Fashion weeks: lo ‘street style’

 

Le settimane della moda sono un evento indubbiamente unico il cui mood si dirama ad ampio spettro, contagiando le metropoli interessate di spunti e tendenze anche al di là delle passerelle: la moda si respira a tutto tondo nelle iniziative, negli eventi, nell’atmosfera in sè e, last but not least, nelle strade. Un esercito di trendsetter, fashionistas e aficionadas si catapulta infatti, ad ogni stagione, alle Fashion Weeks più internazionalmente rilevanti per esibire le ultime, personalissime tendenze denominate dalla stampa street style. Solitamente stravagante, lo street style raramente inneggia ad un unico designer ma riprende e mixa firme e trend per un risultato estremamente originale, dando vita ad uno ‘spettacolo nello spettacolo’. Il fine, d’altronde, è quello di farsi notare, fotografare, di distinguersi dalla massa, inneggiando ad una delle matrici assolute da cui nasce e cresce tutta la moda in senso lato: la fantasia! Ecco una breve carrellata di street style da tre frequentatissime fashion week internazionali: Milano, Londra e New York, in occasione della presentazione dei fashion show Autunno/Inverno 2012.

 

Milano


 

Londra


 

New York


 

Buon mercoledì.

Jimmy Choo e le Tippi

In perfetta linea con il trend ‘metallizzato’ che spadroneggerà la prossima stagione, Jimmy Choo ci regala uno straordinario esemplare di glamour ed eleganza: le Tippi, nuovissime décolletè in morbida pelle dalla stampa pitonata. Un modello che richiama al vintage, dalle forme anni ’50 nella punta affusolata e dal vertiginoso tacco, alto 125 cm, che ne accentua la sensuale femminilità. Ma il dettaglio clou è rappresentato proprio dalla brillante lucentezza ad effetto ‘metallizzato’ della scarpa, degno prosieguo di un inverno luccicante di glitter e paillettes sparsi un po’ ovunque. Il costo delle Tippi? 900 euro. Un regalo da concedersi o da inserire nella propria, personale wish-list.

Buon martedì.

Glitter people

 

“Sii sempre una versione di prima qualità di te stessa, invece che una mediocre versione di qualcun’ altra.”

Judy Garland

 

Buon lunedì.

Direzioni

 

“Stregatto – chiese Alice – mi diresti per favore che strada devo prendere per andarmene di qui?”

“Dipende molto da dove vuoi andare” rispose il Gatto.

“Non mi importa molto il dove”, disse Alice.

“Allora non importa quale strada prendi”, disse il Gatto.

 

da Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll

 

Buona domenica.

Dita presenta Von Follies

 

“Era importante per me riuscire a realizzare capi meravigliosi in taglie che facciano sentire ogni donna sexy e glamour, e sono molto orgogliosa del fatto che siamo stati in grado di farlo mantenendo prezzi accessibili. “

Con queste parole, Dita Von Teese ha presentato la sua prima collezione di lingérie ispirata a una femminilità enfatizzata e sexy, tipicamente anni ’50, che riprende tutto il glamour e la sensualità dei capi del Burlesque: non è un caso, infatti, che Von Follies – questo il nome della collezione – comprenda in tutto 26 pezzi altamente seduttivi e specificamente pensati per esaltare le curve di ogni donna. Corpetti, maliziosi reggiseni a balconcino, gonnelline, body, calze e reggicalze presentano infatti la caratteristica di vestire la più ampia tipologia di taglie, partendo dalla XXsmall per arrivare alla XXlarge: come dire, essere sexy è diritto e appannaggio di tutte e, scegliendo il capo giusto, ognuna può trovare la sua via. La linea include i capi basilari e più provocanti della lingérie del secolo scorso: si va dalle culottes ai reggiseni rinforzati  passando per bustier ultraderenti, privilegiando, nei materiali, tessuti maculati o in tinte decise, un’abbondanza di pizzi e merletti, maliziosi giochi di ‘ti vedo-non ti vedo’. E i prezzi? Decisamente abbordabili, in accordo con la filosofia di Dita: il range parte dai 17 dollari per non oltrepassare i 145. C’è da scommettere che la collezione Von Follies, la cui campagna pubblicitaria vede proprio Dita come testimonial e protagonista assoluta, sarà richiestissima da tutte le fan della diva del Burlesque; al momento, però, i capi sono disponibili solamente on line e presso tutti i Target Store dell’Australia, con la previsione di farli sbarcare negli Stati Uniti e in Gran Bretagna a breve. In attesa che arrivino in Italia, non ci resta che goderci le foto e stilare in anticipo la nostra personale wish list!

 

Felice weekend.

La giostra

Basta poco, a volte…una musica, un dettaglio, persino un odore particolare, per rievocare momenti e sensazioni del passato. Per ricercare, tra le immagini archiviate nella mente, luoghi, persone, situazioni accuratamente impressi in fotogrammi flou e dai colori incerti, deformati dallo sguardo di bambino che li immagazzinava…e basta un carillon che a manovella mette in moto gli ingranaggi dei ricordi, diffondendo una melodia  semplice, ripetuta all’infinito ad ogni giro, per riaffondare nel passato. La giostrina del carillon affida ai suoi cavalli in miniatura e a decorazioni come glassa di zucchero il ritornello di giorni lontani: giorni di festa, quando le giostre arrivavano in città! Ancora mano nella mano della mamma avanzavi incerta, quando si spargeva la voce…ed erano capricci e suppliche, per arrivare in quei campi densi di ghiaia e di erba che ospitavano giostrine variopinte come enormi carillon, autoscontri e ottovolanti che non vedevi e non ti interessavano…Cercavi solo le decorazioni di perle, i cavallucci che si muovevano a suon di musica, il dolce movimento ondulante della rotonda pedana. Ed erano aspri rimproveri dei vecchi quando ammonivano imperiosi di stare attenti, perchè gli zingari  rapivano i bambini: la manina stretta più forte in quella della mamma non appena i tuoi occhi , ancora intrisi solo del tuo piccolo mondo, scorgevano le roulotte sparse attorno, il fumo che ne usciva, donne scure come tronchi d’albero in trecce lunghissime ed ampi gonnoni. Ma il sogno tornava, su quella pedana. E mentre roteava a suon di musica cullandoti sui suoi cavallucci incantati, nulla poteva succederti: ti accingevi a varcare i confini di un mondo fatato che ti avrebbe condotto, giro dopo giro, verso il magico scenario di una favola surreale, in un Regno della fantasia dove non esistevano vecchi apprensivi nè pittoreschi ladri di bambini..

Buon venerdì.

Bree

 

Stavo cercando di uscir fuori da un mondo che ho conosciuto, perchè non ritenevo che andasse bene per me…e alla fine mi sono ritrovata al punto di partenza. Però a un certo punto ho capito che non me ne importa un tubo, ecco: quello che veramente mi piacerebbe è essere senza volto e senza corpo…E, soprattutto, essere lasciata in pace.

Bree Daniel/Jane Fonda

in “Klute”

by Alan Pakula, 1972

 

Buon giovedì.

Dr. Martens: rapsodia in rosa

La notte scorsa ho fatto uno strano sogno: mi accingevo ad acquistare un modello di scarpa stringata ed aderente alla caviglia dalla pelle morbidissima, che tastavo mentre il commesso mi stringeva il piede intrecciando i  lacci. Ma quel che mi faceva star bene, che mi dava una splendida sensazione di fiaba primaverile era il colore, della scarpa: un rosa vivace, un pizzico meno appariscente del fucsia, ma molto vivo. Una variante appena più accesa del tipico rosa sorbetto tanto in voga per le collezioni della bella stagione. Poco fa ho cercato un fac simile di quella scarpa in rete, e non c’è che dire, il modello era effettivamente molto simile ad un Dr. Martens! Ho scoperto così che la nuova collezione primavera/estate 2012 dei sempiterni anfibi si declina in tonalità pastello e molto candy, sicuramente per allinearsi alle tendenze che, per gli outfit primaverili, hanno decretato vincente questa palette colori. Lo stivaletto, ormai un classico legato a tantissimi ricordi giovanili e alle più disparate esperienze, nella sua doppia versione (alto a metà polpaccio, oppure a metà caviglia) si tinge di colori insospettabili tra cui uno splendido pervinca, non tralasciando la sfumatura secondo me più favolosamente 2012 come il bluette ‘metallizzato’. Non dimentichiamo d’altronde che Dr Martens ha reso possibile, grazie al suo spirito di ricerca, un’evoluzione decisiva e continua del modello base del brand, che lo scorso autunno/ inverno abbracciò ad esempio modelli maculati e in fantasie animalier, dando il via addirittura ad una collaborazione con Swarovski per una collezione natalizia che impreziosiva il classico anfibio nero di piccoli cristalli  incastonati nella scarpa. Che questa primavera, dunque, inizi sotto i buoni auspici del colore: per cancellare, passo dopo passo,  tutte le giornate grigie che si presenteranno lungo il nostro cammino.

Buon mercoledì.

Glitter people

 

” Faccio errori, sono senza controllo e a volte difficile da sopportare. Ma se non riesci a sopportare il mio peggio, puoi star certo che non meriti il mio meglio.”

 

Marilyn Monroe

 

 

Buon lunedì.

Loredana, regina del rock

 

Fosse per me, il Festival di Sanremo l’avrebbe vinto lei in coppia con Gigi D’Alessio: giusta ricompensa per una carriera che, negli ultimi anni, le ha riservato periodi altalenanti e ha mancato, forse, di decretarla a tutto tondo Regina del rock italiano come merita e ha sempre meritato. Una grinta unica, prescenza scenica di fortissimo impatto, un vero “animale da palcoscenico”, Loredana Bertè è sicuramente la protagonista numero uno della scena pop rock nostrana: D’Alessio ha dichiarato recentemente che non avrebbe mai pensato a un’altra interprete se non a lei, per il brano Respirare, aggiungendo che, in assenza di Loredana, solo un’artista del calibro di Tina Turner avrebbe potuto egregiamente sostituirla. Io la Bertè la ricordo in un live strepitoso realizzato molti anni fa nella mia città: un concerto tenuto all’apice del suo successo, quando, rivelando un gusto e un estro non comuni, alternava ad ogni disco un cambio di look. Fu lei a lanciare lo stile new romantic in Italia, interpretando la sua Ninna Nanna in tenuta da pirata che includeva bluse di pizzi e merletti, pantaloni ad ampie striscie e cappelli da bucaniere, reinterpretando la tendenza lanciata oltremanica dai vari Spandau Ballet e Adam & the Ants. Provocatoria, bellissima, una cascata di capelli ricci e colori tipicamente mediterranei, sul palco non si risparmiava e di quel concerto, della Bertè, ricordo l’energia, la vitalità, l’aggressività pura che altro non era che una rielaborazione della sua immensa grinta. Il pubblico rimaneva ipnotizzato dal suo fascino istintivo e dal feeling ‘di pelle’ che riusciva a creare con i suoi musicisti. Un mito, Loredana: erano gli anni ’70 e lei appariva in minishorts glitterati, stivaloni star & stripes, top minimale nelle pagine patinate delle riviste, fotografata sullo sfondo di una Grande Mela che nel ’78 accoglieva il primo Fiorucci Store incoronando la Bertè sua madrina. Fu l’inizio di quel periodo newyorchese che la legò a tutto il mondo artistico underground dell’epoca, immergendola nel fermento della Factory e permettendole di intrecciare rapporti di amicizia e professionali con Andy Warhol, che nell ’81 volle girare il videoclip di Movie – dove Loredana canta circondata da avenue e grattacieli grazie alla tenica del chroma key – e con Christopher Makos, artista della Factory che scattò le foto di copertina dello stesso disco: un primo piano intenso, che gioca con luci ed ombre del suo volto ‘riassunte’ in un bianco e nero elegante. Anni creativamente effervescenti in cui, tra Studio 54 ed evoluzione della pop art, Loredana declinò la sua italianità a livello internazionale in un mix che  incentivava la sua ispirazione, e promuoveva lei come fonte d’ispirazione, al tempo stesso. Oggi, la nostra “madrina del rock” merita a tutti gli effetti di tornare a ruggire come un tempo e con tutti i dovuti riconoscimenti: è il minimo che spetta, e di diritto, a chi il rock, e il palcoscenico, scorrono nel sangue.

 

Loredana a New York, insieme a Andy Warhol

 

Buona domenica.