‘Biancaneve e il cacciatore’, ovvero la bellezza come potere

 

“Specchio, specchio delle mie brame…chi è la più bella del Reame?” Dopo la Biancaneve di Tarsem Singh, un altro film incentrato sulla fiaba dei fratelli Grimm è ai blocchi di partenza, pronto a riproporci la storia della dolce fanciulla dalla pelle bianca come la neve e l’eterno conflitto con la sua matrigna. Biancaneve e il cacciatore, diretto da Rupert Sanders e prodotto da Joe Roth e Sam Mercer (già coinvolti nella produzione di Alice in the Wonderland di Tom Burton), evidenzia, nei panni della Regina Cattiva, una bellissima e crudele Charlize Theron mai vista più spietata. La Regina Ravenna, questo il nome del suo personaggio, ossessionata dalla bellezza e dal potere che da essa deriva, è solita nutrirsi della linfa vitale di giovani pulzelle affinchè il suo fascino rimanga intatto nel tempo. Ma quando lo Specchio, da lei interrogato quotidianamente in cerca di conferme e rassicurazioni, le rivela che Biancaneve, la sua figliastra,  è in procinto di sottrarle lo scettro di ‘più bella’, viene sopraffatta dalla rabbia e dal terrore arrivando ad ordinare a un giovane cacciatore di ucciderla. Solo cibandosi del suo cuore, infatti, la Regina potrà continuare a godere dei privilegi che derivano dalla propria bellezza ed ottenere il potere della vita eterna. Biancaneve, però, fuggita nella selva oscura, quando verrà raggiunta dal cacciatore riuscirà a conquistare la sua benevolenza grazie al candore e all’ innocenza, e da qui la storia svolterà su un binario inaspettato: il cacciatore, d’ ora in poi, diventerà suo mentore insegnandole a sopravvivere nel bosco e le arti del combattimento in modo che, grazie ad esse, possa sconfiggere la malvagia Ravenna e distruggerne il Regno. La Regina, però, dotata di soprannaturali poteri di strega, non ha alcuna intenzione di deporre le armi e tra lei e Biancaneve sarà lotta all’ultimo sangue. Anche in questa versione della fiaba, dunque, l ‘originaria passività della protagonista si tramuta in un attivismo sorprendente e inaspettato che dà adito a un coinvolgente combattimento – non privo di colpi di scena – del bene contro il male. Un altro ruolo di ‘cattiva’ per la splendida Charlize Theron che, intervistata da VANITY FAIR, ha dichiarato di sentirsi maggiormente stimolata da personaggi ‘pluridimensionali’ e ricchi di spessore caratteriale. Ma è davvero il ‘male’, tutto ciò che  la Regina Ravenna incarna, o semplicemente  un simbolo del concetto che racchiude in sè una delle più grandi ossessioni del nostro tempo? L’elisir dell’ eterna giovinezza, la bellezza come garanzia assoluta di potere, la seduzione come suprema arma di comando: tutti input che rendono la perdita di queste doti un insopportabile smacco, la certezza di un’esistenza votata al fallimento e alla subordinazione. In un Medioevo immaginario come ora, dunque, la vita di una donna, fondata su ineludibili sicurezze approvate, fomentate dalla società, perde ogni coordinata, ogni plausibile orientamento se queste vengono meno. Ed ecco allora aumentare la malvagità della Regina al sentirsi minacciata, sfidata dalla giovinezza e dalla bellezza in fiore di Biancaneve. La rivalità femminile si scatena e si inasprisce messa in scena sempre dagli stessi, atavici motivi: il prevalere dell’ una sull’ altra grazie ai poteri che, oggi come ieri, possiedono maggior mordente sull’ animo maschile. E in un mondo ancora fondato su dinamiche e convinzioni di stampo strettamente patriarcale, la perdita di essi equivale – in toto – alla perdita del proprio potere femminile. Proprio per questo persino il trailer di Biancaneve e il cacciatore, forse, ruota completamente intorno non tanto alla figura di Biancaneve, quanto a quella della Regina Ravenna, risaltandone la personalità e la ferocia.

Non resta che attendere il prossimo 11 luglio per poter approfondire i temi  che questa ennesima versione della fiaba di Biancaneve ci offre, per valutarne gli spunti dando luogo a successive, ulteriori considerazioni.

Felice sabato sera.

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