Moon girls on a silver screen

 

Bagliori argentei di uno stile che nasceva ispirato alla luna, riprendendone il suo chiarore pallido e contaminato da riflessi cangianti e fluttuanti a cui l’ immaginavo collettivo dava forma attingendo al proprio patrimonio onirico. Le tutine attillatissime che a metà degli anni ’70 si illuminano di flash stroboscopici nelle lunghe nottate allo Studio54 divengono simbolo e specchio di quella fantasiosa scia planetaria metallizzata, metallica e futuribile materializzatasi con la missione Apollo  15. Il primo sbarco sulla luna crea una visione avveniristica e personalizzata di nuove galassie, nuovi mondi avvolti dal mistero in cui non esistono colori, ma solo irradiazioni argentee che modellano gli abiti su tessuti iridescenti.  Le sirene spaziali si muovono a proprio agio in un’era che è pregnante proiezione immaginaria di atmosfere ai confini con la fantascienza. Arrivano le moon girl, e dal ’68 in poi i designer che danno vita ai loro riverberi argentati sono Paco Rabanne, Courreges, Pierre Cardin, Bianchini-Ferier, Thierry Mugler. Lo sbarco della luna è solo un punto di partenza per sondare ciò che era, fino a quel momento, inconoscibile. Ma non dimentichiamo che, negli anni ’70, ci si domandava già: ‘C’è vita su Marte?’. David Bowie, pioniere del silver glam rock, docet.

Buon venerdì.

 

Photo: Marie Helvin by David Bailey, 1976

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