Il bianco e nero, le stampe geometriche e ‘ossessive’, le righe, il damier: quattro motivi che, circa mezzo secolo orsono, rientravano copiosamente nel fashion trend più in voga, quello dell’ Optical. Tutto cominciò quando, negli USA degli anni ’60, Larry Aldrich – un produttore oltre che collezionista di abiti – chiese al designer Julian Tomchin di creare una collezione ispirata all’ arte contemporanea facendo riferimento ad un preciso artista. La scelta di Tomchin cadde su Bridget Riley, appartenente al nucleo fondatore della cosiddetta Optical art: una neonata corrente artistica newyorchese che fissava i suoi principi sulla cancellazione del colore a favore del bianco e nero, e sulla riduzione del disegno a motivi e a forme geometriche. Ecco cosi, applicando questo concept alla moda, apparire geometrie in modalità continua e ripetitiva che negli abiti, squadrati e lineari, trovavano lo strumento ideale per ricreare effetti e modulazioni di prospettiva. Il bianco e il nero rappresentavano a questo fine i colori ideali: il primo, la somma di tutti i colori; il secondo, colui che tutti i colori assorbe. Due tonalità agli antipodi, ma proprio in virtù di questo tanto efficacemente accostabili. In Europa, furono Pierre Cardin e André Courrèges i couturier che si ispirarono maggiormente al trend Optical, risentendo anche delle influenze che l’architettura, dall’ Op art, aveva assorbito. Tra i riferimenti cinematografici, due outfit all’ insegna dell’ alternanza di black & white sono rimasti memorabili: l’ abito indossato da Audrey Hepburn in My Fair Lady nell’ ippodromo di Ascot e quello indossato da Grace Kelly in La finestra sul cortile. Oggi, il trend Optical rivive in tutti i suoi fasti ed è riproposto ampiamente da un gran numero di designer: abiti, ma anche accessori – dalle scarpe, alle borse, ai cappelli- vengono completamente giocati su stampe a scacchiera, a righe, su fantasie ipnotiche e rigorosamente declinate in black & white. Louis Vuitton, Moschino, Ermanno Scervino, Aquilano Rimondi, Alexander Herchovitch, Balmain, Dries Van Noten, Acne, Chanel, Balmain, Jonathan Saunders e Issey Miyake sono solo alcuni dei designer – in ordine sparso – che hanno adottato per la Primavera/Estate 2013 motivi Optical in un richiamo continuo agli anni ’60. Dopo il boom dei colori fluo, delle nuance pastello e del color blocking delle estati scorse, dunque, prepariamoci a immergerci in un visionario bianco e nero ispirato al passato, ma più che mai futuribile e vivo.
Buon martedì.