E stasera, mentre la laguna si tinge di azzurro sempre più intenso sconfinando nel buio, mi aspetterai sul pontile. Arriverò, irriconoscibile in una maschera spettacolare, ti sfiorerò la mano e ci avvicenderemo insieme verso l’ avventura dei campielli chiassosi, delle calli affollate, assecondando i fruscii delle pesanti stoffe preziose e delle balze che tramuteranno, per questa ed altre notti, la nostra essenza in una mirabolante, fittizia identità.
Sul nostro cammino, solo morette e maschere a celare gli sguardi: lasceremo a manciate di coriandoli , ad arabeschi di stelle filanti, il compito di lanciare colorati segni di saluto. E quando magica, tra le risa e le voci falsate, nelle calli, nei campielli apparirà un’oasi di notturno silenzio, godremo estasiati di questi attimi in cui il gorgoglio dei canali accompagnerà i nostri passi. Ci infileremo, euforici, in un bacaro brulicante di un variopinto caleidoscopio di maschere, sorseggeremo spritz fino a rimanerne piacevolmente storditi, per poi confonderci di nuovo nella notte. Le bifore illuminate di un maestoso palazzo ci abbaglieranno invitanti, saremo arrivati: ora noi in mezzo alla folla, il fiatone dopo scalini saliti di corsa, circondati da un’ incredibile moltitudine di avventori in costumi come opere d’arte. Che inizino le danze…e tra ambiguità e ori, tra sfarzo e velluti, tra meravigliosi colori e regali movimenti, mentre muoveremo i nostri passi al melodioso ritmo di un’ armonia settecentesca, ci chiederemo se è qui, a Venezia, che ogni Febbraio si trasferisce il Paradiso.
Felice weekend.
Un bellissimo post, molto suggestivo.
Bacio