Vintage & Contemporary trends: il cappello a tesa larga

 

Il cappello a tesa larga: da sempre un classico dello stile e dell’ eleganza, simbolo esclusivo di lusso e sofisticatezza (una delle sue più celebri ‘testimonial’ fu, guarda caso, Audrey Hepburn). Ma è con l’ inizio di quello specialissimo periodo che coincide con l’ inizio della controcultura anni ’60 che, da capo raffinato ed elitario, subisce una metamorfosi totale che ne reinventa le caratteristiche di base rimodellandole sul gusto Hippy: il cappello a falda larga diviene uno dei must have al pari del boa di struzzo, delle borse con le frange e dei sandali alla schiava. Lo indossano tutte le icone del rock, a cominciare da Anita Pallenberg, e tra la fine dei ’60 e l’ inizio dei ’70 spopola letteralmente tra le it girl. Perchè piace così tanto? Innanzitutto perchè rende ‘un tipo’, dà carattere, distingue dalla massa e richiama l’attenzione su di sè. Ma è anche un cappello che, celando parzialmente il volto o creando, grazie alla sua falda, un discreto gioco di luci ed ombre, accentua il ‘mistero’. Non è un caso se – negli anni in cui la psichedelia si intrecciava frequentemente alla scoperta dell’ esoterismo – il cappello nero a tesa larga aveva il potere di donare una particolare e irresistibile aria da ‘strega’ moderna, che esprimeva nello stile un grande culto dei dettagli. Declinato in vari materiali senza trascurare il denim, si tramutò in uno dei capi clou dell’ epoca, ridimensionandosi o – addirittura – scomparendo dalle scene con il passar degli anni. Ma recentemente sta conoscendo un rinnovato boom: le collezioni dell’ Autunno/Inverno 2013/13 lo hanno nuovamente posto sotto i riflettori, rivisitandolo e proponendolo nei modelli più disparati: ricordiamo, tra gli altri, il cappello a tesa larga di Giorgio Armani, che ricade obliquo su un lato del volto, e quello di Moschino, dalle linee arrotondate, che richiama a un cowboy di lusso. Ma è grazie al genio creativo di un designer come Hedi Slimane che il cappello a tesa larga viene incoronato protagonista assoluto di un’ intera collezione: la Primavera/Estate 2013 di Saint Laurent, infatti, in un mix tra rock, chic e molte reinterpretazioni dei basic del leggendario Yves, è riuscita mirabilmente a rievocare un mood anni ’70 rendendolo il clou della modernità: è così che, tra sahariane tramutate in abiti in suede, smoking ultraderenti in total black, bluse di chiffon, nude look, maxidress vaporosi  in stile flou. maxigonne in pelle e maglioncini in lamè, l’attenzione viene catturata dai cappelli in feltro a falda larghissima che indossano le modelle. Una mistura di passato e presente, glorificazione di un periodo storico che Yves Saint-Laurent amava alla follia, che traduce in chiave luxury dei must, come il cappello, donando una sofisticatezza mai scontata ad uno dei capi più amati dalle rock witches d’antan. Restituendogli, of course,  l’aura di unicità e di mistero che lo caratterizzava negli anni in cui il Maestro della Couture lanciava Saint-Laurent Rive Gauche e condivideva, insieme a Talitha e a Paul Getty, il suggestivo tetto di stelle di Marrakesch.

Buon venerdì.

 

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