La colazione domenicale inizia nel silenzio ovattato tipico di questo giorno di relax, ma anche – in linea con gli stati d’ animo descritti dal mio corregionale poeta che fu autore del ‘Sabato del villaggio’– di torpore: ” diman tristezza e noia/ recheran l’ ore, ed al travaglio usato/ ciascuno in suo pensier farà ritorno”, verseggiava, sibillino, Giacomo Leopardi in quel di Recanati oltre due secoli orsono. E non aveva, di certo, tutti i torti: attraverso i vetri della finestra, perdo lo sguardo in direzione della fuga di tetti a ‘coppi’ che si diramano, succedendosi, sottostanti alla mia casa nel cuore della città. Un cielo grigio incombe, intenso, su questa mattinata che lascia presagire un clima rigido e umido. Un clima già invernale, che impregna l’aria di minuscole goccioline non propriamente identificabili nè come nebbia, nè come foschia. Eppure, questa cappa plumbea novembrina viene piacevolmente infiltrata da più che piacevoli odori di pasticceria probabilmente provenienti da un vicino bar, dando modo a creme, zuccheri e canditi di proliferare liberamente nell’aria gelida che si insinua tra le viuzze del centro storico. Mentre bevo il mio caffè con una punta di latte penso che oggi pomeriggio, in realtà, la città vincerà la desolazione presagita dal poeta recanatese grazie a un simpatico stratagemma: pare infatti, che in virtù del Natale che si avvicina a grandi passi, i negozi affacciati sul corso principale rimarranno aperti, iniziando la maratona delle domeniche pre-natalizie che, da oggi in poi, abolirà ogni chiusura delle attività commerciali nei giorni festivi. Un pensiero che di primo acchitto lascia perplessi: ma non siamo appena a metà novembre? Poi, però, ricordi che in piazza sono diverse le vetrine già addobbate a festa, in tono con i luccichii e la neve ‘a spruzzo’ natalizia, ed hai notato alberi di Natale preziosamente decorati, soffitti di stelle argentate, nei negozi abitualmente noti per la ricercatezza delle loro vetrine di fine anno. Curioso: di solito il Natale non appariva che a inizio dicembre, per le vie cittadine. Ti chiedi il motivo di questo anticipo sui tempi e l’ unica risposta che ti viene in mente è che la crisi, fortunatamente, ha ispirato una reazione: una reazione che probabilmente intende sopperire (e non nascondere) con luci, addobbi e sfavillii a una realtà altrimenti ‘spenta’ e gravata dalla recessione. E lo trovi positivo, comunque intrigante: perchè, in fondo, anche un viavai domenicale in un centro illuminato da vetrine invitanti e decorato a festa da un Natale in netto anticipo può attirare flusso, visitatori e movimento. Una vitalità rinnovata che scuote le ultime, pigre domeniche di novembre all’ insegna, perlomeno, del bello. Un ottimo antidoto al disadorno appiattimento che, per definizione, è legato a doppio filo alle conseguenze della crisi. Dal ‘bello’ si può ripartire per combattere lo scoramento, la desolazione, la stasi esteriore e interiore a cui la crisi si accompagna. Incitando un prezioso – e incoraggiante – brainstorming di nuovi stimoli.
Buona domenica.