P. M. N. 3: MSGM celebra i suoi capi iconici con una capsule in full color

 

Il suo nome è P.M. N. 3 ed è la capsule tramite cui MSGM celebra i capi iconici del suo archivio reinterpretandoli con un twist iper contemporaneo. All’ insegna del puro glam si alternano felpe con stampe-logo, t-shirt, maglie crop in cromie multicolor, pantaloni sia in versione slim che con leggera svasatura, gonne plissettate, abiti patchwork o in floral print, e non mancano camicie con polsini a contrasto o pervase di pattern stripes. Lo chic serale si declina in total pink e prende la forma di un tuxedo con pantalone in coordinato. In questo tripudio in full color sono inclusi anche gli accessori: foulard  che ostentano palette di nuance con i relativi codici si fanno ancor più sorprendenti affiancandosi a variopinti bouquet floreali. E’ il trionfo di uno stile vibrante, che a una allure vagamente sporty coniuga forme movimentate da un mix and match di pattern, shade cangianti e plissé scultorei. Da P.M.N.3 ho selezionato 5 + 1 capi: la mia personale sintesi di una capsule che è già un must per tutti i fan di MSGM, e non solo.

 

 

Alla giacca tuxedo in jersey (vedi foto sotto il titolo) mi piace abbinare – in modo niente affatto scontato – i pantaloni slim nell’ identica nuance di rosa. In doppio crepe cady, sono adornati da tasche frontali all’ americana e da una tasca piatta posizionata sul retro.

 

 

L’ abito nero in viscosa, sleeveless e lungo fino a metà polpaccio, viene ravvivato da una miriade di plissé multicolor.

 

 

Senza maniche, in misto lana, la maglia crop è una vera e propria scacchiera di colori sul davanti, mentre il retro è in plain pink. Le bordadure a costine creano un contrasto giocoso di toni, “sigillato” dalla lettera M in bella vista sul fondo del top.

 

 

E’ impreziosito da una scia di piume, il mini abito patchwork che riassume i punti cardine di P. M. N.3: scolpito da una miriade di pieghe, alterna check in technicolor e pattern floral a un bianco candido prima di declinarsi nel fascinoso rosa confetto del plumage. La linea ad A rievoca decise reminescenze Sixties.

 

 

Ancora rosa, fortissimamente rosa: ma questa volta si tratta di una preziosa nuance di rosa antico. La longuette plissé è in poliestere interamente ricoperto di paillettes, e “danza” intorno al corpo con soavità leggera. Abbinata ad una delle felpe sporty della capsule, acquista subito un’ irresistibile allure fondata sull’ antitesi di stili.

 

 

Lo smoking: 4 rivisitazioni di un cult

Saint Laurent

In principio fu Yves Saint Laurent: era il 1966 ed osò, per primo, declinare al femminile lo smoking. Il risultato si rivelò talmente chic che da quel momento in poi divenne un basic, uno dei capi cult della Maison. Sofisticato, iconico, iperglamourous, quel tocco di androginia intrinseca non fece altro che potenziarne l’ allure; star del calibro di Catherine Deneuve, Françoise Hardy e Bianca Jagger lo inserirono immediatamente tra i loro fav e contribuirono a renderlo immortale. Chi avrebbe mai pensato che la veste originariamente creata per proteggere gli abiti dei gentlemen dall’ odore del fumo avrebbe conosciuto, un secolo dopo, questo straordinario boom? Ancor più in virtù del suo passaggio dal guardaroba maschile a quello femminile. Da allora, le rivisitazioni dello smoking – o tuxedo, chiamandolo all’ americana – si sono moltiplicate senza conoscere tregua. Il suo charme rimane intatto, semmai accentuato da riletture ad alto tasso di inventiva. Moltissime le proposte che emergono dalle collezioni Autunno/Inverno 2016/2017, tutte all’ insegna dell’ estro. Ne ho selezionate quattro, un Saint Laurent DOC incluso: Moschino accompagna lo smoking ad un cilindro e “appicca il fuoco” agli orli, Alexander McQueen ne esalta il coté dandy e vagamente romantico, Antonio Marras lo ridisegna nei volumi. Denominatore comune, un’ eleganza totale e dai toni assolutamente inediti.

Moschino

Alexander McQueen

Antonio Marras