All’ inizio degli anni ’70, fu l’ advertising campaign che suscitò maggior scalpore: il talento esuberante e dissacratorio di Oliviero Toscani iniziava a risvegliare quel clamore che lo ha sempre accompagnato nei decenni in avanti. In connubio con il pubblicitario Emanuele Pirella coniò un mix dal sicuro impatto, abbinando un’ immagine e uno slogan quanto mai contrastanti eppure in linea con il particolarissimo nome del brand che si proponeva di lanciare: la Jesus Jeans, marchio di punta del denim wear, fondata a Torino quasi mezzo secolo orsono. La frase “Chi mi ama, mi segua”– stampata su un fondoschiena rivestito di un paio di succintissimi hot pants – fece gridare allo scandalo e generò polemiche infinite, che spinsero addirittura intellettuali dal calibro di Pier Paolo Pasolini a scendere in campo per commentarne l’ “impudicizia” in un dibattuto articolo dal titolo “Il folle slogan dei jeans Jesus”, pubblicato nel 1973 da “Il corriere della sera”. Ma l’ enorme popolarità raggiunta dall’ advertising aveva ormai raggiunto livelli esorbitanti, rendendolo una delle campagne pubblicitarie più straordinariamente d’ impatto e conosciute al mondo: l’ ironia, abilmente mescolata alle forme perfette della modella Donna Jordan, era riuscita ad emergere dal contesto colpendo efficacemente nel segno. E rendendo i Jesus Jeans uno dei capi cult, un prioritario must have, degli anni ’70.
Buon mercoledì.