La veletta di Undercover: come un fiore in boccio

 

Vedere rosa…ma anche giallo, azzurro, rosso, nude, viola. I look della Primavera Estate 2024 di Undercover hanno sfilato accompagnati a una veletta di chiffon declinato in diversi colori. Una veletta singolare, che ricopriva il capo, gli occhi e gli zigomi: l’effetto era quello di un fiore in boccio, etereo e dalle nuance delicate. Metà veletta e metà copricapo, l’accessorio che abbiamo visto sulla passerella di Undercover sfoggia un mood vagamente onirico, decisamente primaverile. E si presta ad essere esibito in tutte le sue tonalità, abbinandole sia al look che allo stato d’animo del momento.

 

 

Febbraio, il look del mese

 

Un look che ispira vaghe reminiscenze settecentesche e quindi, in questo periodo dell’anno, “carnascialesche”: l’ho scelto per rappresentare il mese di Febbraio e lo firma Uma Wang, che l’ha inserito nella sua collezione Primavera Estate 2024. I colori sono chiari e luminosi, spaziano dai toni del panna a quelli dell’avorio. L’ abito è composto da un corpetto aderente e da una gonna con pinces che sfiora le caviglie; lo impreziosiscono maniche voluminose, increspate sullo scollo, ad effetto mantella. Il cappello è un autentico capolavoro: la forma rievoca un tricorno, pur con le dovute differenze, e una veletta che ricade sia anteriormente che posteriormente cela metà volto quasi fosse una maschera. L’allure che sprigiona il look è antica, misteriosa quanto basta. Le nuance tenui dell’outfit, però, smorzano qualsiasi indizio di enigmaticità: quest’abito di Uma Wang, proprio come il mese di Febbraio, si colloca tra Inverno e Primavera; dell’Inverno riprende il mood arcano, della Primavera la soave luminosità. E poi, potremmo provare a chiudere gli occhi e immaginarlo tinto di un tripudio di colori…pronto per partecipare alla variopinta parata di maschere del Carnevale veneziano.

 

 

Il Focus

 

Un look che si addice alla magia dei tramonti primaverili: le paillettes catturano i bagliori iridescenti del calar del sole, li riflettono emanando un alone di luce irresistibile. Questo post è il sequel della photostory pubblicata ieri su VALIUM, “Tramonti di Primavera”. Le giornate si allungano e il rito dell’ happy hour si svolge rigorosamente all’aperto, torna il gusto di agghindarsi per onorare l’ effervescenza della nuova stagione. Non è un caso che Philosophy di Lorenzo Serafini, nella sua collezione Primavera Estate 2022, inserisca svariati look “paillettati”. Tra le tante proposte, mi ha colpito il capo che vedete qui sopra: dei pantaloni oversize completamente ricoperti di lustrini. Il colore? Un verde brillante, tempestato da decori floreali molto simili a una stampa maculata. L’orlo è rasoterra, la vita alta, la svasatura parte dall’ inizio della gamba. La tonalità, luminosa e intensa, conferisce al capo un’ eccentricità raffinata. Per creare un look perfetto, Philosophy abbina i pantaloni a una camicia di satin increspato color cipria e a un’ampia giacca doppiopetto nera. Ma sono gli accessori a fare la differenza: un choker in camoscio impreziosito da un fiore con tre frange e un cappello con veletta. Il romanticismo si fonde con la seduttività, la femminilità si ammanta di mistero. Sullo sfondo di un tramonto di Primavera, risalta un look che rivaleggia per fascino, magnetismo e sfavillio con quell’ incantevole scenario.  

 

Poesia into the dark: il backstage beauty & hair AI 2019/20 della Haute Couture di Dior

 

Sarà che Halloween è dietro l’angolo, ma l’ atmosfera si fa sempre più oscura. Il nero regna sovrano e coinvolge in toto il look: è un nero raffinatissimo, quasi d’altri tempi, vagamente gotico. Il make up se ne appropria per donare intensi accenti al volto, sfoggiando zone d’ombra ad alto tasso di suggestività e di mistero. In passerella, il beauty look della sfilata AI 2019/20 di Dior Haute Couture ha evidenziato questi input attraverso un maquillage che difficilmente si farà dimenticare. L’autore è Peter Phillips, il Creative and Image Director di Dior Make Up: ispirato dalla tenebrosa palette della collezione, Phillips ha optato per un focus dark sugli occhi, uno smoky eye talmente scuro e denso da risaltare persino dietro le fitte trame a rete delle velette indossate dalle modelle. Per realizzarlo ha utilizzato il profondo nero della Diorshow Tri(o)blique 035 Smoky Canvas Palette sulla palpebra superiore e su tutto il contorno dell’ occhio, ma ha evitato il mascara per scongiurare un effetto troppo seduttivo a discapito del coté poetico del make up. Allo scopo di intensificare l’ alone scuro dello sguardo, poi, ha steso una riga di khol e ha rimarcato le sopracciglia con Diorshow Brow Styler e Diorshow Pump’n’Brow. La pelle del viso è rimasta quasi al naturale. Phillips ha voluto uniformarla e illuminarla, rendola traslucida: i prodotti di cui si è servito sono il Dior Backstage Face & Body Primer e il Dior Backstage Face & Body Foundation, che ha applicato in un velo sottile prima di fissare con la cipria in polvere Dior Forever & Ever Control Invisible Loose Powder. Nessun contouring nè punto di luce, solo una pelle puramente luminosa. Anche le labbra hanno esibito un look nude, sottolineate da pochi tocchi di Dior Addict Lip Maximizer Plumping Gloss.

 

 

A curare l’ hairstyle è stato un altro guru del settore: Guido Palau, Global Creative Director di Redken, che ha pensato ad una crocchia circondata da miriadi di treccine. Per donare un aspetto “satinato” allo chignon si è avvalso della lozione Satinwear 04 Heat Protectant Blow Dry di Redken, mentre le trecce sono state create con l’ausilio della Redken Rough Paste 12, una pasta ad hoc per plasmare e definire  qualsiasi tipo di acconciatura. In questo caso, il prodotto ha garantito la texture ruvida ideale su cui imbastire l’ intreccio. Il look, nel suo complesso, è apparso stupefacente: valorizzato da grandi mono orecchini pendenti, choker raffinatissimi e collier con preziosi ciondoli (tutti con perle opalescenti a fare da leitmotiv), hanno arricchito di iconicità pura le riflessioni sulla funzione degli abiti che Maria Grazia Chiuri ha elaborato ispirandosi all’ architetto Bernard Rudofsky.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

London Fashion Week: 10 flash dalle collezioni PE 2019

DELPOZO –  Chic luminoso e a tinte tenui impreziosito da dettagli deliziosi

Di sfilata in sfilata, VALIUM approda alla London Fashion Week. Dove, come di consueto, seleziona 10 look decisamente cool. La capitale britannica mette al bando gli eccessi, ma coniuga estro e chic:  strutture iper ricercate, pizzi a profusione, ruche, drappeggi e linee balloon definiscono outfit che spaziano dalle tonalità pastello a nuance da mozzare il fiato. Finora, un iconico dettaglio fa da leitmotiv sia alle collezioni londinesi che della Grande Mela. Il volto velato diventa un must, e lo fa nel modo più stiloso possibile:   la veletta si associa a copricapi incredibili, oppure ricopre seduttivamente testa e viso. Così l’ abbiamo vista da Marc Jacobs, avvolta attorno al capo come un etereo bocciolo. Ryan Lo correda di veletta imponenti colbacchi “fioriti”, mentre Simone Rocha fa ricadere un velo su dei cappelli ampi, in stile Belle Epoque. Ritroveremo veli e velette anche a Milano? Non vi resta che seguire VALIUM nel suo iter dedicato alle Fashion Week.

 

 

EMILIA WICKSTEAD – Maxilunghezze declinate in colori shock per non passare inosservate

 

BURBERRY – Un blazer con maxi cintura al posto del classico trench, e ai piedi kickers con calzini per accentuare l’ allure “gamine”

 

PREEN BY THORNTON BREGAZZI – L’ abito rosso cuore seduce con drappeggi “scolpiti” ad hoc

 

RYAN LO – Ricami crochet, piume e tulle a profusione come in una fiaba

 

MM6 – Raffinatezze sporty-chic in verde menta all over

 

CHRISTOPHER KANE – A metà tra uno stile minimal e suggestioni 50s aggiornate alla contemporaneità

 

SIMONE ROCHA – Un total white adornato di pizzi e adombrato di mistero

 

MARY KATRANTZOU – Linee egg-shaped e luccichii per una sofisticatezza declinata in differenti gradazioni di blu

 

ERDEM – Pizzi in abbondanza e romantiche sovrapposizioni per un look divinamente celestiale

 

 

L’ accessorio che ci piace

 

Velette come straordinari capolavori di sartorialità, preziose e iconiche: Chanel le ha portate in passerella con la sua collezione Haute Couture Primavera/Estate 2018 aggiungendo un tocco ultrachic al défilé. Le velette, in impalpabile tulle nero, ricoprivano testa e volto delle modelle ed un bouquet di fiori le fissava alla sommità del loro capo. Diverse e  ricercatissime le lavorazioni, che alternano sofisticate trame a rete a cristalli disseminati sul tulle come tante piccole perle. I fiori, denominatore comune, si declinano in varietà e colori molteplici con un netto predominio del rosa, la nuance feticcio di Coco Chanel. Il risultato? Femminilità pura, condita di alte dosi di eleganza e di una allure romanticamente onirica. Non poteva che essere altrimenti, d’altronde, dato che a creare le velette sono stati nomi autorevoli del savoir-faire parigino come l’ atelier Lemarié e la Maison Michel: la loro partnership con il brand fondato da Mademoiselle Coco è di lunga data e all’ insegna della più squisita maestria artigianale. La fondazione della Maison Lemarié risale nientemeno che alla Belle Epoque, e la lavorazione delle piume divenne la sua specialità. Negli anni ’50 Lemarié iniziò a collaborare con couturier del calibro di  Balenciaga, Christian Dior e Coco Chanel ottenendo un successo strepitoso. Da allora, incanalò il suo know-how nell’ ideazione di splendide creazioni floreali in mussolina, velluto e tulle. Tra i suoi capolavori risalta, non a caso, l’ iconica camelia che si tramutò in uno degli emblemi di Chanel: a commissionarla all’ atelier fu Mademoiselle Coco in persona. La Maison Michel, sorta nel 1936 ad opera di Auguste Michel, quarant’anni dopo era già un top name della modisteria e degli accessori. Con Chanel ha instaurato una partnership datata 1997, evidenziandosi nella creazione di cappelli che combinano eccentricità ed eleganza in parti uguali.

 

 

 

Photo: Chanel

 

Moschino FW 2016/17: quando il luxury va in fiamme

Splendidi abiti fatti a brandelli, laceri, anneriti dal fumo. Sopravvissuti, con enormi squarci, ad un incendio devastante. E’ una collezione scampata alle fiamme quella pensata da Jeremy Scott per l’ Autunno/Inverno di Moschino, con tanto di contorno apocalittico in passerella: la scenografia evidenzia opulenti cornici d’oro accatastate, pianoforti a coda smembrati, lampadari di cristallo frantumati in ordine sparso, un cumulo di rovine che giace su ampi tappeti antichi. Un’ allusione al fashion system con l’ alternarsi delle mode sempre più rapido, un falò delle vanità contemporaneo o, più in generale, la metafora di un modus vivendi odierno che tramite il virtuale tutto “brucia” e fagocita? Nessuna opzione potrebbe rivelarsi incorretta, debitamente condita con la tipica ironia di Scott. Quel che è certo è che le fiamme hanno consunto, con velocità istantanea, preziose stoffe e miriadi di ruches, mermaid dress teatrali che si svasano in un tripudio di tulle. L’ associazione con un ammonitorio memento mori e con il falò vanitatum di un Girolamo Savonarola del 2000 è quella che, in realtà, affiora più spontanea: implicazioni sociologiche legate alla crisi a parte, un luxury devastato da fiamme “catartiche” è un ipotetico concept che si fa strada con goliardia giocosa.

In questo contesto, anche la veletta – uno dei simboli supremi della sofisticatezza – ribadisce la sua presenza: ma è una veletta “in fumo”, che avvolge il viso e punta in alto come una scia gassosa post-combustione, oppure si tinge di un rosso sgargiante e si adorna, vezzosa, di un fiocco. Con i lembi dei nastri completamente bruciacchiati, è ovvio.

Gli abiti a cui si abbina non perdono però la loro allure flamboyante (è il caso di dirlo) neppure di un millimetro: perchè se fuoco dev’ essere, che almeno quello dell’ araba fenice sia. Un fuoco che distrugge, che dissolve nel fumo, ma solo per creare ex novo. Un fuoco che permette, immancabilmente, di rinascere dalle proprie ceneri con rinnovato vigore.

L’ accessorio che ci piace

 

Torna la veletta, che riappare in grande stile sulle passerelle del Ready-to-Wear: e se lo stile è quello di Ryan Lo, visionario designer londinese nato a Hong Kong, è più che certo che doti la sua allure di rinnovato incanto. Complemento di stile per antonomasia associato al fascino e al mistero, il velo che ricopre il viso viene annoverato ormai da tempo tra gli emblemi della seduttività femminile. Il gioco di “vedo-non-vedo” che allude anzichè mostrare calamita l’ attrazione rievocando, con sofisticatezza sublime, l’ ammaliante appeal delle dive d’antan: non è un caso che sia la veletta a risaltare con sempre maggior frequenza tra i preziosi accessori dell’ Haute Couture. E la star del Burlesque Dita Von Teese, che ha eletto a proprio emblema un raffinato e curatissimo stile rétro, la esibisce con seducente eleganza. Ryan Lo rompe gli schemi e reinterpreta la veletta in virtù di codici del tutto nuovi: senza intaccarne il mood chic, aggiunge un tocco girly che unisce l’ ironia a un’ alta ricercatezza nei dettagli. Il veil griffato Lo ricopre interamente il viso ed è tempestato di strass, viene sovente declinato in bianco ad esaltare un’ evanescente allure da Ice Queen. E’ la pelliccia il materiale d’ elezione dei copricapo a cui si abbina, concepiti come estrosi accenti al look: utilizzando una palette cromatica che spazia dal nero al lilla passando per il bianco, il rosa antico e il ciclamino, Ryan Lo modella forme simili a grandi fiocchi, ornamenti piumati e cuffiette che donano un tocco vagamente fiabesco a ogni mise. Il nostro preferito vanta un design che ricorda il mix tra un maxifiocco e le soffici orecchie di un teddy bear, è adornato di piume e tinto di un rosa antico intenso. La veletta, bianca, è impreziosita da una miriade di pietre nella stessa nuance. Il bicolor, così come i materiali e le decorazioni jewel, aggiunge sofisticatezza al mood playful che il designer tende a sottolineare: un contrasto eloquente che sintetizza e ingloba l’estetica stilistica dell’ intera collezione.

Lo sfizio

 

Primavera all’ insegna di un Flower Power che alla leggiadria dei fiori associa trasparenze impalpabili: è una Spring/Summer floreale quella del 2015, esplode in un tripudio di petali sofisticatamente riprodotti ed applicati su un’ ampia varietà di materiali see-through. Simone Rocha opta per fantasie “fiorite” dai contorni stilizzati di cui cosparge copiosamente eterei dress in tulle, accostando con maestria cromie come il rosso e il rosa.  Impreziosito da una miriade di applicazioni floreali ricamate, l’ abitino velato viene adornato da un bordo a uncinetto che ne delinea gli orli e le rifiniture. Ancora una volta, la cifra stilistica della designer nata a Dublino si manifesta nell’ evocazione di una femminilità diafana e al tempo stesso sensuale, contraddistinta dalla squisita ricercatezza di dettagli estrosi e insoliti: come il foulard in tulle, ornato da una manciata di floreali ricami, che si fa interprete di un ruolo inedito nel  velare completamente il volto. E’ un leit motiv costante nella collezione SS 2015 della Rocha, designer adorata dalle It girl londinesi e dalle celebs. Il volto, celato dal foulard annodato à la paysanne, assume contorni indeifniti e misteriosii: associato al boom della veletta, hit di stagione – e riproposta  sia da Chanel che da Giambattista Valli in versione Haute Couture – il foulard “velato” potrebbe essere considerato una sua innovativa declinazione. Il rosa delicato ne potenzia la raffinatezza, i fiori rossi ricamati fanno pendant con l’ abitino riprendendone il romantico motivo. Il tulle rappresenta quel delizioso, evanescente “schermo” che, sfiziosamente,lascia intuire i lineamenti, un seduttivo atout che accentua il cotè ammaliante donato dal mistero. A contrasto con il mood etereo, la designer abbina all’ outfit scarpe stringate rosa pastello: l’ allure di femminilità preziosa, lungi dall’ essere intaccata, viene intensificata dall’ accostamento originale. Il risultato d’ insieme del look è fascinoso, sensuale, contraddistinto da una raffinatezza potente: da adottare come un must per chi, alla sfrontatezza, preferisce un pudico intrigo dallo sfizioso appeal.

Lo sfizio

 

Ed eccola riapparire: fascinosa,, un tocco di malizia sapientemente amalgamato ad un velo di sofisticato mistero. La veletta ha fatto il suo ritorno in passerella nella prestigiosa cornice dei défilè parigini dell’ Haute Couture  ss 2015, prezioso complemento di creazioni connotate da straordinaria ricercatezza e da un’ estrosa inventiva. Residuo di un’ eleganza che dalla Belle Epoque (dove rappresentava, insieme al cappello e ai guanti, l’ accessorio più à la page) ha alternato periodi di oscuramento a fasi di gran voga, la veletta conosce la sua era più recente di massimo fulgore nell’ arco di tempo che comprende gli anni ’40 e ’50, quando viene eletta incarnazione della più squisita femminilità. Non è un caso che, a tutt’oggi, velare lo sguardo sia uno dei vezzi maggiormente ostentato dalle dive del Burlesque, affascinate dal suo emblema di alta seduttività. Sono state due, le Maison che hanno rilanciato la veletta nelle collezioni dell’ Haute Couture parigina: Chanel e Giambattista Valli. Karl Lagerfeld l’ ha adottata a mò di alta fascia in rete, calandola sugli occhi ed annodandola a fiocco sul retro del capo. La veletta chez Chanel fa capolino da cappelli sfiziosi, in crochet tempestato di applicazioni floreali, accrescendo l’ appeal di jeunes filles en fleurs. Oppure si indossa da sola, a creare un gioco di “ti vedo non ti vedo” con lo sguardo seducente e malizioso ma rigorosamente accompagnato ad un hairstyle essenziale, composto da lunghi capelli sciolti suddivisi dalla riga centrale. Giambattista Valli la pensa in uno strato di tulle nero ultrasottile, quasi impercettibile, costellato di grandi pois black, e la fissa a un alto nastro in raso dello stesso colore che annoda sulla sommità del capo. I capelli, raccolti a chignon o in una liscia coda bassa, vengono tenuti indietro grazie a uno stiloso cerchietto silver. La veletta in versione Valli è invariabile ed appare con frequenza, divenendo leit motiv e punto focale dell’ intera collezione. Da Chanel, ricorre costantemente ad adornare creazioni che ricordano raffinate esplosioni floreali. In entrambe le varianti, accresce il proprio fascino in originalità e negli accostamenti inediti. La accogliamo con un plauso, pronte a toglierci lo sfizio di indossarla anche in anticipo sull’ Equinozio di Primavera.

 

Chanel

 

Giambattista Valli