagonista della collezione: suit con cinture simili ad obi giapponesi, stampe animalier, bluse che sembrano indossate al contrario, trench alternati a parka, ecopelliccie e giacconi trapuntati, camicie annodate in vita e una miriade di sovrapposizioni fondono accenti country, sporty e urban di continuo. Il taglio degli outfit è soprendente, inedito ed iper sartoriale, i mix and match sono all’ordine del giorno. Un cappotto check sfoggia voluminose maniche di ecopelliccia nera, il pullover e le sneaker da tennis si abbinano ad una gonna da sirena in lamè, il classico trench beige – tagliato in vita da una cerniera – rivela uno scamiciato a quadretti indossato con pantaloni fascianti color oliva. Delle inedite, sottili pieghettature diventano, infine, un leitmotiv sia per le mise da giorno che da sera, dove impreziosiscono un lungo abito nero in stile Impero esibito da Maria Carla Boscono.

 

BURBERRY. 2

BURBERRY. 3

 

 

Nox, noctis, noctem: una trilogia. Parte 1 – Comme des Garçons

 

A pochi giorni da Halloween, debutta la trilogia che VALIUM dedica alla notte: un viaggio nel buio in omaggio alla festa più notturna e stregata dell’ anno. E non c’è bisogno che, per compierlo, saliate a cavalcioni di una scopa come Margherita Nicolaevna ne “Il Maestro e Margherita” di Bulgakov. E’ sufficiente che vi addentriate nei meandri ispirativi esplorati da tre designer (o sarebbe meglio dire quattro, come scoprirete nel terzo post)  che hanno consacrato proprio alla notte ed alle sue cromie, alle sue ombre, alla sua magia, le collezioni Autunno Inverno 2019/20. E’una notte rappresentata nelle più diverse accezioni, colta nei più disparati aspetti: spazia dal buio metaforico ai colori dell’ oscurità, dalle atmosfere rarefatte del chiar di luna al loro fascino spirituale. Iniziamo questa trilogia con Comme des Garçons. La notte di Rei Kawakubo è cupa, apocalittica, simbolica. Si serve del nero e del grigio antracite per descrivere streghe che potrebbero essere uscite da un incubo: cappucci a punta, volumi maestosi, una profusione di tessuto a rete si coniugano con look “scolpiti” su enormi armature, però mai privi di una femminilità dark. Ogni outfit è simile a una visionaria, avveniristica scultura che fiocchi, ruches e maniche a sbuffo profondono di accenti gotici. Il nero pece, dal canto suo, assume una potente valenza evocativa. Ci sono abiti increspatissimi e sbilenchi che fanno pensare a una sofisticata ragnatela e pantaloni rigonfi, rigidi, da combattimento: il buio di Comme des Garçons è quello di una contemporaneità travagliata dalla violenza, dai conflitti, dai bombardamenti, come dimostrano creazioni che sembrano originate da un’esplosione. A tutto questo, tuttavia, c’è un rimedio: le streghe di Rei Kawakubo, guerriere notturne del terzo millennio, si riuniscono in una grande adunata per esorcizzare ogni male. Il loro è un “Raduno delle Ombre”dai toni foschi, ma salvifico, dal quale prende il nome – non a caso – l’ intera collezione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tendenze AI 2019/20 – La mantella, un cult intramontabile

DOLCE & GABBANA

Dire “mantella” equivale a ripercorrere una storia lontana nei secoli: da prototipi come la toga romana e l’ himation greco, è evoluta fino a diventare uno dei capi più iconici del terzo millennio. Questo Autunno coincide con la sua trionfale rentrée. Le collezioni AI 2019/20 la decretano un cult, declinandola in versioni svariate: mai come oggi, infatti, la mantella ha raggiunto un eclettismo tale da rivelarsi perfetta per ogni stile, per il giorno come per la sera.  Si preannuncia quindi un nuovo boom del capospalla senza tempo per eccellenza. I suoi punti di forza? L’ allure fascinosa, la sofisticatezza, il trasformismo che l’ha visto attraversare le epoche rispecchiandone il mood e gli scenari.

 

MARC JACOBS

MIU MIU

CHLOE’

JW ANDERSON

MAX MARA

VIVIENNE WESTWOOD

VALENTINO

CELINE

ERMANNO SCERVINO

 

 

 

 

Tendenze PE 2019 – Piume, tra teatralità e chic

DAVID LAPORT

Nei giorni in cui tutti i riflettori sono puntati sul Camp, non potevamo tralasciare le piume: tendenza clou della Primavera/Estate 2019, ma anche uno dei capisaldi dello stile celebrato dalla mostra evento del Met. Ornamentali, “ricche”, fluttuanti, spesso eccessive, le piume sono il leitmotiv di più d’una collezione dedicata alla bella stagione. Che impreziosiscano le bordature o siano sparse sugli abiti all over, è il full color a fare da denominatore comune. Perchè, seppure declinate in chiave chic, non mancano di perpetuare l’ imprinting fortemente teatrale al quale da sempre si associano. E’ il loro trademark e – contemporanee rivisitazioni a parte – merita a pieno titolo di essere traghettato nel Terzo Millennio.

 

ROCHAS

LOEWE

CELIA KRITHARIOTI

TOM FORD

VALENTINO

MARC JACOBS

MSGM

N.21

GUCCI

 

 

 

 

Un fatato Martedì Grasso

PAM HOGG

Abiti incredibili, a metà tra la realtà e il sogno. Vaporosi virtuosismi in tulle, copricapo simili a parrucche del ‘700, Pierrot del Terzo Millennio, mise che sembrano uscite da un cartoon, divagazioni in stile fiabesco oppure circense: a Carnevale, è risaputo, ogni look fatato vale.

 

MOSCHINO

 

ANDREAS KRONTHALER FOR VIVIENNE WESTWOOD

 

MARC JACOBS

 

VIVETTA