“E’ dura avere in ufficio tanta gente famosa contemporaneamente, perchè nessuno capisce come mai ci siano gli altri.”,
affermò Andy Warhol. Eppure , la sua ossessione per la celebrità e per le celebrities è cosa nota: una sua dichiarazione sul tema, “Nel futuro ognuno sarà famoso per 15 minuti”, è diventato l’aforisma forse maggiormente identificativo del padre della Pop Art. E proprio in omaggio alle più talentuose, alle più glamourous celebrities mondiali creò Interview, con il sottotitolo di ‘The Crystal ball of pop“. Era il 1969 e Warhol – insieme a John Wilcock e a Gerard Malanga – proponeva una rivista in cui le interviste ai VIP dell’ epoca (creativi, musicisti, artisti, esponenti del jet-set, e chiunque destasse la sua curiosità e il suo’interesse -unico reqisito: essere famosi) costituivano un buon 60% della pubblicazione, mentre nel rimanente 40% rientravano le pagine pubblicitarie patinate. Non si trattava di interviste qualunque: le domande poste all’ interlocutore erano tipicamente in linea con lo stile dissacratore ed eccentrico di Warhol, dando luogo all’ impressione di assistere quasi ad un colloquio privato tra Andy e la celebrity di turno.
Caratterizzata da una grafica personalissima e da copertine che esibivano ritratti degli intervistati realizzati dal re della Pop Art con varie tecniche e modalità, Interview era soggetta a un metodo di distribuzione del tutto particolare: era Warhol stesso ad occuparti della sua diffusione in prima persona, elargendo copie ai passanti, ai taxisti, ai gestori dei negozi od organizzando eventi improvvisati a cui, alla distribuzione di copie, si accompagnava una sua sessione di autografi. Il tutto, naturalmente, nella brulicante e prestigiosa cornice di Manhattan. Interview aveva una cadenza mensile e uno stile che privilegiava fortemente l’ immagine. Una cospicua quantità dei più grandi nomi, tra i fotografi contemporanei, ha visto coinciderel’ inizio della sua carriera con la nascita del periodico: David Lachapelle in particolare, ma anche Herb Ritts, Bruce Weber, Matthew Rolston. Nel 1987, con la morte di Andy Warhol, Interview interruppe la pubblicazione, per essere rilanciata nel 2008 da Fabien Baron e Glenne O’ Brien; ma l’arguzia e l’ indolente ironia di Andy rimarranno, sfortunatamente e per sempre, i due più importanti tasselli mancanti del ‘puzzle‘.
Felice weekend.