Dicembre, il look del mese

 

Un look che coniuga il mood festivo di Dicembre con gli indizi tipicamente invernali del mese: lo firma AZ Factory, la label fondata nel 2021 dal compianto Alber Elbaz, ed esprime questa ambivalenza alla perfezione. L’abito, drappeggiato e fasciante, potrebbe essere un inno (rigorosamente privo di ridondanze) alla sacralità del Natale. E’ in velluto, a mezze maniche e con uno spacco laterale; il tessuto, considerato da sempre uno dei più pregiati, ricchi e avvolgenti, si tinge di rosso carminio accentuando la preziosità del capo. Non dimentichiamo, poi, che il rosso è il colore del Natale per antonomasia: il connubio tra il velluto e la nuance profonda in cui viene declinato sembra evocare l’aspetto più divino e spirituale della festa della natività. I grandi orecchini dorati amplificano l’allure quiet luxury che contraddistingue la mise.

 

 

L’abito viene abbinato a un paio di drappeggiatissimi Opera glove e a pantaloni dal taglio classico, ampi e con riga frontale, che lo calano in una dimensione quotidiana pur senza scalfirne la raffinatezza. I guanti e i pantaloni sfoggiano un’elegante nuance panna, colore di tendenza ma non solo: rimanda ai toni candidi tipicamente invernali, al chiarore etereo della prima neve, alle atmosfere ovattate che imperano nei mesi freddi. E’ un look d’impatto, quello di AZ Factory, in grado di fondere un minimalismo apparente con una ricercatezza squisita e disinvolta al tempo stesso.

 

Il sogno d’Inverno di Cecilie Bahnsen

 

Allure fiabesca, mood sognante, un accuratissimo studio materico e dei volumi: lo stile signature di Cecilie Bahnsen, giovane stilista danese fondatrice del brand che prende il suo nome, è inconfondibile. La collezione Autunno Inverno 2021/22 non fa eccezione. Il culto per l’artigianalità e per l’eco-sostenibile, l’ uso massiccio del bianco e nero (in questo caso affiancati al grigio e al rosa e al giallo tenui) , i ricami squisiti, rimangono i leitmotiv di creazioni che sono il frutto di un’incessante, scrupolosa ricerca. Maniche balloon, ampie gonne, fil coupé, si coniugano con un knitwear avvolgente alternato al velluto, a tessuti impalpabili e alla seta matelassé dando vita ad abiti eterei e magicamente atemporali. Sono abiti che sembrano fatti apposta per trascinarci in una dimensione onirica, per rincorrere la luminosità nel perlaceo grigiore dicembrino. Gli abiti ideali per tramutare un sogno d’Inverno in poetica realtà.

Tendenze AI 2020/21 – Il velluto, luxury e vagamente bohémien

Chiara Boni

Il velluto: un tessuto soffice, prezioso, visivamente ricco. Dona subito un tocco luxury al look, mixando lo chic puro a dei vaghi accenti bohémienne. E anche se è ormai un classico del guardaroba invernale, non smette di stupirci declinandosi nei più disparati colori e stili. Ecco una panoramica di dieci proposte all’ insegna del “velvet” viste sulle passerelle delle collezioni Autunno Inverno 2020/21.

 

Etro

Off-White

Zimmermann

Philosophy di Lorenzo Serafini

Oscar de la Renta

Celine

Adeam

Giorgio Armani

Balmain

 

 

 

Una allure Rock and Royalty per le nuove muse della Medusa: la campagna pubblicitaria AI 2019/20 di Versace

 

Lo spot a cui è collegata, condensa la campagna Autunno Inverno 2019/20 di Versace in modo perfetto. C’è un locale buio e fumoso, una rock band che prova i suoi brani. La batterista, una Donatella Versace scatenatissima, scandisce il ritmo dell’ intera scena: rotea le bacchette, pesta furiosamente sul pedale della cassa, è inguainata in un total black grintoso che risalta la sua chioma platinata. Insomma, da quelle parti si fa sul serio: le vibe sono rock a 360°, coinvolgono l’ attitude e non solo il look. Se poi pensiamo che potrebbe essere proprio Rock and Royalty (dal titolo di un famoso coffee table book di Gianni Versace) lo slogan associato all’ad, è tutto dire! La direzione creativa di Ferdinando Verderi e la fotografia di Steven Meisel si uniscono in un connubio esplosivo, dove gli scatti catturano la quintessenza dell’ iconografia Versace calandola in una scenografia insolita e volutamente a contrasto. Predomina un mood urban, accentuato da una location che sembra un loft newyorchese: i muri sono spogli, con i mattoni e le tubature a vista, i pavimenti alternano il cemento alle tavole di legno. Qua e là, però, spiccano pezzi di arredo d’epoca, poltrone e sofà rivestiti di prezioso velluto che si contrappongono alle atmosfere minimal degli interni.

 

 

E’ lì che posano i modelli e le modelle, seduti od appoggiati a quei sedili: ed è incredibile come risaltino, in un contesto tale, le audaci cromie dei look Versace, i vistosi gioielli e le faux fur maculate. Senza contare che i capelli colorati, le décolleté a punta indossate sui calzini e le borse in bella vista (come l’iconica Virtus) elevano l’allure Rock and Royalty alla massima potenza. Meisel fotografa “rockstar” dall’ aria disinvolta, vagamente languida, e le immortala singolarmente per rafforzare il concetto che identifica la modella con la suprema musa di Versace. Ma come ci si sente ad essere una musa di Versace in un’ era di “voyeur” come quella odierna? E’ questo l’ interrogativo che il grande fotografo si pone. La sua risposta si traduce in scatti dal forte impatto visivo e di un’ incredibile qualità artistica. I protagonisti della campagna sono una Kaia Gerber quasi irriconoscibile, che sfoggia lunghi capelli biondi con tanto di ricrescita, oltre a Anok Yai, Bente Oort, Hang Yu, Huang Shixin, Ilja Sizov, Maike Inga, Paul Hameline e Yassine Jaajoui. A firmare il beauty look, invece, troviamo Pat McGrath e Guido Palau, due guru del make up e dell’ hairstyling.

 

 

 

 

CREDITS

Chief Creative Officer: Donatella Versace
Photographer: Steven Meisel
Campaign Creative Director: Ferdinando Verderi
Stylist: Jacob K
Casting Director: Piergiorgio Del Moro e Samuel Ellis Scheinman24
Make Up: Pat McGrath
Hair Styling: Guido Palau
Set Design: Mary Howard
Models: Kaia Gerber, Bente Oort, Maike Inga, Anok Yai, Yassine Jaajoui, Ilja Sizov, Hang Yu, Huang Shixin, Paul Hameline

 

 

Nox, noctis, noctem: una trilogia. Parte 2 – Giorgio Armani

 

Quante sfumature ha la notte? Molte, moltissime…più di quante noi potremmo immaginare. Basta osservarla: dal Blu Reale del crepuscolo vira al Blu di Persia, al Blu Oltremare, sfumando in gradazioni via via sempre più scure fino ad arrivare al nero. E’ il nero della notte fonda, cupo ma illuminato da un tripudio di stelle che ne accentuano il fascino a dismisura. Al cielo notturno Giorgio Armani ha dedicato una collezione che, sin dal nome, “Rapsodia in Blu”, cattura tutta la sua suggestività: le nuance del blu si mescolano al nero negli abbinamenti, nei dettagli, nelle tinture tie-dye, originando combinazioni cromatiche profuse di mistero. E così come la notte è cangiante nelle sue infinite sfumature, Armani alterna le linee minimal ad una fluidità che nel velluto trova la sua massima espressione, avvalendosi di volta in volta di un colore soave o decisamente saturo, grafico, incarnato da bordature geometriche sulle giacche sempre più essenziali. A fare da fil rouge alla collezione – oltre alle tonalità – sono i pantaloni alla cavallerizza, che donano una raffinata sinuosità ai volumi. Questa incantevole ode alla notte si addentra, sfumatura dopo sfumatura, in un buio profondo: il nero trionfa, pastoso e vellutato, disseminato di paillettes che rievocano tutta la meraviglia di un cielo stellato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tra suggestioni gotiche e “memento mori”: la Gucci Cruise 2019 sfila nella necropoli di Arles

 

Cala il buio e l’ atmosfera si fa sepolcrale, ad Alyscamps: lingue di fuoco baluginano tra i resti della necropoli, fumi di nebbia si diffondono mentre le campane scandiscono cupi rintocchi. In sottofondo, i seicenteschi “Vespri della Beata Vergine” di Claudio Monteverdi impregnano l’aria di pathos e file di ceri ardono accanto ai monumenti funebri. E’ in questo scenario che va in scena la Gucci Cruise 2019. Una cornice suggestiva, carica di una significatività profonda: citata da Dante nel IX Canto dell’ Inferno, Alyscamps rappresenta uno delle più antiche “città dei morti” dell’ era romana e si trova in Provenza, nei pressi di Arles. Alessandro Michele l’ha scelta come location di una collezione gotica, ma non solo, in cui la riflessione sulla morte si interseca a un fil rouge ispirativo che più che mai viaggia attraverso lo spazio e il tempo.

 

 

L’ ululato delle civette e dei rapaci notturni risuona, sinistro, durante tutto lo show, i modelli costeggiano una scia di fuoco che li accompagna lungo questo singolare catwalk: a sfilare sono vedove d’antan, madonne rinascimentali, giovani groupie, aspiranti rockstar con il mito di Billy Idol, e i look che sfoggiano (ben 114) mixano sacro e profano ad una straordinariamente ricca varietà di stili. Lunghe cappe in velluto si alternano a skinny pants in vinile, abiti ricamati con costati votivi, moderni pepli dalle mille plissettature, stampe check e tigrate, un tripudio di piume, ruche e frange, luccichii profusi, dress caftano e suit dotati di pantaloni a zampa. I disegni del trio creativo Antoinette Poisson si avvicendano ad un mix and match di pattern che non tralascia l’ heritage, come l’ iconica Flora print proposta in abbondanza sui foulard.

 

 

 

Accanto è un pullulare di citazioni di Dante Alighieri, lettering SEGA, scritte “Memento Mori” e “Chambres des Squelettes” ostentate – rispettivamente – sui pants affusolati e sui sandali,  che coniugano l’ universo Gucci ai motivi ispirativi della collezione. Non mancano, però, ulteriori grafismi iconici: un esempio? Il Pan stilizzato che fa da logo al leggendario Chateau Marmont, l’ Hotel forse più indiscindibile dalla storia del rock. E non è certo un caso. Alla ricerca di nuovi tipi di bellezza, di un’estetica che sfrondando ogni stereotipo sperimenta identità inedite (“Mi piacciono le cose che sembrano qualcosa ma non lo sono”, ha dichiarato Alessandro Michele), i cenni al rock world e ai suoi idoli si affiancano come una costante che ricorre tra i temi della Gucci Cruise 2019.

 

 

 

Perchè in quest’ ode spassionata alla libertà di stile e ad un nuovo senso dell’ “essere” e dell’ “apparire” non poteva venir meno il potente appeal esercitato da chi “gioca” con il suo personaggio per eccellenza, come appunto fanno i divi del rock. In linea con tale mood, anche gli accessori si tramutano in veri e propri statement: megaocchiali declinati nei più fantasiosi modi, turbanti, pillbox hat e copricapi vintage che Frankie Olive adorna di lunghe piume si abbinano a sandali di stampo “francescano” e a sneakers con maxizeppa in puro stile Spike Girls, mentre handbag con la doppia GG in multiple declinazioni vengono frequentemente sostituite da bouquet di fiori  “in memoriam”.

 

 

 

Tra i monili, accanto a sontuosi pendenti d’oro che riproducono conchiglie, la croce si tramuta in un leitmotiv e appare in bella vista in ogni variante jewel. Nel pot-pourri di epoche che la Cruise assembla risalta, inoltre, un doveroso omaggio al periodo romano: acconciature a ondine che sembrano scolpite in un busto di fine Impero evidenziano una sofisticatezza minuziosa e irresistibile.

 

 

 

Tutto intorno, il fuoco continua a sfavillare nella notte. A metà tra Inferno dantesco e simbolo sacrale, non va trascurata la sua valenza di forza che favorisce l’unione degli opposti oltre che la rigenerazione ciclica della natura: due elementi con cui l’ estetica “gender fluid” di Gucci e l’ emblema ricorrente dell’ ouroboros hanno molto in comune. Ma a concludere lo show non è una vestale, bensì una donzella biancovestita che rievoca l’ etereità spettrale di – a scelta – una creatura dell’ oltretomba o de “La sposa cadavere”. Cala il sipario su uno show che sarà ricordato a lungo, oltre che per lo splendore dei suoi abiti, per la scenografia impattante e la strepitosa potenza evocativa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Mules: le nuove flat da sera

 

Dimenticate tacchi stiletto e pumps: la nuova scarpa da sera è flat, ma preziosissima. Le mules regnano sovrane e sfoggiano design, decorazioni e materiali all’ insegna di una ricercatezza che ben si adatta all’ evening wear. Cristalli, perle, ricami, pon-pon e glitter adornano tessuti come il velluto e il satin, le nuance della palette cromatica spaziano dai toni metal a un nero timeless e sempre chic. Il tacco rasoterra sottolinea una raffinatezza unconventional che prende le distanze da qualsiasi cliché: la mule ne fa il suo alleato e insieme scalano le vette dei trend.

Alberta Ferretti

 

N. 21

Gucci

Dolce & Gabbana

 

 

Charlotte Olympia

Shein

Aquazzura

Gianna Meliani

 

Velvet Avantgarde

Self Portrait

“She wore blue velvet/Bluer than velvet was the night”…Canta Tony Bennett in un brano – “Blue Velvet” – che dal 1951 ad oggi vanta molteplici cover. E tinto di blu, ma non solo, il velluto torna trionfante posizionandosi in vetta alla classifica dei trend dell’ Autunno/Inverno 2017/18. Segni particolari? Una palette cromatica che si accende di nuance vibranti, insolite e decisamente strong. Il giallo, il rosa shocking, il blu Klein, il viola si alternano al carminio, al turchese, all’ oro e si contrappongono alle tonalità intense o neutre che evidenziano, da sempre, la preziosità di un tessuto considerato regale. Tra i suoi punti di forza risalta l’ eclettismo, che gli permette di spaziare tra un’ incredibile varietà di stili e di adattarsi perfettamente a look sia diurni, che serali. Ma il velluto di stagione non si accontenta degli abiti. Lo ritroviamo sotto forma di guanti, scarpe, borse, spille, hairband ed ogni tipo di accessori. Le sue metamorfosi sono contraddistinte, invece, da un unico denominatore comune: la ricerca di nuove forme e di un’ estetica inedita. E’ così che la tipica allure luxury di questo tessuto lascia spazio ad accenti all’ insegna dell’ avantgarde più puro.

 

Temperley London

Cédric Charlier

 

Prada – Velvet bag

Dries Van Noten

 

Balenciaga

Ellery

Aquilano Rimondi

 Zara – orecchini

Jason Wu

Gucci – marsupio GG Marmont

Lorenzo Serafini – Liz Headband

Anna Sui

Alberta Ferretti

Valentino

Fendi – Kan I F bag

 

Emporio Armani

Prada

Zara – cerchietto con strass

Jeremy Scott

Monse

Altuzarra

Tibi

Dior

Dries Van Noten

Mary Katrantzou – mules Porthos

Gucci – GG Marmont bag

Zara – headband turbante

Andreas Kronthaler for Vivienne Westwood

Vivienne Westwood

Dries Van Noten

Max Mara

Monse

Dolce & Gabbana

Gucci – spilla in velluto

Tibi

Tibi

Luisa Beccaria

Miu Miu

Gucci

Gucci – Dyonisus velvet super mini bag

Mary Katrantzou

 

Tendenze PE 2017: velluto d’estate

Sies Marjan

Tessuto al top dell’ Autunno/Inverno, il velluto “rilancia” e si inserisce in pole position tra i must estivi. La consistenza soffice, l’ aspetto luxury, l’ allure preziosa lo rendono protagonista al di là di ogni coordinata stagionale, esaltandone le doti di versatilità e di ricercatezza: non è un caso che sia uno dei più gettonati  leitmotiv delle collezioni Primavera/Estate 2017. Lo ritroviamo in versione sporty, lavorato con drappeggi, boho-chic style o declinato in linee minimal. Denominatori comuni? Una palette che spazia dalle tonalità pastello a quelle più vivide e la sua inconfondibile lucentezza.

Victoria Beckham

Y/Project

Eckhaus Latta

Roberto Cavalli

Valentino

Nina Ricci

Giorgio Armani

Marc Jacobs

Aalto

Lo sfizio

Red velvet. Ovvero, optare per un suit in velluto la sera di vigilia. Meglio ancora se in una nuance di rosso intenso, come quello che propone Haider Ackermann in questo look della sua collezione FW 2016/17. Linee affusolate, aderenti al corpo, la giacca portata sulla pelle nuda con nonchalance: il suit di Ackermann sottolinea i riflessi di luce sulla stoffa, gioca con il suo aspetto cangiante. La giacca è lunga fino a oltrepassare i fianchi, si allaccia con un unico bottone in vita ed è dotata di un profondo scollo a V. Due tasche frontali, ampie, accentuano un mood décontracté. I pantaloni sono skinny come ad esaltare il design slanciato, la snellezza della silhouette. Ma attenzione al dettaglio: la banda laterale evoca un quid militaresco, una divisa. Non è un particolare a sé stante, bensì il leitmotiv di una collezione che trae dall’ uniforme la sua principale ispirazione; la studia, la rivisita, traduce le sue caratteristiche  con estrosità costante, stemperandone il rigore in asimmetrie e in accenti di femminilità pura. Il suit in deep red  risulta ipersensuale nei suoi abbinamenti a contrasto: struttura minimal e preziosità del velluto, banda militare e  V-neck abissale, sofisticatezza costruita su un’ apparente linearità. Ai piedi, un paio di semplici stivali neri non fa che valorizzare l’ effetto luxury d’ insieme.