Sir Norman Parkinson e il senso dello stile

 

Nel 1975 i cellulari erano ancora strumenti da fantascienza, ma per una splendida creatura come Jerry Hall risultava anche possibile che un telefono tutto azzurro, in perfetto pendant con il colore del mare, si materializzasse improvvisamente sulla riva offrendole la chance di comunicare con il boyfriend del momento: questi celebri scatti firmati da Sir Norman Parkinson, uno dei più rinomati ritrattisti e fashion protographer del XIX secolo, intrigarono talmente Bryan Ferry da spingerlo a volere a tutti i costi Jerry Hall sulla copertina dell’ album Siren nei panni di un’ ammaliante sirena.

Nato a Londra nel 1913, Parkinson aveva studiato alla Westminster School e si era ‘fatto le ossa’ come apprendista presso lo studio fotografico associato Speaight & Sons Ltd. Pochi anni dopo inaugurava la sua attività in proprio in società con Norman Kibblewhite, dando il via ad una collaborazione con Harper’s Bazaar e The bystander. Conclusa la parentesi della seconda Guerra Mondiale, durante la quale esercitò il ruolo di fotografo di ricognizione sulla Francia per la Royal Air Force, dal 1945 iniziò un rapporto professionale con VOGUE che proseguì fino al 1960, quando si rimise in gioco come Associate Contributing Editor di Queen Magazine. Dal 1964 in poi, in seguito al suo trasferimento a Tobago, accettò solo ingaggi come fotografo free-lance. Definendosi costantemente un ‘artigiano’ e mai un artista, Parkinson operò una vera e propria rivoluzione nell’ ambito della fashion photography grazie alle ambientazioni in esterno, che eludevano la troppo spesso rigida e artificiosa atmosfera degli shooting realizzati in studio. Un alto tasso di glamour mescolato ad una buona dose di humour – non erano rari i casi in cui prendeva parte personalmente al set fotografico – costituiscono gli ingredienti principali del suo stile. Affascinato dalla figura femminile (“L’ essere fotografata è parte integrante dell’ identità di ogni donna”, era solito affermare), una personalità complessa che esprimeva in un look eccentrico, si approcciava ai soggetti mantenendo un ironico distacco; tra i protagonisti dei suoi scatti, oltre che modelle e celebrità, anche la Famiglia Reale Inglese, per la quale divenne ritrattista ufficiale. Una costante della sua opera è rappresentata dalla sua continua capacità di rinnovarsi, di evolvere stilisticamente reinventandosi, anno dopo anno, senza guardarsi mai indietro. Disse: “Sono stato abbastanza fortunato da fotografare un’ intera epoca.”. E noi, molto fortunati ad ammirare foto che, negli specifici settori del ritratto e della moda, hanno scritto la storia della fotografia. Norman Parkinson morì nel 1990.

Buon venerdì.

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