Vintage Christmas: Bettie Page

 

La Regina di tutte le pin up, icona di stile provocante, ma con autoironia: Bettie Page nasce a Nashville nel 1923 e quando si iscrive al College è fermamente convinta di diventare insegnante. I corsi di arte drammatica che inizia a frequentare, però, le fanno cambiare idea e dirotta ben presto le sue ambizioni nel mondo del cinema, decisa a diventare attrice. Dopo la laurea in Arte nel 1943, si sposa e gli eventi prendono una piega differente da quella desiderata, ma il destino le viene incontro sotto le sembianze di Jerry Tibbs, un fotografo che incrocia a Coney Island e che decide di lanciarla come modella. E’ proprio di Tibbs l’idea della frangia, corta e sbarazzina, che da quel momento in poi diventerà dettaglio e simbolo di ogni pin up che si rispetti: sono gli anni ’50 e la carriera di Bettie ha una svolta fetish quando, per Irwing Klaw, posa per una serie di foto in stile bondage e sadomaso. Richiestissima, i suoi scatti foto vengono distribuiti per corrispondenza o pubblicati in riviste per soli uomini. Quando conosce Bunny Yeager (fotografa ed ex modella) Bettie è già la più famosa pin up della Big Apple e le foto in cui Bunny la ritrae, nella location del parco naturale di Boca Raton, in Florida, saranno il trampolino di lancio per una fama stellare e imperitura. Nuda o con un semplice costume animalier da lei stessa creato, Bettie lotta con due ghepardi e si fa fotogafare in una molteplici pose, protagonista assoluta di un servizio dal titolo Bettie in the jungle che viene inviato a Playboy e suscita un apprezzamento tale da parte di Hugh Hefner da farla nominare immediatamente Playmate del mese. Sarà sempre Bettie ad apparire nel central folder di Playboy in occasione del secondo anniversario della rivista. Le foto da allegra pin up, il suo lato ‘solare’ si alternano a scatti in black and white dove mostra il volto più hard, quello delle foto sadomaso, del bondage, del fetish, che la caratterizzò fortemente. Munita di frustini, bavagli, bustier ultraderenti e calze rigorosamente a rete con giarrettiera, la Bettie più ‘oscura’, sempre e comunque issata su tacchi vertiginosi, raramente dimentica il sorriso: requisito, forse, basilare per rendere più soft le scene di cui è protagonista agli occhi di una audience anni ’50 ancora affetta da serpeggiante prudérie. Capelli corvini, ondulati e lunghi fino alle spalle, lipstick rosso fuoco, stilettos e ammiccamenti, Bettie l’ icona è rimasta così impressa, a titolo indelebile, nell’ immaginario collettivo. Abbandonò la sua carriera nel 1957 per motivi non chiariti e morì nel 1985, a Los Angeles, dopo essere stata a lungo malata: ma chi pensa a lei la ricorda come la spumeggiante pin up di un’epoca ormai quasi archetipa, e negli intriganti siparietti burlesque in technicolor girati in coppia con Tempest Storm: sensuale ma maliziosa, fresca, sbarazzina. Imitatissima nel look, Bettie ha ispirato diverse serie di fumetti, due biopic e varie pièce per il teatro, in una delle quali viene messo in evidenza il suo coinvolgimento in un processo per la moralizzazione del 1954 a cui alcuni attribuiscono la sua uscita di scena. Bettie Page non poteva non lasciare ai posteri i suoi scatti natalizi di prassi, e lo fa con la spontanea naturalezza che la contraddistingue: facendosi immortalare nuda, essendo la pelle l’abito con cui si sente – come ha più volte dichiarato – maggiormente a suo agio. Un fisico tonico, forme perfette, la sua chioma folta di un nero lucente e la carnagione imacolata la fanno quasi somigliare a una Biancaneve “d’annata” in versione sexy-soft. Ammiccante, Bettie strizza l’occhio mentre è intenta ad addobbare un candido albero di Natale vestita solo di un berretto da Santa Klaus. L’ ambiente è confortevole: moquette bianca a pelo lungo che fa pendant con il colore dell’abete – un fake – nella più pura tradizione dei rinnovati agi anni ’50. Unico elemento ‘primordiale’ e nature, la nudità di Bettie che, contestualizzata nell’ atmosfera natalizia, sembra ribadire l’ assoluta naturalezza del sesso inserendo il concetto nella festa ‘familiare’ per eccellenza. Un’alta interpretazione, forse più pepata, potrebbe rintracciare in questa foto uno ‘sdoganamento’ dell’ immagine stereotipata del Natale, donandogli quel pizzico di salutare (sex) appeal in più che fa la differenza e che distrae l’attenzione maschile dal cenone in famiglia, dall’ operazione regali per i pargoli e dalle interminabili partite a tombola, dirottandone l’ interesse verso più intriganti lidi…Una versione più che probabile e verosimilmente abbastanza appropriata, se pensiamo ai trascorsi di playmate di Bettie: Hugh Hefner docet

Buon lunedì.

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