Donyale Luna, ‘black beauty’ degli swingin’ 60s

 

Corpo da gazzella, filiforme, slanciato, di una grazia sublime. Occhi splendidi, allungati verso le tempie, il cui colore variava frequentemente grazie alle lenti a contatto azzurre o verdi che adorava sfoggiare: Donyale Luna, modella cult dei ’60 dalla singolarissima bellezza di sangue misto, nasce a Detroit nel 1945. Scoperta dal fotografo David MacCabe, vola a New York sognando di intraprendere la carriera di modella e debutta alla grande, grazie a un contratto annuale in esclusiva con Richard Avedon. A metà anni ’60, Donyale è già in  copertina su Harper’s Bazaar VOGUE UK: è il 1966 e, ritratta da David Bailey, sarà la prima top afroamericana  ad apparire sulla cover dell’ edizione inglese della prestigiosa rivista. Quanto basta affinchè Time le dedichi un ampio articolo, dal titolo The Luna year, in cui vengono decantate le doti estetiche e il fascino del tutto particolare di Peggy Ann Freeman, il suo nome d’origine, variato in Luna in onore -pare – del nome del suo padre biologico. Donyale ha inoltre sempre sostenuto di essere il risultato di un mélange di razze che includevano sangue messicano, irlandese ed afro-egiziano: in Europa, la sua straordinaria allure e l’ eleganza naturale della sua figura la rendono una delle modelle più richieste. Viene creato addirittura, nel 1967, un manichino ispirato alle sue fattezze sulla fasariga di quanto era avvenuto per Twiggy. Ed è in occasione di uno shooting senza veli per l’ edizione italiana di Playboy che Luna conosce il suo futuro marito, il fotografo Luigi Cazzaniga. Il suo mood eccentrico, il glamour esotico che la caratterizzano non possono passare inosservati alla corte di Andy Warhol, che la vuole alla Factory e come interprete di numerosi film da lui prodotti: Screen Test: Donyale Luna (1964), Camp (1965), Donyale Luna (1967), solo per citarne alcuni. Ma la vera occasione nel cinema arriva con Federico Fellini. Nel 1970 appare in Satyricon nel ruolo della maga Oenothea, e due anni dopo viene scelta da Carmelo Bene per interpretare Salomé nell’ omonimo film: Luna recita completamente nuda, con la testa rasata, dall’ inizio alla fine della pellicola, esibendo un corpo di una magrezza assoluta ma sofisticatamente accattivante. Al di fuori dei confini italiani, appare nella commedia di Otto Preminger Skidoo e in un documentario inglese sulla Swinging London dal titolo Tonite, let’s all make love in London. Last but not least, poi, fa una memorabile apparizione al Rock ‘n Roll Circus, un concerto organizzato dai Rolling Stones con la partecipazione di tutti i più grandi nomi del rock dell’epoca – tra cui gli Who, i Jethro Tull, John Lennon, Marianne Faithfull e molti altri ancora: alta, slanciata e dai lunghissimi capelli, Luna gioca con alcune torce prima che venga introdotto uno degli special guest. In pochi minuti scenici, ammalia chiunque: esotica, misteriosa, raffinata e selvaggia al tempo stesso si discosta da qualsiasi stereotipo sulle modelle afroamericane ed appare distante, irraggiungibile, quasi eterea. Sono proprio queste sue caratteristiche che le attribuiscono il merito di aver donato una ‘ radicale nuova immagine della donna di colore’ , come scrive una rivista londinese. Luna trascorre a Roma la maggior parte degli anni della sua breve vita. Tra i suoi flirt, gli attori Maximilian Schell, Georg Willing e Klaus Kinski, con cui ha una relazione alla fine degli anni ’60. Dal matrimonio con Luigi Cazzaniga, nel 1977 ha una figlia, Dream. Ma – soltanto due anni dopo – la vita della fascinosa top dal corpo di gazzella viene stroncata, proprio a Roma, da un’ accidentale overdose.  Un’ esistenza interrotta, cosi come molte in quegli anni, nell’utopica ricerca di evasioni in dimensioni illusorie quanto irreali. Oggi, Donyale Luna rappresenta un’icona che ha saputo aprire le porte e dare nuova linfa alla bellezza ed allo stile di ogni top afroamericana, dalla sua generazione in avanti.

Felice weekend.

 

 

Per VOGUE UK, 1967

 

Con Federico Fellini, in Satyricon

 

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