Una domenica d’ inverno

 

Avevano previsto neve, erroneamente: eppure, anche se non cadono fiocchi, dalle finestre stamattina filtra una luminosità grigia, ma quasi accecante. Il paesaggio, spoglio, tipicamente invernale, è come avvolto da un bagliore generale e da un’ umidità, diluita in gocce, che ricopre i tetti a coppi, i ciotoli delle viuzze del centro, i rami scarni degli alberi e si sussegue in ordine sparso sui vetri. Domenica è una giornata silenziosa, avvolta nel torpore, di ritmi rallentati. L’ aroma del caffè che si diffonde nella stanza, il suono metallico del tostapane a fine cottura, il burro caldo da spalmare su fette fragranti e ancora tiepide, definiscono le coordinate olfattive e uditive dei momenti in cui, dal mondo onirico, siamo appena approdati su quello reale. Soltanto dopo il rito della colazione, compiuto completamente in silenzio, la musica è autorizzata a scandire, con le sue note, tempi più veloci e il mood indolente del giorno di festa, mentre il cielo grigio perla espande senza appello la luminosità accecante che ha fagocitato il nebbione della notte scorsa. Marmellata, yogurt, altro caffè mentre si delinea la scaletta della giornata, pigramente organizzata in interni a causa del lavoro. E sai già che ti ritroverai all’aperitivo serale in un batter d’occhio, esaurendo questa ennesima domenica nei sorsi di un Prosecco frizzante. In fondo, il suo valore di ‘pausa’ e di giornata speciale si azzerano costantemente, caratterizzando un passar del tempo che la rende più routinaria della settimanale routine. Ma va bene così: inizia a piovere, e gli arabeschi di gocce che si disegnano sui vetri si fondono con la musica in un duetto sublime.  Uno scenario domenicale di ordinaria amministrazione, eppure denso di tutto il fascino, astratto ed attutito, che avvolge il mondo ogni volta che si ferma.

Buona giornata.

 

Photo by Tim Walker

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *