Dame Elizabeth Rosemond Taylor viene ad aggiungersi alla speciale gallery natalizia che presenta i ritratti, in versione Christmas Time, dei divi di una Hollywood al suo massimo fulgore. Di origini statunitensi ma nata a Londra, Liz -che detestava quest’abbreviazione del suo nome – ha un background di ‘bambina prodigio’ che la vede calcare le scene a soli nove anni per poi diventare famosa ad undici, con Torna a casa Lassie (1943), grazie ad un contratto in esclusiva con la Metro-Goldwyn-Mayer. Da allora, lo sviluppo della sua carriera coincide con un progresso inarrestabile che inaugurerà la sua prima interpretazione di successo ‘da adulta’ con Il padre della sposa (1950), in cui affianca Spencer Tracy. Elizabeth è appena diciottenne, ma possiede già tutta la grazia e l’ avvenenza di una donna adulta. Il resto, è noto al mondo intero: il decennio dei ’50, con interpretazioni di rilievo e come attrice protagonista a partire da Il gigante (1956), la lanciano nell’ Olimpo degli Oscar con ben tre candidature, e nel 1961 la giovane star riceve la sua prima ‘statuetta’ per il film drammatico Venere in visone. A quell’ epoca, la Taylor, dopo aver firmato un contratto con la 20th Century Fox per interpretare Cleopatra nell’ omonima pellicola del 1960, è già la diva più quotata e pagata di Hollywood. Sul set conosce Richard Burton, con il quale intreccia una relazione che sarà la gioia di stampa e paparazzi, voracemente attratti dall’ alternanza di passione, litigi furibondi e rotture eclatanti che avrebbe caratterizzato per anni ed anni la storia d’amore dei due divi (quando esplose, d’altronde, erano entrambi sposati e lei già al suo quarto matrimonio). Bellissima, intensa, uno sguardo intelligente che resterà nella storia per il celebrato colore ‘viola’ dell’ iride, la Taylor ‘buca’ letteralmente lo schermo con la sua presenza magnetica, ed è da subito l’attrice pù fotografata di Hollywood. Nel 1966, per l’ interpretazione di Martha in Chi ha paura di Virginia Wolf?, ottiene il suo secondo Oscar. Versatile, superba attrice, passa con facilità dai ruoli di commedia a quelli drammatici, in cui non esita ad imbruttirsi o ad apparire invecchiata per entrare in sintonia con il personaggio. Negli anni ’60, Liz alterna film in coppia con Richard Burton – diverrà notissimo La bisbetica domata (1967), riadattamento shakespereano di Franco Zeffirelli – ad altri in cui il marito non la affianca, come il celebre Riflessi in un occhio d’oro (1967) dove è co-protagonista con Marlon Brando. La sua fama, mai oggetto di cedimenti di interesse da parte del pubblico, viene costantemente alimentata dai numerosi matrimoni (in tutto, furono otto), dalla passione per i gioielli e dall’ adesione a cause umanitarie per le quali la Taylor si impegna con immensa energia, come nel caso della lotta all’ Aids che porterà avanti per tutta la vita, attivandosi nella raccolta di fondi per la ricerca. Al cinema, gli anni ’70 ed ’80 vedono diradare leggermente le sue interpretazioni che restano, sempre e comunque, degne di nota. Tra i suoi film del periodo, Il giardino della felicità (1976), il musical Gigi (1978), Assassinio allo specchio (1980) e Il giovane Toscanini (1988). Risale al 1994 la sua ultima apparizione cinematografica, un cameo nel ruolo della suocera di Fred ne I Flinstones. Una carriera, quella di Liz, che non si limita al cinema ma spazia costantemente tra teatro e TV, diversificandosi persino nel ruolo di doppiatrice quando presta la voce ad alcuni personaggi del cartoon I Simpson. E mentre anche dopo la sua morte (avvenuta nel 2011), controversi film per la TV come il dibattutissimo Liz & Dick (in cui è Lindsay Lohan a prestare il volto alla diva dagli occhi viola) contribuiscono incessantemente a far parlare di lei, Elizabeth Taylor ha sicuramente rappresentato l’ esempio di una diva carismatica, intensa, dalla forte personalità. Nell’ ostentazione degli ultimi anni – tra appariscenti gioielli, cotonature e minuscoli cagnolini maltesi -, forse, incarnando perfettamente il prototipo della diva, ma con una sostanziale caratteristica: quella di una profonda intelligenza unita all’ umiltà che, sul set, la vedeva trattare con la stessa gentilezza sia l’elettricista che il regista più osannato. Il suo impegno sociale, d’altronde, sentito e mai ‘di facciata’, non fa che confermarci la sua viva empatia nei confronti del genere umano. Il ritratto natalizio di Liz potrebbe essere definito un ritratto ‘consumistico’: in abito da cocktail e con un paio di décolletè cangianti, la Taylor viene immortalata circondata da regali e ancora regali. L’ambiente è quello domestico, i pacchi enormi (si intuisce) racchiudono tutto quanto può essere utile per la casa in un contesto da pieno ‘boom’ economico del dopoguerra e, soprattutto, inneggiano ai nuovi elettrodomestici: spiccano una enorme TV, una bilancia, una radio, un frullatore…Regali ‘pratici’, nessuna civetteria nè cedimento alla vanità. Un contorno di omaggi natalizi degno di La fabbrica delle mogli, il libro scritto da Ira Levin nel 1975 che riportava a un concetto di ‘moglie perfetta’ molto in voga negli anni ’50, gli anni in cui – guarda caso – è stata scattata la foto. Eppure, non si rinviene alcuna traccia da ‘massaia’ in Liz, nessun atteggiamento da ‘girl next door‘ in procinto di andare in brodo di giuggiole per il nuovo frullatore: anzi, al contrario, la sua posa sembra suggerire che stia per sistemarsi al lobo un secondo orecchino, già pronta per uscire. Una moglie perfetta a 360°: che non rinuncia, cioè, pur circondata da una serie di elettrodomestici e suppellettili di ultima generazione, ad una sana vita mondana. Negli anni ’50, dopotutto, la TV non imbeveva di virtualità le vite umane…Ed anche una semplice lavastoviglie poteva contribuire alla causa dell’ emancipazione femminile!
Felice weekend.
Fantastica questa foto…è una delle mie preferite, anche se ho sempre pensato che Elisabeth Taylor fosse un pò snob, non ne so tanto di lei, credo nel suo talento ma quando la guardo mi lascia perplessa …è una diva che mi lascia un pò indifferente(qualcuno qui mi odierà), la foto però anche se costruita mi sembra adatta al periodo….bel post interessante 🙂
hola hola
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