Le 6 del mattino e le vie lastricate a pavè sono ancora vuote, deserte…Nel silenzio irrompe un rombo assordante: sembra opera di un carrarmato, ma rivela ben presto la sua più modesta natura di spazzatrice, che avanza roteando le spazzole meccanizzate lungo vie e piazze. Spunta l’alba, in una notte d’inverno…ma il buio non abbandona la scena. Si tinge di sfumature sempre più chiare, che virano all’azzurro, rendendo spettacolare il contrasto con luci e lampioni rimasti accesi. La neve assume una strana sfumatura fluorescente, nel riflesso delle ‘ore azzurre’, tramutando il paesaggio in uno scenario onirico e irreale. Osservo tutto dietro i vetri della mia finestra, ipnotizzata dalle cangianti metamorfosi della natura. Assonnata, sono già per metà immersa nella dimensione del sogno: mi perdo nella meraviglia della notte che lascia la sua scia ogni mattina, all’alba. A un lato il cielo si fa rosa, ma l’azzurro è predominante e la luna non ha abbandonato la scena. La città dorme ancora. Il traffico inesistente dirama lungo il reticolo di vie inanimate gli echi del latrato di un cane che abbaia in lontananza. Non è ancora giorno, ma non è più notte: momenti di passaggio che ricordano le magiche accezioni che i celti davano alle terre, agli scenari temporali ‘di mezzo’. Tra poco, le prime auto inizieranno a mettersi in movimento e le saracinesche dei negozi di quartiere verranno alzate rumorosamente, incuranti delle nuove tecnologie.Chiudo lentamente le persiane, trattenendo nello sguardo tutto l’azzurro possibile che sia riuscito ad immagazzinare, e lo porto con me: mi infilo, freddolosa, sotto il piumone. Sperando di ritrovarlo nei miei sogni.
Buon giovedì.