Dita Von Teese ‘lady Butterfly’ per Jean-Paul Gaultier

 

Ha portato in passerella una collezione che è un ricorrente omaggio alla farfalla, Jean-Paul Gaultier, ai recenti défilè di Haute Couture parigini: contraddistinti da nomi quali  Mariposa, Minute Papillon, Lady Butterfly, hanno sfilato outfit rigorosamente all’ insegna delle più disparate versioni del lepidottero dalle ali sgargianti. Come copricapo, borsetta, bracciale, seducente veletta o presente nelle forme degli abiti – evidente o insinuata nel design d’insieme – la farfalla si declina in interpretazioni fantsiose e versatili, non ultima quella di artistica scultura per capelli. La ritroviamo a rifinire i revers delle giacche o in accenni di mantelle svolazzanti, non tralasciando i ricami frammisti di tulle e Swarovski che ne ricordano le ali. Il tutto, in un tripudio di colori che non risparmiano le tinte neutre nè le più vibranti, dando luogo a look stilisticamente ricercati e dal forte impatto visivo. Non stupisce, dunque, se a sfilare in passerella indossando un minidress farfalla dall’ attilatissimo bustier l’  Enfant Terrible della Couture Française abbia chiamato Dita Von Teese, alla quale è legato da un solido e pluriennale rapporto di amicizia. Non è la prima volta che The Queen of Burlesque calca le passerelle dei défilè Gaultier: l’ arcinota guépière assurta ormai a simbolo della Maison non sembra, d’altronde, creata apposta per Dita? Sta di fatto che la connotazione ‘leggiadra’ e romanticamente femminile a cui viene unanimemente associata la farfalla ha trovato nella Burlesque diva l’ interprete più fascinosamente azzeccata, la più significativa esponente di un butterfly mood sensuale e spensierato, benchè solo in apparenza. La sua elaborata metamorfosi, la brevità del suo ciclo vitale, infatti, connotano la farfalla di uno spiccato valore simbolico e metaforico. Un dettaglio certo da non sottovalutare, forse foriero di una sorta di preciso messaggio implicitamente espresso dal geniale e stravagante couturier francese: ma quando si accendono i riflettori e il fashion show, roboante, ha inizio, il gioco e l’ ironia regnano sovrani alla corte dell’ Enfant Terrible. E qualsiasi cosa si tramuta, inesorabilmente, in glamour e colore: dopotutto, “That’s enterteinment, baby!”.


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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