New Icons: Mariacarla Boscono

Mariacarla per Tom Ford, AI 2019/20

Da quando si è tinta i capelli di rosso, il color rame è uno dei più gettonati dal parrucchiere. E con questo nuovo look, non c’è che dire, Mariacarla Boscono ha raggiunto l’ apice del glam. Se poi aggiungiamo che per la top spira aria di novità anche dal punto di vista sentimentale, potremmo dedurre che stia vivendo un vero e proprio stato di grazia: la relazione con il trapper italo-tunisino Ghali è stata “ufficializzata” da una story di Instagram dove, in vacanza alle Maldive, i due si scambiano un bacio durante una partita a ping-pong, ma la neo-coppia è stata avvistata anche alla cena di gala che Vogue Italia ha organizzato in occasione del 25mo di attività di Mert & Marcus, il celebre duo della fashion photography, il 21 Febbraio scorso. Elegantissimi e in total look black (o quasi), i fidanzati più cool del momento sono riapparsi su Instagram in tutto il loro splendore. Non è un caso che qualcuno li abbia già ribattezzati i “Bosghali”, sulle orme dei “Ferragnez”, esaltando nel frattempo il coté social-patinato dei due innamorati. Nonostante il video del bacio sia già virale, va detto che Mariacarla Boscono e Ghali hanno sempre evitato accuratamente ogni clamore: niente selfie à go-go, niente sovraesposizione mediatica. L’ unica foto che li ritrae insieme risale all’ evento di Vogue e, più che svelare una love story, la lascia supporre. Il che è completamente in linea con il DNA di Mariacarla, nata a Roma 38 anni fa e una carriera ultraventennale di modella iniziata ai più alti livelli. Musa di Karl Lagerfeld e di Riccardo Tisci, nel 1997 è stata voluta in esclusiva da Comme des Garçons che l’ ha ingaggiata con un contratto triennale; da allora, la sua escalation è stata inarrestabile e l’ha portata a suddividersi tra passerelle, photoshoot per i più prestigiosi magazine, innumerevoli campagne pubblicitarie: nel suo curriculum figurano brand del calibro di Fendi, Versace, Gucci, Givenchy, Calvin Klein, Dolce & Gabbana, Valentino, Giorgio Armani, Alessandro Dell’ Acqua, Saint Laurent, Alexander McQueen, Ralph Lauren, Roberto Cavalli, Vivienne Westwood e molti, moltissimi altri ancora. Nel 2003 è stata immortalata da Bruce Weber per il Calendario Pirelli, dove è riapparsa anche nel 2004 e 2009. La sua bellezza particolarissima, intrigante, non stereotipata – 1,78 di altezza, ovale allungato, occhi distanti di un castano intenso – ha attratto guru della fotografia quali Peter Lindbergh, Tim Walker, Steven Meisel, e le è valsa il podio delle supermodel italiane più note al mondo. Dal 2006, dopo il debutto a New York ne “Le serve” di Jean Genet, Mariacarla si è dedicata sporadicamente anche alla recitazione teatrale, ma in passerella regna  a tutt’oggi incontrastata:  alla Milano Fashion Week l’ abbiamo vista sfilare (tra gli altri) per Valentino, Versace, Ferragamo e Tod’s, incantando il parterre con la sua inedita capigliatura fulva. E se il detto “nuovo hairstyle, nuova vita” corrisponde al vero, la nuova vita della top romana ha senza dubbio come sottofondo il flow poetico che anima le melodie di Ghali.

 

Mariacarla per Versace, AI 2019/20

Mariacarla per Burberry, AI 2019/20

Mariacarla nella campagna pubblicitaria di Valentino scattata da Juergen Teller

Mariacarla per Salvatore Ferragamo, AI 2019/20

Mariacarla per Valentino Haute Couture, PE 2019

Mariacarla per Tom Ford, AI 2019/20

Mariacarla per Tod’s, AI 2019/20

Mariacarla per Off-White, AI 2019/20

Mariacarla per Dsquared2, AI 2019/20

Mariacarla per Valentino, PE 2019

Mariacarla per Chanel, AI 2019/20

Mariacarla in alcuni fotogrammi del fashion film, diretto da Sharna Osborne e sotto la direzione creativa di Katie Grand, per la PE 2019 di MSGM

 

 

 

 

Il close-up della settimana

 

Da Burberry approda Riccardo Tisci:  la sua nomina a Direttore Creativo dello storico brand britannico è stata ufficializzata in questi giorni. Sarà Tisci, dunque – e non Phoebe Philo come volevano i rumours – a prendere il posto di Christopher Bailey, che ha dato forfait dopo 17 anni trascorsi al vertice stilistico della griffe. L’ ingresso ufficiale del designer tarantino è previsto per il 12 Marzo, quando inizierà a lavorare alla collezione che porterà in passerella il prossimo Settembre; il suo incarico lo vedrà al timone creativo di tutte le linee del brand. A un anno dal divorzio da Givenchy, Riccardo Tisci si prepara ad affrontare un’ avventura che lo affiancherà di nuovo a Marco Gobbetti, attuale CEO di Burberry: fu proprio Gobbetti, allora Presidente e Amministratore Delegato di Givenchy, a volere Tisci come creative director della Maison nel 2005. Entrambi hanno speso parole entusiaste per la rinnovata collaborazione, che per il designer arriva dopo una partnership con Nike e una serie eclettica di impegni quali la direzione artistica del party The New Beginning di VOGUE Italia, la realizzazione dell’ artwork di un album di Jay Z e Kanye West e l’ ideazione delle mise che popstar del calibro di Madonna, Rihanna e Beyoncé hanno esibito in tour. Il sodalizio con Burberry coinciderà inoltre, per Tisci, con un progetto che lo coinvolgerà nella creazione dei costumi dell’ opera “Seven Deaths” che l’ artista Marina Abramovic metterà presto in scena. “Sono onorato e felice di unirmi a Burberry come chief creative officer e di ritrovare Marco Gobbetti.”, ha dichiarato il designer riguardo la sua nomina presso il brand londinese, “Ho un enorme rispetto per l’ heritage britannico e l’ appeal globale di Burberry e sono entusiasta del potenziale di questo marchio eccezionale”. E’ fuor di dubbio: per Burberry inizia un nuovo corso, e il nome di Riccardo Tisci sarà sicuramente foriero di straordinarie sorprese.

 

Photo: via Robert Shele (  https://www.menswear-market.com) on Flickr, CC BY 2.0

 

Il close-up della settimana

 

La terza edizione del Premio Giovani Imprese-Believing in the Future, lanciato da Altagamma con la collaborazione di Borsa Italiana, Maserati e Sda Bocconi, ha decretato la vittoria di Marco De Vincenzo per la categoria Moda. Il designer, definito “una tra le voci più originali e interessanti del Made in Italy contemporaneo”, è salito sul podio insieme ai cinque altri vincitori  proclamati dalla giuria: l’ e-commerce di vini italiani Tannico per la sezione Digital-Innovation, il brand di arredo outdoor di alta gamma Ethimo per la sezione Design, il gruppo di ristorazione Langosteria per la sezione Alimentare, la società di ingegneria meccanica e meccatronica (specializzata nell’ alimentazione ecologica e nella ricarica wireless) Eggtronic per la sezione Motori e il brand leader delle vacanze benessere di lusso Lefay Resorts per la sezione Hotellerie. La Fondazione Altagamma è nata nel 1992 con l’ intento di promuovere l’ eccellenza e l’unicità italiane. La sua mission si fonda sul rafforzamento della competitività dell’ industria culturale e creativa Made in Italy con l’ obiettivo di contribuire alla crescita socio-economica del Paese. Per Marco De Vincenzo, classe 1978, messinese, il riconoscimento sancisce un percorso creativo che nel 2009, ai suoi esordi, gli valse il primo premio di Who’s Next, il concorso che Vogue Italia dedica ai new talents. Il lavoro del designer si contraddistingue da sempre per la ricerca, per la sperimentazione e per la continua instaurazione di partnership esclusive.

(Nella foto, un look della sfilata AI 2017/18 di Marco De Vincenzo)

 

Il close-up della settimana

 

Mentre “Franca: Chaos and Creation”, il docufilm dedicato all’ indimenticata Franca Sozzani, si accinge ad approdare nelle sale cinematografiche di tutta Italia, Vogue inizia il suo nuovo corso e lo celebra il 22 Settembre, con un evento organizzato in occasione della settimana della moda milanese. La location scelta è l’ ex Scalo Farini, il titolo del party “Vogue Italia: The New Beginning” e la direzione artistica di Riccardo Tisci, un nome che è una garanzia: sarà l’ ex designer di Givenchy – dove ha militato per ben 12 anni – ad interpretare il leitmotiv del numero di Vogue Italia di Settembre, l’ “italianità” . “Vogue Italia ha da sempre una vocazione internazionale, ma oggi vuole rivendicare con forza le sue radici italiane e il grande cambiamento che il Paese, e il suo sistema moda, stanno attraversando”, ha dichiarato il direttore del magazine Emanuele Farneti. E Riccardo Tisci, nel 2010 incluso nella lista “The Most 100 Influential People” stilata da Time, non poteva essere il creativo più adatto ad offrire un proprio contributo speciale. Sarà l’ Italia con la sua eleganza, con il suo genio e con il suo savoir faire la protagonista di questo appuntamento irrinunciabile. Tisci ha deciso di omaggiarla rievocando una delle epoche più prestigiose della nostra storia: “La parola che meglio descrive  l’ Italia per me è Renaissance, Rinascimento“, spiega, aggiungendo che non a caso ha eletto La Divina Commedia a fil rouge della serata. Il party, che conterà su una “live soundtrack” appositamente realizzata dai Dj e producers Jamie Jones e Seth Troxler, prevede la partecipazione di un alto numero di esponenti del fashion system internazionale ed è stato concepito come una travolgente festa. “The New Beginning” sancisce anche il progetto di collaborazioni che Vogue Italia ha inaugurato  insieme ai top names della creatività e del fashion design, dando loro modo di esprimersi al di fuori degli ambiti abituali. Basti pensare al numero di Agosto, al quale Hedi Slimane ha contribuito con la creazione di un portfolio fotografico che oltrepassa le 40 pagine.

(Nella foto, Riccardo Tisci con Naomi Campbell)

 

Photo by Renan Katayama (11 – Ricardo Tisci e Naomi Campbell) [CC BY-SA 2.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0)], via Wikimedia Commons

Arriva Active Fluo, la capsule Kiko “griffata” da Arthur Arbesser

 

Per i suoi 20 anni, Kiko si dedica (e ci dedica) un regalo d’eccezione: una capsule dai colori al neon, declinata in forme essenziali e in un mood pop. Il suo nome è Active Fluo e porta la firma di Arthur Arbesser, terzo designer coinvolto nella collaborazione tra Kiko, Vogue Italia e i fashion talents inaugurata in occasione del compleanno del brand. Sin dal primo sguardo, Active Fluo colpisce come un’ esplosione di energia pura: audace, dinamica, playful, coniuga una serie di pattern grafici con strutture lineari dal marcato retrogusto sporty. Il connubio viene sottolineato dalla palette fluo e vibrante della capsule, perno fondante di un make up che non teme i riflettori e che ottimizza durata e resistenza all’ insegna di un comfort totale. L’ ispirazione guarda allo stile del Gruppo Memphis e del Superstudio, top names di un’ architettura altamente innovativa: il richiamo è nelle tonalità vivide, ma anche nel design del pack pulito e adornato di un caratteristico pattern “a griglia”.

I prodotti sono altrettanto sorprendenti. Lo smalto/top coat trasparente Neon Nail Lacquer vira al fluo se esposto a luce violetta. La Eyeshadow Palette include sei colori ad alto tasso di pigmenti, in sfumature intense e dal finish mat. La matita eyeliner Eye Pencil è morbida e scorrevole ma delinea un contorno occhi incredibilmente nitido, mentre Neon Lipstick riveste le labbra di colore pieno grazie alla texture vellutata: entrambi, così come Neon Nail Lacquer e la matita labbra/corpo Lip & Body Pencil, diventano fluorescenti con luce violetta.

 

La capsule è allegata a una pochette iperpratica e ad uno Smartphone Holder “a tema”. Trattandosi di un compleanno, inoltre, il bijoux è d’uopo: acquistando tre prodotti della collezione Active Fluo, potrete ricevere in omaggio un braccialetto e un sofisticato charm.

New icons: Vittoria Ceretti

Vittoria per Dior AI 2017/18

 

La nuova icona del fashion world è “made in Italy”: Vittoria Ceretti, nata a Brescia 18 anni fa, è richiestissima. La sua carriera di modella ha preso il via nel 2012 grazie al concorso Elite Model Look, e da allora è decollata in modo esponenziale. L’ incarnato di porcellana, lo sguardo verde vagamente felino,  l’ ovale perfetto incorniciato da una massa di capelli castani rappresentano gli atout che, abbinati alla sua personalità travolgente, hanno conquistato i top names della moda sin dal primo istante. Non è un caso che Dolce & Gabbana l’abbiano scelta come testimonial della campagna Beauty per ben tre anni consecutivi, a partire dal 2014. In quel periodo è scoppiato un vero e proprio Ceretti boom: oltre che per il celebre duo, Vittoria ha sfilato per un sempre maggior numero di brand e prestato il volto alle campagne pubblicitarie di Giorgio Armani, Prada, Ralph Lauren, Givenchy. Ma la consacrazione è arrivata nel 2016, con una cover di Vogue Italia. Nel numero di Luglio Steven Meisel la ritrae in uno scatto che rievoca l’ irresistibile glamour di Virna Lisi.  Inutile dire che, da quel momento, le quotazioni di Vittoria sono aumentate ulteriormente: in passerella ha trionfato a New York, Milano, Londra e Parigi suscitando l’ ammirazione generale ai défilé di Versace, Marc Jacobs, Louis Vuitton, Dior, Chanel, Anna Sui, Valentino, J.W. Anderson, Chloé, Proenza Schouler, Miu Miu e Lanvin, solo per citare alcuni nomi. Le copertine e i photoshoot in cui ha posato per i più prestigiosi fotografi (come quello scattato da Luigi Murenu e Iango Henzi per il numero di Aprile 2017 di Vogue Japan) si sono moltiplicati ed è andato consolidandosi, parallelamente, il suo ruolo di musa.

Vittoria nella ad campaign PE 2017 di Alexander McQueen (photo by Jamie Hawkesworth)

Karl Lagerfeld l’ ha immortalata insieme alle sorelle Hadid nella sognante campagna pubblicitaria Fendi PE 2017 “Other rooms-Other voices”, mentre Alexander McQueen l’ ha eletta a sua unica testimonial: negli scatti di Jamie Hawkesworth appare sullo sfondo di dune di sabbia in riva al mare, lo sguardo intenso, l’ abito mosso dal vento.  Vedono Vittoria protagonista anche le advertising campaign PE 2017 di Alberta Ferretti, Bottega Veneta, Givenchy, Zara. Inclusa tra le #TOP50 da models.com e residente a New York ormai da un anno,  la fascinosa Ceretti non si è montata la testa. Vanta, anzi, un rigore professionale DOC. Niente vizi nè capricci, piuttosto sfizi: come un alieno tatuato sul gomito ed un innocuo corn snake che va ad aggiungersi a due gatti in qualità di pet. Entrambi, espressioni di un’ unicità intrinseca. Non è da tutte, in fin dei conti, avere 18 anni ed essere già un’ icona!

Vittoria per Versace AI 2017/18

Vittoria per Alberta Ferretti AI 2017/18

Vittoria nella ad campaign PE 2017 Fendi (photo by Karl Lagerfeld)

Vittoria per DKNY PE 2017

Vittoria per Dolce & Gabbana PE 2017

Vittoria per Sonia Rykiel AI 2017/18

Vittoria per Prada AI 2017/18

Vittoria per Anna Sui AI 2017/18

Vittoria per Chanel AI 2017/18

Vittoria per Marc Jacobs PE 2017

Il close-up della settimana

Vogue Italia e L’ Uomo Vogue hanno un nuovo direttore: Emanuele Farneti. Classe 1974, nato a Roma ma milanese d’azione, dopo una formazione in TV Farneti arriva in Condé Nast nel 1999, dove contribuisce a lanciare il mensile Gentlemen’s Quaterly (comunemente noto come GQ). Per lui si succedono, in seguito, ruoli direttivi e manageriali nelle redazioni di Men’s Health, della Gazzetta dello Sport e del suo supplemento Sportweek, di cui nel 2004 diviene direttore. Sempre nel 2004 lo vediamo al timone di  Men’s Health, che stavolta dirige per tre anni prima di passare a First e a Panorama.  Il 2011 e il 2012 coincidono, per Emanuele Farneti, con il lancio di Panorama Icon e di Flair in una nuova edizione. E’ il 2014 quando fa ritorno in Condé Nast per dirigere AD; un incarico che precede la nomina, pochi mesi dopo, a direttore di GQ. Jonathan Newhouse, Chairmain e Chief Executive di Condé Nast International, ha speso per Farneti parole lusinghiere: “Emanuele è considerato un vero e proprio ‘magazine maker'”, ha dichiarato, “in grado di portare ad ogni testata sorprendenti novità, freschezza visiva e qualità ai massimi livelli”. Riguardo al suo ruolo di successore di Franca Sozzani, ha sottolineato la genialità dell’ indimenticata direttrice che “ha reso Vogue Italia e L’Uomo Vogue un punto di riferimento in tutto il mondo per la moda e la fotografia”, aggiungendo: “Ci può essere una sola Franca. Eppure lei stessa aveva riconosciuto che Vogue possiede una vita propria che trascende la creatività di un singolo individuo. Conosceva e aveva un gran rispetto per Emanuele, e credo che avrebbe approvato.” Ci uniamo dunque a Jonathan Newhouse nell’ augurare ad Emanuele Farneti un grande “in bocca al lupo” per questa nuova, entusiasmante avventura.

Photo by Julie Robertson from Flickr, CC BY 2.0

Il close-up della settimana

E poi, all’ improvviso, capita che in un freddo giovedì d’ inverno, moderatamente ravvivato dalle luci e dalla frenesia natalizia, arriva una notizia sconvolgente: Franca Sozzani è scomparsa ieri all’ età di 66 anni, dopo una lunga malattia di cui solo gli intimi erano a conoscenza. Non esistono parole per esprimere lo sgomento, lo stupore, il dolore che porta con sè questa breaking news. Se ne andata la “Signora della Moda”, come l’ hanno definita, ma anche un’ icona, una donna impegnata nel sociale, una mentrice. Non lo sapevo, allora, ma è a lei che è associato il mio primo incontro con la fashion press: era il 1980 e io – non ancora neppure una teen – diventai una fan assidua di Lei, che avevo scoperto in un negozio di “moda giovane” (all’ epoca si chiamavano così) della mia città. Proprio in quell’ anno  Franca Sozzani fu nominata Direttore del magazine, e non potrò mai più dimenticare l’ entusiasmo che provavo nello sfogliare quelle pagine effervescenti, la sensazione di sentirmi già grande. Dal timone di Lei a quello di Vogue Italia, per il super Direttore,  il passo è stato breve. E con Vogue si è imposta per la sua sovversiva impronta estetica, il coinvolgimento di fashion photographers che hanno mirabilmente tradotto la sua filosofia e la sua idea di stile, l’ audacia delle immagini e l’ impegno nei temi. Qualche esempio? Il Black Issue completamente dedicato all’ Afro-American glamour, o il numero in cui celebrava le curvy sfidando gli standard di bellezza. Oppure, ancora, l’edizione Cinematic, che denunciava – ancora una volta attraverso i memorabili scatti di Steven Meisel – la violenza sulle donne prendendo come spunto gli horror movies: dei veri e propri gesti rivoluzionari per chi riduce la moda a un mondo di lustrini. Alle sue battaglie sociali (che nel 2014 le sono valse, tra l’ altro, una nomina ad Ambasciatrice ONU contro la Fame del World Food Program) Franca Sozzani ha affiancato un’ intensa attività di fashion scouting. Intuitiva, propositiva, geniale, il suo ruolo di promotrice di talenti è proverbiale e si è concretizzato nel leggendario “Who’s Next” oltre che in innumerevoli iniziative. Non è un caso che noi aficionados la ricordiamo anche per il dialogo che aveva saputo instaurare con i lettori tramite il suo Blog di Vogue.it. Dal Blog del Direttore sono partiti straordinari progetti come la Vogue Encyclo, un’ enciclopedia ad ampio spettro realizzata con il nostro contributo, e tutta una serie di proposte e di collaborazioni. Un credo, quello di Franca Sozzani, che si fondava sulla libera espressione delle proprie peculiarità, sulla valorizzazione degli atout individuali. “La consapevolezza dell’ unicità è la base per poter lottare per i propri sogni”, scrisse nel suo Blog qualche anno fa: un insegnamento che conservo a tutt’ oggi come un tesoro prezioso. Grazie, Direttore.

biancoPhoto by Manfred Werner (Tsui) (Opera propria) [CC BY-SA 3.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)], attraverso Wikimedia Commons

Il close-up della settimana

La Royal Albert Hall in uno scatto di David Samuel

En plein del Gruppo Kering ai Fashion Awards 2016 (già British Fashion Awards), che il 5 Dicembre ha premiato personaggi di rilievo e icone del panorama fashion globale. La cerimonia, tenutasi a Londra in una gremita Royal Albert Hall, ha visto trionfare nomi e brand del calibro di Alessandro Michele per Gucci, Marco Bizzarri, Demna Gvasalia per Balenciaga e Alexander McQueen, che si sono aggiudicati rispettivamente i titoli di “International Accessories Designer”, “International Business Leader”, “International Ready-to-Wear Designer” e “British Brand”: una eccezionale conferma per la holding fondata da François Pinault, fucina di alta creatività e di talenti innovativi. Sul palco, a consegnare i riconoscimenti del British Fashion Council in partnership con Swarovski, star di prima grandezza tra cui Marilyn Manson, Lady Gaga, David Beckham e Salma Hayek si sono alternate a big names della moda come Donatella Versace, Carine Roitfeld, Naomi Campbell e Tom Ford – solo per citarne alcuni. La Union Flag si è fatta onore nei premi consegnati a Simone Rocha (“British Womenswear Designer”), Molly Goddard (“British Emerging Talent”), Craig Green (“British Menswear Designer”) e, naturalmente, a Sarah Burton per Alexander McQueen, ma a brillare sono stati anche tre prestigiosi protagonisti – con la P maiuscola – del Fashion World internazionale: Franca Sozzani, direttore di VOGUE Italia, è stata insignita dello “Swarovski Award for Positive Change” per le iniziative volte al benessere ed alla promozione di buone cause, mentre a Ralph Lauren  è andato il premio “Outstanding Achievement” per la straordinaria carriera; Bruce Weber, dal canto suo, è stato omaggiato con l’ “Isabella Blow Award for Fashion Creator”, un riconoscimento al suo contributo nella fashion industry. Dopo il trionfo al défilé di Victoria Secret 2017, invece, un ennesimo successo ha coronato la carriera di Gigi Hadid che si è vista assegnare il titolo di “International Model“.

Photo by David Samuel, User:Hellodavey1902 (Own work) [CC BY-SA 3.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)], via Wikimedia Commons