Le piume: una lunga storia del secolo scorso che, a partire dalle flappers degli ‘anni ruggenti’ e dal loro fascino ‘piumato’ – chi non ricorda il tutù ricoperto di piumaggio di Louise Brooks/Lulù? – si sviluppa sui palcoscenici calcati da una Josephine Baker che sventola maestosi ventagli di struzzo per approdare poi alla Hollywood degli anni ’30 e ’40 , dove piume in abbondanza definiscono i caratteri di femme fatale dal calibro di Mae West , Jean Harlow e Marlene Dietrich. Ma è con gli anni ’60 che le piume si legano indissolubilmente a una moda di massa: furoreggiano i boa di struzzo, dei quali Biba propone una nerissima versione in controtendenza con il technicolor in cui vengono declinati, e lo stile hippy usa piume in abbondanza per declamare eccentricità, estro, ‘fantasia al potere’; basta pensare alla Janis Joplin di ‘Pearl’ e al suo look scenograficamente eclatante. Una glorificazione che giungerà al suo massimo apice con il glam rock, quando gli scialli piumati di Marc Bolan si accompagneranno ai lustrini e alle suggestioni ‘space age’ in chiave glitter di David Bowie. Una moda, quella delle piume, che non accenna a diminuire: proponendosi con un’ intermittenza più o meno regolare, appare e riappare comunque con costanza. E mentre gli anni ’60 di Mary Quant ricoprivano di piume le minigonne, il nuovo secolo ne decreta gli inserimenti più disparati: sulle maniche, sulle bluse ma anche su interi vestiti: coordinate essenziali e appariscenti di un look, per definizione, imprescindibilmente illuminato dai riflettori e mai banale.
Buon giovedì.